L'esperimento (Quarta parte)
di
Mitchell
genere
gay
Le luci dell'alba annunciavano il sole. Mi svegliai io per primo. Compresi che dopo aver utilizzato Giuseppe come bambola del piacere per infliggere la punizione al suo sarcasmo ci eravamo addormentati tutti e tre. Giuseppe aveva una faccia angelica e beata e dormiva col viso appoggiato al petto di Mauro. Era tenero e quasi mi faceva un po' di compassione. Comunque era stato bravo a prenderlo dietro e non si era neanche lamentato piu' di tanto. Sono quasi sicuro che gli fosse piaciuto. Anche l'esagerata sborrata nucleare che ha fatto quando alla fine l'ho segato potrebbe essere un indice di gradimento. Era da fotografia lo schizzo violento che è ricaduto sul suo stesso viso, ancora un po' ammaccato per i pugni che gli avevo dato. Forse alla fine mi dispiaceva ma se li era meritati, non sopporto gli etero (?) che sfottono i froci. I pugni poi non li ho mai saputo dare, penso non sian stati neanche tanto dolorosi. Mi alzai dal letto lasciandoli dormire un altro po'. Erano le 8 del mattino. Quella è l'ora del caffè, andai a prepararlo.
Poi glielo portai in camera: "Sveglia ragazzi, la colazione è pronta!". "Cazzo! -esclamo' Giuseppe- mi sono addormentato, che ore sono?". Risposi: "Le 8 e un quarto". "Cazzo! -continuò- ho dormito tutto questo tempo?". "Esatto, abbiamo dormito tutto questo tempo!
Qualche problema?". "Per fortuna i miei lo sanno che a volte dormo da un'amica, se no magari si sarebbero preoccupati e mi avrebbero chiamato. E se mi avessero chiamato glielo avrei detto che sono stato fatto prigioniero e allora per voi si sarebbe messa male. Poi potrei anche denunciarvi per violenza sessuale!". "Non hai le prove -disse Mauro- poi non sei mica minorenne... E secondo me ti è anche piaciuto..."
"Col cazzo che mi è piaciuto, ho un gran male al culo!". Replicai: "Magari dopo ci ripassiamo con un'altra pennellata e il male ti passa del tutto, che dici? Dai bevete il caffè che si fredda". "Giuseppe si era seduto sul letto e con la faccia leggermente imbronciata gli uscì:
"Prima mi prendete a pugni, poi me lo sbattete nel culo e poi la colazione a letto, sono commosso". "Beh son tutte cose che ti sei meritato, ci hai preso per i fondelli, hai fatto battute poco piacevoli. Era il minimo. Non siamo i classici gay timorosi che si fanno mettere i piedi in testa da un etero, non so se l'hai capito questo. Alla prossima spiritosaggine un bacio in bocca, sei avvisato!". "Che schifo! Eh no, un bacio in bocca proprio no guarda, mi verrebbe il vomito. Quando al cinema ho visto Brokeback Mountain mi è venuta la nausea a vedere quei due froci che si slinguavano..." "Ma Giuseppe?! Ma lo fai apposta allora, ci provochi! Allora lo vuoi davvero un bacio!? Dai Mauro pensaci tu" dissi mentre Giuseppe si stava portando la mano davanti alla bocca per tapparsela. Ma non servi'. Mauro gliela tolse con forza e gli fece un bocca a bocca che quello di Brokeback Mountain faceva ridere in confronto". Due minuti così. Giuseppe mugolava o per esternare la rabbia o il disgusto (o il piacere?).
"Pero' -disse Mauro dopo essersi staccato dalle sue labbra- alla faccia dell'etero". "Non pensare mi sia piaciuto, mi ha fatto schifo, ok?".
"Ok, ma prova a sputare e poi te ne becchi un altro da me". Gli dissi sorridendogli. "Poi il vomito non ti è mica venuto!" Giuseppe mi guardava con sfida da quei due occhi da stronzetto. "Comunque prima che il nostro rapporto di collaborazione finisca la lingua in bocca devo mettertela anch'io, preparati".
Dopo mezzora eravamo di nuovo al pc per terminare la registrazione della sera prima.
"Dove eravamo rimasti prima del tuo infelice consiglio di aggiungere che l'esperimento è stato un fallimento e che siamo culi tutti e due? Ah si, continua da questa riga quando comincio a registrare,senza piu' interruzioni o consigli, ok?". "Ok!" annuì Giuseppe e riprese la lettura del testo: "A Mauro e Saverio era stato promesso un assegno da 10.000 Euro ciascuno per le prestazioni svolte durante questa prova. Gli assegni poi a detta degli stessi si sono rivelati a vuoto. Ieri mattina inoltre è arrivata loro una mail minacciandoli di morte nel caso continuassero ad indagare per scoprire gli artefici di tutto questo
complotto. Io Giuseppe Vendramin, venuto casualmente in contatto con Mauro e Saverio a causa di un tamponamento d'auto confermo che gli esecutori di tale esperimento e di conseguenza di truffa nei confronti dei sopra scritti coincidono coi nomi di Norman Conti, Valerio Cecchi e Christin La Praia che si sono ribattezzati col nome di Cnova (dalle loro iniziali) per contattare i malcapitati che si sono offerti come cavie di loro spontanea volontà. Nel caso non riuscissimo a organizzare una giustizia privata questa registrazione serva a rintracciare i colpevoli se i nostri sforzi risulteranno vani. Nel caso vi giungesse questa registrazione starà a significare che sia io che Mauro che Saverio saremo morti". "Weeee ma stai scherzando?? Come saremo morti? -e toccandosi le palle-io mica voglio morire a causa di sto cazzo di esperimento!".
"Bisogna mettere in conto anche gli imprevisti" dissi a Giuseppe. "Comunque non c'è scritto altro. Allora ho finito. Allora me ne posso anche andare adesso!". "Ma dove vuoi andare?? -fece Mauro- hai solo finito la registrazione. Dobbiamo ancora decidere cosa fare adesso e sara' la cosa piu' complessa."
"In che rapporti sei con Valerio e Norman? Li conosci bene? Sono tuoi amici?" chiesi a Giuseppe. "No, sono molto amici di Eric, è lui che mi porto' li' quella sera." "In quanti eravate alla proiezione del
video?". "Non mi ricordo benissimo, circa una dozzina, la maggior parte maschi ma c'era anche qualche donna". "E i presenti con quale spirito assistevano alla registrazione? Erano interessati, incuriositi, hanno fatto delle battute?". "Ad essere sincero piu' che interessati erano divertiti, hanno riso quasi tutti dall'inizio alla fine...". "Ridevi anche tu?" Chiese Mauro. Giuseppe ci guardava in successione preoccupato dalla nostra reazione alla sua risposta.
"Ti ho chiesto se ridevi anche tu!"
Si copri' testa e viso con le mani e sussurro' un debolissimo si. Poi urlo': "Dai prendetemi ancora a pugni, disfatemi la faccia, non aspetto altro, l'avete detto voi che dovevo scegliere se pagarla dalla Cnova o da voi due. Ho scelto voi due, dai pestatemi a sangue adesso!".
Gli scostai delicatamente le mani dal viso e mi venne spontaneo fargli una carezza mentre cercai di rassicurarlo dicendogli "Niente piu' pugni te lo prometto. Hai scelto di stare dalla nostra e poniamo in te tutta la fiducia, ok?". Mi guardo' con dolcezza stavolta e con il capo annuì un flebile "Si". Poi aggiunse "Pero' dovrei chiamare i miei e anche Betty, se no si mettono in pensiero...". "Puoi chiamarli -gli dissi- ma attento a quel che dici. Non una parola sul fatto che sei qui. Inventati una scusa, una balla, tutto tranne la verità! Che questo sia inteso. CHIARO??". "Si si, chiarissimo, non preoccupatevi, non sono così stupido come sembro...".
Chiamo' prima i genitori spiegandogli che aveva passato la notte al mare con un gruppo di amici e che non aveva potuto avvisarli avendo il cellulare scarico. La stessa cosa la ripetè a Betty salutandola alla fine con un bacio.
"Chi è Betty?" Chiese Mauro. "E' una mia cara amica -rispose- anche piu' di un'amica ma non è la mia ragazza". "Meglio così - gli dissi - Potrei diventare un po' geloso" Mauro stava sghignazzando e Giuseppe replico': "Puoi essere geloso quanto vuoi, tanto a me piacciono le donne, non pensare ci sara' mai qualcosa tra me e te. Poi tu scusa non stai insieme a Mauro?".
"Siamo una coppia aperta -gli rispose- E' così che si mantiene vivo l'amore!".
Dopo queste precisazioni sentimentali tornai all'argomento Cnova.
"Dimmi quello che sai di questo professor
Milton". "Era un docente di fisica all'università. Ormai sara' in pensione ma continua a fare il
consulente". "Ha un nome oltre che un cognome questo Milton?" chiese Mauro. "Beh si ce l'avra' ma io non lo so, io ne ho solo sentito parlare da Norman, non so altro su di lui". "Dobbiamo arrivare a questo Milton -dissi- vado a fare una ricerca in internet per vedere se scopro qualcosa. Voi intanto andate in cucina a preparare qualcosa da mangiare, è quasi ora di pranzo".
Mauro e Giuseppe ubbidirono. Io mi misi al pc per piu' di mezzora cercando in lungo e in largo. Ovviamente non venne fuori alcun professor Milton riferito all'università di Roma.
"Dai Saverio vieni, è pronto" mi urlo' Mauro dalla cucina. Sulla tavola trovai una piacevole sorpresa: tre piatti di bucatini all'amatriciana. Vado pazzo
per quel piatto. "Ma Mauro, tu non hai mai saputo fare i bucatini all'amatriciana". "In effetti non sono il mio forte, li ho lasciati fare a Giuseppe..."
"WooW! Sai anche fare il cuoco oltre che essere complice della Cnova?" Sorrisi. Giuseppe non sorrise mentre specifico': "Non sono un complice della Cnova, sono complice vostro semmai!". Ci sedemmo e trangugiammo. Erano veramente ottimi, ci sapeva fare il ragazzino. Mentre mangiavamo Giuseppe sembrava essere tornato allegro, grazie anche alla bottiglia di prosecco che stava calando a dismisura. Intervenì:
"Avete visto Le mine vaganti?". Io e Mauro annuimmo mentre lo guardavamo curiosi in attesa di sentire la cazzata che stava per sparare.
"Bestiale quella scena dove le tre checche cantano Una notte a Napoli e poi entra la cameriera con gli asciugamani! Da sbellicarsi! Ahahahah".
Replicai "Bene! Dopo questa sai che ti tocca un altro giro nel letto!". "Che ho detto stavolta? Che ho fatto??" "Hai detto CHECCHE. Dovresti capirlo che questi vocaboli non piacciono nè a me ne' a Mauro!". Cercando di giustificarsi:
"Ma dai era riferito a loro, non a voi! Poi in culo no, basta, mi fa ancora male". Replicai: "Dopo magari ti fai una bella doccia, ti lavi bene il culo e poi ti faccio un massaggio con la lingua che il male te lo fa passare tutto credimi". Giuseppe smise di masticare un attimo e non replico'. Mi fissava, quasi interessato. Credo che lo stuzzicasse il fatto che qualcuno gli mettesse la lingua lì. Poi dissi: "Ehi, senti un pò! da etero che sei i film a tematica gay te li sei visti tutti?? Brokeback Mountain, Le mine vaganti... poi? Poi che altro?". "Ma no, solo 2 o 3, Belli e dannati, Philadelphia, Maurice, In & out, poi degli altri che non mi viene il titolo". "Alla faccia dei due o tre...-replico' Mauro- mi sa che ne hai visti piu' tu di noi...". "Guardo quei film solo per capire il comportamento dei gay, chiaro? Meglio guardarsi le spalle...".
"Non ti è servito a molto guardarti le spalle-fece Mauro- ma più che le spalle direi il culo...". Io e Mauro sghignazzammo. Giuseppe invece scuoteva la testa con una smorfia di disappunto.
Cambiai argomento dicendo loro che su internet nessuna traccia di Milton. Poi mi usci': "Ci vorrebe un hacker...". Poi guardai Mauro: " Ma certo! Quel tuo amico che ha scoperto la provenienza della mail della cnova, è un hacker? Non è così Mauro?!". "Non so se è un hacker, comunque non posso andare ancora da lui, mi ha fatto l'interrogatorio l'altra volta". "E tu te la sei cavata egregiamente senza dirgli la verità, lo farai anche questa volta".
Mauro non era convintissimo ma accettò. Da lì a poco lo chiamo' spiegandogli che aveva un altro favore da chiedergli. Il suo amico gli diede appuntamento dopo un'ora e dopo un'ora Mauro uscì di casa non prima di aver detto, rivolto a me e a Giuseppe: "Voi fate i bravi mentre sono fuori, d'accordo?!". "Vai tranquillo -disse Giuseppe- non ti cresceranno le corna...". Mauro sorridendo richiuse la porta.
Una volta soli comandai a Giuseppe: "Vai a farti una bella doccia! Ho una dannata voglia di far l'amore con te! Mantengo sempre le mie promesse...". "Io non ho nessuna voglia invece. Io l'amore lo faccio con le donne, se vuoi leccarmi il culo ok, ma io non faccio niente, ok? Mettitelo in testa. Poi quando Mauro torna glielo dico sai, che non aspettavi altro di restare solo con me". "Mauro non è geloso, non l'hai capito? Lui lo sa che avevo una gran voglia di te!".
Giuseppe ando' in bagno e sbattè la porta probabilmente per sottolineare la sua disapprovazione. Io mi sdraiai sul divano in attesa che il bamboccio uscisse dal bagno con la pelle completamente pulita. Dopo un quarto d'ora la porta si aprì. Giuseppe comparve avvolto dal mio accappatoio arancione. Gli era un po' lungo, ma gli dava un tocco di erotismo in piu'. Anche quei capelli corti bagnati aggiungevano qualcosa al suo viso. Era stramaledettamente intrigante. "Ecco, la doccia è fatta, sei contento? E adesso?" "Datti un colpo di phon così i capelli si asciugano e poi dritto in camera da letto. E NUDO!". Torno' in bagno ad asciugarsi i capelli. Dopo 5 minuti mi chiamo' "Saverio, allora?! Non mi volevi nudo sul letto?": Mi alzai dal divano e mi precipitai in camera. Mi tolsi la maglietta e mi buttai a capofitto su di lui sdraiandomici sopra. Avevo i suoi occhi a distanza ravvicinatissima dei miei. Non mi ero ancora accorto di come gli donavano quelle foltissime ciglia col colore blu degli occhi. Gli appoggiai le labbra sulle labbra. Le serro' strettissime. Gli chiusi il naso con le dita e per respirare dovette aprirle per forza. Fu allora che gli entrai dentro con la lingua e spazzolai ogni angolo della sua bocca mentre le mie mani accarezzavano piano i suoi capelli. Poi passai alle guance, al collo, poi scesi, gli succhiai i capezzoli. Giuseppe mugolava ed emetteva strani
gemiti mentre le sue mani si stringevano sulle mie spalle e sulla mia schiena. Scesi ancora. Leccai ogni centimetro del suo ventre e scesi oltre. Baciai tutto il pube, l'inguine e poi quello che c'era in mezzo, già durissimo, già scappellato, ancora un po' umido per la doccia e col profumo di bagnoschiuma. Me lo infilai tutto d'un fiato tra le labbra e succhiai. Giuseppe comincio' a contorcersi, a respirare affannosamente e piu' succhiavo e piu' si dimenava. Sussurrava a bassa voce: "Non smettere, dai ancora, è fantastico, continua" e le sue mani si muovevano
in delicate e violente carezze tra i miei capelli. Gli diedi tregua. Me lo tolsi di bocca, passai oltre, succhiandogli le palle, una per una. Poi deciso alzai il suo bacino in modo che il culo coincidesse con le le mie labbra. E comincio' la leccata che gli avevo promesso. Prima dolcemente, poi sempre di piu', e gradiva, i gemiti aumentavano e ancora deboli parole sussurrate "sei un porco, sei un maiale, non
fermarti...". La mia lingua non gli dava tregua, aveva anche pochi peli, era fantastico leccargli il buco del culo, vedere le sue reazioni, constatare quanto gli piacesse. Interruppi quella leccata da capogiro e lo riposi ancora sdraiato sulo letto. Tornai al suo uccello. Era eccitatissimo, si capiva da come si era bagnato. E ripresi la pompa stavolta senza interruzioni. Lui muoveva il bacino su e giù con movimenti sempre piu' frequenti, mi stava scopando in bocca mentre continuava a gemere, a urlare quasi, e le sue mani sempre piu' violente con le carezze sulla mia pelle. Ci fu come un urlo liberatorio nell'attimo in cui mi sentii la bocca che stava riempendosi di liquido acre e caldo.
Ma non mi staccai ancora, continua a succhiarlo finche' non sarebbe caduto esausto alla mia mercè. E così fu. Aprii la bocca e feci uscire il latte bianco che mi aveva versato e lo lasciai ricadere sul sue stesso cazzo. Per poi riabboccarlo di nuovo finche' non sentii che le sue pulsazioni stavano tornando normali, finche' piu' nessun rantolo usci' dalle sue labbra. Lo guardai negli occhi. Mi guardava. Sconvolto, estasiato, spiazzato. Respirava ancora a fatica e accarezzandomi il viso gli sfuggi': "Nessuno
mi ha mai fatto una cosa così, sei stato fantastico, mai provato un simile orgasmo...". Risalii sul suo viso e lo baciai di nuovo. E lo abbracciai forte. Eravamo esausti. Ci addormentammo senza accorgecene.
Tornò Mauro..."Svegliaaaa maiali!!!!! tanto lo sapevo che sapevo che finiva così. Ma va bene lo stesso...
Stanotte Giuseppe è mio!".
"Guarda che non sono mica una puttana" replicò".
"Puttana o non puttana stanotte sarai mio, che tu lo voglia o no! Ma veniamo al dunque: Professor Geremia Milton, ex docente di fisica e geologia e adesso consulente di 5 facoltà. Via dei Cedri numero 9. Non sposato, senza figli, vive solo".
"Ma quel tuo amico è un genio! gli feci e rispose: "Si lo so, non per niente è amico mio! E adesso che si fa?". In quel momento bussarono alla porta, violentemente, piu' volte, incessantemente. Si senti' una voce "Aprite! Lo so che siete in casa". "Chi è?" Urlai io. "Ti ho detto di aprire! Apri questo cazzo di porta. Aprila se no la butto giu'!!". Avevo il cuore in cardiopalmo. Guardai Giuseppe e Mauro. Un'espressione di terrore si era dipinta anche sul loro viso. "Andate di là" dissi loro a bassa voce. Io mi feci coraggio e mi avvicinai alla porta. Intanto quello continuava a bussare. Gli inquilini sopra e sotto erano in vacanza altrimenti qualcuno avrebbe avvisato la Polizia. Mi munì di tutta la forza che avevo e girai la maniglia della porta per affacciarmi piano e vedere chi ci fosse dietro. Ma qualcuno le diede un violentissimo calcio. La porta mi colpì in pieno e caddi a terra disteso mezzo tramortito. Ma riconobbi chi stava entrando. Erano Norman e Valerio con due facce talmente indemoniate che avrebbe preso paura anche il personaggio di Scream a quella vista. Uno dei due aveva una pistola in mano. Avvinandosi me la punto' esclamando "Ti avevamo avvisato di non proseguire. Ti avevamo avvertito. Ma tu no. Hai preferito andare per la tua strada. Pensavi che
un progetto così importante sfumasse per colpa di un frocio come te? 500 mila euro è una discreta sommetta. Tu rischiavi di rovinare tutto. Pensavi di farci arrestare? O di tornare in possesso dei tuoi 10.000 euro?? Idiota! Dov'è il tuo amichetto?" "Siamo qui!!!" Mauro e Giuseppe apparvero silenziosamente alle loro spalle con uno scanner e una stampante tra le mani. Colpirono forte. Due colpi ben assestati. Norman e Valerio caddero a terra come pere secche. Mi alzai barcollando per il colpo che avevo ricevuto dalla porta e mi avvicinai agli stronzi che giacevano a terra privi di sensi. Parlai: "Qualcuno ha fatto la cimice! Ma chi?? Mauro! Dove lavora quel gran genio del tuo amico??".
"Ettore? Non lavora ancora, si sta per laureare".
"Laureare in cosa??". "Si sta per laureare in...in... fisica".
"Idiooootaaaaaa". "Saverio dai, io che
ne sapevo? Non prendertela con me ti prego!" "Ce li hai portati in bocca. Anche lui complice della Cnova. Fantastico! Loro seguivano le nostre mosse sin dall'inizio, da quella volta che gli hai chiesto la provenienza dell'indirizzo Ip". "Non lo potevo sapere, lo capisci?? E adesso?"
"Cominciamo col legarli, vado a prendere della carta nastro, è la cosa piu' robusta". Io, Mauro e Giuseppe ci indaffarammo per immobilizzarli ben bene. Mani e piedi. Gli incerottammo anche la bocca nel caso gli fosse venuta voglia di urlare al loro risveglio. Avevano già urlato abbastanza prima. Valerio riprese i sensi. Si capiva dal lamento che emetteva anche avendo la bocca completamente sigillata dalla carta nastro. Ci avvicinammo tutti e tre e quando aprì gli occhi trovo' i nostri sorrisi ad accogliere il suo risveglio. Poi rinvenne anche Norman e rivolgemmo il nostro sorriso di compiacimento pure a lui. Non aveva piu' gli occhi indemoniati come prima. Aveva lo sguardo da preda e non piu' da cacciatore. Mugolava, forse voleva parlare. Presi la sua pistola e gliela appoggiai alla testa. "Se farai il bravo, se prometti di non urlare, ti tolgo il cerotto dalla bocca. Chiuse gli occhi annuendo. Fu Giuseppe a strappargli il cerotto dalle labbra e lo fece deciso, rapido, forse per fargli male di proposito. Chi ha il pizzetto
poi penso provi piu' dolore con una mossa del genere. Norman urlo' dal male. Gli premetti la bocca della pistola sulla nuca suggerendogli:
"Non urlare, è meglio". Guardava Giuseppe e chiese "E tu che cazzo ci fai quà?". Lo aveva riconosciuto ma Giuseppe non gli diede molta soddisfazione nel rispondergli: "Non sono fatti tuoi questi..." e gli sorrise. "Avevi fatto un giuramento stronzo!" Riprese Norman. Giuseppe replico' soltanto: "La vita delle persone vale molto di piu' di un giuramento! Stronzo!"
Il mio piede cominciò a colpire all'impazzata: il primo calcio sul fianco e Norman rantolò per il dolore: "Questo è per averci preso per il culo!".
Il secondo lo colpì in testa: "Questo per averci dato dei froci!". Il terzo arrivò preciso in mezzo alle palle e fece male, molto male, l'urlo di Norman lo sottolineo' "Questo per non averci dato i soldi!". ù
"La pagherete molto cara" usci' dalla voce flebile e dolorante di Norman.
"No-replicai- stavolta tocca a voi, e ti conviene star zitto se non vuoi un altro bel calcione sulla faccia!". Gli ripuntai la pistola alla tempia: "Dov'è la stanza in cui ci avete quel cazzo di esperimento?".
"In facoltà" disse Norman a fatica.
"C'è ancora tutto o l'avete smantellata?"
"C'è ancora tutto. Dovevamo ripetere l'esperimento. Dovevamo ripetere l'esperimento perchè il vostro non aveva funzionato".
"Perchè non ha funzionato?" chiesi. "Per un errore di progettazione del software...". "Chi ha progettato il software?". "Quel coglione di Ettore, non aveva inserito delle parole chiave".
"Ahh Ettore!- dissi ridendo all'impazzata e rivolgendomi a Mauro- l'ho sempre detto che è un genio quel tuo amico, non è vero?". "Dovevamo ripetere il test domani, ora il software è stato sistemato. Abbiamo già trovato altri due volontari".
"Altri 2 coglioni come me e Mauro, non è così? Non avrebbero visto un soldo neanche loro, giusto? L'esperimento lo ripeteremo stanotte invece! Cambieranno le cavie: Norman e Valerio!". "Non ci sottoporremo all'esperimento" replico' Norman. "Io credo di si, o volete passare un bel po' di tempo in galera? Ci avete truffato, minacciato di morte, credo che basti!". "Non avete le prove, nessuna prova che l'esperimento è stato eseguito! Avete solo un assegno falso e due mail, non sono sono prove schiaccianti!" disse Valerio che fino a quel momento non aveva spiccicato una parola.
"Una foto fatta al telefonino puo' essere una prova schiacciante?" chiese ingenuamente Giuseppe.
"Certo. Perchè? hai scattato delle foto col telefonino?". "Beh si qualcuna quella sera quando proiettavano il video...".
"E che aspettavi a dircelo?" Disse Mauro. "Dammi il cellulare" ordinai a Giuseppe.
Trovai le foto. Ne aveva fatte una decina lo stronzetto. Si riconosceva la stanza, i volti di Norman e Valerio e Christin, io e Mauro sdraiati sui due letti.
"Bene, ecco la prova schiacciante, contento Norman?".
Gli sorrisi mentre la sua espressione emetteva solo rabbia, disappunto, odio e impotenza.
"Aggiungeremo queste foto alla deposizione che ha rilasciato Giuseppe. La programmo per essere inviata alla Polizia nel caso dovesse succederci qualcosa. Quindi, cari Valerio e Norman vi conviene fare i bravi. Il coltello dalla parte del manico ce l'abbiamo noi ora!". "Norman! adesso chiamerai Milton e Ettore. Gli dirai che stanotte ripeterai l'esperimento e che vuoi siano presenti anche loro. Inutile aggiungere che non ti dovrà sfuggire nulla. La tua pistola ha pallottole vere in canna, c'ho appena guardato!".
Verso sera ci saremmo diretti in facoltà. La resa dei conti stava per essere fatta. Tutto sarebbe finito da dove era iniziato. La Cnova ormai aveva poche carte da giocare.
E le ore contate.
Poi glielo portai in camera: "Sveglia ragazzi, la colazione è pronta!". "Cazzo! -esclamo' Giuseppe- mi sono addormentato, che ore sono?". Risposi: "Le 8 e un quarto". "Cazzo! -continuò- ho dormito tutto questo tempo?". "Esatto, abbiamo dormito tutto questo tempo!
Qualche problema?". "Per fortuna i miei lo sanno che a volte dormo da un'amica, se no magari si sarebbero preoccupati e mi avrebbero chiamato. E se mi avessero chiamato glielo avrei detto che sono stato fatto prigioniero e allora per voi si sarebbe messa male. Poi potrei anche denunciarvi per violenza sessuale!". "Non hai le prove -disse Mauro- poi non sei mica minorenne... E secondo me ti è anche piaciuto..."
"Col cazzo che mi è piaciuto, ho un gran male al culo!". Replicai: "Magari dopo ci ripassiamo con un'altra pennellata e il male ti passa del tutto, che dici? Dai bevete il caffè che si fredda". "Giuseppe si era seduto sul letto e con la faccia leggermente imbronciata gli uscì:
"Prima mi prendete a pugni, poi me lo sbattete nel culo e poi la colazione a letto, sono commosso". "Beh son tutte cose che ti sei meritato, ci hai preso per i fondelli, hai fatto battute poco piacevoli. Era il minimo. Non siamo i classici gay timorosi che si fanno mettere i piedi in testa da un etero, non so se l'hai capito questo. Alla prossima spiritosaggine un bacio in bocca, sei avvisato!". "Che schifo! Eh no, un bacio in bocca proprio no guarda, mi verrebbe il vomito. Quando al cinema ho visto Brokeback Mountain mi è venuta la nausea a vedere quei due froci che si slinguavano..." "Ma Giuseppe?! Ma lo fai apposta allora, ci provochi! Allora lo vuoi davvero un bacio!? Dai Mauro pensaci tu" dissi mentre Giuseppe si stava portando la mano davanti alla bocca per tapparsela. Ma non servi'. Mauro gliela tolse con forza e gli fece un bocca a bocca che quello di Brokeback Mountain faceva ridere in confronto". Due minuti così. Giuseppe mugolava o per esternare la rabbia o il disgusto (o il piacere?).
"Pero' -disse Mauro dopo essersi staccato dalle sue labbra- alla faccia dell'etero". "Non pensare mi sia piaciuto, mi ha fatto schifo, ok?".
"Ok, ma prova a sputare e poi te ne becchi un altro da me". Gli dissi sorridendogli. "Poi il vomito non ti è mica venuto!" Giuseppe mi guardava con sfida da quei due occhi da stronzetto. "Comunque prima che il nostro rapporto di collaborazione finisca la lingua in bocca devo mettertela anch'io, preparati".
Dopo mezzora eravamo di nuovo al pc per terminare la registrazione della sera prima.
"Dove eravamo rimasti prima del tuo infelice consiglio di aggiungere che l'esperimento è stato un fallimento e che siamo culi tutti e due? Ah si, continua da questa riga quando comincio a registrare,senza piu' interruzioni o consigli, ok?". "Ok!" annuì Giuseppe e riprese la lettura del testo: "A Mauro e Saverio era stato promesso un assegno da 10.000 Euro ciascuno per le prestazioni svolte durante questa prova. Gli assegni poi a detta degli stessi si sono rivelati a vuoto. Ieri mattina inoltre è arrivata loro una mail minacciandoli di morte nel caso continuassero ad indagare per scoprire gli artefici di tutto questo
complotto. Io Giuseppe Vendramin, venuto casualmente in contatto con Mauro e Saverio a causa di un tamponamento d'auto confermo che gli esecutori di tale esperimento e di conseguenza di truffa nei confronti dei sopra scritti coincidono coi nomi di Norman Conti, Valerio Cecchi e Christin La Praia che si sono ribattezzati col nome di Cnova (dalle loro iniziali) per contattare i malcapitati che si sono offerti come cavie di loro spontanea volontà. Nel caso non riuscissimo a organizzare una giustizia privata questa registrazione serva a rintracciare i colpevoli se i nostri sforzi risulteranno vani. Nel caso vi giungesse questa registrazione starà a significare che sia io che Mauro che Saverio saremo morti". "Weeee ma stai scherzando?? Come saremo morti? -e toccandosi le palle-io mica voglio morire a causa di sto cazzo di esperimento!".
"Bisogna mettere in conto anche gli imprevisti" dissi a Giuseppe. "Comunque non c'è scritto altro. Allora ho finito. Allora me ne posso anche andare adesso!". "Ma dove vuoi andare?? -fece Mauro- hai solo finito la registrazione. Dobbiamo ancora decidere cosa fare adesso e sara' la cosa piu' complessa."
"In che rapporti sei con Valerio e Norman? Li conosci bene? Sono tuoi amici?" chiesi a Giuseppe. "No, sono molto amici di Eric, è lui che mi porto' li' quella sera." "In quanti eravate alla proiezione del
video?". "Non mi ricordo benissimo, circa una dozzina, la maggior parte maschi ma c'era anche qualche donna". "E i presenti con quale spirito assistevano alla registrazione? Erano interessati, incuriositi, hanno fatto delle battute?". "Ad essere sincero piu' che interessati erano divertiti, hanno riso quasi tutti dall'inizio alla fine...". "Ridevi anche tu?" Chiese Mauro. Giuseppe ci guardava in successione preoccupato dalla nostra reazione alla sua risposta.
"Ti ho chiesto se ridevi anche tu!"
Si copri' testa e viso con le mani e sussurro' un debolissimo si. Poi urlo': "Dai prendetemi ancora a pugni, disfatemi la faccia, non aspetto altro, l'avete detto voi che dovevo scegliere se pagarla dalla Cnova o da voi due. Ho scelto voi due, dai pestatemi a sangue adesso!".
Gli scostai delicatamente le mani dal viso e mi venne spontaneo fargli una carezza mentre cercai di rassicurarlo dicendogli "Niente piu' pugni te lo prometto. Hai scelto di stare dalla nostra e poniamo in te tutta la fiducia, ok?". Mi guardo' con dolcezza stavolta e con il capo annuì un flebile "Si". Poi aggiunse "Pero' dovrei chiamare i miei e anche Betty, se no si mettono in pensiero...". "Puoi chiamarli -gli dissi- ma attento a quel che dici. Non una parola sul fatto che sei qui. Inventati una scusa, una balla, tutto tranne la verità! Che questo sia inteso. CHIARO??". "Si si, chiarissimo, non preoccupatevi, non sono così stupido come sembro...".
Chiamo' prima i genitori spiegandogli che aveva passato la notte al mare con un gruppo di amici e che non aveva potuto avvisarli avendo il cellulare scarico. La stessa cosa la ripetè a Betty salutandola alla fine con un bacio.
"Chi è Betty?" Chiese Mauro. "E' una mia cara amica -rispose- anche piu' di un'amica ma non è la mia ragazza". "Meglio così - gli dissi - Potrei diventare un po' geloso" Mauro stava sghignazzando e Giuseppe replico': "Puoi essere geloso quanto vuoi, tanto a me piacciono le donne, non pensare ci sara' mai qualcosa tra me e te. Poi tu scusa non stai insieme a Mauro?".
"Siamo una coppia aperta -gli rispose- E' così che si mantiene vivo l'amore!".
Dopo queste precisazioni sentimentali tornai all'argomento Cnova.
"Dimmi quello che sai di questo professor
Milton". "Era un docente di fisica all'università. Ormai sara' in pensione ma continua a fare il
consulente". "Ha un nome oltre che un cognome questo Milton?" chiese Mauro. "Beh si ce l'avra' ma io non lo so, io ne ho solo sentito parlare da Norman, non so altro su di lui". "Dobbiamo arrivare a questo Milton -dissi- vado a fare una ricerca in internet per vedere se scopro qualcosa. Voi intanto andate in cucina a preparare qualcosa da mangiare, è quasi ora di pranzo".
Mauro e Giuseppe ubbidirono. Io mi misi al pc per piu' di mezzora cercando in lungo e in largo. Ovviamente non venne fuori alcun professor Milton riferito all'università di Roma.
"Dai Saverio vieni, è pronto" mi urlo' Mauro dalla cucina. Sulla tavola trovai una piacevole sorpresa: tre piatti di bucatini all'amatriciana. Vado pazzo
per quel piatto. "Ma Mauro, tu non hai mai saputo fare i bucatini all'amatriciana". "In effetti non sono il mio forte, li ho lasciati fare a Giuseppe..."
"WooW! Sai anche fare il cuoco oltre che essere complice della Cnova?" Sorrisi. Giuseppe non sorrise mentre specifico': "Non sono un complice della Cnova, sono complice vostro semmai!". Ci sedemmo e trangugiammo. Erano veramente ottimi, ci sapeva fare il ragazzino. Mentre mangiavamo Giuseppe sembrava essere tornato allegro, grazie anche alla bottiglia di prosecco che stava calando a dismisura. Intervenì:
"Avete visto Le mine vaganti?". Io e Mauro annuimmo mentre lo guardavamo curiosi in attesa di sentire la cazzata che stava per sparare.
"Bestiale quella scena dove le tre checche cantano Una notte a Napoli e poi entra la cameriera con gli asciugamani! Da sbellicarsi! Ahahahah".
Replicai "Bene! Dopo questa sai che ti tocca un altro giro nel letto!". "Che ho detto stavolta? Che ho fatto??" "Hai detto CHECCHE. Dovresti capirlo che questi vocaboli non piacciono nè a me ne' a Mauro!". Cercando di giustificarsi:
"Ma dai era riferito a loro, non a voi! Poi in culo no, basta, mi fa ancora male". Replicai: "Dopo magari ti fai una bella doccia, ti lavi bene il culo e poi ti faccio un massaggio con la lingua che il male te lo fa passare tutto credimi". Giuseppe smise di masticare un attimo e non replico'. Mi fissava, quasi interessato. Credo che lo stuzzicasse il fatto che qualcuno gli mettesse la lingua lì. Poi dissi: "Ehi, senti un pò! da etero che sei i film a tematica gay te li sei visti tutti?? Brokeback Mountain, Le mine vaganti... poi? Poi che altro?". "Ma no, solo 2 o 3, Belli e dannati, Philadelphia, Maurice, In & out, poi degli altri che non mi viene il titolo". "Alla faccia dei due o tre...-replico' Mauro- mi sa che ne hai visti piu' tu di noi...". "Guardo quei film solo per capire il comportamento dei gay, chiaro? Meglio guardarsi le spalle...".
"Non ti è servito a molto guardarti le spalle-fece Mauro- ma più che le spalle direi il culo...". Io e Mauro sghignazzammo. Giuseppe invece scuoteva la testa con una smorfia di disappunto.
Cambiai argomento dicendo loro che su internet nessuna traccia di Milton. Poi mi usci': "Ci vorrebe un hacker...". Poi guardai Mauro: " Ma certo! Quel tuo amico che ha scoperto la provenienza della mail della cnova, è un hacker? Non è così Mauro?!". "Non so se è un hacker, comunque non posso andare ancora da lui, mi ha fatto l'interrogatorio l'altra volta". "E tu te la sei cavata egregiamente senza dirgli la verità, lo farai anche questa volta".
Mauro non era convintissimo ma accettò. Da lì a poco lo chiamo' spiegandogli che aveva un altro favore da chiedergli. Il suo amico gli diede appuntamento dopo un'ora e dopo un'ora Mauro uscì di casa non prima di aver detto, rivolto a me e a Giuseppe: "Voi fate i bravi mentre sono fuori, d'accordo?!". "Vai tranquillo -disse Giuseppe- non ti cresceranno le corna...". Mauro sorridendo richiuse la porta.
Una volta soli comandai a Giuseppe: "Vai a farti una bella doccia! Ho una dannata voglia di far l'amore con te! Mantengo sempre le mie promesse...". "Io non ho nessuna voglia invece. Io l'amore lo faccio con le donne, se vuoi leccarmi il culo ok, ma io non faccio niente, ok? Mettitelo in testa. Poi quando Mauro torna glielo dico sai, che non aspettavi altro di restare solo con me". "Mauro non è geloso, non l'hai capito? Lui lo sa che avevo una gran voglia di te!".
Giuseppe ando' in bagno e sbattè la porta probabilmente per sottolineare la sua disapprovazione. Io mi sdraiai sul divano in attesa che il bamboccio uscisse dal bagno con la pelle completamente pulita. Dopo un quarto d'ora la porta si aprì. Giuseppe comparve avvolto dal mio accappatoio arancione. Gli era un po' lungo, ma gli dava un tocco di erotismo in piu'. Anche quei capelli corti bagnati aggiungevano qualcosa al suo viso. Era stramaledettamente intrigante. "Ecco, la doccia è fatta, sei contento? E adesso?" "Datti un colpo di phon così i capelli si asciugano e poi dritto in camera da letto. E NUDO!". Torno' in bagno ad asciugarsi i capelli. Dopo 5 minuti mi chiamo' "Saverio, allora?! Non mi volevi nudo sul letto?": Mi alzai dal divano e mi precipitai in camera. Mi tolsi la maglietta e mi buttai a capofitto su di lui sdraiandomici sopra. Avevo i suoi occhi a distanza ravvicinatissima dei miei. Non mi ero ancora accorto di come gli donavano quelle foltissime ciglia col colore blu degli occhi. Gli appoggiai le labbra sulle labbra. Le serro' strettissime. Gli chiusi il naso con le dita e per respirare dovette aprirle per forza. Fu allora che gli entrai dentro con la lingua e spazzolai ogni angolo della sua bocca mentre le mie mani accarezzavano piano i suoi capelli. Poi passai alle guance, al collo, poi scesi, gli succhiai i capezzoli. Giuseppe mugolava ed emetteva strani
gemiti mentre le sue mani si stringevano sulle mie spalle e sulla mia schiena. Scesi ancora. Leccai ogni centimetro del suo ventre e scesi oltre. Baciai tutto il pube, l'inguine e poi quello che c'era in mezzo, già durissimo, già scappellato, ancora un po' umido per la doccia e col profumo di bagnoschiuma. Me lo infilai tutto d'un fiato tra le labbra e succhiai. Giuseppe comincio' a contorcersi, a respirare affannosamente e piu' succhiavo e piu' si dimenava. Sussurrava a bassa voce: "Non smettere, dai ancora, è fantastico, continua" e le sue mani si muovevano
in delicate e violente carezze tra i miei capelli. Gli diedi tregua. Me lo tolsi di bocca, passai oltre, succhiandogli le palle, una per una. Poi deciso alzai il suo bacino in modo che il culo coincidesse con le le mie labbra. E comincio' la leccata che gli avevo promesso. Prima dolcemente, poi sempre di piu', e gradiva, i gemiti aumentavano e ancora deboli parole sussurrate "sei un porco, sei un maiale, non
fermarti...". La mia lingua non gli dava tregua, aveva anche pochi peli, era fantastico leccargli il buco del culo, vedere le sue reazioni, constatare quanto gli piacesse. Interruppi quella leccata da capogiro e lo riposi ancora sdraiato sulo letto. Tornai al suo uccello. Era eccitatissimo, si capiva da come si era bagnato. E ripresi la pompa stavolta senza interruzioni. Lui muoveva il bacino su e giù con movimenti sempre piu' frequenti, mi stava scopando in bocca mentre continuava a gemere, a urlare quasi, e le sue mani sempre piu' violente con le carezze sulla mia pelle. Ci fu come un urlo liberatorio nell'attimo in cui mi sentii la bocca che stava riempendosi di liquido acre e caldo.
Ma non mi staccai ancora, continua a succhiarlo finche' non sarebbe caduto esausto alla mia mercè. E così fu. Aprii la bocca e feci uscire il latte bianco che mi aveva versato e lo lasciai ricadere sul sue stesso cazzo. Per poi riabboccarlo di nuovo finche' non sentii che le sue pulsazioni stavano tornando normali, finche' piu' nessun rantolo usci' dalle sue labbra. Lo guardai negli occhi. Mi guardava. Sconvolto, estasiato, spiazzato. Respirava ancora a fatica e accarezzandomi il viso gli sfuggi': "Nessuno
mi ha mai fatto una cosa così, sei stato fantastico, mai provato un simile orgasmo...". Risalii sul suo viso e lo baciai di nuovo. E lo abbracciai forte. Eravamo esausti. Ci addormentammo senza accorgecene.
Tornò Mauro..."Svegliaaaa maiali!!!!! tanto lo sapevo che sapevo che finiva così. Ma va bene lo stesso...
Stanotte Giuseppe è mio!".
"Guarda che non sono mica una puttana" replicò".
"Puttana o non puttana stanotte sarai mio, che tu lo voglia o no! Ma veniamo al dunque: Professor Geremia Milton, ex docente di fisica e geologia e adesso consulente di 5 facoltà. Via dei Cedri numero 9. Non sposato, senza figli, vive solo".
"Ma quel tuo amico è un genio! gli feci e rispose: "Si lo so, non per niente è amico mio! E adesso che si fa?". In quel momento bussarono alla porta, violentemente, piu' volte, incessantemente. Si senti' una voce "Aprite! Lo so che siete in casa". "Chi è?" Urlai io. "Ti ho detto di aprire! Apri questo cazzo di porta. Aprila se no la butto giu'!!". Avevo il cuore in cardiopalmo. Guardai Giuseppe e Mauro. Un'espressione di terrore si era dipinta anche sul loro viso. "Andate di là" dissi loro a bassa voce. Io mi feci coraggio e mi avvicinai alla porta. Intanto quello continuava a bussare. Gli inquilini sopra e sotto erano in vacanza altrimenti qualcuno avrebbe avvisato la Polizia. Mi munì di tutta la forza che avevo e girai la maniglia della porta per affacciarmi piano e vedere chi ci fosse dietro. Ma qualcuno le diede un violentissimo calcio. La porta mi colpì in pieno e caddi a terra disteso mezzo tramortito. Ma riconobbi chi stava entrando. Erano Norman e Valerio con due facce talmente indemoniate che avrebbe preso paura anche il personaggio di Scream a quella vista. Uno dei due aveva una pistola in mano. Avvinandosi me la punto' esclamando "Ti avevamo avvisato di non proseguire. Ti avevamo avvertito. Ma tu no. Hai preferito andare per la tua strada. Pensavi che
un progetto così importante sfumasse per colpa di un frocio come te? 500 mila euro è una discreta sommetta. Tu rischiavi di rovinare tutto. Pensavi di farci arrestare? O di tornare in possesso dei tuoi 10.000 euro?? Idiota! Dov'è il tuo amichetto?" "Siamo qui!!!" Mauro e Giuseppe apparvero silenziosamente alle loro spalle con uno scanner e una stampante tra le mani. Colpirono forte. Due colpi ben assestati. Norman e Valerio caddero a terra come pere secche. Mi alzai barcollando per il colpo che avevo ricevuto dalla porta e mi avvicinai agli stronzi che giacevano a terra privi di sensi. Parlai: "Qualcuno ha fatto la cimice! Ma chi?? Mauro! Dove lavora quel gran genio del tuo amico??".
"Ettore? Non lavora ancora, si sta per laureare".
"Laureare in cosa??". "Si sta per laureare in...in... fisica".
"Idiooootaaaaaa". "Saverio dai, io che
ne sapevo? Non prendertela con me ti prego!" "Ce li hai portati in bocca. Anche lui complice della Cnova. Fantastico! Loro seguivano le nostre mosse sin dall'inizio, da quella volta che gli hai chiesto la provenienza dell'indirizzo Ip". "Non lo potevo sapere, lo capisci?? E adesso?"
"Cominciamo col legarli, vado a prendere della carta nastro, è la cosa piu' robusta". Io, Mauro e Giuseppe ci indaffarammo per immobilizzarli ben bene. Mani e piedi. Gli incerottammo anche la bocca nel caso gli fosse venuta voglia di urlare al loro risveglio. Avevano già urlato abbastanza prima. Valerio riprese i sensi. Si capiva dal lamento che emetteva anche avendo la bocca completamente sigillata dalla carta nastro. Ci avvicinammo tutti e tre e quando aprì gli occhi trovo' i nostri sorrisi ad accogliere il suo risveglio. Poi rinvenne anche Norman e rivolgemmo il nostro sorriso di compiacimento pure a lui. Non aveva piu' gli occhi indemoniati come prima. Aveva lo sguardo da preda e non piu' da cacciatore. Mugolava, forse voleva parlare. Presi la sua pistola e gliela appoggiai alla testa. "Se farai il bravo, se prometti di non urlare, ti tolgo il cerotto dalla bocca. Chiuse gli occhi annuendo. Fu Giuseppe a strappargli il cerotto dalle labbra e lo fece deciso, rapido, forse per fargli male di proposito. Chi ha il pizzetto
poi penso provi piu' dolore con una mossa del genere. Norman urlo' dal male. Gli premetti la bocca della pistola sulla nuca suggerendogli:
"Non urlare, è meglio". Guardava Giuseppe e chiese "E tu che cazzo ci fai quà?". Lo aveva riconosciuto ma Giuseppe non gli diede molta soddisfazione nel rispondergli: "Non sono fatti tuoi questi..." e gli sorrise. "Avevi fatto un giuramento stronzo!" Riprese Norman. Giuseppe replico' soltanto: "La vita delle persone vale molto di piu' di un giuramento! Stronzo!"
Il mio piede cominciò a colpire all'impazzata: il primo calcio sul fianco e Norman rantolò per il dolore: "Questo è per averci preso per il culo!".
Il secondo lo colpì in testa: "Questo per averci dato dei froci!". Il terzo arrivò preciso in mezzo alle palle e fece male, molto male, l'urlo di Norman lo sottolineo' "Questo per non averci dato i soldi!". ù
"La pagherete molto cara" usci' dalla voce flebile e dolorante di Norman.
"No-replicai- stavolta tocca a voi, e ti conviene star zitto se non vuoi un altro bel calcione sulla faccia!". Gli ripuntai la pistola alla tempia: "Dov'è la stanza in cui ci avete quel cazzo di esperimento?".
"In facoltà" disse Norman a fatica.
"C'è ancora tutto o l'avete smantellata?"
"C'è ancora tutto. Dovevamo ripetere l'esperimento. Dovevamo ripetere l'esperimento perchè il vostro non aveva funzionato".
"Perchè non ha funzionato?" chiesi. "Per un errore di progettazione del software...". "Chi ha progettato il software?". "Quel coglione di Ettore, non aveva inserito delle parole chiave".
"Ahh Ettore!- dissi ridendo all'impazzata e rivolgendomi a Mauro- l'ho sempre detto che è un genio quel tuo amico, non è vero?". "Dovevamo ripetere il test domani, ora il software è stato sistemato. Abbiamo già trovato altri due volontari".
"Altri 2 coglioni come me e Mauro, non è così? Non avrebbero visto un soldo neanche loro, giusto? L'esperimento lo ripeteremo stanotte invece! Cambieranno le cavie: Norman e Valerio!". "Non ci sottoporremo all'esperimento" replico' Norman. "Io credo di si, o volete passare un bel po' di tempo in galera? Ci avete truffato, minacciato di morte, credo che basti!". "Non avete le prove, nessuna prova che l'esperimento è stato eseguito! Avete solo un assegno falso e due mail, non sono sono prove schiaccianti!" disse Valerio che fino a quel momento non aveva spiccicato una parola.
"Una foto fatta al telefonino puo' essere una prova schiacciante?" chiese ingenuamente Giuseppe.
"Certo. Perchè? hai scattato delle foto col telefonino?". "Beh si qualcuna quella sera quando proiettavano il video...".
"E che aspettavi a dircelo?" Disse Mauro. "Dammi il cellulare" ordinai a Giuseppe.
Trovai le foto. Ne aveva fatte una decina lo stronzetto. Si riconosceva la stanza, i volti di Norman e Valerio e Christin, io e Mauro sdraiati sui due letti.
"Bene, ecco la prova schiacciante, contento Norman?".
Gli sorrisi mentre la sua espressione emetteva solo rabbia, disappunto, odio e impotenza.
"Aggiungeremo queste foto alla deposizione che ha rilasciato Giuseppe. La programmo per essere inviata alla Polizia nel caso dovesse succederci qualcosa. Quindi, cari Valerio e Norman vi conviene fare i bravi. Il coltello dalla parte del manico ce l'abbiamo noi ora!". "Norman! adesso chiamerai Milton e Ettore. Gli dirai che stanotte ripeterai l'esperimento e che vuoi siano presenti anche loro. Inutile aggiungere che non ti dovrà sfuggire nulla. La tua pistola ha pallottole vere in canna, c'ho appena guardato!".
Verso sera ci saremmo diretti in facoltà. La resa dei conti stava per essere fatta. Tutto sarebbe finito da dove era iniziato. La Cnova ormai aveva poche carte da giocare.
E le ore contate.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
L'esperimento (Terza parte)racconto sucessivo
L'esperimento (Quinta parte)
Commenti dei lettori al racconto erotico