Il pugile - parte 4

di
genere
tradimenti

Siamo esausti, lui sopra di me, io sdraiata a pancia in giù, con ancora il suo cazzo che piano piano perde consistenza appoggiato fra i miei glutei. Dopo avermi riempito la bocca mi ha appena riempito il meno esplorato dei miei buchi. La cosa che più mi stupisce di me stessa è che non ho il minimo senso di colpa. Ho un ragazzo giovane e forte che non chiede altro che di farmi godere e io sono qui per quello. In fondo, dentro di me, l’ho sempre saputo, dal momento esatto in cui gli risposi su Badoo, che sarebbe andata a finire così. O forse ci avevo sperato. Quando mi sono messa quella canottiera speravo che mi guardasse le tette. Quando mi sono messa quei pantaloni, speravo che me li avesse strappati via. Sì, se sono qui è perché avevo ancora voglia di sentirmi donna, di sentirmi desiderata, di essere scopata in modo selvaggio da questo animale con gli occhi da bambino e la pelle coperta da tatuaggi. “Lo sai che da bambini quando ti abbassavi ti guardavamo le tette? Ma ora sono molto più belle e grosse..” mi dice con un’innocenza e malizia da bambino cresciuto in fretta. “Kevin, ce l’hai un profilattico?” Senza dire una parola mi conduce nella sua stanza da letto, apre il comodino e tira fuori un profilattico. A dire il vero non so bene cosa mi stia dicendo il cervello, ma lo faccio stendere sul suo letto e comincio a baciarlo dal collo, procedendo lentamente, come a ripassare con la punta della lingua tutti i suoi innumerevoli tatuaggi. Siamo esatto l’opposto penso: lui selvaggio, violento, coperto di inchiostro; io non ho nemmeno un tatuaggio, sono pacifica e remissiva. Forse è proprio vero che gli opposti si cercano e si attraggono. Passo la lingua sui suoi capezzoli, sui suoi addominali segnati. Nel frattempo struscio le mie tette sul suo cazzo, che già riprende vita. Prolungo il mio gioco, ci passo la lingua e poi di nuovo ci gioco nascondendoli fra i miei seni, quelli che cercava di sbirciare tanti anni fa alla sua maestra poco più che ventenne. Lo sento bagnato della mia saliva sui miei capezzoli, già diventati turgidi. Lascio che di nuovo si intrufoli fra le labbra della mia bocca, calde e strette. A questo punto basta un mio sguardo perché l’ex allievo capisca cosa deve fare. Kevin apre con i denti la confezione del profilattico e se lo srotola lentamente mentre io osservo la precisione dei suoi movimenti. Mi chino piano su di lui, per cercare di nuovo la sua bocca, mentre con la mano prendo il suo cazzo e piano lo massaggio sentendolo un po’ meno caldo, ma durissimo come poco fa era a dilaniare il mio sedere. Mi metto a cavalcioni sopra di lui e con la mano guido il suo cazzo di nuovo dentro di me. Ci scendo lentamente sopra per sentirlo cm dopo cm entrare dentro di me. Nel frattempo fisso i suoi occhi di bambino diventato grande, del pugile che si scopa la maestra. Le mie mani sul suo petto sentono i suoi muscoli irrigidirsi. Mi muovo su e giù, avanti e indietro, cercando di sentire il più possibile il suo cazzo scavarmi dentro. Le sue mani giocano coi miei capezzoli, poi passano fra le mie labbra. Lo mordo, ho fame e lui mi sta saziando in tutti i modi. Le sue mani ora sono sui miei fianchi e io mi muovo sempre più veloce. Lo faccio quasi uscire tutto quanto e poi lo riprendo dentro. Sento che gli piace da impazzire quando faccio così. Il mio sedere quando sbatte sul suo pube fa dei rumori osceni. Mi schiaffeggia anche il culo, non l’ha mai fatto nessuno prima di ora e mi eccita da morire. Sento che il mio orgasmo è vicino, ma cerco di resistere rallentando un po’ il ritmo della mia cavalcata. Ho caldo, sento il mio sudore colarmi sulla schiena e anche i nostri odori adesso riempiono la stanza, oltre ai nostri gemiti. Prendo le sue mani ora e le porto sulle mie tette. Lui stringe forte, ma non fino a farmi male. Mi fa sentire di nuovo una cosa sua, mi fa sentire che mi possiede. Sono sua e di nessun altro al mondo ora. Comanda lui, anche ora che sono io che lo cavalco. “Cazzo, vengo” urla, e finalmente sono anche libera di lasciar esplodere il mio orgasmo. I brividi mi fanno contorcere su di lui mentre sento il suo cazzo pulsare dentro la mia fica. Mi accascio su di lui e mi addormento un po’ per poi risvegliarmi che sarà notte fonda. Guardo il telefono e trovo tre chiamate non risposte, tutte di mio marito. Non mi pare il momento di richiamarlo. Kevin dorme completamente nudo, mentre io mi rivesto alla svelta, con la sensazione dello sperma secco sulla mia pelle. Chiamo un taxi e corro a casa dei miei.
Il giorno dopo sono sul treno del ritorno verso casa. Un messaggio su Whatsapp: “Mae’ ti vengo a trovare presto, non dubitare”. Chiudo gli occhi e continuo il mio viaggio.

Fine
scritto il
2018-12-31
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