Angela recupera il tempo perduto - parte 1

di
genere
etero

Buongiorno mi chiamo Antonio e sono un ingegnere libero professionista di 35 anni, che da qualche anno nel tempo libero da ripetizioni a studenti universitari.
Da qualche mese, sto dando ripetizioni ad una ragazza molto carina, alta circa 1.70, mora, carnagione chiara, un seno prosperoso, abbastanza magra e con un bel fondoschiena, Angela è il suo nome ed ha 30 anni.
Angela è una ragazza madre ed è stata lasciata dal ragazzo subito dopo aver scoperto di esser rimasta incinta, per vivere lavora part-time in un supermercato.
Per aumentare la chance di trovare un lavoro stabile, negli ultimi anni ha provato ad iscriversi all’università, ma non riuscendo mai a superare i test d’ingresso, sempre per colpa delle domande di logica e scientifiche.
A maggio si presentò alla mia porta disperata, voleva a tutti i costi superare il test d’ingresso, sognando una carriera da architetto.
Dopo un paio di lezioni, tra noi si era instaurato un certo feeling, lei affascinata dal mio modo di trovare il risultato corretto magicamente un esercizio per lei impossibile ed io dalla sua determinazione nel voler imparare.
Entrambi avevamo visto la serie televisiva “La casa di carta” e per lei io ero la brutta copia di “il Professore” e lei la copia formosa di “Tokyo”.
L’estate si avvicinava rapidamente e il caldo cominciava a rendere la concentrazione sempre più limitata, ma soprattutto i vestiti più leggeri e l’occhio faticava a non cadere nella scollatura dei suoi vestiti.
Durante una lezione, finalmente era riuscita a risolvere da sola un esercizio, presa dall’euforia saltellava a destra e sinistra nella stanza, come una ragazzina. Tra un salto e l’altro parte della canotta si abbasso facendo intravedere parte del reggiseno, appena si fermò notò subito il mio sguardo fisso sul suo seno e la subito intervenne “hei professor, la sua prima regola per il colpo è nessuna relazione” un po’ imbarazzato riuscì a replicare “che proprio Tokyo su la prima a disubbidire e che anche il professor alla fine aveva ceduto ad una donna”. La lezione volgeva al termine e lei mi chiese di festeggiare l’evento con un serata ad una festa a cui era stata invitata lasciando la bambina dai genitori, ma avevo già dato conferma ai miei amici che sarei andato con loro ad una festa organizzata da uno di loro.
Giunta la sera raggiunsi gli amici e prima di andare al locale, ci fermammo ad un bar a prendere qualcosa da bere, qui conoscemmo un gruppo di ragazze che aspettavano una loro amica, fortuna volle andavano alla stessa nostra festa. Siccome la ragazza tardava ad arrivare mi proposi di aspettarla io al bar (visto che nonostante il tardo orario continuavo a ricevere chiamate di lavoro) mentre gli altri che si stavano spazientendo potevano raggiungere la festa.
Dopo una velocissima descrizione della ragazza (alta e mora), rimasi solo ad aspettarla con un bicchiere di coca cola in mano a parlare al telefono. Ad un certo punto mi bussa una ragazza e con stupore noto che era Angela, bellissima con un vestito rosso corto con una scollatura a cuore sul seno. Impreparato e stupito rimango qualche secondo a fissarla con lo sguardo da pesce lesso e:
A: Mi avevano detto che ad aspettarmi c’era un bell’uomo ma non credevo di trovare la brutta copia del “professor”
Io: Azzo che gnocca, vai a fare una strage di cuori stasera”
A: Se continui a bere coca cola non ti scioglierai mai e continuerai a fare figure da babbeo
Io: Non credo che potrei sciogliermi abbastanza per non rimanere basito dal tuo stupore
A: la smetti di far il professore con termini basito – stupore ecc., altrimenti stasera non troverai nessuno che te la dà, poi è una festa e ti presenti in giacca e cravatta, ma niente ti hanno detto i tuoi amici
Io: Ormai mi hai guastato la serata, mi hai dato del babbeo, bigotto e che sbaglia a vestirsi, ora per punizione paghi tu il conto “stronza”
A: Cosa cosa cosa? Mi hai dato della “stronza”, oh mio Dio, allora piano piano sto riuscendo a sbloccarti e poi paghi tu conoscendoti non riusciresti a non fare il galante.
Io: Aahahah ormai mi conosci bene, ma non benissimo, ahaahahh
A: Oh oh, altra buona mossa con non benissimo, mi stai incuriosendo
Io: Prendi da bere o vuoi raggiungere le tue amiche?
A: No no prendo da bere, ormai ho fatto tardi saranno già arrabbiate con me, quindi possono aspettarmi ancora un po’.
Io: Non credo ti stiano pensando, si sono accodate ai miei amici ed erano già alticce quando sono andate via di qui.
A: Ancora con ste parole grosse
Io: Eheheh
A: Allora che si fottano, tanto sono comunque in compagnia, di un bigotto, ma sempre in compagnia
Io: Vuoi fare la stronza che se la tira tutta la sera o ti calmi un po’?
A: Voglio farti sciogliere scemo, sei un bel ragazzo e non lo sfrutti, c’è una ragazza in quel tavolo che mi guarda con invidia e tu neanche te ne sei accorto
Io: Chi, quella che sta seduta alle mie spalle con un vestito nero, capelli ricci mora, una 3° abbondante max 4°, che bene una bottiglia di birra?
A: Minchia che descrizione perfetta, sei proprio uno con l’occhio fino. Anche se questo particolare l’avevo notato durante le ripetizioni, appena abbasso lo sguardo, sbirci sempre nella mia scollatura
Io: Ah te ne sei accorta
A: Si si, te subito dopo vai verso la finestra per non farti vedere e ti aggiusti il pacco, devono proprio farti un bell’effetto.
Io: eh certo hai un seno perfetto, persino ad un omosessuale farebbero effetto
A: Ahahha, ora fai arrossire me, anche se stasera devi chiamarle bocce, tette, meloni, ma non seno, almeno stasera fai l’uomo. Vedrai che con il mio aiuto riuscirai a diventare un uomo irresistibile con le donne.
Io: Comunque nonostante te ne sei accorta che guado le tue tette, continui a venire con quei top, maglie larghe che stuzzicano la fantasia
A: Bravo per tette e poi ricordati che tu sei el “Professor”, tutti sono innamorate del “Professor”
Io: Si la brutta copia però
A: Hai il tuo fascino, poi riesci a stupirmi con tutti quei numeri da quegli esempi che rendono persino la matematica piacevole
Io: Hai capito la mammina, fa tanto la santarellina e poi lancia l’amo
A: Ahahah e tu abbocchi subito, ahah
Io: Ormai si sta facendo tardi, vuoi andare alla festa o ti va una passeggiata sul lungo mare
A: Ahaha vuoi scappare via, perché non vuoi che me ne accorga che ce l’hai in tiro?
Io: Ehm cosa, ehm
A: Professore, professore, professore se le fissi il tuo corpo reagisce
Io: Vuoi proprio farmi sfigurare stasera, ma sappi che quando perdo la timidezza mi trasformo
A: E quando ti muovi scemo, non so più come stuzzicarti
Pago la consumazione ed andiamo sul lungo mare a fare una passeggiata, poi scendiamo sulla spiaggia e:
A: Che ne dici di spogliarci e farci il bagno?
Io: Certo molto volentieri
A: Oh oh risposta secca e veloce, bravo il mio ingegnere, ma non hai paura che il tuo amico si presenti più in forma di te?
Io: Ma se è quello che speri, hai persino preso un calippo come gelato mangiandolo di gusto
A: Ahahah, ora vieni qui ed aiutami con la lampo, con la sabbia non scende giù
Io: Ok va bene
Mentre provo a sbloccarle la lampo, con un colpo secco si avvicina al mio pacco
A: Hai capito l’ingegnere, fortunatamente non siete tutti e due timidi
Io: Be hai un culo che è una favola
A: Bravo bravo le donne apprezzano i complimenti
Io: Con te non è difficile
A: Oh libera, ora spogliati e raggiungimi in acqua
Io: Arrivo
Entrati in acqua con la biancheria ancora a dosso continuiamo a scambiarci gli sfottò, quando ad un certo punto la tiro a me e la bacio, dopo qualche secondo si stacca e:
A: Continui a stupirmi stasera, sei bravo a baciare
Io: Ho anch’io qualche dote nascosta e ancora non hai visto nulla
A: Mmm (mordendosi le labbra)
Continuammo a baciarci e a toccarci, avevamo tolto la biancheria ed eravamo rimasti nudi. Uscimmo dall’acqua e sulla spiaggia continuammo a baciarci e strusciarci
Io: Le tue bocce non hanno deluso le aspettative, sono perfette, hai i capezzoli duri come piacciono a me
A: Succhiamele, mordile, mi piace
Io: Hai un culo bello sodo, guarda come si prende bene
A: Continua continua, si mi piaceeeee
Io: E’ da quando sei entrata nel mio ufficio che volevo avventarmi su ste bocce e possedere sto culo
A: Lo so, per questo mi divertivo a stuzzicarti, a volte non portavo neanche l’intimo
Io: Hai capito la zoccoletta. Ora da brava bagnamelo tutto che voglio possederti
A: Avevi ragione col quando prendi confidenza ti trasformi
Io: Dai vieni qui che mi sta per esplodere
A: ASPETTA!!! devo farti una confessione prima, con te è stato facile provocarti e sembrare quella che non sono, ma, non ho rapporti con un uomo da quando sono rimasta incinta, esser stata trattata in quel modo non ha fatto altro che disprezzare l’altro sesso.
Io: Pensi che sono veramente stupido? Ogni volta che mi provocavi, eri più imbarazzata di me e chi ti ha suggerito di venire da me per le ripetizioni, mi ha raccontato la tua storia. Ora però lasciati andare tu e continuiamo altrimenti mi esplode
A: Certo professore, farò i compiti che mi assegnerà con molto piacere
Io: Brava, bagnamelo tutto, se riesci a prenderlo tutto avrai un premio extra
A: Darò il massimo prof. non la deluderò
Io: Brava continua così, inzuppamelo tutto. Girati che voglio leccartela.
A: Hummmmm………uhg….uhg… continua così, leccamela ma rallenta con i capezzoli che così mi fai male
Io: Ce l’hai stretta, ma sei fradicia
A: E’ così duro che ho paura me la rompi
Io: Non preoccuparti, sei così bagnata che entrerà facile e poi l’ho desiderato troppo sto culo per rovinarlo la prima volta. Ora girati che te lo pianto
A: Fai piaaaaaannnnnnnoooooo, oh siiiii, oh siiiiiiii, ora più forte, spingiiiiiiiii, spaccamela tuttaaaaaaaa
Io: Sei proprio una zoccoletta, guarda come sei bagnata, guarda come ballano ste bocce
A: Si continua, continua, mi stai già per far venire, non fermarti altrimenti …. Altrim…… altr……. Aahhaaahh venuta
Io: Brava la mia zoccoletta, ma io non sono ancora venuto, quindi rialzati e continuaaaaaaaa
A: Si … siiii … siii …. Sono la tua zoccoletta, siiii siii
Io: Hai un culo che è una favola, guarda che foro chiuso che hai
A: Noooo non lì, non lì, non l’ho mai preso lì, continua qui che sto per rivenire
Io: Sto per venire anch’io, girati che voglio inondarti ste bocce
A: Lo sapevo che volevi sborrarmi lì
Io: Vengooooo, non muoverti
Finito, rimanemmo sdraiati sulla spiaggia per una mezz’oretta e poi ci rivestimmo.
Risaliti, la riaccompagnai al bar dove ci eravamo visti e concordammo che la lezione dell’indomani l’avremmo sostenuta un’ora più tardi.
di
scritto il
2018-11-16
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