Una normale storia d’amore, ma siamo madre e figlio.2
di
Helvetius
genere
incesti
È facile capire che dopo quel bacio intenso con mia mamma qualcosa in me era cambiato. Mia mamma era scappata in camera sua e si era chiusa e anche io ero andato nella mia stanza. Ma potete ben immaginare che quella notte abbia dormito pressoché nulla. Quel bacio aveva smosso in me qualcosa che ancora non sapevo cosa fosse. Tante le paure e le domande per come sarebbe stato il giorno successivo. Ero così eccitato che nell’arco di tre ore mi sono fatto quattro seghe.
La mattina dopo mia mamma aveva il turno in ospedale ( fa il medico) e quindi fino alla sera non ci siamo visti né sentiti. Quando alle sera rientrai in casa lei fece finta di niente, come se nulla fosse successo. E così feci anche io. Ma da quella sera in me non era la stessa cosa. Iniziavo a vedere mia madre sotto un altro volto, come donna più che come mamma. Mi piacevano i suoi vestiti, mai provocanti ma di gusto e che lasciavano vedere le sue curve, mi piaceva un po’ abbronzata che sembrava ancora più sexy. Avevo però paura di perderla e quindi su quel bacio non ero più tornato, ma volevo stare con lei e lei trascorreva molto tempo libero con me. Ma nulla accadde.
Arrivò l’estate e come tradizione andiamo a casa degli zii a inizio agosto nella collina modenese. I giorni proseguivano tra relax e passeggiate: io e mamma stavamo sempre assieme ma come madre e figlio o forse, meglio, come due amici. Ogni volta che la vedevo sorridere mi scioglievo e la sua solarità mi eccitava da matti. Adoravo poi quei suoi vestiti estivi, non volgari ma scollati, che con un filo di abbronzatura esaltavano ancora di più la sua bellezza.
L’ultima sera prima di ripartire per Milano era il 18 agosto. E con gli zii andammo a una sagra di paese. Io e mamma eravamo seduti vicini, sulla stessa lunga panca. Le nostre mani sotto il tavolo si incontrarono ....prima mignolo con mignolo ...poi le nostre mani giocavano e si accarezzavano. Giocavano a un gioco che piaceva a entrambi. Dopo qualche bicchiere di lambrusco eravamo un po’ allegri. La zia Teresa portò suo marito a ballare e mi disse: “Mattia, fai ballare un po’ tua mamma”. Superate le sue resistenze andammo a ballare. Io la stringevo ma erano soprattutto gli sguardi a parlare, fissi, occhio contro occhio....come se fossimo solo noi e come se già in quel momento stavamo facendo l’amore selvaggio. La musica fini e come una bolla finì l’incantesimo.
Arrivati a casa ultimammo le valige e andammo a dormire perché la mattina ripartivamo per Milano. Ma quel ballo aveva scosso entrambi riaccendendo quello che pensavo sopito. Io mi alzai a bere e nella notte trovai in cucina mia mamma, con una vestaglia viola corta addosso e niente più. Ci baciammo con passione, con foga. Le nostre lingue di cercavano: ero arrivato finalmente alla metà. Sembravamo due adolescenti. Solo che in casa c’era anche gli zii, avevamo paura di essere scoperti. Mia mamma si fermò e mi disse solo: “stavolta non scappo, ma ora finiamola qui”.
La mattina dopo alle 8 salutammo gli zii e salimmo in macchina. Io credevo che alla prima curva mia mamma avrebbe ripreso a baciarmi e invece non parlava. Silenzio. Io ero al volante e non sapevo cosa fare.
A un certo punto lei ruppe il silenzio è mi disse: “Mattia, sai che è tutto sbagliato”.
Io replicai: “No. Ti sbagli”.
Mamma: “dai non fare lo scemo. È incesto, io sono tua mamma e queste cose non si fanno. Queste cose succedono solo nei peggiori film hard americani”.
Io: “sei ingiusta. Quello che c’è stato ieri sera non era un film. Era la passione tra un uomo e una donna consenzienti e attratti. Quindi non vedo nulla di male”.
E mia mamma si richiuse nel silenzio.
Dopo una mezz’ora riprese lei a parlare. “La cosa brutta è che a me è piaciuto molto. Ieri sera come la sera di maggio. Ero scappata per paura, ho fatto finta di nulla da sono mesi che combatto. Tra la voglia di saltarti addosso e di amarti e quella di scappare il più lontano possibile. Tu sei l’uomo che ogni donna sogna di avere accanto, sei dolce e premuroso. Ma sei anche mio figlio. che casino!!!!”
A quel punto stavo zitto io. Dopo un po’ dissi: “io la mia scelta l’ho fatta: io vorrei starti vicino come uomo e come tuo amante. Se così non sarà resterò vicino a te come figlio. Però è bene che decidi”. E da lì e per un’altra ora, fino a casa non parlammo. Arrivati a casa ognuno disfò le sue valige e io poco dopo uscii, volevo passeggiare. Non riuscivo a stare in casa. Ero nervoso, giravo a vuoto per la città. Verso le 18 però mi arrivò un sms di mia mamma: “ti aspetto. Ho deciso”.
Avevo paura ad andare a casa. Cosa avrà deciso mia mamma??? Appena entrai in casa lo capii subito. Chiusa la porta mia madre mi venne incontro e mi bació e mi mise le braccia attorno al collo. “So che è tremendamente sbagliato quello che facciamo, ma voglio farlo”.
A quel punto per avere la certezza provai a replicare. “Mamma, sei sicura? Non è che poi domani ci ripensi? Guarda che io non scherzo, voglio davvero essere il tuo uomo e il tuo compagno”.
“Mattia, io ti voglio come mio amante, mio compagno di letto e mio compagno della vita. Oltre che come mio figlio. Staremo attenti, la nostra vita cambierà ma io voglio te come uomo fino a quando tu vorrai. Resterò per sempre la tua mamma ma ora sono anche la tua compagna, la tua donna, la tua amante. Voglio essere tua perché me lo dice il mio cuore e il mio stomaco. La testa lo capirà anche lei”. E mi mise la lingua in bocca.
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