Interrotta ma...

di
genere
masturbazione

Piacere, mi chiamo Vanessa, sono una ragazza 25 anni. Fisicamente sono molto esile, purtroppo ( e me ne rammarico ) ho una piccola seconda di seno, nonostante per il resto non possa proprio lamentarmi, essendo soda quanto basta. In realtà amo il mio corpo e amo prendermene cura in ogni modo, semplicemente, se potessi cambiare qualcosa, vorrei avere un seno più grande. Che ci posso fare? E’ una mia fissa. Ad ogni modo, quella di cui volevo parlare era una mattina come tante altre. Non ci sarebbe stato un modo più specifico per definirla: un sabato comune tra tanti sabati comuni. Quel pomeriggio sarei dovuta andare a fare shopping in un centro commerciale vicino al paese dove abitavo, assieme al mio ragazzo. Una giornata banale, come dicevo. Non che non avessi voglia di passare il mio tempo con lui, più che tutto il fatto era che avrei preferito di gran lunga passare quel tempo, sprecato tra negozi, a farmela leccare distesa sul suo divano o a farmi scopare in piedi, davanti alla finestra, come ci piaceva tanto. Sì, certo, quella sera probabilmente avrei avuto quello che desideravo, ma il punto era che in realtà lo desideravo proprio in quel momento. Nemmeno nel pomeriggio, ma quella mattina stessa. Purtroppo la nostra lontananza non ci permetteva di vederci agilmente a qualsiasi orario, di conseguenza quella sarebbe stata una voglia destinata a restare insoddisfatta. Più o meno. Mi guardai attorno: la mia casa era vuota e silenziosa, come sempre, ma la cosa non mi dava per nulla fastidio. Quasi con fare furtivo, senza nemmeno muovermi dalla posizione nella quale mi ero svegliata, misi una mano sotto le coperte, raggiungendo subito le mie mutandine e scostandole: come pensavo ero già bagnata, desiderosa di essere soddisfatta. Fu inevitabile il sospirò che seguì e quel suono, emesso dalla mia bocca, mi convinse del tutto su quanto avessi bisogno di masturbarmi. Allargai lentamente le gambe, iniziando a sfiorarmi il clitoride, pulsante e desideroso di ricevere le mie attenzioni. Lo strinsi, come mi era sempre piaciuto, tra pollice ed indice, sfregandolo ripetutamente, desiderosa di raggiungere l’orgasmo il più velocemente possibile, in modo da soddisfare subito la mia voglia e potermi dedicare al resto della giornata con un sorriso in più sulle labbra. Nel frattempo la mia mano sinistra era corsa a stringere con forza il mio capezzolo, in una presa tra il doloroso ed il piacevole che fece notevolmente aumentare il volume dei miei sospiri. Ero sempre stata piuttosto rapida a venire, quando mi concentravo per farlo in fretta ed in quel momento ero proprio ad un passo dall’orgasmo quando il mio telefono squillò: una chiamata dal mio ragazzo. Merda, proprio adesso?!?! Preoccupata che potesse trattarsi di qualcosa di serio. Abbandonai i miei capezzoli e presi il cellulare.
< Sì, dimmi? >
< Ehi, nemmeno un buongiorno? Avevo chiamato solo per sapere come andava >
La sua voce era divertita, persino gentile, ma in quel momento di tutto avevo voglia meno che di quel tipo di attenzioni.
< Ehm.. scusa ma.. possiamo sentirci dopo? Ero un momento occupata >
Con la mano destra ancora in mezzo alle mie gambe tornai a sfiorarmi, ora senza esagerare ma con l’obiettivo di non perdere il momento.
< Ah si? Beh scusa, non lo sapevo, metto giù allora >
In quel momento però la mia mente perversa formulò un’altra idea.
< No, aspetta un momento.. >
Nemmeno io sapevo cosa volevo dire, ma volevo che rimanesse al telefono con me fino al momento nel quale sarei venuta.
La mia figa gocciolava letteralmente mentre la picchiettavo con la mano aperta, schiaffeggiandomela, con la voglia che tornava a montare.
< Dimmi >
< Per… per che ora… per che ora passerai a prendermi oggi? >
Mi stavo proprio masturbando come una troia mentre il mio fidanzato, ignaro, mi ascoltava dall’altro capo del telefono.
< Alle 3 e mezza non va bene? >
< Alle… mmmmhh.. >
< Ehi piccola ma che hai? >
Ormai l’orgasmo era alle porte così mi tolsi di dosso la coperta e in un impeto di nuova perversione accostai il telefonino alla mia figa proprio mentre il primo schizzo si liberava, colpendo lo schermo.
< Mmmh.. ahhh.. caaaazzoooo! >
In quel momento altri tre schizzi, uno piu potente dell’altro si abbatterono sul cellulare, mentre le mie mani, ormai libere, tornavano a tormentarmi i capezzoli. La telefonata si chiuse automaticamente, mentre io mi abbandonavo al relax post orgasmo.
Ci misi un po prima di realizzare che non sarebbe stato facile spiegare al mio ragazzo cos’era accaduto.
scritto il
2018-10-29
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