Tiro al bersaglio 5 - Il sole in fronte
di
Mitchell
genere
gay
Camminavo per strada di sera, non sapevo neanche dove stessi andando, non sapevo neanche che strada fosse. Che ci facevo lì?
"Ehi Mattia!" mi girai. Lo riconobbi grazie alla luce di un lampione, era Antonio e mi sembrava avesse qualcosa di lucente tra le mani. Misi a fuoco. Era un lungo coltello e si stava avvicinando con passo veloce a me! "Te l'avevo detto, ti avevo avvisato che ero gelosissimo di Lorenzo. Questa non dovevi farmela!". Non ebbi il tempo di fiatare. Mi ritrovai con questo coltello da macellaio conficcato nel ventre. Caddi a terra in un lago di sangue.
Mi svegliai di soprassalto con un urlo sovrumano nel cuore della notte. Era stato un sogno, un incubo orrendo. Mi misi a sedere di scatto sul letto accendendo la luce sul comodino con il cuore a 130 battiti al minuto. Accorsero i miei: "Mattia che hai fatto??" chiese mio padre.
"Ho fatto un incubo" risposi. "Cos'hai sognato?" fece mia mamma che si era messa a sedere sul letto accarezzandomi. "Non mi ricordo, forse qualcosa, credo che mi volessero uccidere". "
Oh povero -replicò mamma- allora è vero che non dormi bene di notte. E' meglio che domani andiamo dal dottore, così ti fai vedere, ti ordinerà qualche tranquillante per farti dormire. Va meglio adesso?"
"Si grazie, va molto meglio, cerchero' di riaddormentarmi. Mi dispiace avervi svegliato".
"Non preoccuparti di questo. Cerca di dormire adesso. Buonanotte Mattia".
I miei uscirono dalla stanza e io rimasi lì a pensare. Sperai non si trattasse di un sogno premonitore. Ma quel sogno orrendo mi aveva sconvolto. Mi misi quieto e riuscii a riprendere sonno.
Mia madre mi sveglio' alla 10 tutta preoccupata. Alzando la tapparella mi chiese "Sei riuscito a riaddormentarti?" "Si quasi subito e non ho più fatto incubi, meno male!" "Vuoi che andiamo dal medico?" "No aspettiamo, magari non ricapita più, non ho voglia di rimbambirmi con dei sonniferi". "Hai ragione Mattia, alla fine fanno solo male. Io e tuo papa' stamattina parlavamo. Pensavamo di invitare Lorenza a cena una di queste sere, cosa ne pensi'". "Ma mamma... la conosco solo da 10 giorni, non so se è una cosa seria, se durerà... io direi di aspettare".
"Come vuoi, ma ricordati che prima o poi la vogliamo conoscere e finchè non ce la fai conoscere le chiavi della tavernetta sono sequestrate".
Fece uno stupido risolino mentre usciva dalla camera e io dentro di me le urlai "STRONZA!". E pensare che avevamo progettato di vederci proprio quella sera. Vaffanculo...
Dopo aver fatto colazione andai fuori in bicicletta. Volevo andare in facoltà per capire quale fosse il prossimo esame. Se i miei fossero tornati sull'argomento almeno Adv avrei potuto dirgli qualcosa di vero. E nel frattempo pensavo anche a Lorenzo, quale poteva essere la scappatoia essendoci stata vietata la stanza del castigo. Incontrai Franz, anche lui non lo vedevo dal tiro al bersaglio. Mi fece una gran festa. Mi chiese se avessi letto la mail che mi aveva mandato il giorno prima. Non avevo ancora guardato la posta e gli risposi di no.
"Allora te lo dico a voce. Questo weekend i miei vanno via e volevo organizzare una cosa tipo quella che abbiamo fatto a casa tua, ho già trovato 5 probabili partecipanti...".
Se non avessi incontrato Lorenzo ci sarei andato di corsa, mi piacevano un casino quelle porcate cameratesche ma ovviamente la mia risposta fu no: "Mi dispiace Franz ma sto con un ragazzo adesso e non avrei più voglia di ripetere quell'esperienza" "Perchè no? Potreste venire insieme" "No, sai, non è certo il tipo adatto per queste cose..." "Beh allora non sto piu' a insistere. Ma non è che magari potresti rintracciare quel tipo coi capelli lunghi che è venuto quel giorno? minchia quant'era bono!".
"Chi Lorenzo? (fumi vari) No guarda, mi ha detto Antonio, il nostro amico in comune che la cosa non gli era dispiaciuta ma non la ripeterebbe più, ha commentato che sono cose per froci".
"Ahahah in effetti... Peccato comunque. Vabbè cerchero' da solo altri partecipanti e in bocca al lupo per la tua storia". "Crepi! Grazie Franz, ci sentiamo".
Ma dimmi te, aveva fatto colpo anche su di lui Lorenzo, eh? E invece picche, adesso Lorenzo è mio! Pensai. Raggiunsi la facoltà. Il prossimo appello era il 19 agosto, beh allora la balla era credibile, un po' di fortuna ogni tanto...:) Squillò il cellulare. Lorenzo!
"Ciao bellisssimo, dove sei? Ho fatto un salto all'università per vedere quando è il prossimo esame". "Hai intenzione di dare un esame?" "Ma nooo, figurati e chi c'ha voglia? Era per i miei, non mi hanno ancora chiesto dettagli da quella volta, ma stai tranquillo che prima o poi lo fanno" "Ahahahah ti riferisci a quando siamo venuti per la gara di seghe?" "Si esatto" "Ah Mattia... mannaggia a quella volta" "Che vuoi dire Lorenzo?" "Se non fossi venuto non avrei mai perso la testa per te!" "Lo dici quasi come se ti dispiacesse" "Lo sai bene che non mi dispiace, è che forse non ero preparato a questa cosa. C'è un mare in tempesta dentro me, si placa solo quando ti vedo, quando ti bacio, quando ti tocco!"
"Questa tempesta è reciproca Lorenzo! Poi non ti ho detto una cosa!"
"Cosa?" "I miei hanno sequestrato le chiavi della tavernetta" "Perchè?" "Perchè ti vogliono conoscere, pensa mia madre stava anche progettando per invitarti a cena" "Bisogna trovare una scappatoia. Io avrei un'amica disposta a reggere il gioco. Ma dovrei spiegargli tutto, non so se me la sento" "Te la sei scopata?" "Ma possibile ogni ragazza tiro fuori mi chiedi se me la son scopata? Per farti contento te lo dico. Una volta che siamo andati a sciare in montagna, si me la sono scopata, solo una volta, soddisfatto adesso?" "No, neanche un pò!" "Geloso anche di quelle ho avuto in passato?" "Si esatto, anche di quelle che hai avuto..." "E tu? Quanti maschi ti sei passato? te l'ho mai chiesto? Quanti ragazzi hai slimonato? E spompinato? E magari ti sei montato e magari ti sei fanno venire in bocca o gli hai leccato il culo? Quanti? Te l'ho mai chiesto?"
"Sei geloso?" "Si sono geloso, va bene se rispondo così?" "Non ne ho avuti tanti, e se vuoi saperlo nessuno mi ha fatto perdere la testa così come l'ho persa per te!" "Grazie, sono onorato! Talmente onorato che ogni notte prima di dormire mi faccio una sega pensando solo a te! Ti gratifica questo?" "Si abbastanza, ma se penso che stai con Elena mi fa davvero male, non sai quanto. Ma io non mi mettero' mai contro di voi, per cui accetto e butto giù anche se sto tanto male" "Mi fai i ricatti morali?"
"No, ti spiegavo solo quello che provo. Ma siamo andati fuori tema. Allora questa tua amica potrebbe fingersi per la mia ragazza?"
"Si, ma è meglio di no Mattia, abbandoniamo questo progetto"
"Allora rimane solo una soluzione..."
"Quale?" "Che tu ti trucchi, che ti vesta da donna e che una sera vieni a conoscere i miei" "Cosa? cosa hai detto? Ripeti un pò?!" "Hai capito benissimo! Hai un viso dolce, hai dei capelli lunghi bellissimi, ti fai bene la barba, un pò di fondo tinta e mascara, un bel vestito e voilà diventi una strafica!" "Ma Mattia?! Stai delirando? Secondo te io sono uno che va in giro a fare il trans? Ma ti sei bevuto il cervello?" "Hai anche una voce duttile, con un po' di esercizio potresti benissimo imitare Lorenza. I miei sarebbero contenti e non mi romperebbero più le balle""Certo, e ho anche un 45 di piede, dove vado a trovare un paio di scarpe con quel numero?? Niente da fare, travestirmi non fa per me... I tuoi aspetteranno ancora un bel pezzo prima di conoscermi" "Come vuoi padrone ma la faccenda di stasera come la risolviamo?" "Senti, mi è venuta un'idea. Se l'accesso alla stanza del castigo è negata stasera saltiamo. Ma ti propongo qualcosa di molto più emozionale. Domani andiamo al mare, stiamo fuori a dormire e torniamo domenica. Un weekend tutto per noi!" "E la tua ragazza? E' partita oggi, è andata con i suoi a trovare dei parenti lontani, torna lunedì" "E' fantastico Lorenzo, non mi sarei mai aspettato una proposta del genere. Sto facendo i salti di gioia, vorrei già che fosse domani" "Andiamo in treno, la macchina lo sai, me la lasciano solo in città" "In treno va benissimo!" "Prenoto io l'albergo, ci sentiamo stasera così ti so dire meglio. Ciao Mattia, un bacio immenso".
La mattina dopo partimmo verso le 10. Non prima di aver litigato con i mei. Gli dava fastidio stessi via a dormire quel sabato. Gli seccava il fatto avessi bypassato il divieto della stanza del castigo e che me andassi via per i fatti miei senza ancora aver conosciuto la mia fantomatica donna. Mentre in bicicletta uscivo dal cancello con la coda dell'occhio vidi anche la vicina affacciata alla finestra. Sicuramente si sarà chiesta dove stessi andando con la borsa da viaggio. Ma questa volta la sua curiosità sarebbe sfumata con tutti i suoi colori nel nulla. "Non lo saprai mai stronza, le dissi tra me e me".
Il viaggio in treno passò veloce. Io di fronte a Lorenzo con le gambe che si potevano toccare ogni momento avessimo avuto il desiderio irrefrenabile
di un contatto fisico. Spesso ci guardavamo negli occhi, prolungatamente, mentre gli altri viaggiatori dello scompartimento non avrebbero mai potuto capire quello che c'era tra noi.
Arrivammo in Hotel. L'anziana signora della hall dopo averci chiesto i documenti esclamò "Ma che bei ragazzi! Siete venuti a far strage di donne qui al mare, eh?" "Beh, se capita non ci tiriamo certo indietro, signora..." le rispose Lorenzo. La signora sorridendo ci allungò le chiavi:
"La stanza è al secondo piano, in fondo al corridoio a destra. Mi spiace che le camere coi letti singoli siano esaurite, dovrete accontentarvi di un letto matrimoniale" "Non c'è problema signora" risposi "i letti servono solo per dormire".
Una volta saliti in ascensore Lorenzo mi guardò serio per criticarmi la frase "Solo per dormire, eh?" "Si-replicai- con il tuo cuore vicino...". Sorrise e mi diede un bacio sulle labbra.
Appena in tempo, perchè la porta dell'ascensore si aprì e ci trovammo di fronte una famigliola con mamma, papa' e due bambini. Bella figura di cacca se ci avessero beccato...
Stavo per fare il bagno. Mi ero appoggiato alla parete della vasca aspettando che l'acqua raggiungesse la temperatura giusta. Silenziosamente, furtivamente sentii Lorenzo alle mie spalle. Mi prese con le braccia da dietro e mi strinse forte il petto mentre la sua lingua cominciava a spazzolarmi il collo.
"Aspetta Lorenzo, sono tutto sudato, mi faccio un bel bagno" "No, chiudi l'acqua, voglio sentire il profumo della tua pelle. Ho voglia adesso!" Dal collo andò giù, mi lecco' tutta la schiena, mi abbassò gli slip e le sue labbra si appiccicarono al mio culo. Andai in visibilio a sentire la sua lingua così possente, così selvatica e delicata al tempo stesso. Con le mani cercai il suo uccello. Lo trovai. Ce l'aveva durissimo. "Se te lo mettessi dietro?" mi fece. "Se me lo metti dentro con amore, con dolcezza, la mia risposta è si!". "Non riuscirei mai a far niente se non usassi dolcezza nei tuoi confronti disse staccando le labbra dal mio buco del culo. Si sputò sulla mano e dopo essersi bagnato il cazzo abbondantemente me lo appoggiò. Si insinuo' dentro piano, poco alla volta facendosi strada tra i muscoli dello sfintere. Mi faceva male ma cercai di resistere anche perchè il dolore presto si trasformò in qualcosa di indicibile. Entrai in un altro universo dove dolore, gioa e piacere collimavano in una stessa emozione. Mentre gemevo con le mani cercai di accarezzare ogni centimetro del suo corpo. Sentivo che anche lui gemeva, gli dava piacere quello che stava facendo. E sono sicuro che il piacere che provava non era dato solo dall'atto sessuale in sè. Sono sicuro che fosse cosciente che anche l'amore giocasse bene la sua parte, una grande parte. Io non sentivo più male. Concretizzai che non era il suo cazzo duro a perforarmi ma solo il suo amore. Mi smanettai qualche secondo l'uccello e spruzzai nella vasca una grossa dose di sperma. Quando si accorse che ero venuto me lo sfilò e cominciò a masturbarsi. Mi girai. Vedevo i suoi occhi smeraldo in preda all'estasi. Gli dissi "Fai la cosa giusta" posizionandomi a portata di labbra del suo uccello. La doccia che mi fece in faccia esternò il piacere immenso che aveva provato. Non potei resistere al consueto gioco di prenderlo in bocca. Mi entrarono le gocce superstiti di quella immane sborrata. Guardavo il suo viso compiaciuto e i suoi capelli muoversi in sincronismo all'orgasmo appena provato. Le bocche si unirono. E bevvi anche dalle sue labbra. Il sapore di Lorenzo non mi avrebbe mai stancato.
Dopo cena, una cena molto romantica a lume di candela facemmo 2 passi sul lungomare. Fu allora che mi parlò di Antonio, non eravamo più tornati sull'argomento.
"Mi ha mandato una mail Antonio ieri -disse- ce l'ho qui sul cellulare, leggila: "Credo che tra te e Mattia sia nato qualcosa. All'inizio volevo vendicarmi poi ho deciso di rinunciarvi. Lo faccio per rispetto. Non ho alcun diritto di fare questioni sugli affari degli altri. Se tu non hai voluto me accetto questa tua decisione. Mattia sicuramente avrà in più cose che io non ho. E non è colpa nè mia, nè tua, nè di nessun altro se quello che speravo nascesse tra me e te non è mai nato. Senza rancore. Antonio". "Non credevo avesse digerito tutto così, poi ti ha scritto delle belle cose, lo facevo più stronzo. Ah, poi non sai il sogno che ho fatto stanotte" "Bello o brutto?" "Orrendo! Antonio mi inseguiva di notte con un coltello da macellaio e mi squartava in due. Mi sono svegliato urlando, tantochè sono accorsi anche i miei"
"Vedi Mattia, le paure a volte si concretizzano ed è un bene che succeda nei sogni. Avevi paura che lui volesse fartela pagare ma dopo la mail che mi ha scritto è fuori causa. Antonio tutto sommato è un buon ragazzo".
Verso mezzanotte tornammo in camera e ci ritrovammo sul letto nudi e abbracciati. Una sensazione sana e profonda. Respiravamo aria di libertà, eravamo per i cazzi nostri in una stanza d'albergo e non relegati al sotterfugio della stanza del castigo. Era stato un bene che i miei avessero sequestrato le chiavi. Eravamo stanchi. Ci addormentammo abbracciandoci stretti. E finalmente col nostro cuore vicino.
Il mattino dopo quando aprii gli occhi notai Lorenzo assorto ad osservarmi con la testa alzata e il gomito appoggiato al cuscino. "Hai dormito bene tesorino?"
"Benissimo! Ma da quando in qua mi chiami tesorino?" "Da adesso, non ti piace esser chiamato così?" "Mi piace da morire, ogni cosa che dici e che fai mi piace da morire!" risposi. "E se ti proponessi un gioco ti piacerebbe da morire anche quello?" "Che gioco?" "Mi fai una sega senza prendermi il cazzo in bocca. Vediamo se resisti al desiderio di succhiarmelo..."
"Ma è un gioco crudele, sleale!"
"Allora ci stai?" "Ci sto, ma se resisto che mi dai in cambio? Cosa vinco?" "Mi faccio scopare in bocca finchè non me la riempi e bevo fino all'ultima goccia di quello che sparerai..." "Fantastico, allora devo vincere per forza" gli dissi prima di dargli un bacio in bocca che me lo fece drizzare in meno di un secondo. Tiro' giu' il lenzuolo e mise a nudo il suo trofeo, già duro, già scappellato. Mi misi comodo sul letto in modo da averlo a portata di mano e di naso. Amavo sentire il suo profumo. Poi cominciai a masturbarlo imponendomi che non avrei mai dovuto
fargli una pompa. Ma più muovevo la mia mano e più sentivo i gemiti che emetteva e il profumo che esalava il suo cazzo e più avrei capito che non ce l'avrei mai fatta. Lorenzo aveva gli occhi chiusi. Ne approfittai per ficcarmelo in bocca di colpo. E con un guizzo del corpo e con un rantolo bestiale aprii gli occhi. Sorrise dicendomi "Hai perso, non sei riuscito a controllarti, peccato. Ma già che ci sei finisci l'opera!". E iniziai ad aumentare il ritmo, sia della mano che dalla bocca. Lorenzo non stava fermo, sembrava un'anguilla, e vedendo i suoi movimenti sincopati in preda al piacere aumentai la velocità della mano sul cazzo finchè non esplose colpendomi in bocca, nel naso e negli occhi. Mentre il suo sperma mi stava colando su tutto il viso glielo succhiai ancora assaporando il suo seme, aspettando che l'ondata di piacere che l'aveva travolto si esaurisse fino in fondo.
"Sei fantastico" mi disse "anche se hai perso meriti di essere ricambiato. Mi fece accomodare seduto sul suo petto e dopo avermi messo a nudo il glande rossissimo prese a ciucciarmi. Che bocca meravigliosa. Il piacere che partiva dall'uccello mi si estendeva a tutto il resto del corpo. Cominciai ad andare su e giu' con il bacino, come se stessi scopando una figa, ma stavo scopando la bocca di Lorenzo. E quella posa corrispondeva all'incanto, sentire le mucose della sua bocca e la sua saliva che mi bagnavano mi mandarono in delirio. "Non ce la faccio più" gli dissi accelerando i colpi. A quelle mie parole mi agguanto' da dietro, dal culo e spinse verso di se, più dentro di sè. Ancora qualche ciucciata e la sborrata fu inevitabile. Gli inondai la bocca che volle svuotarsi inghiottendo tutto velocemente. Quando esausto glielo sfilai dalle labbra il mio uccello non sgocciolava neanche più. Mi aveva svuotato tutto. Coglioni, prostata, epididimo, tutto il frutto del mio apparato genito-urinario era stato ingurcitato nel suo stomaco. Il bacio in bocca suggellava come sempre l'epilogo delle nostre prodezze.
La giornata di mare fu molto romantica. Ci sentivamo come una coppia normale, come un uomo e una donna e non stonavamo tra tutta quella gente che affollava la spiaggia e che non avrebbe mai sospettato di noi. Prendemmo il sole, facemmo il bagno, giocammo
nell'acqua. Poi tornavamo a sdraiarci sulla sabbia, sempre con sguardo complice ognuno addosso allo sguardo dell'altro. Com'era bello con il sole in fronte e il vento che gli muoveva i capelli. Notavo che Lorenzo guardava con molta dolcezza i bambini che giocavano sulla spiaggia. Sono sicuro che avrebbe desiderato un figlio ma cancellai dalla mia testa quella fantasia. Un figlio avrebbe potuto averlo solo con Elena e non con me. Spensi il pensiero per non farmi invadere dalla solita gelosia che provavo nei confronti della sua ragazza. Volevo godermi quei momenti insieme a lui senza interferenze esterne.
Arrivò l'ora del ritono a casa e prendere quel treno fu molto triste. Fu ancora più triste quando il treno giunse alla fermata della nostra città.
Ci salutammo alla stazione. Ognune riprese la sua bicicletta e la strada di casa. L'indomani sarebbe stato lunedi e lei sarebbe tornata. Lei, quella
che poteva usufruire di Lorenzo in tutta la sua integrità di forma e aspetto. Lei che poteva abbracciarlo per strada, o baciarlo o tenerlo per mano.
A lei era dato di piu' di quanto fosse dato a me. Io e Lorenzo insieme dovevamo adottare sotterfugi, inganni fatti di buglie e menzogne. Ma quello che più contava era davvero forse l'amore, l'amore grande, l'amore immenso. Quel sentimento profondo e incandescente che ci univa nel bene e nel male. Durò troppo poco quel weekend. Troppo poco per smaltire la fame che avevamo di noi. Una fame che non si sarebbe mai esaurita, almeno da parte mia. Conoscevo ancora troppo poco Lorenzo per illudermi sarebbe durata per sempre. Poi lui aveva già un contratto con Elena, l'ostacolo più grande forse. Comunque fosse Lorenzo restava il mio calice per dissetarmi e il piatto da cui sfamarmi.
Gli etero alle prime armi coi maschi sono sempre stati il sacro Graal dei gay.
"Ehi Mattia!" mi girai. Lo riconobbi grazie alla luce di un lampione, era Antonio e mi sembrava avesse qualcosa di lucente tra le mani. Misi a fuoco. Era un lungo coltello e si stava avvicinando con passo veloce a me! "Te l'avevo detto, ti avevo avvisato che ero gelosissimo di Lorenzo. Questa non dovevi farmela!". Non ebbi il tempo di fiatare. Mi ritrovai con questo coltello da macellaio conficcato nel ventre. Caddi a terra in un lago di sangue.
Mi svegliai di soprassalto con un urlo sovrumano nel cuore della notte. Era stato un sogno, un incubo orrendo. Mi misi a sedere di scatto sul letto accendendo la luce sul comodino con il cuore a 130 battiti al minuto. Accorsero i miei: "Mattia che hai fatto??" chiese mio padre.
"Ho fatto un incubo" risposi. "Cos'hai sognato?" fece mia mamma che si era messa a sedere sul letto accarezzandomi. "Non mi ricordo, forse qualcosa, credo che mi volessero uccidere". "
Oh povero -replicò mamma- allora è vero che non dormi bene di notte. E' meglio che domani andiamo dal dottore, così ti fai vedere, ti ordinerà qualche tranquillante per farti dormire. Va meglio adesso?"
"Si grazie, va molto meglio, cerchero' di riaddormentarmi. Mi dispiace avervi svegliato".
"Non preoccuparti di questo. Cerca di dormire adesso. Buonanotte Mattia".
I miei uscirono dalla stanza e io rimasi lì a pensare. Sperai non si trattasse di un sogno premonitore. Ma quel sogno orrendo mi aveva sconvolto. Mi misi quieto e riuscii a riprendere sonno.
Mia madre mi sveglio' alla 10 tutta preoccupata. Alzando la tapparella mi chiese "Sei riuscito a riaddormentarti?" "Si quasi subito e non ho più fatto incubi, meno male!" "Vuoi che andiamo dal medico?" "No aspettiamo, magari non ricapita più, non ho voglia di rimbambirmi con dei sonniferi". "Hai ragione Mattia, alla fine fanno solo male. Io e tuo papa' stamattina parlavamo. Pensavamo di invitare Lorenza a cena una di queste sere, cosa ne pensi'". "Ma mamma... la conosco solo da 10 giorni, non so se è una cosa seria, se durerà... io direi di aspettare".
"Come vuoi, ma ricordati che prima o poi la vogliamo conoscere e finchè non ce la fai conoscere le chiavi della tavernetta sono sequestrate".
Fece uno stupido risolino mentre usciva dalla camera e io dentro di me le urlai "STRONZA!". E pensare che avevamo progettato di vederci proprio quella sera. Vaffanculo...
Dopo aver fatto colazione andai fuori in bicicletta. Volevo andare in facoltà per capire quale fosse il prossimo esame. Se i miei fossero tornati sull'argomento almeno Adv avrei potuto dirgli qualcosa di vero. E nel frattempo pensavo anche a Lorenzo, quale poteva essere la scappatoia essendoci stata vietata la stanza del castigo. Incontrai Franz, anche lui non lo vedevo dal tiro al bersaglio. Mi fece una gran festa. Mi chiese se avessi letto la mail che mi aveva mandato il giorno prima. Non avevo ancora guardato la posta e gli risposi di no.
"Allora te lo dico a voce. Questo weekend i miei vanno via e volevo organizzare una cosa tipo quella che abbiamo fatto a casa tua, ho già trovato 5 probabili partecipanti...".
Se non avessi incontrato Lorenzo ci sarei andato di corsa, mi piacevano un casino quelle porcate cameratesche ma ovviamente la mia risposta fu no: "Mi dispiace Franz ma sto con un ragazzo adesso e non avrei più voglia di ripetere quell'esperienza" "Perchè no? Potreste venire insieme" "No, sai, non è certo il tipo adatto per queste cose..." "Beh allora non sto piu' a insistere. Ma non è che magari potresti rintracciare quel tipo coi capelli lunghi che è venuto quel giorno? minchia quant'era bono!".
"Chi Lorenzo? (fumi vari) No guarda, mi ha detto Antonio, il nostro amico in comune che la cosa non gli era dispiaciuta ma non la ripeterebbe più, ha commentato che sono cose per froci".
"Ahahah in effetti... Peccato comunque. Vabbè cerchero' da solo altri partecipanti e in bocca al lupo per la tua storia". "Crepi! Grazie Franz, ci sentiamo".
Ma dimmi te, aveva fatto colpo anche su di lui Lorenzo, eh? E invece picche, adesso Lorenzo è mio! Pensai. Raggiunsi la facoltà. Il prossimo appello era il 19 agosto, beh allora la balla era credibile, un po' di fortuna ogni tanto...:) Squillò il cellulare. Lorenzo!
"Ciao bellisssimo, dove sei? Ho fatto un salto all'università per vedere quando è il prossimo esame". "Hai intenzione di dare un esame?" "Ma nooo, figurati e chi c'ha voglia? Era per i miei, non mi hanno ancora chiesto dettagli da quella volta, ma stai tranquillo che prima o poi lo fanno" "Ahahahah ti riferisci a quando siamo venuti per la gara di seghe?" "Si esatto" "Ah Mattia... mannaggia a quella volta" "Che vuoi dire Lorenzo?" "Se non fossi venuto non avrei mai perso la testa per te!" "Lo dici quasi come se ti dispiacesse" "Lo sai bene che non mi dispiace, è che forse non ero preparato a questa cosa. C'è un mare in tempesta dentro me, si placa solo quando ti vedo, quando ti bacio, quando ti tocco!"
"Questa tempesta è reciproca Lorenzo! Poi non ti ho detto una cosa!"
"Cosa?" "I miei hanno sequestrato le chiavi della tavernetta" "Perchè?" "Perchè ti vogliono conoscere, pensa mia madre stava anche progettando per invitarti a cena" "Bisogna trovare una scappatoia. Io avrei un'amica disposta a reggere il gioco. Ma dovrei spiegargli tutto, non so se me la sento" "Te la sei scopata?" "Ma possibile ogni ragazza tiro fuori mi chiedi se me la son scopata? Per farti contento te lo dico. Una volta che siamo andati a sciare in montagna, si me la sono scopata, solo una volta, soddisfatto adesso?" "No, neanche un pò!" "Geloso anche di quelle ho avuto in passato?" "Si esatto, anche di quelle che hai avuto..." "E tu? Quanti maschi ti sei passato? te l'ho mai chiesto? Quanti ragazzi hai slimonato? E spompinato? E magari ti sei montato e magari ti sei fanno venire in bocca o gli hai leccato il culo? Quanti? Te l'ho mai chiesto?"
"Sei geloso?" "Si sono geloso, va bene se rispondo così?" "Non ne ho avuti tanti, e se vuoi saperlo nessuno mi ha fatto perdere la testa così come l'ho persa per te!" "Grazie, sono onorato! Talmente onorato che ogni notte prima di dormire mi faccio una sega pensando solo a te! Ti gratifica questo?" "Si abbastanza, ma se penso che stai con Elena mi fa davvero male, non sai quanto. Ma io non mi mettero' mai contro di voi, per cui accetto e butto giù anche se sto tanto male" "Mi fai i ricatti morali?"
"No, ti spiegavo solo quello che provo. Ma siamo andati fuori tema. Allora questa tua amica potrebbe fingersi per la mia ragazza?"
"Si, ma è meglio di no Mattia, abbandoniamo questo progetto"
"Allora rimane solo una soluzione..."
"Quale?" "Che tu ti trucchi, che ti vesta da donna e che una sera vieni a conoscere i miei" "Cosa? cosa hai detto? Ripeti un pò?!" "Hai capito benissimo! Hai un viso dolce, hai dei capelli lunghi bellissimi, ti fai bene la barba, un pò di fondo tinta e mascara, un bel vestito e voilà diventi una strafica!" "Ma Mattia?! Stai delirando? Secondo te io sono uno che va in giro a fare il trans? Ma ti sei bevuto il cervello?" "Hai anche una voce duttile, con un po' di esercizio potresti benissimo imitare Lorenza. I miei sarebbero contenti e non mi romperebbero più le balle""Certo, e ho anche un 45 di piede, dove vado a trovare un paio di scarpe con quel numero?? Niente da fare, travestirmi non fa per me... I tuoi aspetteranno ancora un bel pezzo prima di conoscermi" "Come vuoi padrone ma la faccenda di stasera come la risolviamo?" "Senti, mi è venuta un'idea. Se l'accesso alla stanza del castigo è negata stasera saltiamo. Ma ti propongo qualcosa di molto più emozionale. Domani andiamo al mare, stiamo fuori a dormire e torniamo domenica. Un weekend tutto per noi!" "E la tua ragazza? E' partita oggi, è andata con i suoi a trovare dei parenti lontani, torna lunedì" "E' fantastico Lorenzo, non mi sarei mai aspettato una proposta del genere. Sto facendo i salti di gioia, vorrei già che fosse domani" "Andiamo in treno, la macchina lo sai, me la lasciano solo in città" "In treno va benissimo!" "Prenoto io l'albergo, ci sentiamo stasera così ti so dire meglio. Ciao Mattia, un bacio immenso".
La mattina dopo partimmo verso le 10. Non prima di aver litigato con i mei. Gli dava fastidio stessi via a dormire quel sabato. Gli seccava il fatto avessi bypassato il divieto della stanza del castigo e che me andassi via per i fatti miei senza ancora aver conosciuto la mia fantomatica donna. Mentre in bicicletta uscivo dal cancello con la coda dell'occhio vidi anche la vicina affacciata alla finestra. Sicuramente si sarà chiesta dove stessi andando con la borsa da viaggio. Ma questa volta la sua curiosità sarebbe sfumata con tutti i suoi colori nel nulla. "Non lo saprai mai stronza, le dissi tra me e me".
Il viaggio in treno passò veloce. Io di fronte a Lorenzo con le gambe che si potevano toccare ogni momento avessimo avuto il desiderio irrefrenabile
di un contatto fisico. Spesso ci guardavamo negli occhi, prolungatamente, mentre gli altri viaggiatori dello scompartimento non avrebbero mai potuto capire quello che c'era tra noi.
Arrivammo in Hotel. L'anziana signora della hall dopo averci chiesto i documenti esclamò "Ma che bei ragazzi! Siete venuti a far strage di donne qui al mare, eh?" "Beh, se capita non ci tiriamo certo indietro, signora..." le rispose Lorenzo. La signora sorridendo ci allungò le chiavi:
"La stanza è al secondo piano, in fondo al corridoio a destra. Mi spiace che le camere coi letti singoli siano esaurite, dovrete accontentarvi di un letto matrimoniale" "Non c'è problema signora" risposi "i letti servono solo per dormire".
Una volta saliti in ascensore Lorenzo mi guardò serio per criticarmi la frase "Solo per dormire, eh?" "Si-replicai- con il tuo cuore vicino...". Sorrise e mi diede un bacio sulle labbra.
Appena in tempo, perchè la porta dell'ascensore si aprì e ci trovammo di fronte una famigliola con mamma, papa' e due bambini. Bella figura di cacca se ci avessero beccato...
Stavo per fare il bagno. Mi ero appoggiato alla parete della vasca aspettando che l'acqua raggiungesse la temperatura giusta. Silenziosamente, furtivamente sentii Lorenzo alle mie spalle. Mi prese con le braccia da dietro e mi strinse forte il petto mentre la sua lingua cominciava a spazzolarmi il collo.
"Aspetta Lorenzo, sono tutto sudato, mi faccio un bel bagno" "No, chiudi l'acqua, voglio sentire il profumo della tua pelle. Ho voglia adesso!" Dal collo andò giù, mi lecco' tutta la schiena, mi abbassò gli slip e le sue labbra si appiccicarono al mio culo. Andai in visibilio a sentire la sua lingua così possente, così selvatica e delicata al tempo stesso. Con le mani cercai il suo uccello. Lo trovai. Ce l'aveva durissimo. "Se te lo mettessi dietro?" mi fece. "Se me lo metti dentro con amore, con dolcezza, la mia risposta è si!". "Non riuscirei mai a far niente se non usassi dolcezza nei tuoi confronti disse staccando le labbra dal mio buco del culo. Si sputò sulla mano e dopo essersi bagnato il cazzo abbondantemente me lo appoggiò. Si insinuo' dentro piano, poco alla volta facendosi strada tra i muscoli dello sfintere. Mi faceva male ma cercai di resistere anche perchè il dolore presto si trasformò in qualcosa di indicibile. Entrai in un altro universo dove dolore, gioa e piacere collimavano in una stessa emozione. Mentre gemevo con le mani cercai di accarezzare ogni centimetro del suo corpo. Sentivo che anche lui gemeva, gli dava piacere quello che stava facendo. E sono sicuro che il piacere che provava non era dato solo dall'atto sessuale in sè. Sono sicuro che fosse cosciente che anche l'amore giocasse bene la sua parte, una grande parte. Io non sentivo più male. Concretizzai che non era il suo cazzo duro a perforarmi ma solo il suo amore. Mi smanettai qualche secondo l'uccello e spruzzai nella vasca una grossa dose di sperma. Quando si accorse che ero venuto me lo sfilò e cominciò a masturbarsi. Mi girai. Vedevo i suoi occhi smeraldo in preda all'estasi. Gli dissi "Fai la cosa giusta" posizionandomi a portata di labbra del suo uccello. La doccia che mi fece in faccia esternò il piacere immenso che aveva provato. Non potei resistere al consueto gioco di prenderlo in bocca. Mi entrarono le gocce superstiti di quella immane sborrata. Guardavo il suo viso compiaciuto e i suoi capelli muoversi in sincronismo all'orgasmo appena provato. Le bocche si unirono. E bevvi anche dalle sue labbra. Il sapore di Lorenzo non mi avrebbe mai stancato.
Dopo cena, una cena molto romantica a lume di candela facemmo 2 passi sul lungomare. Fu allora che mi parlò di Antonio, non eravamo più tornati sull'argomento.
"Mi ha mandato una mail Antonio ieri -disse- ce l'ho qui sul cellulare, leggila: "Credo che tra te e Mattia sia nato qualcosa. All'inizio volevo vendicarmi poi ho deciso di rinunciarvi. Lo faccio per rispetto. Non ho alcun diritto di fare questioni sugli affari degli altri. Se tu non hai voluto me accetto questa tua decisione. Mattia sicuramente avrà in più cose che io non ho. E non è colpa nè mia, nè tua, nè di nessun altro se quello che speravo nascesse tra me e te non è mai nato. Senza rancore. Antonio". "Non credevo avesse digerito tutto così, poi ti ha scritto delle belle cose, lo facevo più stronzo. Ah, poi non sai il sogno che ho fatto stanotte" "Bello o brutto?" "Orrendo! Antonio mi inseguiva di notte con un coltello da macellaio e mi squartava in due. Mi sono svegliato urlando, tantochè sono accorsi anche i miei"
"Vedi Mattia, le paure a volte si concretizzano ed è un bene che succeda nei sogni. Avevi paura che lui volesse fartela pagare ma dopo la mail che mi ha scritto è fuori causa. Antonio tutto sommato è un buon ragazzo".
Verso mezzanotte tornammo in camera e ci ritrovammo sul letto nudi e abbracciati. Una sensazione sana e profonda. Respiravamo aria di libertà, eravamo per i cazzi nostri in una stanza d'albergo e non relegati al sotterfugio della stanza del castigo. Era stato un bene che i miei avessero sequestrato le chiavi. Eravamo stanchi. Ci addormentammo abbracciandoci stretti. E finalmente col nostro cuore vicino.
Il mattino dopo quando aprii gli occhi notai Lorenzo assorto ad osservarmi con la testa alzata e il gomito appoggiato al cuscino. "Hai dormito bene tesorino?"
"Benissimo! Ma da quando in qua mi chiami tesorino?" "Da adesso, non ti piace esser chiamato così?" "Mi piace da morire, ogni cosa che dici e che fai mi piace da morire!" risposi. "E se ti proponessi un gioco ti piacerebbe da morire anche quello?" "Che gioco?" "Mi fai una sega senza prendermi il cazzo in bocca. Vediamo se resisti al desiderio di succhiarmelo..."
"Ma è un gioco crudele, sleale!"
"Allora ci stai?" "Ci sto, ma se resisto che mi dai in cambio? Cosa vinco?" "Mi faccio scopare in bocca finchè non me la riempi e bevo fino all'ultima goccia di quello che sparerai..." "Fantastico, allora devo vincere per forza" gli dissi prima di dargli un bacio in bocca che me lo fece drizzare in meno di un secondo. Tiro' giu' il lenzuolo e mise a nudo il suo trofeo, già duro, già scappellato. Mi misi comodo sul letto in modo da averlo a portata di mano e di naso. Amavo sentire il suo profumo. Poi cominciai a masturbarlo imponendomi che non avrei mai dovuto
fargli una pompa. Ma più muovevo la mia mano e più sentivo i gemiti che emetteva e il profumo che esalava il suo cazzo e più avrei capito che non ce l'avrei mai fatta. Lorenzo aveva gli occhi chiusi. Ne approfittai per ficcarmelo in bocca di colpo. E con un guizzo del corpo e con un rantolo bestiale aprii gli occhi. Sorrise dicendomi "Hai perso, non sei riuscito a controllarti, peccato. Ma già che ci sei finisci l'opera!". E iniziai ad aumentare il ritmo, sia della mano che dalla bocca. Lorenzo non stava fermo, sembrava un'anguilla, e vedendo i suoi movimenti sincopati in preda al piacere aumentai la velocità della mano sul cazzo finchè non esplose colpendomi in bocca, nel naso e negli occhi. Mentre il suo sperma mi stava colando su tutto il viso glielo succhiai ancora assaporando il suo seme, aspettando che l'ondata di piacere che l'aveva travolto si esaurisse fino in fondo.
"Sei fantastico" mi disse "anche se hai perso meriti di essere ricambiato. Mi fece accomodare seduto sul suo petto e dopo avermi messo a nudo il glande rossissimo prese a ciucciarmi. Che bocca meravigliosa. Il piacere che partiva dall'uccello mi si estendeva a tutto il resto del corpo. Cominciai ad andare su e giu' con il bacino, come se stessi scopando una figa, ma stavo scopando la bocca di Lorenzo. E quella posa corrispondeva all'incanto, sentire le mucose della sua bocca e la sua saliva che mi bagnavano mi mandarono in delirio. "Non ce la faccio più" gli dissi accelerando i colpi. A quelle mie parole mi agguanto' da dietro, dal culo e spinse verso di se, più dentro di sè. Ancora qualche ciucciata e la sborrata fu inevitabile. Gli inondai la bocca che volle svuotarsi inghiottendo tutto velocemente. Quando esausto glielo sfilai dalle labbra il mio uccello non sgocciolava neanche più. Mi aveva svuotato tutto. Coglioni, prostata, epididimo, tutto il frutto del mio apparato genito-urinario era stato ingurcitato nel suo stomaco. Il bacio in bocca suggellava come sempre l'epilogo delle nostre prodezze.
La giornata di mare fu molto romantica. Ci sentivamo come una coppia normale, come un uomo e una donna e non stonavamo tra tutta quella gente che affollava la spiaggia e che non avrebbe mai sospettato di noi. Prendemmo il sole, facemmo il bagno, giocammo
nell'acqua. Poi tornavamo a sdraiarci sulla sabbia, sempre con sguardo complice ognuno addosso allo sguardo dell'altro. Com'era bello con il sole in fronte e il vento che gli muoveva i capelli. Notavo che Lorenzo guardava con molta dolcezza i bambini che giocavano sulla spiaggia. Sono sicuro che avrebbe desiderato un figlio ma cancellai dalla mia testa quella fantasia. Un figlio avrebbe potuto averlo solo con Elena e non con me. Spensi il pensiero per non farmi invadere dalla solita gelosia che provavo nei confronti della sua ragazza. Volevo godermi quei momenti insieme a lui senza interferenze esterne.
Arrivò l'ora del ritono a casa e prendere quel treno fu molto triste. Fu ancora più triste quando il treno giunse alla fermata della nostra città.
Ci salutammo alla stazione. Ognune riprese la sua bicicletta e la strada di casa. L'indomani sarebbe stato lunedi e lei sarebbe tornata. Lei, quella
che poteva usufruire di Lorenzo in tutta la sua integrità di forma e aspetto. Lei che poteva abbracciarlo per strada, o baciarlo o tenerlo per mano.
A lei era dato di piu' di quanto fosse dato a me. Io e Lorenzo insieme dovevamo adottare sotterfugi, inganni fatti di buglie e menzogne. Ma quello che più contava era davvero forse l'amore, l'amore grande, l'amore immenso. Quel sentimento profondo e incandescente che ci univa nel bene e nel male. Durò troppo poco quel weekend. Troppo poco per smaltire la fame che avevamo di noi. Una fame che non si sarebbe mai esaurita, almeno da parte mia. Conoscevo ancora troppo poco Lorenzo per illudermi sarebbe durata per sempre. Poi lui aveva già un contratto con Elena, l'ostacolo più grande forse. Comunque fosse Lorenzo restava il mio calice per dissetarmi e il piatto da cui sfamarmi.
Gli etero alle prime armi coi maschi sono sempre stati il sacro Graal dei gay.
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