Tra le sue mani e sul suo corpo
di
Celine
genere
trio
E' molto tempo che vorrei scrivere il racconto delle mie esperienze d'amore. Amore, sì. Sono sposata con Giorgio, il quale, tuttavia, non ha mai smesso di frequentare Anna, la sua ex. Lo sapevo quando eravamo fidanzati, anche se ho fatto finta di non accorgermene nella speranza che gli passasse. Ho continuato a saperlo dopo che ci siamo sposati. Il giorno stesso delle nozze, addirittura. Durante la cena, infatti, Marika, una mia cara amica, mi disse d'aver visto Giorgio ed Anna rifugiarsi nel bagno degli uomini e uscirne poco dopo, accaldati e sorridenti.
Durante il viaggio di nozze Giorgio si rivelò ancora più trasgressivo del solito, cosa che (non lo nascondo) mi fece eccitare molto. Mi faceva mettere il topless con un perizoma ridottissimo, divertendosi a notare tutti quelli che mi fissavano il culo e le tette; mi toccava anche in mezzo alla gente. Io lo assecondavo. Un po' perché mi piaceva, un po' perché pensavo che, se fossi diventata abbastanza troia da piacergli sempre di più, avrebbe dimenticato Anna. Così, una sera, quando mi disse che avrebbe voluto vedermi scopare con un altro, cercai di stare al gioco. All'inizio per finta, poi sempre più intrigata; infine eccitata. Passarono dei giorni. Non parlavamo d'altro. Una mattina mi disse che aveva individuato il tipo giusto. Lo guardai incuriosita e mi mostrò un bellissimo fusto, alto e muscoloso, che sedeva da una parte, in solitudine. Mi chiesi come mai fosse solo e Giorgio mi disse che era lì perché voleva dimenticare una donna che l'aveva tradito e ferito. Pertanto non voleva altre storie.
"Non mi sembra la persona giusta" dissi, allora, io. "Se non vuole donne ..."
"Non vuole storie ... Ma se gli proponessimo una scopata secondo me si tufferebbe. Hai visto come ti guarda quando siamo in spiaggia?"
L'avevo notato, effettivamente. Mi squadrava da testa a piedi soffermandosi a lungo sui miei capezzoli eccitati per la nudità e sul mio culo sodo.
Decidemmo di provare a coinvolgerlo. Ma non sapevo proprio come fare.
"Tu non ti preoccupare" mi disse alla fine della cena. "Vai in stanza e mettiti sul letto, possibilmente nuda e profumata. Lo porto io"
Così fece.
Non potevo crederci.
Salii in camera eccitatissima e meravigliata di me stessa. Stavo andando a sistemarmi nuda sul letto per farmi scopare da un estraneo con il bene placido di mio marito! La cosa mi stava eccitando tanto da darmi alla testa.
Eseguii gli ordini di Giorgio e poco dopo li sentii entrare. Allora ancora non sapevo che nei giorni precedenti Giorgio aveva stretto amicizia con quel tipo e gli aveva già proposto di scoparmi.
Quando entrarono, Giorgio me lo presentò, obbligandomi a rimanere sdraiata, però, e dicendomi di aprire di più le gambe così da fargli vedere bene la fica. Obbedii agli ordini. Mi stavo bagnando come una cagnolina in calore. Mi piaceva quella situazione e mi piaceva che Giorgio fosse così autoritario.
Marco, questo era il suo nome, mi guardò con libidine, ma disse a mala pena "piacere". Quindi si spogliò e mi si buttò addosso con foga, quasi con violenza. Mi strinse i capezzoli, mi allargò le gambe e mi mise quattro dita nella fica. La sentì super bagnata e vi affondò la mano intera. Gemetti di dolore e piacere, mentre Giorgio mi ordinava di assecondarlo e di fare la "brava puttana". Marco mi girò violentemente, mi mise a pecorina e cominciò a chiavarmi da dietro.
"Bravo, così. Scopatela per bene. Ti piace, brutta troia? Ti piace farti scopare da un altro?" mi chiedeva.
"Sììììì" rispondevo mugolando.
Mi arrivò un forte ceffone sul viso.
"Hai detto di sì, eh?" urlò Giorgio. "Sei una mignotta patentata. Ti rendi conto che è il nostro viaggio di nozze e tu ti stai facendo scopare da un estraneo davanti a tuo marito?"
Le sue parole, invece di offendermi, mi eccitavano ancora di più. Mi resi conto che Giorgio aveva scoperto una parte di me che neppure io conoscevo.
Senza neanche pensarci due volte dissi "Ancora ... ti prego ..."
E, giù, mi arrivò un secondo ceffone. Il viso mi bruciava e la fica era in fiamme per quel cazzone di Marco che mi stantuffava.
"Posso riempirla?" chiese Marco a Giorgio.
"Sì, fai pure" rispose mio marito.
Sapeva che non prendevo precauzioni e la cosa mi terrorizzò, ma non osai dire nulla e accolsi tutta la sborra calda di Marco nella fica, godendo come una pazza.
Quando ebbe finito Marco si alzò e si rivestì ringraziando Giorgio.
"Grazie. Hai una vera puttana. Fai bene a non considerarla troppo. Le donne sono tutte puttane e vanno solo chiavate"
"Come hai ragione!" replicò mio marito e lo accompagnò alla porta.
L'indoamni eravamo di partenza e io mi scoprii triste per non avere un'altra occasione di sesso con Marco mentre mio marito mi guardava.
Tornato a letto, Giorgio sembrò leggere i miei pensieri.
"Che c'è? T'è piaciuto così tanto da essere dispiaciuta di partire?"
"Forse ..."
"Vieni qui, porcellina. Succhiami il cazzo e fammi godere per bene, forza"
Lo spompinai e ci addormentammo avvinghiati nella passione.
Tornati in città pensavo che mio marito non avrebbe più rivisto Anna. Credevo che con la mia "nuova" troiaggine l'avessi legato per bene a me, ma mi sbagliavo. Il giorno dopo, era domenica, mi disse che andava a fare una passeggiata da solo. Sapevo bene dove sarebbe andato. Lo seguii e lo vidi entrare nel portone di Anna uscendone tre ore dopo con la faccia che sembrava cantare amore, oltre che passione. Mi ingelosii e lo affrontai.
"Che cazzo ci fai qui?"
"Ci faccio che ti ho seguito. Sei uno stronzo puttaniere. Ti rendi conto? Siamo sposati. Siamo tornati ieri dal viaggio di nozze e tu ti scopi la tua ex? Tua ex, poi ... come se vi foste mai lasciati ... Mi chiedo perché mi hai sposato"
"Non essere cretina. Ti ho sposato perché ti amo e voglio che diventi la madre dei miei figli. Però Anna ce l'ho nel sangue. Capisci?"
Quelle parole mi stavano ferendo profondamente.
"Lei mi fa godere da pazzi."
"Sei un porco"
"Io? E tu, allora? Tu che, durante il viaggio di nozze, ti sei fatta chiavare da uno sconosciuto che ti ha sborrato in fica? Magari sei rimasta pure incinta"
Improvvisamente capii. Mi aveva fatto scopare da Marco perché la cosa lo intrigava molto, ma anche perchè potesse avere l'alibi di continuare a scoparsi Anna. Mi misi a piangere. Mi abbracciò.
"Dai, non fare così. Io ti amo. Però devi capire ... Amo di più lei. L'0ho sempre amata e mi è sempre piaciuta da impazzire ..."
"Perché non l'hai sposata, allora?"
"Perché non mi ha voluto. Lei ama scopare con me, ma anche con altri uomini e con altre donne. E' una dea del sesso e non voleva impegnarsi nel matrimonio"
Fu come ricevere una pugnalata. Io ero la scelta di serie B. Non riuscivo a smettere di piangere.
"L'avresti fatta scopare da un altro come hai fatto con me?"
"No. Sinceramente no. Se fosse stata mia sarebbe stata soltanto mia. Ma se vuoi sapere se l'ho guardata mentre scopava con un altro, la risposta è sì. Me lo ha imposto lei e devo dire che mi è piaciuto tanto da volerlo fare anche con te"
Continuavo a piangere e lui mi abbracciava.
"Dai, adesso andiamo a casa. Forse è stato utile e liberatorio che tu mi abbia seguito. Adesso che sai sarà più facile gestire la nostra storia e la mia storia con Anna"
"Dunque non hai intenzione di lasciarla"
"Lasciarla? Quando mai! Semmai potremo organizzare qualcosa insieme, ogni tanto. Se ti va ... A lei piacciono molto le donne e, solitamente, la amo così tanto, che sono geloso anche di loro. Ma con te sarebbe diverso. Potrei vedervi lesbicare senza provare gelosia e potrei scoparti mentre la bacio, così da non sentirmi troppo usato"
"Hai fatto i conti senza l'oste: io non sono lesbica"
"Nemmeno lei, credimi. Nemmeno lei. E, poi, mi spieghi che significa lesbica, etero ... Definizioni. L'importante è che piaccia il sesso e il piacere"
"Tu sei pazzo. Io ti lascio"
Mi divincolai dal suo abbraccio, raggiunsi la macchina e tornai a casa, dove iniziai con fare isterico a fare le valige, piangendo a dirotto. Poco dopo rientrò anche lui.
"Che stai facendo?"
"Non lo vedi?"
"Smettila di fare la bambina"
"E tu di fare il porco"
Mi arrivò uno schiaffo in faccia che ancora lo ricordo. Finii seduta sul letto.
"Sei pazzo?"
Un altro schiaffo.
Nel frattempo si tosle la cintura dai pantaloni. Ebbi paura e tentai di scappare, ma lui, molto più forte di me, mi prese e mi sbattè nuovamente sul letto, a pancia sotto. Alzò la mia gonna, mi abbassò prepotentemente gli slip e prese a tirarmi cinghiate. Urlavo dal dolore, ma ben presto mi accorsi che tutto questo mi stava anche eccitando. Odiai me stessa per il piacere che stavo cominciando a provare.
Smise di frustarmi.
"Hai finito di fare l'isterica?"
"Sì" risposi mite, con le lacrime che mi scendevano dalle guance e la fica bagnata di orribile piacere.
"Bene. Vieni qui"
Mi tirò a sé.
Mi baciò.
Mi accarezzò le natiche infiammate.
Mi infilò due dita nella fica.
Si calò i pantaloni e mi scopò, dolcemente, fino a riempirmi di sborra.
L'indomani mattina, mentre andavamo a lavoro, mi disse che la sera avrebbe visto Anna e le avrebbe parlato di noi, del fatto che io sapevo e che avrei potuto partecipare a qualche incontro.
Non osai contraddirlo.
La vide la sera. Mi ferì vederlo uscire di casa tutto in ghingheri, profumato come una mignotta.
Torno a notte fonda, con l'odore di Anna addosso. Feci finta di dormire, ma lui mi svegliò.
"Lo sai? Anna era eccitatissima all'idea di vederci insieme! Che meraviglia! E' davvero una gran donna se accetta una cosa così, no? E' vogliosa e passionale, ma soprattutto generosa. Ha persino detto di trovarti carina e appetitosa! Appetitosa, ti rendi conto? Sicuramente ti mangerà la fica alla grande. Non puoi dire che non ti fa piacere. Lo so quanto ti piace farti mangiare la fica!"
Sembrava un bambino di fronte ai regali di Natale. Maledizione, possibile che non se ne rendeva conto dell'umiliazione che mi stava impartendo? Era così innamorato di quella donna, l'aveva così idealizzata che non stava nella pelle all'idea che lei avesse, tanto "magnanimamente" accettato di scoparselo davanti a me!
Non replicai.
Continuò il suo vaneggiamento.
"Ci ha detto che potremmo andare a cena da lei domani sera. Ok?"
"Ok" mi limitai a dire. Ma era quanto bastava a lui. Si addormentò felice, nell'aspettativa di quell'incontro.
La sera del giorno dopo arrivò anche troppo presto. Non sapevo che fare. Una parte di me avrebbe voluto fuggire; l'altra parte godersela. Fuggire era impensabile. Giorgio ci sarebbe rimasto molto male. Tanto valeva godersela.
Anna ci accolse con un abito supersexy che Giorgio non riuscì a non lodare. Si baciarono davanti a me, appassionatamente. Stavo fremendo di dolore. Poi Anna, ridendo, si avvicinò a me e mi infilò delicatamente la lingua in bocca, succhiandomi e baciandomi davvero meravigliosamente. Chiusi gli occhi per non pensare a chi avessi tra le labbra e mi lasciai andare.
A tavola Giorgio non fece altro che lodare le cose (peraltro ordinarie) che Anna aveva cucinato, come fossero opere di alta culinaria; lodava il suo vestito, la sua pettinatura. Quell'uomo maschio e rude che avevo sposato, capace di farmi scopare da un altro uomo e di frustarmi il culo, con lei era una mammoletta innamorata e romantica. Lei ne rideva e lui la lasciuava fare.
"Tuo marito esagera sempre" mi diceva con aria di finta complicità.
"Non esagero: sei una dea di bellezza e bravura. Senti questa pasta cos'è! Sublime"
"E' sempre così?" mi chiese lei.
"Veramente no."
"Già, lo sospettavo. Con me è sempre stato così, invece! Non so cosa sia meglio, a dire il vero. Lo preferire un po' più rude. Invece ... niente... guarda ..."
E, rivolgendosi a Giorgio disse:
"Dammi uno schiaffo. Dai tesoro. Qui, proprio qui" e si scoprì una tetta, meravigliosa, alta, soda, bianca, con un capezzolo eccitato e nero. "Daì, un bel ceffone. Dai, mi fai godere se lo fai"
"No. Lo sai che non potrei mai farti del male, amore. Smettila, su. Rimetti dentro quella meraviglia altrimenti smetto di mangiare e comincio a fare l'amore"
Fare l'amore? Così chiamava il sesso con lei? A me mi scopava e con lei faceva l'amore?
Lei rimise dentro l'abito attillato quella magnifica tetta e si avvicinò a me, mi accarezzò il seno piano piano, insinuò una mano nella scollatura e delicatamente mi tirò fuori una tetta, meno bella della sua, certo, ma ancora soda e grande.
"Allora, amore mio" gli disse "Fallo a lei. Dai, lo sai che mi piaci quando ti vedo violento. Dalle un bel ceffone, qui, sul capezzolo"
E giù, mi arrivò uno schiaffo che mi fece sussultare dal dolore. Poi subito un altro e un altro ancora. La mia tetta era viola. Lei rideva.
"Basta, sciocchino." Poi, rivolgendosi a me aggiunse "Vedi? è questo che intendo. Lui con te è maschio. Ti è piaciuto, dimmi la verità?"
Fui costretta mio malgrado a essere sincera e dire di sì.
"Già. A me tanto piacere non riesce a darlo, invece! Ciò non toglie che il suo amore incondizionato mi eccita molto lo stesso e mi piace. Non rinuncerei mai a lui. Ma, a volte, ho bisogno di qualche bel maschione violento che mi prenda come una cagna e mi faccia godere. Così, per non fargliela alle spalle, faccio partecipare anche lui. Non puoi sapere quanto è bravo a dividere una donna con un altro. Quasi diventa un po' violento anche lui"
"E le donne? Anche quando lo fai scopare con altre donne, cerchi emozioni forti?"
risposi inacidita.
"Oh, sì! In quel caso io che mi dedico al piacere delicato e raffinato della lingua, mentre lui riesce a scopare in modo molto vigoroso. Prima le mie amiche e poi me, sborrandomi sempre in fica, nella speranza di mettermi in cinta. Lo sapevi, vero, che stiamo provando a fare un bambino?"
Una secchiata d'acqua gelida mi piombò addosso. Mi venne da piangere.
"Dai, sciocchina!" disse Giorgio. "Potevi aspettare un po' a dirglielo. Amore" disse, quindi, rivolgendosi a me "Vieni qui"
Tentò di abbracciarmi, ma lo scansai. Mi fece cadere sul divano e mi bloccò sedendosi a cavalcioni su di me.
"Dai, non fare la stupida. Anna è bellissima e verrebbe bellissimo anche un figlio. Lei, poi, è d'accordo a farlo crescere a noi due. così avrei te come madre dei miei figli e lei come mia donna ideale, legate a me per sempre"
"Tu sei pazzo. Voi siete pazzi. Smettetela. Lasciatemi andare."
urlavo. Non sapevo più cosa fare. Il mio corpo rispondeva, a tutte quelle provocazioni, con uno stato di forte eccitazione, il mio cuore, però, sembrava esserne annientato.
Si avvicinò anche Anna.
"Dai, amore, lasciala andare. Se non vuole pazienza. Faremo da soli. Lei può anche lasciarti. Ti sposerò io. Va bene?"
Giorgio rimase qualche secondo impietrito. Rimanemmo tutti impietriti, poi mi guardò e disse, inaspettatamente.
"No. Voglio continuare a essere sposato con lei. Non voglio lasciarti, intendiamoci, e voglio continuare a provare a fare un figlio con te. Ma voglio lei come moglie e voglio che tutti e tre viviamo insieme"
Il gelo.
Anna cominciò a guardarlo con altri occhi, occhi innamorati davvero. finalmente, pensai, era stato così uomo da dirle di no, da imporle qualcosa che voleva lui, da non farle condurre il gioco. Io, dal mio canto, ero sempre innamorata di lui e sentoirlo dire che comunque, anche se in modo bizzarro e folle, mi voleva come sua moglie, mi piacqwue e mi calmò.
"Ora baciatevi" ci disse Giorgio.
Obbedimmo. Ci baciammo a lungo, sensualmente e ci eccitammo molto. Lentamente ci spogliammo. Lui ci guardava. Poi si spogliò anche lui e partecipò accarezzandomi ovunque.
Si mise seduto e mi volle a cavalcioni su di lui, scopandomi mentre lo cavalcavo energeticamente, sollecitata dai baci e dalle carezze di Anna. Poi Anna passò a baciare lui. Avevo le loro teste davanti a me. Le loro lingue umide, le loro sensuali movenze e venni, come mai ero venuta. Quella sera anche Giorgio venne nella mia fica e non in quella di Anna.
Questo fu l'inizio del nostro trio che ancora dura. Meravigliosamente.
Durante il viaggio di nozze Giorgio si rivelò ancora più trasgressivo del solito, cosa che (non lo nascondo) mi fece eccitare molto. Mi faceva mettere il topless con un perizoma ridottissimo, divertendosi a notare tutti quelli che mi fissavano il culo e le tette; mi toccava anche in mezzo alla gente. Io lo assecondavo. Un po' perché mi piaceva, un po' perché pensavo che, se fossi diventata abbastanza troia da piacergli sempre di più, avrebbe dimenticato Anna. Così, una sera, quando mi disse che avrebbe voluto vedermi scopare con un altro, cercai di stare al gioco. All'inizio per finta, poi sempre più intrigata; infine eccitata. Passarono dei giorni. Non parlavamo d'altro. Una mattina mi disse che aveva individuato il tipo giusto. Lo guardai incuriosita e mi mostrò un bellissimo fusto, alto e muscoloso, che sedeva da una parte, in solitudine. Mi chiesi come mai fosse solo e Giorgio mi disse che era lì perché voleva dimenticare una donna che l'aveva tradito e ferito. Pertanto non voleva altre storie.
"Non mi sembra la persona giusta" dissi, allora, io. "Se non vuole donne ..."
"Non vuole storie ... Ma se gli proponessimo una scopata secondo me si tufferebbe. Hai visto come ti guarda quando siamo in spiaggia?"
L'avevo notato, effettivamente. Mi squadrava da testa a piedi soffermandosi a lungo sui miei capezzoli eccitati per la nudità e sul mio culo sodo.
Decidemmo di provare a coinvolgerlo. Ma non sapevo proprio come fare.
"Tu non ti preoccupare" mi disse alla fine della cena. "Vai in stanza e mettiti sul letto, possibilmente nuda e profumata. Lo porto io"
Così fece.
Non potevo crederci.
Salii in camera eccitatissima e meravigliata di me stessa. Stavo andando a sistemarmi nuda sul letto per farmi scopare da un estraneo con il bene placido di mio marito! La cosa mi stava eccitando tanto da darmi alla testa.
Eseguii gli ordini di Giorgio e poco dopo li sentii entrare. Allora ancora non sapevo che nei giorni precedenti Giorgio aveva stretto amicizia con quel tipo e gli aveva già proposto di scoparmi.
Quando entrarono, Giorgio me lo presentò, obbligandomi a rimanere sdraiata, però, e dicendomi di aprire di più le gambe così da fargli vedere bene la fica. Obbedii agli ordini. Mi stavo bagnando come una cagnolina in calore. Mi piaceva quella situazione e mi piaceva che Giorgio fosse così autoritario.
Marco, questo era il suo nome, mi guardò con libidine, ma disse a mala pena "piacere". Quindi si spogliò e mi si buttò addosso con foga, quasi con violenza. Mi strinse i capezzoli, mi allargò le gambe e mi mise quattro dita nella fica. La sentì super bagnata e vi affondò la mano intera. Gemetti di dolore e piacere, mentre Giorgio mi ordinava di assecondarlo e di fare la "brava puttana". Marco mi girò violentemente, mi mise a pecorina e cominciò a chiavarmi da dietro.
"Bravo, così. Scopatela per bene. Ti piace, brutta troia? Ti piace farti scopare da un altro?" mi chiedeva.
"Sììììì" rispondevo mugolando.
Mi arrivò un forte ceffone sul viso.
"Hai detto di sì, eh?" urlò Giorgio. "Sei una mignotta patentata. Ti rendi conto che è il nostro viaggio di nozze e tu ti stai facendo scopare da un estraneo davanti a tuo marito?"
Le sue parole, invece di offendermi, mi eccitavano ancora di più. Mi resi conto che Giorgio aveva scoperto una parte di me che neppure io conoscevo.
Senza neanche pensarci due volte dissi "Ancora ... ti prego ..."
E, giù, mi arrivò un secondo ceffone. Il viso mi bruciava e la fica era in fiamme per quel cazzone di Marco che mi stantuffava.
"Posso riempirla?" chiese Marco a Giorgio.
"Sì, fai pure" rispose mio marito.
Sapeva che non prendevo precauzioni e la cosa mi terrorizzò, ma non osai dire nulla e accolsi tutta la sborra calda di Marco nella fica, godendo come una pazza.
Quando ebbe finito Marco si alzò e si rivestì ringraziando Giorgio.
"Grazie. Hai una vera puttana. Fai bene a non considerarla troppo. Le donne sono tutte puttane e vanno solo chiavate"
"Come hai ragione!" replicò mio marito e lo accompagnò alla porta.
L'indoamni eravamo di partenza e io mi scoprii triste per non avere un'altra occasione di sesso con Marco mentre mio marito mi guardava.
Tornato a letto, Giorgio sembrò leggere i miei pensieri.
"Che c'è? T'è piaciuto così tanto da essere dispiaciuta di partire?"
"Forse ..."
"Vieni qui, porcellina. Succhiami il cazzo e fammi godere per bene, forza"
Lo spompinai e ci addormentammo avvinghiati nella passione.
Tornati in città pensavo che mio marito non avrebbe più rivisto Anna. Credevo che con la mia "nuova" troiaggine l'avessi legato per bene a me, ma mi sbagliavo. Il giorno dopo, era domenica, mi disse che andava a fare una passeggiata da solo. Sapevo bene dove sarebbe andato. Lo seguii e lo vidi entrare nel portone di Anna uscendone tre ore dopo con la faccia che sembrava cantare amore, oltre che passione. Mi ingelosii e lo affrontai.
"Che cazzo ci fai qui?"
"Ci faccio che ti ho seguito. Sei uno stronzo puttaniere. Ti rendi conto? Siamo sposati. Siamo tornati ieri dal viaggio di nozze e tu ti scopi la tua ex? Tua ex, poi ... come se vi foste mai lasciati ... Mi chiedo perché mi hai sposato"
"Non essere cretina. Ti ho sposato perché ti amo e voglio che diventi la madre dei miei figli. Però Anna ce l'ho nel sangue. Capisci?"
Quelle parole mi stavano ferendo profondamente.
"Lei mi fa godere da pazzi."
"Sei un porco"
"Io? E tu, allora? Tu che, durante il viaggio di nozze, ti sei fatta chiavare da uno sconosciuto che ti ha sborrato in fica? Magari sei rimasta pure incinta"
Improvvisamente capii. Mi aveva fatto scopare da Marco perché la cosa lo intrigava molto, ma anche perchè potesse avere l'alibi di continuare a scoparsi Anna. Mi misi a piangere. Mi abbracciò.
"Dai, non fare così. Io ti amo. Però devi capire ... Amo di più lei. L'0ho sempre amata e mi è sempre piaciuta da impazzire ..."
"Perché non l'hai sposata, allora?"
"Perché non mi ha voluto. Lei ama scopare con me, ma anche con altri uomini e con altre donne. E' una dea del sesso e non voleva impegnarsi nel matrimonio"
Fu come ricevere una pugnalata. Io ero la scelta di serie B. Non riuscivo a smettere di piangere.
"L'avresti fatta scopare da un altro come hai fatto con me?"
"No. Sinceramente no. Se fosse stata mia sarebbe stata soltanto mia. Ma se vuoi sapere se l'ho guardata mentre scopava con un altro, la risposta è sì. Me lo ha imposto lei e devo dire che mi è piaciuto tanto da volerlo fare anche con te"
Continuavo a piangere e lui mi abbracciava.
"Dai, adesso andiamo a casa. Forse è stato utile e liberatorio che tu mi abbia seguito. Adesso che sai sarà più facile gestire la nostra storia e la mia storia con Anna"
"Dunque non hai intenzione di lasciarla"
"Lasciarla? Quando mai! Semmai potremo organizzare qualcosa insieme, ogni tanto. Se ti va ... A lei piacciono molto le donne e, solitamente, la amo così tanto, che sono geloso anche di loro. Ma con te sarebbe diverso. Potrei vedervi lesbicare senza provare gelosia e potrei scoparti mentre la bacio, così da non sentirmi troppo usato"
"Hai fatto i conti senza l'oste: io non sono lesbica"
"Nemmeno lei, credimi. Nemmeno lei. E, poi, mi spieghi che significa lesbica, etero ... Definizioni. L'importante è che piaccia il sesso e il piacere"
"Tu sei pazzo. Io ti lascio"
Mi divincolai dal suo abbraccio, raggiunsi la macchina e tornai a casa, dove iniziai con fare isterico a fare le valige, piangendo a dirotto. Poco dopo rientrò anche lui.
"Che stai facendo?"
"Non lo vedi?"
"Smettila di fare la bambina"
"E tu di fare il porco"
Mi arrivò uno schiaffo in faccia che ancora lo ricordo. Finii seduta sul letto.
"Sei pazzo?"
Un altro schiaffo.
Nel frattempo si tosle la cintura dai pantaloni. Ebbi paura e tentai di scappare, ma lui, molto più forte di me, mi prese e mi sbattè nuovamente sul letto, a pancia sotto. Alzò la mia gonna, mi abbassò prepotentemente gli slip e prese a tirarmi cinghiate. Urlavo dal dolore, ma ben presto mi accorsi che tutto questo mi stava anche eccitando. Odiai me stessa per il piacere che stavo cominciando a provare.
Smise di frustarmi.
"Hai finito di fare l'isterica?"
"Sì" risposi mite, con le lacrime che mi scendevano dalle guance e la fica bagnata di orribile piacere.
"Bene. Vieni qui"
Mi tirò a sé.
Mi baciò.
Mi accarezzò le natiche infiammate.
Mi infilò due dita nella fica.
Si calò i pantaloni e mi scopò, dolcemente, fino a riempirmi di sborra.
L'indomani mattina, mentre andavamo a lavoro, mi disse che la sera avrebbe visto Anna e le avrebbe parlato di noi, del fatto che io sapevo e che avrei potuto partecipare a qualche incontro.
Non osai contraddirlo.
La vide la sera. Mi ferì vederlo uscire di casa tutto in ghingheri, profumato come una mignotta.
Torno a notte fonda, con l'odore di Anna addosso. Feci finta di dormire, ma lui mi svegliò.
"Lo sai? Anna era eccitatissima all'idea di vederci insieme! Che meraviglia! E' davvero una gran donna se accetta una cosa così, no? E' vogliosa e passionale, ma soprattutto generosa. Ha persino detto di trovarti carina e appetitosa! Appetitosa, ti rendi conto? Sicuramente ti mangerà la fica alla grande. Non puoi dire che non ti fa piacere. Lo so quanto ti piace farti mangiare la fica!"
Sembrava un bambino di fronte ai regali di Natale. Maledizione, possibile che non se ne rendeva conto dell'umiliazione che mi stava impartendo? Era così innamorato di quella donna, l'aveva così idealizzata che non stava nella pelle all'idea che lei avesse, tanto "magnanimamente" accettato di scoparselo davanti a me!
Non replicai.
Continuò il suo vaneggiamento.
"Ci ha detto che potremmo andare a cena da lei domani sera. Ok?"
"Ok" mi limitai a dire. Ma era quanto bastava a lui. Si addormentò felice, nell'aspettativa di quell'incontro.
La sera del giorno dopo arrivò anche troppo presto. Non sapevo che fare. Una parte di me avrebbe voluto fuggire; l'altra parte godersela. Fuggire era impensabile. Giorgio ci sarebbe rimasto molto male. Tanto valeva godersela.
Anna ci accolse con un abito supersexy che Giorgio non riuscì a non lodare. Si baciarono davanti a me, appassionatamente. Stavo fremendo di dolore. Poi Anna, ridendo, si avvicinò a me e mi infilò delicatamente la lingua in bocca, succhiandomi e baciandomi davvero meravigliosamente. Chiusi gli occhi per non pensare a chi avessi tra le labbra e mi lasciai andare.
A tavola Giorgio non fece altro che lodare le cose (peraltro ordinarie) che Anna aveva cucinato, come fossero opere di alta culinaria; lodava il suo vestito, la sua pettinatura. Quell'uomo maschio e rude che avevo sposato, capace di farmi scopare da un altro uomo e di frustarmi il culo, con lei era una mammoletta innamorata e romantica. Lei ne rideva e lui la lasciuava fare.
"Tuo marito esagera sempre" mi diceva con aria di finta complicità.
"Non esagero: sei una dea di bellezza e bravura. Senti questa pasta cos'è! Sublime"
"E' sempre così?" mi chiese lei.
"Veramente no."
"Già, lo sospettavo. Con me è sempre stato così, invece! Non so cosa sia meglio, a dire il vero. Lo preferire un po' più rude. Invece ... niente... guarda ..."
E, rivolgendosi a Giorgio disse:
"Dammi uno schiaffo. Dai tesoro. Qui, proprio qui" e si scoprì una tetta, meravigliosa, alta, soda, bianca, con un capezzolo eccitato e nero. "Daì, un bel ceffone. Dai, mi fai godere se lo fai"
"No. Lo sai che non potrei mai farti del male, amore. Smettila, su. Rimetti dentro quella meraviglia altrimenti smetto di mangiare e comincio a fare l'amore"
Fare l'amore? Così chiamava il sesso con lei? A me mi scopava e con lei faceva l'amore?
Lei rimise dentro l'abito attillato quella magnifica tetta e si avvicinò a me, mi accarezzò il seno piano piano, insinuò una mano nella scollatura e delicatamente mi tirò fuori una tetta, meno bella della sua, certo, ma ancora soda e grande.
"Allora, amore mio" gli disse "Fallo a lei. Dai, lo sai che mi piaci quando ti vedo violento. Dalle un bel ceffone, qui, sul capezzolo"
E giù, mi arrivò uno schiaffo che mi fece sussultare dal dolore. Poi subito un altro e un altro ancora. La mia tetta era viola. Lei rideva.
"Basta, sciocchino." Poi, rivolgendosi a me aggiunse "Vedi? è questo che intendo. Lui con te è maschio. Ti è piaciuto, dimmi la verità?"
Fui costretta mio malgrado a essere sincera e dire di sì.
"Già. A me tanto piacere non riesce a darlo, invece! Ciò non toglie che il suo amore incondizionato mi eccita molto lo stesso e mi piace. Non rinuncerei mai a lui. Ma, a volte, ho bisogno di qualche bel maschione violento che mi prenda come una cagna e mi faccia godere. Così, per non fargliela alle spalle, faccio partecipare anche lui. Non puoi sapere quanto è bravo a dividere una donna con un altro. Quasi diventa un po' violento anche lui"
"E le donne? Anche quando lo fai scopare con altre donne, cerchi emozioni forti?"
risposi inacidita.
"Oh, sì! In quel caso io che mi dedico al piacere delicato e raffinato della lingua, mentre lui riesce a scopare in modo molto vigoroso. Prima le mie amiche e poi me, sborrandomi sempre in fica, nella speranza di mettermi in cinta. Lo sapevi, vero, che stiamo provando a fare un bambino?"
Una secchiata d'acqua gelida mi piombò addosso. Mi venne da piangere.
"Dai, sciocchina!" disse Giorgio. "Potevi aspettare un po' a dirglielo. Amore" disse, quindi, rivolgendosi a me "Vieni qui"
Tentò di abbracciarmi, ma lo scansai. Mi fece cadere sul divano e mi bloccò sedendosi a cavalcioni su di me.
"Dai, non fare la stupida. Anna è bellissima e verrebbe bellissimo anche un figlio. Lei, poi, è d'accordo a farlo crescere a noi due. così avrei te come madre dei miei figli e lei come mia donna ideale, legate a me per sempre"
"Tu sei pazzo. Voi siete pazzi. Smettetela. Lasciatemi andare."
urlavo. Non sapevo più cosa fare. Il mio corpo rispondeva, a tutte quelle provocazioni, con uno stato di forte eccitazione, il mio cuore, però, sembrava esserne annientato.
Si avvicinò anche Anna.
"Dai, amore, lasciala andare. Se non vuole pazienza. Faremo da soli. Lei può anche lasciarti. Ti sposerò io. Va bene?"
Giorgio rimase qualche secondo impietrito. Rimanemmo tutti impietriti, poi mi guardò e disse, inaspettatamente.
"No. Voglio continuare a essere sposato con lei. Non voglio lasciarti, intendiamoci, e voglio continuare a provare a fare un figlio con te. Ma voglio lei come moglie e voglio che tutti e tre viviamo insieme"
Il gelo.
Anna cominciò a guardarlo con altri occhi, occhi innamorati davvero. finalmente, pensai, era stato così uomo da dirle di no, da imporle qualcosa che voleva lui, da non farle condurre il gioco. Io, dal mio canto, ero sempre innamorata di lui e sentoirlo dire che comunque, anche se in modo bizzarro e folle, mi voleva come sua moglie, mi piacqwue e mi calmò.
"Ora baciatevi" ci disse Giorgio.
Obbedimmo. Ci baciammo a lungo, sensualmente e ci eccitammo molto. Lentamente ci spogliammo. Lui ci guardava. Poi si spogliò anche lui e partecipò accarezzandomi ovunque.
Si mise seduto e mi volle a cavalcioni su di lui, scopandomi mentre lo cavalcavo energeticamente, sollecitata dai baci e dalle carezze di Anna. Poi Anna passò a baciare lui. Avevo le loro teste davanti a me. Le loro lingue umide, le loro sensuali movenze e venni, come mai ero venuta. Quella sera anche Giorgio venne nella mia fica e non in quella di Anna.
Questo fu l'inizio del nostro trio che ancora dura. Meravigliosamente.
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