Troia incinta di 7 mesi
di
Lisa34
genere
tradimenti
Mi chiamo Lisa e ho 34 anni. Sono sposata con Andrea e ho 2 figli, un maschietto di 6 anni e una femminuccia partorita qualche mese fa. Nel mese di aprile scorso decidemmo di fare la manutenzione delle persiane del nostro villino al mare. Premetto che abitiamo in una cittadina di provincia della Sicilia. Andrea di sabato non lavora einsieme a Carmelo si recarono sul posto. Carmelo è un uomo sulla sessantina, anzi, un omone robusto e con un po di pancia. Figuratevi che io gli do del lei. E' uno che sa fare tutto e ogni volta che abbiamo qualche lavoretto da fare chiamiamo sempre lui. Il nostro villino è su due livelli e secondo le previsioni di Carmelo sarebbe bastato il fine settimana. Il sabato si dedicò allo scrostamento e l'indomani, domenica, avrebbe dovuto passare l'impregnante. La domenica andammo tutti, approfittando della bella giornata e del fatto che nostro figlio non doveva andare a scuola. Eravamo a metà mattinata, io stavo rassettando qualcosa in camera da letto, Carmelo stava lavorando sulla persiana della cameretta di fronte e Andrea, in giardino, stava giocando a palla con nostro figlio il quale mi chiamò per dirmi di guardare quanto era bravo. Stavo per ritirarmi e mi richiamò nuovamente dicendomi ancora di guardare. Mi riaffacciai e questa volta mi appoggiai con i gomiti sul davanzale per guardarlo e farlo contento. Si, sono una bella ragazza ma non pensavo di essere tanto attraente col pancione. Forse però, lo pensai dopo, in quella posizione, affaciiata quasi a 90 gradi, il mio vestitino premaman aveva lasciato la parte posteriore delle mie cosce scoperte. Il fatto sta che, mentre guardavo fuori e fare il tifo per mio figlio, sentii una manona fra le cosce. Istintivamente ebbi come un sussulto ma il vocione di Carmelo mi bloccò: "Stai calma e zitta, non fare capire niente a tuo marito". Cosa non doveva capire mio marito? Era in ginocchio e da fuori non si poteva vedere, per cui andava tranquillo. Sussurrando gli intimai di smetterla ma lui ripetè di non muovermi, di restare com'ero e di continuare a guardare fuori. Intanto mi aveva sollevato il vestito e mi accarezzava le cosce e il culo con entrambe le mani. Immaginavo lo spettacolo che si presentava ai suoi occhi: le mie cosce che, sebbene leggermente più grosse a causa della gravidanza, erano pur sempre un bel paio di cosce; il mio bel culo, fasciato da un paio di mutandine nere, ancora immacolato. Ed erano proprio li le sue attenzioni: una mano fra le cosce a contatto con la fica e l'altra intenta nel tentativo di sfilarmi le mutandine. Come si permetteva sto vecchio? Mi sentivo strana: da un lato l'avrei preso a calci, dall'altro non potevo dire a me stessa che mi dispiaceva. Così, controllandomi nal gemere e cercando di rimanere serena nel rispondere e nel dialogare con mio figlio, acconsentii a farmi sfilare le mutandine. Ero nuda col culo davanti ai suoi occhi e il bello era che le sue mani, esperte e decise, mi davano piacere. Mi cincillò il clitoride e poi mi ficcò un dito dentro. Nonostante riuscissi a controllarmi istintivamente iniziai a muovermi. Carmelo aveva capito che mi piaceva e allora, rendendosi conto che non poteva andare per le lunghe, prese a leccarmi il culo e la fica facendomi godere di un orgasmo che io stessa non riuscivo a capire da dove mi veniva la forza di controllarmi. Si alzò e si allontanò facendomi segno di allontanarmi dalla finestra. Gli chiesi come si era permesso e, senza rispondere alla mia domanda, mi disse di sedermi sotto la finestra senza farmi vedere da fuori. Dissi di no e lui serenamente ribattè: "Vuoi fare capire tutto a tuo marito?" Eseguii. Mentre lavorava sul davanzale mi sussurrò di tirarglielo fuori. Nonostante la rabbia avevo poco da protestare. Abbassai la zip dei jeans, infilai la mano e mi ritrovai a tastare il cazzo da sopra l'intimo. Un malloppo molle ma consistente. Che stavo facendo? Mi stavo vergognando di me stessa: eccetto quello di un ragazzo prima di mio marito e poi quello di mio marito, non avevo mai palpato altri cazzi. Mi sentivo curiosa e, dietro i suoi incitamenti sussurrati, cercai di farmi strada con la mano. Ci riuscii e lo tirai fuori. Nonostante fosse fuori solo la cappella e altri 5-6 cm a causa dei jeans e dei, credo boxer attillati, non potei non notare, anche se moscio, la circonferenza del cazzo e la grossezza della cappella stessa. Glielo segai lentamente con tre dita per una decisa di secondie poi mi sussurrò: "Sbrigati, non perdere tempo. Fammi venire come ti ho fatto venire io". Più chiaro di così? Voleva che gli facessi un pompino. Diciamoci la verità, non è che non mi piacesse fare pompini, ma una cosa era farlo a mio marito e un'altra ad un estraneo. Intanto mi rotrovai davanti alla bocca una cappella che era, per grossezza, il doppio di quella di mio marito. Presi a leccarla. Sapevo bebe che dovevo sbrigarmi per la situazione in cui mi trovavo e così, mentre sentivo il vociare di mio figlio e di mio marito, presi a spompinarlo. Avevo la bocca piena, mi piaceva e, dopo averlo lavorato per un paio di minuti, prese a muoversi lui. Avevo la testa appoggiata alla parete e mi resi conto che in questo modo sarebbe venuto dentro la mia bocca. Non l'avevo mai fatto: mio marito non me lo aveva mai chiesto ed io non avevo mai preso l'iniziativa per una questione di pudore. Il pudore andò a farsi benedire quando gli schizzi di carmelo mi riempirono la bocca. Non lo travai affatto nauseante, ero fiera di aver fatto godere un uomo dentro la mia bocca e, sentendomi troia, feci in modo di comportarmi come se lo facessi per abitudine e non fosse la mia prima volta. non finì di riprendere tutte le persiane. Ne restò solo una e pensai che l'avesse fatto apposta studiando un piano per potermi scopare. Il problema fu che io gli andai incontro. Disse che sarebbe potuto venire, causa altri impegni di lavoro, lunedì mattina, sapendo benissimo che mio marito non poteva essere presente. Quindi, troia mi sono detta poi, intervenni dicendo che non ci sarebbero stati problemi e che mi sarei fatta trovare li dopo aver accompagnato il bambino a scuola. Così andò. Lo trovai già li che mi aspettava in auto. Scese e mi salutò con un ciao ironico. Risposi con un buongiorno signor Carmelo e mi seguì. Aprri il cancello e poi l'uscio. Entrammo e gli dissi che era stato uno spuderato. "Io veramente ti ho vista, prima godere e poi farmi un pompino con tutta l'anima" "Certo! Con mio marito la sotto e col mio pancione così! E se se ne fosse accorto mio marito?" "Non se ne accorto. Che ci posso fare se mi hai fatto vedere le cosce e mi hai fatto impazzire. Poi ho visto il tuo culo e mi sono ripromesso di incularti" "Come si permette! Ma lo sa che lei può essere mio padre?" "Io posso essere tui padre e tu puoi essere mia figlia però il mio cazzo ti è piaciuto, te lo sei succhiato e hai gustato pure la mia sborra" "Si rende conto che certe cose non le faccio nemmeno con mio marito? "Allora a maggior ragione" "Certo1 Spiritoso!" "Scommetto che il tuo culo non è stato mai usato" "Certo! Sicuro! Certe cose non si fanno. Che sono una di strada? poi con questo pancione!" Invece a solo pensare al suo cazzo mi sentivo tutta bagnata. La mia era una finta resistenza. Non era forse il momento di farmi rompere il culo se mio marito non ci ha mai pensato? Aspettavo solo che prendesse l'iniziativa. D'altra parte il lavoro non l'aveva finito per questo motivo ed io lo sapevo bene. Quando glielo dissi rispose: "Non volevi questo?" Si prese oscenamente il pacco fra le mani e mi fece avvampare di desiderio. Lo capì. Porca vacca! Quel vecchiostronzo che poteva essere mio padre, tutt'altro che attraente, con le cosce lardose come probabilmente tutto il corpo, mi faceva sentire delle strane sensazioni. Forse era perchè da quando ero incinta avevo sempre voglia oppure perché il suo cazzo grosso e strano mi faceva impazzire a solo pensarci? Immaginavo quel cazzo nel tentativo di farsi strada nel mio culo vergine e così quando incomiciò a palparmelo lo feci fare e anzi, quando prese la mia mano e la poggiò sul suo pacco, non ebbi la forza nè l'intenzione di non tastarlo con bramosia. Pensai che se dovevo fare la puttana meglio era farla con tutti i sentimenti e senza farmi pregare. Notò la mia bramosia e il mio sguardo li, sulla mia mano che tastava il suo cazzo che si stava idurendo. Sollevò il mio vestito, mi accarezzò in mezzo alle cosce e poi su con la mano dentro le mie mutandine. Mi palpò forte le chiappe e poi giù lungo il solco a raggiungere la fica. Si può fare a meno di gemere quando ti stuzzicano il clitoride? Naturalmente no. Quindi, quando mi sentì ansimare, inumidì le dita dei miei umori, già abbastanza copiosi, e risalì fra le mie chiappe stuzzicandomi l'ano. "Stai spasimando per il mio cazzo?" "Siiiii" "Allora prendilo, cosa aspetti". Gli tirai giù il sotto tuta e il suo pacco era ben evidente; tirai giù le mutande e mi apparve un coso, quasi del tutto duro, grosso, lungo e del depilato. Sentti il suo medio cercare di farsi strada. "Ahiii!" "Lo dilatiamo un po così lo prepariamo" "non può entrare stu coso. Ahiiii! Ahaaaaa!" "Lascia fare a me. Ci penso io visto che non ci pensa tuo marito". Mi piaceva il dito dentro e gemevo mentre glielo segavo lentamente. Il giorno prima ne avevo visto la metà, ora, a vederlo turro per intero e impugnandolo, mi rendevo conto era tutta un'eltra cosa rispetto a quello di mio marito. Istintivamente mi chinai quasi andando incontro al dito che roteva dentro il mio culo. Allora mi fece chinare a 90 gradi e mi sollevò completamente il vestito. "Che culo! Fattelo guardare bene, no come ieri di sfuggita". Fortunatamente mi trovavo proprio davanti al divano del soggiorno. Mi appogiiai, mi sfilò le mutandine e poi mi disse di togliermi il vestito. Intui che mi vergognavo. Era vero, a causa del mio pancione. Allora mi disse, ridendo, che le femmine col pancione sono ancora più provocanti. Mi lascia andare quando mi fece mettere in ginocchio, con le ginocchia sopra un cuscino, e lui, pure in ginocchio dietro di me, prese a leccarmi la fica e il culo esattamente come il giorno prima. Godetti e poi denudandosi si posizionò seduto con le cosce larghe, il viso nel mezzo e il suo cazzo che svettava sotto i miei occhi e davanti alla mia bocca. Avevo le braccia appoggiate sulle sue cosce e me lo sbatteva in faccia. "Ti piace stu cazzu?" "Sii" "Lu vo pigliari?" "Si" "E io non te lo faccio pigliari". Sorridemmi insieme. Poi lo tirò su. E di sti palli che ne pensi?" Erano grosse, rugose e senza un pelo. "Non c'è male" dissi sorridendo. "non c'è male? Leccale". non l'avevo mai fatto, curiosa tirai fuori la lingua e iniziai a leccare. Poi mi disse di morderle e lo feci. Gemeva e mi incitava. "Ti faccio diventare una bella troia". Poi leccai il cazzo e poi lo presi in bocca. Forse di pompinare più esperte di me sicuramente ne aveva già avute, tuttavia i suoi sospiri erano sempre più intensi. Nonostante la sua conformazione fisica, era agile. Infatti venne dietro di me e stando chi o sulle ginocchia, me lo schiaffò fra le chiappe. Gli dissi che volevo però doveva fare piano. "Non è il momento del culo". Infatti me lo ficcò tutto dentro la fica facendomi sobbalzare, riempiendomi tutta e facendomi gradare di piacere. In vita mia non mi ero mai sentita così piena e così dilatata. E nel culo allora? Pensai. Mi chiavò così fino a farmi godere ancora. Ero così fuori di me e mi sentivo così troia che lo volevo pure nel culo. Si, desideravo che me lo rompesse; non volevo essere ancora vergine. Male o non male volevo essere scassata. Che previdente il signor Carmelo! Aveva portato pure la vaselina. Me la spalmò mentre io ripresi a spompinarlo. poi si riposizionò come prima e questa volta, quando lo sentii fra le mie chiappe, era la volta buona. Il cazzo, nonostante le dimenzioni, entrò nel mio culo immacolato, liscio e senza intoppi, ma il mio buchino me lo sentii dilatare alquanto esageratamente. Mi mancava il respiro, mi lamentai per qualche minuto e poi, mentre mi pompava lentamente, incominciai a prenderci gusto. Infatti quando più volte mi chiese se mi piaceva risposi di si. Più mi pompava e più mi piaceva e più troia mi sentivo. Dopo una decina di minuti, col culo già tutto scassato, sentii aumentare il suo ritmo e subito mi sentii invadere l'intestino da un fiume di sperma bollente. Godetti insieme a lui. "omplimenti per il tuo gran culone". Ero contenta, soddisfatta ma dolorante. Ci pulimmo. Prima andai in bagno io e poi lui. Ci rivestimmo mentre mi diceva che tutto sommato potevamo farlo ancora. Così quando terminò il lavoro propose: "Un'altra ripassatina, volendo, la possiamo fare" "Noo! Basta!" "Ora quando se ne parla farti fottere il culo. Che speri in tuo marito?" "No, per favore, fra l'altro mi fa male" "Se il culo ti fa male possiamo usare la bocca". Infatti mi scopò in bocca e mi sborrò. Questa volta ero preparata:la inghiottii tutta. Dopo il parto e i giorni di astinenza obbligatori, pensai: e va bene, chi mai può pensare che io possa scopare con un vecchio. Che voglia del suo cazzo che ho! Devo escogitare qualcosa. Qualche scusa, qualche lavoretto per farlo venire a casa mia.
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Commenti dei lettori al racconto erotico