Michela mia sorella maggiore

di
genere
incesti

Era più o meno passata la mezzanotte di quel sabato di fine Marzo , quando mi suona il cellulare , io ero comodamente sdraiato sul divano col telecomando in mano passando da un canale all’altro, rispondo concitatamente perché non era usuale per me ricevere chiamate a quell’ora. Era Paola una delle amiche con la quale era uscita mia sorella per celebrare un compleanno , subito mi tranquillizza dicendomi .. guarda stai tranquillo non è successo niente di particolarmente serio.. si trattava di Michela, mia sorella si era lasciata andare bevendo più del dovuto ed era praticamente ubriaca e non più gestibile ,mi offrii per andare a prenderla ma Paola mi disse di stare tranquillo che la stavano portando a casa mia , premetto mia sorella ha 48 anni una donna di quelle che non ti lasciano indifferente, ma non per la sua avvenenza , Michela è una donna normale ma dotata di una femminilità imbarazzante, io ho 42 anni direi portati molto bene , tutti e due single , io per scelta , lei con alcune storie passate alle spalle . e viviamo tutti e due per conto nostro lei nell’appartamento lasciatoci in eredità dopo la scomparsa dei nostri genitori , nella zona periferica sud , io in un piccolo attico nel centro , insomma una situazione familiare normalissima .
Bene.. tornando alla telefonata dissi a Paola che era ok , meglio se dormiva a casa mia per questa notte , avrei potuto accudirla in caso di bisogno. Dopo circa 20 minuti suona il campanello, scendo fino a pianterreno andando incontro a Paola che insieme ad altre due amiche tenevano praticamente mia sorella di peso, completamente assente e con l’occhio torvo da chi aveva alzato un po’ troppo il gomito. Che io ricordi era la sua prima vera sbornia in quanto Michela non è affatto bevitrice e secondo me non aveva neanche bevuto troppo ma fatto un uso maldestro mischiando alcuni drinks , aiutai le ragazze a trascinare Michela dentro l’ascensore con me salì solo Paola le altre aspettarono giù.. entrammo in casa a adagiammo Michela al letto , diedi un abbraccio e un bacio a Paola ringraziandola e tranquillizzandola , ci salutammo con la promessa che l’indomani l’avremmo chiamata .
Michela era praticamente buttata sul mio letto distesa braccia aperte penzolanti dal bordo del letto dormiva già pesantemente , lo si annuiva dal respiro profondo e irregolare, rimasi immobile osservandola cercando di sciogliere pian piano la tensione che avevo accumulato per questa insolita situazione , avevo mia sorella distesa di fronte a me e cominciai a guardarla con altri pensieri , mi eccitava , la sua eleganza anche nelle situazioni più out, la sua gonna nera stropicciata , le sue gambe che pure avevo visto tante volte , la camicetta bianca e la giacchetta nera la rendevano tremendamente sexy , mentre la osservavo stavano riaffiorando in me tutti i momenti passati in cui avevo favoleggiato e immaginato le cose più porche ed erotiche con lei , già da quando avevo 15 anni e lei 21 e condividevamo la stessa stanza nella casetta della nostra infanzia la morbosità nei suoi confronti aveva preso il sopravvento , l’avevo sempre coccolata sebbene fosse la sorella maggiore , ho perso il conto delle seghe che mi sono fatto pensando a lei , immaginando di scoparla e di farle provare ogni sorta di gioco erotico, mi faceva impazzire il suo fondoschiena, ogni momento era buono per cercare di spiarla, quando andava in bagno , sotto la doccia, quando la mattina si vestiva di fronte a me e si infilava le calze appoggiando una gamba al bordo del mio letto ed io facevo finta di dormire ma sbirciavo con l’occhio socchiuso , eravamo comunque molto aperti mentalmente ed anche molto complici , quando capitava di guardare la tv insieme e capitavano scene erotiche o di sesso i nostri commenti s’incrociavano ,senza nessun tabù , lei mi parlava delle sue esperienze ed io delle mie passioni. Una volta entrò in camera mentre mi stavo masturbando avevo gli occhi socchiusi e non mi ero accorto della sua presenza, solo dopo un attimo mi accorsi che mi stava guardando e sorridendo piano quasi a non volere interrompere il mio momento personale disse come se fosse la cosa più semplice di questo mondo ..fai con comodo, entro quando hai finito , non c’era imbarazzo tra noi, Poi col tempo crescendo le nostre strade si divisero, però la passione nascosta per lei mi è sempre rimasta anzi diventava sempre più forte , e nelle occasioni in cui potevo non perdevo l’abitudine di spiarla di nascosto e masturbarmi pensando a lei, ogni tanto mi azzardavo a farle commenti personali e diretti , una volta mentre stava per uscire di casa con una magliettina molto scollata l’afferrai per il braccio e le dissi: Hai due tette da paura e anche se sono tuo fratello mi fanno impazzire , glielo dissi tra il serio e lo scherzoso guardandola fissa negli occhi prima e nella scollatura poi , per sdrammatizzare le dissi .. vai e uccidili tutti.. lei ammiccando e stringendosi le tette con le mani .. lo so, lo so sono un arma letale mi diede un bacio e uscì.
Dopo questa premessa tornando a quella sera nella mia testa stava scattando qualcosa di incontrollabile, mi aggiravo nervoso ai bordi del letto senza distogliere lo sguardo dalle sue gambe, lei inerme e involontariamente passiva le tette compresse nella camicetta sembrava dovessero esplodere da un momento all’altro , ero come dentro la sequenza di un film di cui improvvisamente mi trovavo ad essere l’attore principale , sentivo l’ adrenalina crescere , mi ritrovai col cazzo duro , eccitato come un toro. Per prima cosa cercai di scuotere Michela per vedere se c’era un minimo di reazione , non avevo piani specifici tutto stava passando così velocemente nella mia mente , la scossi per le spalle cercando di metterla di lato e chiamandola più volte per nome , ma la sua reazione fu solo uno sbiascicare incomprensibile per ricadere immediatamente nel sonno più profondo.
Dentro di me si faceva largo l’idea maliziosa di approfittare di questa situazione, ancor prima di pensarlo la mia mano era appoggiata alle sue gambe velate dalle calze color carne , finissime, velatissime, le sollevai la gonna per avere la conferma che erano autoreggenti.
Stavo entrando anzi lo ero già in confusione , le sfilai non senza fatica la giacchetta , le tolsi le scarpe e le slacciai i primi 3 bottoni della camicetta allentando la compressione delle tette riportandole a dimensioni più umane , sotto aveva un reggiseno bianco puro pizzo finissimo di V. S. Michela amava la lingerie di classe , spendeva un patrimonio, adorava il bianco e il nero ed i colori tenui, diceva sempre che quando una donna indossa un intimo di classe meno lo si fa vedere più verrà apprezzato , riferito ovviamente a noi uomini che ogni volta col nostro sguardo quando vediamo una donna che cattura la nostra attenzione , cerchiamo sempre di andare oltre per capire cosa c’è sotto .
Continuavo a scuoterla e non trovando reazioni , mi facevo più intraprendente , ora accarezzavo le sue gambe , le mie mani spaziavano dall’alto verso il basso , anche le sue caviglie mi eccitavano , qualsiasi cosa in quel momento mi eccitava , non ce la facevo più ero in trance da eccitazione, l’autocontrollo che mi ero dato andava scemando , con decisione le sfilai la gonna , ebbi la stessa sensazione di quando si inaugura un monumento , una targa, quando si toglie il velo e hai la curiosità e aspetti con ansia di vedere cosa appare, le mutandine facevano gioco col reggiseno non avrei avuto dubbi , niente perizoma ma decisamente ridotte col triangolino di pizzo a coprirle la zona pubica , lasciando intravedere la piccola meraviglia che si celava sotto , non persi tempo e le sfilai anche le mutandine arrotolandole intorno alle gambe fino a tenerle in mano come un trofeo appena conquistato , istintivamente le annusai passandomele per il viso un profumo intenso mi pervase stavo impazzendo , la sua fica .. voglio proprio chiamarla così al diavolo la poesia , la sua fica era qualcosa di meraviglioso, completamente rasata con solo un piccolo ciuffettino biondo a monte , le labbra vaginali belle uniformi curatissime , le allargai le gambe quel tanto da potermi avvicinare e d’istinto cominciai a baciarla e leccarla, passai la lingua nel mezzo delle labbra fino al piccolo clitoride, dapprima lentamente poi più intensamente , un effluvio che mi stordiva mandandomi completamente in trance . Mi tolsi i jeans e mi liberai del boxer liberando di fatto anche l’uccello che ormai premeva da tempo contro i pantaloni .. ecco ero in piedi praticamente nudo con solo la magliettina che per pudore non mi tolsi, come se tenere anche un piccolo indumento potesse farmi sentire più protetto .
Cominciai col esaudire una delle mie fantasie più frequenti quella di strofinarle il cazzo sulle calze , come un rito scorrevo le sue gambe avanti e indietro questo contatto pelle nylon mi faceva impazzire , alzai la posta e mi avvicinai alla sua bocca , col membro teso allo spasimo indugiai un attimo ma poi appoggiai la cappella sulle labbra socchiuse , alcune goccioline di umore uscendo le bagnarono , ormai avevo perso ogni freno inibitorio, forzandole la bocca riuscii ad entrare con la cappella e mi strofinai con gusto nel suo interno, mentre con la mano stimolavo base del membro, non ce la facevo più a resistere dovevo assolutamente sborrare , e non potevo certamente sborrarle in bocca , mi sistemai in ginocchio sul letto facendomi spazio in mezzo alle sue gambe con il cazzo all’altezza della fica e cominciai a strofinare la cappella sulle labbra vaginali facendo un po’ di pressione, la vidi scomparire nel mezzo , avevo praticamente la cappella dentro la vagina ,un colpetto secco e sarei entrato in lei , lo desideravo con tutte le mie forze ma la ragione per una volta ha prevalso sull’istinto, mi limitai a muovervi lentamente tra le sue labbra vaginali fino ad esplodere in un orgasmo che definirei pazzesco per intensità , durata e quantità di sborra, fiotti di sperma a coprirle completamente la vagina , sembrava non finire più, dopo l’ultimo schizzo rimasi immobile sospeso tra cielo e terra volevo assaporare fino all’ultimo secondo questo momento. La sua Fica ricoperta di sperma coi rigagnoli bianchi che colavano per le cosce , tornai lentamente in me, stavo pian piano rendendomi conto di quello che era appena successo , adesso passata l’euforia avrebbe dovuto secondo copione prendermi il panico , invece ero tranquillissimo , sereno e persino felice , con tutta calma presi un panno umido e cominciai a pulirle la vagina, togliendo ogni traccia di sperma , le infilai nuovamente le mutandine, le sfilai le calze , a fatica levai la camicetta e le misi un mio pigiama , pantaloni e maglietta sembrava un angioletto .
Riposi i suoi indumenti diligentemente sulla sedia e mi ricomposi cancellando anche qui ogni traccia o qualsiasi cosa di anormale poteva esserci nella stanza , un po’ come ripulire il luogo del delitto. Provai a scuotere ancora Michela per assicurarmi del suo stato e la reazione era sempre la stessa. Così la assestai sotto le coperte .
Andai in sala , avevo bisogno di rilassarmi , tutta la tensione accumulata era sparita lasciando spazio a un senso di benessere , mi versai un Ron Avana con due cubetti di giaccio , ne avevo bisogno e lo gustai lentamente , fissando la parete e pensando , erano già le 3 di notte e mi sembrava una notte magica. Mi addormentai sulla poltrona per poche ore mi svegliai alle 7 di mattina con lo stesso senso di benessere con cui mi ero addormentato , buttai un occhio in camera da letto giusto per assicurarmi che dormiva ancora .
C’era spazio ancora per togliermi uno sfizio presi una delle sue calze e lentamente fasciandomi l’uccello mi masturbai ancora , facendo attenzione a non bagnargliele e così fu.
Verso le otto e mezza provai a svegliarla presentandomi con un caffè caldo e il suo aroma intenso fece il suo effetto , Michela aprì gli occhi , stirandosi, guardandosi intorno, sussurrando con voce tartagliante e roca che cosa è successo ieri ? ricordo solo che al ristorante stavo malissimo poi più niente.. mi sento pesantissima. Mentre le passavo la tazzina di caffè
le spiegai tutto , la telefonata , Paola che l’accompagna , io che la metto a letto , ovviamente tralasciando la parte hard , facendole la ramanzina di stare più attenta nel bere . le dissi : sai ? nello spogliarti per metterti il pigiama non sai che imbarazzo provavo ho dovuto per forza di cosa guardarti le tette e roba intima, glielo dissi ridendo mentre sorseggiava il caffè.. lei sorridendo annuì, era stordita ma tranquilla le domandai come stava , ho una voglia di doccia calda fu la risposta Mentre uscivo dalla camera le dissi ..ricordati di telefonare a Paola che ieri era in pensiero.
dentro di me ripetevo .. è andata .
Sono passati ormai due mesi da quella notte ed io ho un solo pensiero che mi frulla in testa , quello di scoparla chissà forse un giorno succederà quando meno me lo aspetto .

scritto il
2011-06-04
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