La sorellina della mia fidanzata 3.

di
genere
dominazione

Sempre a casa della mia fidanzata Paola, dopo il pranzo, io e Francesca ci mettiamo in salotto a studiare. La mamma di lei ci porta un buon caffè e lei, il marito e Paola, se ne vanno a fare il riposino dopo il pasto, com'è tradizione in estate. Noi due, invece di studiare, essendo Francesca certa che neanche una cannonata sveglierà loro, ci mettiamo a pomiciare da folli. Lei mi slaccia i pantaloni e mi fa un pompino da manuale. Me ne vengo in silenzio ma poi capiamo che non possiamo correre rischi e, con la scusa del caldo, avvisiamo Paola che continueremo a studiare al fresco dei boschi sulle colline intorno al paese. Prendiamo la mia auto e partiamo. Durante il tragitto Francesca mi prende il cazzo in mano che non molla fino al punto dove mi fermo. Ci stendiamo sul prato e ci spogliamo, certi di essere soli. Nel vedere il suo paffuto culo mi viene voglia di sculacciarla ed inizio con impeto; lei geme sborrando da far paura e mi chiede se con un ramoscello può essere frustata. Ormai consapevole delle sue deviazioni di masochista, mi metto a trovare una bacchetta per colorirle il culo. Trovo un bastoncino ben flessibile che muovo velocemente facendolo fischiare nell'aria. La faccio mettere sulle mie cosce a pancia sotto e le do dei colpi da farla sobbalzare e, poco dopo, inizia a lamentarsi ma io la colpisco ancora più vigorosamente e lei piagnucola per il dolore che inizia a provare. Solo dopo aver notato che le sue natiche sono segnate da strisce rosso-violaceo, smetto di frustarla e, per farle sentire ancora bene il bruciore, le passo sulle parti segnate dal frustino, una manciata di foglie di ortica che avevo prima colto con un guanto che avevo in macchina. Sulle sue natiche iniziano ad apparire bolle che le aumentano ancora di più il bruciore e lei piange ma sento che dalla sua fighina sgorgano umori di piacere! Col cazzo che si era maledettamente irrigidito, la penetro in culo inumidendole prima l'ano dai suoi umori che colavano dappertutto. Godo sborrando all'infinito e, dopo l'ultima goccia ed una breve sosta, la faccio mettere a cosce allargate e la scopo senza timore di farle male, infatti lei si lamenta che sono molto irruento ma non mollo, insisto dandole dei colpi che le martellano dentro e, quando me ne vengo, le scarico tutto senza rimorsi. Dopo almeno due ore di "studio", ce ne torniamo al paese e, lasciando Francesca davanti al suo portone, vedo uscire Paola che viene dritta da me, sale in macchina e mi bacia con passione. Ci guardiamo negli occhi ed andiamo dritti a casa mia dove in pochi minuti siamo sul mio letto ad amarci. Con Paola non avevo ancora provato a farle il culo e ci provai ma lei s'impaurì e desistette dalla, per lei, dolorosa pratica. Rimanemmo fino all'ora di cena a scopare, leccarci con il classico sessantanove, ed io tentai varie volte di metterle due dita in culo per prepararla al rito della rottura anale. La riaccompagnai a casa, e, mentre ritornavo a casa mia, suonò il mio telefonino dove sentii Francesca farmi presente che al mattino dopo, sarebbe venuta a "studiare" a casa mia.
scritto il
2019-01-05
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