Il mio grande amore
di
Cazzo Grosso
genere
incesti
Il mio grande amore
Mi chiamo Giorgio, ho 33 anni, la mia storia inizia 13 anni fa, a quel tempo lavoravo saltuariamente come apprendista idraulico, sono ed ero un ragazzo normale, alto 180 cm, muscoloso ma non palestrato, praticavo calcio a livello dilettantistico il mio assillo era la figa.
Non una figa qualunque, ma quella di una donna 38enne, leggermente in carne, bassina alta 155cm, IV di seno, un bel sorriso, naso a patata, capelli ricci neri, da quel che si può capire non era certo una top model e nemmeno una strafiga, ma per me era unica.
Nonostante non fosse una bellezza. ogni volta che mi trovavo con lei il mio membro s’impennava. con erezioni spropositate, tanto che dovevo correre a masturbarmi.
Ogni volta mi proponevo. che la volta successiva l’avrei fatta mia, ma rimandavo sempre alla prossima, fino al giorno che Manuela mi dice:
“Giorgio lo scarico del lavello perde, potresti ripararlo?”
“Certo, prendo gli attrezzi e lo riparo”
“Grazie tesoro!”
Presi gli attrezzi, mi chinai sotto il lavello, dopo una decina di minuti, mi colse un dolore alla schiena, quindi mi coricai su di essa per continuare il lavoro, dopo altri 10 minuti, avevo staccato tutta la tubatura, mentre controllavo il problema. vidi di fianco al mio viso due piedi e una porzione di gambe. il tutto inguainato in un paio di calze nere di seta con ricami, quella visione come al solito, m’ha fatto ingrossare il manganello, Manuela piegandosi mi chiese:
“Tutto bene amore?”
“Si! Si certo!” risposi.
Nel piegarsi verso me, dal vestito fuoriuscì una tetta, a quella vista anche il mio cazzo ebbe un’impennata, così per non far vedere la massa corposa del membro, m’alzai tenendomi con una mano ad una sua gamba, sfiorandole il polpaccio, poi mi giustificai:
“M’è preso un dolore alla schiena, ho dovuto alzarmi”
“Povero caro, t’ho fatto fare un lavoro scomodo”
A sentire quelle parole, dette con preoccupazione, m’avvicinai a lei e con un po’ di coraggio, la baciai sulla guancia, ne seguì un risolino, questo mi diede ancora più coraggio, la baciai nuovamente, ma questa volta sulle labbra, stupita mi disse:
“Cosa fai sciocchino, io sono una donna e tu un ragazzo, non possiamo!”
Non risposi, ma continuai a baciarla sulla bocca, introducendo la lingua nella sua bocca, mentre con una mano le toccavo il seno, con l’atra le alzavo la gonna, accarezzandole una coscia.
Quando si staccò dal bacio disse con tono tranquillo:
“Giorgio non possiamo, siamo mamma e figlio”
“Dai mamma, sono innamorato di te da anni!”
“Giorgio, anche a me piacerebbe, tanto più che tuo padre sono cinque anni, che non mi tocca, ma questo è incesto, ed è anche un reato, se qualcuno lo raccontasse”
“Ma mamma, se non siamo noi a raccontarlo chi vuoi che lo venga a sapere”
Continuai cosi a carezzare le sue cosce, a baciare la sua bocca, dopo alcuni minuti, anche Manuela si lasciò andare, cominciando a partecipare in maniera attiva.
Quando si rilassò, la feci prima sedere sul divano, togliendole il reggiseno, poi dopo essermi attaccato al suo capezzolo la sdraiai, infilando una mano in mazzo alle gambe, cercando di levarle le mutandine, m’aiutò sollevando il sedere e i piedi.
Una volta toltole l’intimo, introdussi un dito in vagina, incominciando a sditalinarla, portandola al godimento, in quel momento mi disse:
“Amore togli il dito, sostituiscilo col cazzo!”
Non avevo mai sentito da mamma delle volgarità, la cosa mi stupì non poco.
Comunque feci come voleva, introdussi il mio cazzo in figa, incominciando a pomparla prima piano, poi sempre più velocemente.
Pompai per una ventina di minuti, quando sentii il bisogno di svuotarmi, chiesi a mamma:
“Sto per venire, dove vuoi che sborri?”
“Amore vienimi in figa, sono cinque anni che nessuno me la innaffia” rispose, mentre avvolgeva le sue gambe dietro la mia schiena, per non farmi scappare.
Venni copiosamente nella pancia di mamma, lei appagata, mi disse piangendo:
“E’ stato bellissimo, ma non deve più succedere, amo mio marito, anche se sono anni, che non mi tocca”
“Mamma anch’io voglio bene a papà, ma amo te, non voglio rinunciare al tuo amore”
“Giorgio, questa è stata una bellissima pazzia, ma qui è iniziata e qui finisce”
“Va bene mamma, ma sappi che mi pugnali al cuore”
Mamma si rimise le mutande, io ripresi il lavoro, un’ora dopo avevo finito tutto, così mi recai in bagno per farmi una doccia, prima d’entrare mi spogliai ed entrai nudo, in bagno, nella vasca tutta nuda c’era mamma, appena m’accorsi di lei, ci fu un alzabandiera del membro, proprio mentre Manuela apriva gli occhi, trovandosi il cazzo vicinissimo alla bocca, con mio stupore sorridendo disse:
“Come si può rifiutare un biscotto così appetitoso”
Appena finito di pronunciare quelle parole, inghiottì il mio cazzo, pompando a più non posso, la cosa andò avanti per un quarto d’ora, poi le dissi:
“Mamma fai in fretta, perché ho freddo!”
“Oh caro, le cose fatte in fretta vengono male, perciò entra anche tu nella vasca, che giochiamo un po’”
Entrai con lei nella vasca, dove finì il pompino facendosi eruttare la sborra in bocca, poi mi fece sedere, mi venne cavalcioni introducendosi il cazzo in figa a smorza candela, andando su e giù facendomi spruzzare ovunque.
Ebbe almeno tre orgasmi, durante i quali straparlava:
“Che cazzo! Che magnifico cazzo che hai! Chissà da chi hai preso, non certo da tuo padre! Tuo padre non arriva ad un terzo delle tue dimensioni! Bastardo mi volevi e m’hai avuto! D’ora in poi non rinuncio al tuo cazzo! Il tuo cazzo deve essere solo mio! Ogni giorno, voglio la mia razione di cazzo! Devi essere il mio uomo! Non me ne frega niente di cosa pensa la gente, tu devi scoparmi come una scrofa! Voglio un figlio da te!”
Queste sono alcune delle frasi, che ricordo pronunciò mamma quel pomeriggio, finimmo di lavarci giusto in tempo per cena, infatti dopo cinque minuti arrivò papà.
“Manuela ti vedo una luce diversa negli occhi” esordì papà.
“Sarà per via, che ho finito adesso le pulizie” rispose mamma.
“Come mai? Cosa è successo?”
“Beh papà si è rotto un tubo di scarico ed ha allagato la cucina, per fortuna ero a casa e sono intervenuto prontamente” conclusi.
“Già, Aldo è stata una fortuna che Giorgio era in casa, così è potuto intervenire dove c’era più bisogno”
“Grazie figlio mio, io non avrei saputo dove mettere le mani” disse Aldo.
“Non preoccuparti, se c’è ne ancora bisogno ci sono qua io, che so dove mettere le mani a qualunque ora del giorno e della notte” risposi, facendo l’occhiolino a mamma.
Mangiammo, poi noi uomini andammo in salotto a vedere la televisione, dopo aver lavato i piatti mamma ci raggiunse, papà era seduto sulla sua poltrona preferita, io sul divano dove nel pomeriggio avevo avuto il primo rapporto con mamma e dove mi raggiunse.
Un’ora dopo Aldo dormiva, anzi russava, mamma mi diede un bacio, introducendo la lingua nella mia bocca, poi impugnò il cazzo con una mano facendomi una sega, nel momento di sborrare s’allungò appoggiando la testa alla mia pancia, con la bocca ingoiò la cappella bevendosi tutta la crema calda.
Finito il tutto, erano circa le 23.00, svegliò il marito e andammo a dormire ognuno nel proprio letto, alle 3.00 mi svegliai di soprassalto, il cazzo mi venne duro, sentii arrivarmi l’eiaculazione, contemporaneamente sentii deglutire tutta la sborra che producevo.
Accesi la luce, vidi il viso di mamma tutto impiastricciato di sborra, sorridendo disse:
“Amore non resistevo più! Avevo voglia del tuo uccellone, sai da quando l’ho provato stamattina, non posso più farne a meno! In ogni momento penso a lui, anche quando dormo me lo sogno!”
“Mamma non ti facevo così porca! Penso proprio, che noi due durante il giorno ci divertiremo”
“Penso proprio di si, ma non solo durante il giorno, la notte quando tuo padre s’addormenta, verrò nel tuo letto, così tu mi soddisferai con questo attrezzo meraviglioso”
“Certo mamma, ma dobbiamo stare attenti, che papà non ci scopra, se no sai che pasticcio”
“Tu pensa a tenere in forma il cazzo, che a tuo padre penso io!”
“Ok mamma, come vuoi che c’organizziamo?”
“La mattina quando non lavori, appena tuo padre esce, vieni nel mio letto, quando lavori rimandiamo tutto al pomeriggio, per quel che riguarda la notte, appena mio marito s’addormenta ti raggiungo nel tuo letto, così possiamo scopare tranquilli!”
“E se papà si sveglia?”
“Tranquillo, una volta che ha preso sonno, non lo svegliano neanche le cannonate”
Dopo queste parole continuammo a scopare fino alle 7.00, ora che papà s’alza per recarsi al lavoro, quando mamma s’accorse dell’ora disse:
“Da questa notte dobbiamo iniziare prima, per finire verso le 6.00 se no rischiamo davvero che papà s’accorga che scopiamo. Già adesso non so che dirgli”
“Mammina bella porcellina, digli che sono stato male e t’ho chiavato, cioè volevo dire t’ho chiamato”
“Stronzo! Vado a dirglielo, poi appena esce torno a letto con te!”
Si rimise il pigiama e la vestaglia, s’apprestò ad uscire dalla stanza, la chiamai dicendole:
“Dai fai in fretta, che il biscottone è qui che t’aspetta”
Dopo 10 minuti ritornò, era nuda si buttò sul letto, impugnò il bastone di carne, facendo avanti indietro, poi ‘imboccò dicendo:
“Non sono neanche 24 ore, che ho fatto la conoscenza con GIORGIONE e già non posso più starne lontana!”
“Chi è Giorgione?” domandai.
“Amore, Giorgione è il tuo biscottone” rispose.
Dopo averla lasciata leccare, succhiare Giorgione, la ribaltai sul letto e le dissi:
“Ora cara la mia troietta, voglio praticare il kamasutra, magari iniziamo a fare la sirena”
“Devo urlare?”
“No mia bella porcona!”
“Allora spiegami cosa devo fare?”
“Devi sdraiarti sul letto, mettendo un cuscino sotto il culo, in modo che resti un po’ rialzato, poi devi alzare le gambe in alto tenendole unite, se vuoi puoi mettere le mani sotto il cuscino, per elevare di più il bacino. Poi ti penetro, mentre tieni le gambe alzate, se è il caso t’afferro i piedi per fare leva e poter spingere più in fondo”
“Cazzo Giorgio, mi hai preso per una puttana?”
“Ma lo sei mamma, da ieri che non volevi essere nemmeno sfiorata ad oggi, che non ti vuoi separare dal biberon, sei passata da donna morigerata a donna da letto”
Insistendo la scopai, seguendo il kamasutra, mamma alla fine fu così soddisfatta, che mi chiese se conoscevo altre posizioni del sacro libro dell’amore, nella notte avremmo provato qualcosa di nuovo.
Mamma in nottata ti farò provare la verticale indiana, che consiste che la donna s’appoggi sulle mani, le braccia tese, l’uomo ai bordi del letto le solleva il bacino, mentre lei appoggia le gambe sulle braccia del partner, è una posizione che non può durare che qualche minuto ed esige grande agilità e un po’ di forza”
“Amore sono già in fregola, se nel pomeriggio non dovessi andare al lavoro, la vorrei provare subito dopo pranzo”
“Manuela, non preoccuparti con te voglio provare tutte le posizioni del kamasutra e poi voglio sverginarti quel buchino che palpita come un cuoricino”
“Brutto porco! Sono cose da dire alla mamma?” disse ridendo
“Alla mammina porcellina si”
“Dai alziamoci, che si sono fatte le 12.00, ti preparo una pasta, poi vai e non scoparti nessuna di quelle porche, che hai come clienti, ti voglio tutto per me!”
Quando tornai dal lavoro, i miei erano già a tavola, mangiavano in silenzio, anch’io parlai poco, aspettavo di vedere l’evolversi della situazione, ma tutto si ripetè come la sera precedente, dopo cena mamma lavò le stoviglie, io e papà a vedere la televisione, dopo 10 minuti lui s’addormentò russando come sempre, mamma mi raggiunse ponendosi di fronte a me, s’alzò la gonna dicendo:
“Giorgio guarda il mio panorama, fammi vedere se Giorgione s’impenna a vedere Lina tutta bagnata in sua attesa”
“Mamma Giorgione il biscottone è duro più dell’acciaio temperato, ma come mai la tua figa la chiami Lina?”
“Ma sciocchino, ho una figa piccolina, che ho deciso di chiamarla Manuelina cioè Lina”
“Mamma cosa dici. Giorgione avrebbe voglia di entrare in Lina”
“Ma certo dai fammi assaggiare sto biscottone di carne cruda”
“Su dai alzati la gonna e siediti in braccio, così posso scoparti a spegni candela”
Scopammo per un paio d’ore, papà accanto a noi dormiva, finito il nostro accoppiamento. Manuela svegliò Aldo e andarono a dormire, restai ancora un po’ di fronte alla televisione, poi decisi di andare anch’io a dormire, ma quando passai davanti alla camera dei miei, sentendo papà russare, non so cosa mi prese, invece di andare in camera mia ed attendere che mamma mi raggiungesse, entrai nella camera matrimoniale, appena oltrepassata la porta mi tolsi maglia, pantaloni, poi mi chinai e sfilai prima le calze e dopo i boxer, quindi nudo andai dalla parte di mamma, alzai il lenzuolo e mi coricai su di lei, introducendo il bigolo nella sua fessura, cominciai a pompare, aumentando ad ogni pompata, mamma si svegliò e mi sussurrò all’orecchio:
“E’ meraviglioso figlio mio, ma così rischiamo che tuo padre ci sorprenda, se accadesse cosa gli diciamo?”
“Che non possiamo vivere senza trombare, che noi vogliamo considerarci marito e moglie”
“Caro questa è una bellissima dichiarazione d’amore, su dai scopa la tua mammina”
Questa relazione tra me e mamma durò ben quatto anni, al compimento del mio 24 anno comunicai ai miei, che avevo deciso d’aprire l’attività per conto mio.
Feci licenziare mamma dal suo lavoro par time e l’assunsi io, questo favoriva molto le nostre scopate, in quanto in ogni momento libero, lei curava il suo languorino con il mio biscottone,
a volte prima della chiusura, davo a mamma la sua razione di cazzo con relativa sborrata.
Dopo un anno, visto che le cose funzionavano, ho acquistato un alloggio in centro, chiesi a mamma d’arredarlo a suo gusto, visto che sarebbe stata lei la padrona di casa.
Manuela ci mise un anno ad arredare l’alloggio di 120 mq, fece fare una cucina su misura, si rivolse ad un falegname per i mobili, tutti rigorosamente in legno massello in legno, arredò tre camere da letto, una con letto a baldacchino, una con uno in ferro battuto e per finire fece costruire un letto sospeso.
Arredò un salotto e una camera da pranzo, quando il tutto fu finito, mi presi una settimana di vacanza, lei con una scusa mi tenne compagnia per tutti i sette giorni nei quali limonammo, scopammo e facemmo di tutto, tutte le stanze ci videro nudi e accoppiati, alla fine della settimana tornammo a casa, comunicai a mio padre, che mi sarei trasferito nel nuovo appartamento, mamma pianse e come eravamo d’accordo chiese:
“Giorgio posso venire a trovarti?”
“Ma certo, anzi vieni anche tu papà”
“Giorgio papà dopo il lavoro non ha più voglia di muoversi, ma verrò io ogni giorno, così t’accudisco la casa e ti preparo i pranzi”
“Va bene mamma!”
Per due anni mamma ogni giorno si sollazzava con Giorgione nella nuova casa, poi un giorno, mentre praticavamo la croce norvegese, cioè mamma era supina con una gamba allungata e l’altra sollevata, il ginocchio piegato, io ero seduto sulla coscia distesa con l’altra gamba sotto la sua coscia alzata, tenendomi con le braccia dietro, in questa posizione particolarmente stimolante, Manuela lanciò un urlo e sentendosi male svenne.
Preoccupato chiamai il 118, il loro intervento scongiurò pericoli, ma diagnosticò la gravidanza di mamma.
Io ero felice, per me era il massimo aver ingravidato la donna, che m’aveva messo al mondo, ma lei era preoccupata di doverlo dire a suo marito, decidemmo che avemmo parlato con lui insieme, così la sera andai da loro, con calma dissi a papà che mamma era incinta.
Lui chiese:
“Chi è che scopa quella scrofa?”
“Beh papà il figlio è mio” risposi.
“Non so se denunciarvi o scacciare lei di casa!” replicò.
“La soluzione ci sarebbe per non creare scandalo, cosa che non gioverebbe nemmeno a te”
“Sentiamo cosa proponi?”
“Mamma viene a vivere con me. come fosse mia moglie, tu chiedi il divorzio, ti dimentichi di noi e riceverai un assegno o un bonifico di 50.000 €” proposi.
“Ok si può fare! Ma non voglio più vedervi per nessun motivo”
“Certo! Alla firma del divorzio riceverai i 50.000 €”
Mamma fece in fretta la valigia con pochi indumenti e venne a vivere con me, dopo nove mesi partorì una bellissima bambina, così una relazione incominciata nel 2006 nel 2013 rese me padre per la prima volta e Manuela madre per la seconda.
Adesso sono sei anni che conviviamo come marito e moglie, scopiamo in ogni angolo della casa, a volte ridiamo che ci abbiamo messo diversi anni per avere una figlia, abbiamo scopato senza mai prendere precauzioni e non è mai successo niente, solo dopo che mi ero trasferito nella nuova abitazione mamma è rimasta incinta, all’età di 45 anni ha figliato per la seconda volta, a 47 anni ho voluto che restasse nuovamente incinta e diede alla luce un bel maschietto, cinque mesi dopo il parto dovette abortire, per problemi di salute, ma alcuni mesi dopo mentre scopavamo, mi tenne dentro con le gambe allacciate dietro la schiena e così le pisciai tutta la sborrata nell’utero, nove mesi dopo partorì nuovamente una femminuccia.
Adesso siamo nel 2018, mamma va verso il compimento dei 51 anni, è sempre attiva sessualmente, a divorziato da Aldo e vorrebbe avere il quinto figlio, il quarto con me, però io voglio prima sposarla, ho sentito che in africa o in sud America è possibile, perciò vorrei che mia madre, la mia amante, nonché la mia troia, puttana, concubina. ossia il mio grande amore diventasse mia moglie, come la ritengono tutti quelli che ci frequentano e pensano che siamo una coppia con lei matura, e io il suo toy boy.
Manuela in questi 12 anni non è cambiata molto ha solo preso un paio di chili, ma per me rimane sempre la donna più bella, che potevo incontrare, in questi anni non m’ha mai negato niente, le ho chiesto di depilarsi Lina e l’ha fatto, le ho chiesto il forellino posteriore e l’ho ottenuto,
Le ho chiesto di partorire dei figli e l’ha fatto, le ho chiesto di praticare il kamasutra e l’ha praticato, per ultima cosa le ho fatto la richiesta di non indossare mutande e reggiseno ed ha accettato, come ha accettato la richiesta di vestire in modo spregiudicato.
Cosa intendo per spregiudicato, è presto detto oltre a non avere mutande e reggiseno, indossare calze a rete, autoreggenti o giarrettiere, in alternativa reggicalze, gonne corte o con spacchi vertiginosi con camicette dove posso vedere bene la sue poppe di quarta misura.
Mamma è stata ed è per me mamma, amante, moglie, puttana, ma soprattutto è la donna che amo e la madre dei miei figli.
Ti amo Manuela e spero che presto mi sposerai e che ti cresca la pancia per il tuo quinto parto.
Mi chiamo Giorgio, ho 33 anni, la mia storia inizia 13 anni fa, a quel tempo lavoravo saltuariamente come apprendista idraulico, sono ed ero un ragazzo normale, alto 180 cm, muscoloso ma non palestrato, praticavo calcio a livello dilettantistico il mio assillo era la figa.
Non una figa qualunque, ma quella di una donna 38enne, leggermente in carne, bassina alta 155cm, IV di seno, un bel sorriso, naso a patata, capelli ricci neri, da quel che si può capire non era certo una top model e nemmeno una strafiga, ma per me era unica.
Nonostante non fosse una bellezza. ogni volta che mi trovavo con lei il mio membro s’impennava. con erezioni spropositate, tanto che dovevo correre a masturbarmi.
Ogni volta mi proponevo. che la volta successiva l’avrei fatta mia, ma rimandavo sempre alla prossima, fino al giorno che Manuela mi dice:
“Giorgio lo scarico del lavello perde, potresti ripararlo?”
“Certo, prendo gli attrezzi e lo riparo”
“Grazie tesoro!”
Presi gli attrezzi, mi chinai sotto il lavello, dopo una decina di minuti, mi colse un dolore alla schiena, quindi mi coricai su di essa per continuare il lavoro, dopo altri 10 minuti, avevo staccato tutta la tubatura, mentre controllavo il problema. vidi di fianco al mio viso due piedi e una porzione di gambe. il tutto inguainato in un paio di calze nere di seta con ricami, quella visione come al solito, m’ha fatto ingrossare il manganello, Manuela piegandosi mi chiese:
“Tutto bene amore?”
“Si! Si certo!” risposi.
Nel piegarsi verso me, dal vestito fuoriuscì una tetta, a quella vista anche il mio cazzo ebbe un’impennata, così per non far vedere la massa corposa del membro, m’alzai tenendomi con una mano ad una sua gamba, sfiorandole il polpaccio, poi mi giustificai:
“M’è preso un dolore alla schiena, ho dovuto alzarmi”
“Povero caro, t’ho fatto fare un lavoro scomodo”
A sentire quelle parole, dette con preoccupazione, m’avvicinai a lei e con un po’ di coraggio, la baciai sulla guancia, ne seguì un risolino, questo mi diede ancora più coraggio, la baciai nuovamente, ma questa volta sulle labbra, stupita mi disse:
“Cosa fai sciocchino, io sono una donna e tu un ragazzo, non possiamo!”
Non risposi, ma continuai a baciarla sulla bocca, introducendo la lingua nella sua bocca, mentre con una mano le toccavo il seno, con l’atra le alzavo la gonna, accarezzandole una coscia.
Quando si staccò dal bacio disse con tono tranquillo:
“Giorgio non possiamo, siamo mamma e figlio”
“Dai mamma, sono innamorato di te da anni!”
“Giorgio, anche a me piacerebbe, tanto più che tuo padre sono cinque anni, che non mi tocca, ma questo è incesto, ed è anche un reato, se qualcuno lo raccontasse”
“Ma mamma, se non siamo noi a raccontarlo chi vuoi che lo venga a sapere”
Continuai cosi a carezzare le sue cosce, a baciare la sua bocca, dopo alcuni minuti, anche Manuela si lasciò andare, cominciando a partecipare in maniera attiva.
Quando si rilassò, la feci prima sedere sul divano, togliendole il reggiseno, poi dopo essermi attaccato al suo capezzolo la sdraiai, infilando una mano in mazzo alle gambe, cercando di levarle le mutandine, m’aiutò sollevando il sedere e i piedi.
Una volta toltole l’intimo, introdussi un dito in vagina, incominciando a sditalinarla, portandola al godimento, in quel momento mi disse:
“Amore togli il dito, sostituiscilo col cazzo!”
Non avevo mai sentito da mamma delle volgarità, la cosa mi stupì non poco.
Comunque feci come voleva, introdussi il mio cazzo in figa, incominciando a pomparla prima piano, poi sempre più velocemente.
Pompai per una ventina di minuti, quando sentii il bisogno di svuotarmi, chiesi a mamma:
“Sto per venire, dove vuoi che sborri?”
“Amore vienimi in figa, sono cinque anni che nessuno me la innaffia” rispose, mentre avvolgeva le sue gambe dietro la mia schiena, per non farmi scappare.
Venni copiosamente nella pancia di mamma, lei appagata, mi disse piangendo:
“E’ stato bellissimo, ma non deve più succedere, amo mio marito, anche se sono anni, che non mi tocca”
“Mamma anch’io voglio bene a papà, ma amo te, non voglio rinunciare al tuo amore”
“Giorgio, questa è stata una bellissima pazzia, ma qui è iniziata e qui finisce”
“Va bene mamma, ma sappi che mi pugnali al cuore”
Mamma si rimise le mutande, io ripresi il lavoro, un’ora dopo avevo finito tutto, così mi recai in bagno per farmi una doccia, prima d’entrare mi spogliai ed entrai nudo, in bagno, nella vasca tutta nuda c’era mamma, appena m’accorsi di lei, ci fu un alzabandiera del membro, proprio mentre Manuela apriva gli occhi, trovandosi il cazzo vicinissimo alla bocca, con mio stupore sorridendo disse:
“Come si può rifiutare un biscotto così appetitoso”
Appena finito di pronunciare quelle parole, inghiottì il mio cazzo, pompando a più non posso, la cosa andò avanti per un quarto d’ora, poi le dissi:
“Mamma fai in fretta, perché ho freddo!”
“Oh caro, le cose fatte in fretta vengono male, perciò entra anche tu nella vasca, che giochiamo un po’”
Entrai con lei nella vasca, dove finì il pompino facendosi eruttare la sborra in bocca, poi mi fece sedere, mi venne cavalcioni introducendosi il cazzo in figa a smorza candela, andando su e giù facendomi spruzzare ovunque.
Ebbe almeno tre orgasmi, durante i quali straparlava:
“Che cazzo! Che magnifico cazzo che hai! Chissà da chi hai preso, non certo da tuo padre! Tuo padre non arriva ad un terzo delle tue dimensioni! Bastardo mi volevi e m’hai avuto! D’ora in poi non rinuncio al tuo cazzo! Il tuo cazzo deve essere solo mio! Ogni giorno, voglio la mia razione di cazzo! Devi essere il mio uomo! Non me ne frega niente di cosa pensa la gente, tu devi scoparmi come una scrofa! Voglio un figlio da te!”
Queste sono alcune delle frasi, che ricordo pronunciò mamma quel pomeriggio, finimmo di lavarci giusto in tempo per cena, infatti dopo cinque minuti arrivò papà.
“Manuela ti vedo una luce diversa negli occhi” esordì papà.
“Sarà per via, che ho finito adesso le pulizie” rispose mamma.
“Come mai? Cosa è successo?”
“Beh papà si è rotto un tubo di scarico ed ha allagato la cucina, per fortuna ero a casa e sono intervenuto prontamente” conclusi.
“Già, Aldo è stata una fortuna che Giorgio era in casa, così è potuto intervenire dove c’era più bisogno”
“Grazie figlio mio, io non avrei saputo dove mettere le mani” disse Aldo.
“Non preoccuparti, se c’è ne ancora bisogno ci sono qua io, che so dove mettere le mani a qualunque ora del giorno e della notte” risposi, facendo l’occhiolino a mamma.
Mangiammo, poi noi uomini andammo in salotto a vedere la televisione, dopo aver lavato i piatti mamma ci raggiunse, papà era seduto sulla sua poltrona preferita, io sul divano dove nel pomeriggio avevo avuto il primo rapporto con mamma e dove mi raggiunse.
Un’ora dopo Aldo dormiva, anzi russava, mamma mi diede un bacio, introducendo la lingua nella mia bocca, poi impugnò il cazzo con una mano facendomi una sega, nel momento di sborrare s’allungò appoggiando la testa alla mia pancia, con la bocca ingoiò la cappella bevendosi tutta la crema calda.
Finito il tutto, erano circa le 23.00, svegliò il marito e andammo a dormire ognuno nel proprio letto, alle 3.00 mi svegliai di soprassalto, il cazzo mi venne duro, sentii arrivarmi l’eiaculazione, contemporaneamente sentii deglutire tutta la sborra che producevo.
Accesi la luce, vidi il viso di mamma tutto impiastricciato di sborra, sorridendo disse:
“Amore non resistevo più! Avevo voglia del tuo uccellone, sai da quando l’ho provato stamattina, non posso più farne a meno! In ogni momento penso a lui, anche quando dormo me lo sogno!”
“Mamma non ti facevo così porca! Penso proprio, che noi due durante il giorno ci divertiremo”
“Penso proprio di si, ma non solo durante il giorno, la notte quando tuo padre s’addormenta, verrò nel tuo letto, così tu mi soddisferai con questo attrezzo meraviglioso”
“Certo mamma, ma dobbiamo stare attenti, che papà non ci scopra, se no sai che pasticcio”
“Tu pensa a tenere in forma il cazzo, che a tuo padre penso io!”
“Ok mamma, come vuoi che c’organizziamo?”
“La mattina quando non lavori, appena tuo padre esce, vieni nel mio letto, quando lavori rimandiamo tutto al pomeriggio, per quel che riguarda la notte, appena mio marito s’addormenta ti raggiungo nel tuo letto, così possiamo scopare tranquilli!”
“E se papà si sveglia?”
“Tranquillo, una volta che ha preso sonno, non lo svegliano neanche le cannonate”
Dopo queste parole continuammo a scopare fino alle 7.00, ora che papà s’alza per recarsi al lavoro, quando mamma s’accorse dell’ora disse:
“Da questa notte dobbiamo iniziare prima, per finire verso le 6.00 se no rischiamo davvero che papà s’accorga che scopiamo. Già adesso non so che dirgli”
“Mammina bella porcellina, digli che sono stato male e t’ho chiavato, cioè volevo dire t’ho chiamato”
“Stronzo! Vado a dirglielo, poi appena esce torno a letto con te!”
Si rimise il pigiama e la vestaglia, s’apprestò ad uscire dalla stanza, la chiamai dicendole:
“Dai fai in fretta, che il biscottone è qui che t’aspetta”
Dopo 10 minuti ritornò, era nuda si buttò sul letto, impugnò il bastone di carne, facendo avanti indietro, poi ‘imboccò dicendo:
“Non sono neanche 24 ore, che ho fatto la conoscenza con GIORGIONE e già non posso più starne lontana!”
“Chi è Giorgione?” domandai.
“Amore, Giorgione è il tuo biscottone” rispose.
Dopo averla lasciata leccare, succhiare Giorgione, la ribaltai sul letto e le dissi:
“Ora cara la mia troietta, voglio praticare il kamasutra, magari iniziamo a fare la sirena”
“Devo urlare?”
“No mia bella porcona!”
“Allora spiegami cosa devo fare?”
“Devi sdraiarti sul letto, mettendo un cuscino sotto il culo, in modo che resti un po’ rialzato, poi devi alzare le gambe in alto tenendole unite, se vuoi puoi mettere le mani sotto il cuscino, per elevare di più il bacino. Poi ti penetro, mentre tieni le gambe alzate, se è il caso t’afferro i piedi per fare leva e poter spingere più in fondo”
“Cazzo Giorgio, mi hai preso per una puttana?”
“Ma lo sei mamma, da ieri che non volevi essere nemmeno sfiorata ad oggi, che non ti vuoi separare dal biberon, sei passata da donna morigerata a donna da letto”
Insistendo la scopai, seguendo il kamasutra, mamma alla fine fu così soddisfatta, che mi chiese se conoscevo altre posizioni del sacro libro dell’amore, nella notte avremmo provato qualcosa di nuovo.
Mamma in nottata ti farò provare la verticale indiana, che consiste che la donna s’appoggi sulle mani, le braccia tese, l’uomo ai bordi del letto le solleva il bacino, mentre lei appoggia le gambe sulle braccia del partner, è una posizione che non può durare che qualche minuto ed esige grande agilità e un po’ di forza”
“Amore sono già in fregola, se nel pomeriggio non dovessi andare al lavoro, la vorrei provare subito dopo pranzo”
“Manuela, non preoccuparti con te voglio provare tutte le posizioni del kamasutra e poi voglio sverginarti quel buchino che palpita come un cuoricino”
“Brutto porco! Sono cose da dire alla mamma?” disse ridendo
“Alla mammina porcellina si”
“Dai alziamoci, che si sono fatte le 12.00, ti preparo una pasta, poi vai e non scoparti nessuna di quelle porche, che hai come clienti, ti voglio tutto per me!”
Quando tornai dal lavoro, i miei erano già a tavola, mangiavano in silenzio, anch’io parlai poco, aspettavo di vedere l’evolversi della situazione, ma tutto si ripetè come la sera precedente, dopo cena mamma lavò le stoviglie, io e papà a vedere la televisione, dopo 10 minuti lui s’addormentò russando come sempre, mamma mi raggiunse ponendosi di fronte a me, s’alzò la gonna dicendo:
“Giorgio guarda il mio panorama, fammi vedere se Giorgione s’impenna a vedere Lina tutta bagnata in sua attesa”
“Mamma Giorgione il biscottone è duro più dell’acciaio temperato, ma come mai la tua figa la chiami Lina?”
“Ma sciocchino, ho una figa piccolina, che ho deciso di chiamarla Manuelina cioè Lina”
“Mamma cosa dici. Giorgione avrebbe voglia di entrare in Lina”
“Ma certo dai fammi assaggiare sto biscottone di carne cruda”
“Su dai alzati la gonna e siediti in braccio, così posso scoparti a spegni candela”
Scopammo per un paio d’ore, papà accanto a noi dormiva, finito il nostro accoppiamento. Manuela svegliò Aldo e andarono a dormire, restai ancora un po’ di fronte alla televisione, poi decisi di andare anch’io a dormire, ma quando passai davanti alla camera dei miei, sentendo papà russare, non so cosa mi prese, invece di andare in camera mia ed attendere che mamma mi raggiungesse, entrai nella camera matrimoniale, appena oltrepassata la porta mi tolsi maglia, pantaloni, poi mi chinai e sfilai prima le calze e dopo i boxer, quindi nudo andai dalla parte di mamma, alzai il lenzuolo e mi coricai su di lei, introducendo il bigolo nella sua fessura, cominciai a pompare, aumentando ad ogni pompata, mamma si svegliò e mi sussurrò all’orecchio:
“E’ meraviglioso figlio mio, ma così rischiamo che tuo padre ci sorprenda, se accadesse cosa gli diciamo?”
“Che non possiamo vivere senza trombare, che noi vogliamo considerarci marito e moglie”
“Caro questa è una bellissima dichiarazione d’amore, su dai scopa la tua mammina”
Questa relazione tra me e mamma durò ben quatto anni, al compimento del mio 24 anno comunicai ai miei, che avevo deciso d’aprire l’attività per conto mio.
Feci licenziare mamma dal suo lavoro par time e l’assunsi io, questo favoriva molto le nostre scopate, in quanto in ogni momento libero, lei curava il suo languorino con il mio biscottone,
a volte prima della chiusura, davo a mamma la sua razione di cazzo con relativa sborrata.
Dopo un anno, visto che le cose funzionavano, ho acquistato un alloggio in centro, chiesi a mamma d’arredarlo a suo gusto, visto che sarebbe stata lei la padrona di casa.
Manuela ci mise un anno ad arredare l’alloggio di 120 mq, fece fare una cucina su misura, si rivolse ad un falegname per i mobili, tutti rigorosamente in legno massello in legno, arredò tre camere da letto, una con letto a baldacchino, una con uno in ferro battuto e per finire fece costruire un letto sospeso.
Arredò un salotto e una camera da pranzo, quando il tutto fu finito, mi presi una settimana di vacanza, lei con una scusa mi tenne compagnia per tutti i sette giorni nei quali limonammo, scopammo e facemmo di tutto, tutte le stanze ci videro nudi e accoppiati, alla fine della settimana tornammo a casa, comunicai a mio padre, che mi sarei trasferito nel nuovo appartamento, mamma pianse e come eravamo d’accordo chiese:
“Giorgio posso venire a trovarti?”
“Ma certo, anzi vieni anche tu papà”
“Giorgio papà dopo il lavoro non ha più voglia di muoversi, ma verrò io ogni giorno, così t’accudisco la casa e ti preparo i pranzi”
“Va bene mamma!”
Per due anni mamma ogni giorno si sollazzava con Giorgione nella nuova casa, poi un giorno, mentre praticavamo la croce norvegese, cioè mamma era supina con una gamba allungata e l’altra sollevata, il ginocchio piegato, io ero seduto sulla coscia distesa con l’altra gamba sotto la sua coscia alzata, tenendomi con le braccia dietro, in questa posizione particolarmente stimolante, Manuela lanciò un urlo e sentendosi male svenne.
Preoccupato chiamai il 118, il loro intervento scongiurò pericoli, ma diagnosticò la gravidanza di mamma.
Io ero felice, per me era il massimo aver ingravidato la donna, che m’aveva messo al mondo, ma lei era preoccupata di doverlo dire a suo marito, decidemmo che avemmo parlato con lui insieme, così la sera andai da loro, con calma dissi a papà che mamma era incinta.
Lui chiese:
“Chi è che scopa quella scrofa?”
“Beh papà il figlio è mio” risposi.
“Non so se denunciarvi o scacciare lei di casa!” replicò.
“La soluzione ci sarebbe per non creare scandalo, cosa che non gioverebbe nemmeno a te”
“Sentiamo cosa proponi?”
“Mamma viene a vivere con me. come fosse mia moglie, tu chiedi il divorzio, ti dimentichi di noi e riceverai un assegno o un bonifico di 50.000 €” proposi.
“Ok si può fare! Ma non voglio più vedervi per nessun motivo”
“Certo! Alla firma del divorzio riceverai i 50.000 €”
Mamma fece in fretta la valigia con pochi indumenti e venne a vivere con me, dopo nove mesi partorì una bellissima bambina, così una relazione incominciata nel 2006 nel 2013 rese me padre per la prima volta e Manuela madre per la seconda.
Adesso sono sei anni che conviviamo come marito e moglie, scopiamo in ogni angolo della casa, a volte ridiamo che ci abbiamo messo diversi anni per avere una figlia, abbiamo scopato senza mai prendere precauzioni e non è mai successo niente, solo dopo che mi ero trasferito nella nuova abitazione mamma è rimasta incinta, all’età di 45 anni ha figliato per la seconda volta, a 47 anni ho voluto che restasse nuovamente incinta e diede alla luce un bel maschietto, cinque mesi dopo il parto dovette abortire, per problemi di salute, ma alcuni mesi dopo mentre scopavamo, mi tenne dentro con le gambe allacciate dietro la schiena e così le pisciai tutta la sborrata nell’utero, nove mesi dopo partorì nuovamente una femminuccia.
Adesso siamo nel 2018, mamma va verso il compimento dei 51 anni, è sempre attiva sessualmente, a divorziato da Aldo e vorrebbe avere il quinto figlio, il quarto con me, però io voglio prima sposarla, ho sentito che in africa o in sud America è possibile, perciò vorrei che mia madre, la mia amante, nonché la mia troia, puttana, concubina. ossia il mio grande amore diventasse mia moglie, come la ritengono tutti quelli che ci frequentano e pensano che siamo una coppia con lei matura, e io il suo toy boy.
Manuela in questi 12 anni non è cambiata molto ha solo preso un paio di chili, ma per me rimane sempre la donna più bella, che potevo incontrare, in questi anni non m’ha mai negato niente, le ho chiesto di depilarsi Lina e l’ha fatto, le ho chiesto il forellino posteriore e l’ho ottenuto,
Le ho chiesto di partorire dei figli e l’ha fatto, le ho chiesto di praticare il kamasutra e l’ha praticato, per ultima cosa le ho fatto la richiesta di non indossare mutande e reggiseno ed ha accettato, come ha accettato la richiesta di vestire in modo spregiudicato.
Cosa intendo per spregiudicato, è presto detto oltre a non avere mutande e reggiseno, indossare calze a rete, autoreggenti o giarrettiere, in alternativa reggicalze, gonne corte o con spacchi vertiginosi con camicette dove posso vedere bene la sue poppe di quarta misura.
Mamma è stata ed è per me mamma, amante, moglie, puttana, ma soprattutto è la donna che amo e la madre dei miei figli.
Ti amo Manuela e spero che presto mi sposerai e che ti cresca la pancia per il tuo quinto parto.
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