Saa Irina e Mia cap. 2 - Il Dravor Vol. III

di
genere
dominazione

La trama

Il bordello degli schiavi si trovava in una delle vie più squallide del quartiere est degli schiavi, in verità era costituito da un insieme di bordelli, almeno dieci, che sorgevano su entrambi i lati e ne occupavano praticamente tutta la via. I padroni dei bordelli erano tutti dravoriani che però raramente ci venivano in visita lasciando tutta la gestione degli affari a degli schiavi fidati. All’ingresso della via a sfondo cieco c’erano sempre alcuni miliziani che avevano il compito di far passare solo schiavi e schiave alla ricerca di qualche prestazione a pagamento e, di notte, con il necessario permesso che consentiva loro di circolare. Per gli schiavi che vivevano in quel quartiere il permesso non era necessario. Alcuni di loro arrivavano sul luogo in calesse o a cavallo, la maggior parte a piedi. Nel quartiere si poteva trovare di tutto, ovviamente puttane, la maggior parte non molto giovani e neanche molto belle, anche se vi erano delle eccezioni, poi prostituti per le schiave che bisognavano di quelle prestazioni, questi erano di solito giovani e prestanti e ad essi, ma non in quel luogo, non di raro ricorrevano anche molte dravoriane, infine checche, lesbiche, travestiti e transessuali. Di questi ultimi, alcuni erano stati obbligati a quel ruolo, ma la maggior parte vi si era ritrovato con piacere. Gli avventori erano schiavi di tutti i tipi, in genere però non abitavano con i padroni, erano per lo più maschi, ma c’era una bella fetta di femmine. Ci andava anche chi non aveva alcun interesse per le prestazioni sessuali solo per il fatto che lì dentro era impossibile trovare un dravoriano, e quindi si poteva godere di una certa libertà.
Kur si trovava nel migliore dei bordelli, era diretto da una vecchia puttana che a suo tempo l’aveva sverginato e gli aveva insegnato diversi trucchi, allora era molto giovane e Kur era solo un ragazzo, la vecchia fiamma era una cicciona nera con la quale ancora di tanto in tanto rinverdiva le vecchie passioni. Kur nel bordello di Moa ci stava bene, ci andava almeno un paio di volte alla settimana, lì poteva condurre i suoi intrighi con una certa sicurezza, le ragazze, erano le migliori della zona e lo adoravano, i travestiti anche. Il bordello era una palazzina a più piani con diverse sale e molte camere. Kur passava la maggior parte del tempo in una saletta al secondo piano che Moa gli riservava quasi in esclusiva. Al contrario di come si presentava dal di fuori, quel bordello dentro era pulito e dignitoso. Nella saletta insieme a Kur c’erano altri due schiavi ed avventori, un medico un po’ più anziano di Kur ed un operaio. Con loro c’era anche la kalsna, Ara, del padrone di Kur che quella sera il suo padrone aveva lasciato libera ed era andata a trovare Kur e con lui era arrivata al bordello di Moa.
Li serviva un giovane travestito che sculettava portando dolci e birre e che si faceva palpare con evidente piacere. Il giovane travestito di razza bianca, in quel momento indossava una generosa minigonna che copriva ben poco delle belle gambe e del culetto stupendo. Il medico anche lui di razza bianca lo attirò a sé e lo fece sedere sulle sue gambe. Continuando a chiacchierare con i suoi amici il medico accarezzava le cosce del travestito e gli stava tirando giù le mutandine. Mirt aveva il viso liscio e vistosamente truccato, gli occhi celesti incantevoli, esaltati da ciglia e sopracciglia lunghissime e curate, una dentatura perfetta ed una bocca imbronciata che reclamava baci. Aveva i capelli lunghi e castani che gli ricadevano sulle spalle, il culo pieno ed alto, non era robusto, ma aveva un corpo tenero e flessuoso, molto aggraziato. Bello come una femminuccia, si muoveva con grazia. Kur non capiva come mai fosse finito in quel bordello e non in uno per dravoriani. Mirt quella sera era felice di poter servire schiavi importanti e raffinati come Kur ed i suoi amici, di solito gliene capitavano di rozzi e puzzolenti che lo trattavano male e lo deridevano. Questi invece sapevano apprezzare le sue qualità e lo trattavano bene, anche la kalsna lo guardava con simpatia. Ara era magra ed alta, ma aveva due belle tette, grosse e succulente, le cosce lunghe ed il ventre piatto, i capelli erano corvini, lunghi e leggermente arricciati, ora li portava sciolti e le ricadevano sulle spalle, era di pelle scura, una mezzosangue di circa trent’anni molto apprezzata dal suo padrone. Mentre il medico stava allargando le natiche del travestito Ara si era spogliata, il suo era un corpo stupendo, statuario, senza un filo di grasso, ma con tante curve e un seno notevole. La kalsna si era chinata tra le gambe del travestito e gli aveva preso il cazzetto in bocca. Mirt per poco, dalla gioia e dal piacere non svenne e non gridò come un indemoniato, il medico intanto lo aveva inculato e lui godeva come un matto da entrambi i lati. Vizioso, il travestito si era messo un dito in bocca e se lo succhiava ossessivamente. L’operaio, un nero, alto e robusto, si era sbottonato la patta. Il cazzo era corto e tozzo, molto grosso. Si avvicinò a Mirt, gli levò il dito dalla bocca e gli diede altro e di più grosso da ciucciare. Il ragazzo accettò volentieri lo scambio, quasi si slogò la mascella per accoglierlo tutto. Anche Kur si sbottonò la patta e si chinò dietro Ara. La conosceva già molto bene, si poteva dire che fossero amanti, anche se non l’aveva mai reso ufficiale, difficilmente il padrone avrebbe acconsentito all’unione e soprattutto al fatto che la kalsna andasse a vivere fuori di casa sua. Kur l’accarezzò sulle natiche e lei si dispose ad accoglierlo senza smettere di succhiare Mirt che ormai stava per raggiungere l’acme. Il ragazzo si dimenava sul cazzo del medico senza smettere di succhiare quello del nero. Kurt si alloggiò dentro Ara e la baciò sulle spalle accarezzandola sul seno generoso. Il medico baciava il collo di Mirt e gli stropicciava le tette piccole e morbide. Fu impossibile capire chi venne prima e quante volte Mirt sollecitato da più parti raggiunse l’orgasmo. Al termine il travestito giaceva a terra molle e svuotato di ogni energia. Fu Kur che lo sollecitò con gentili colpi del piede sui fianchi. – Sparisci – gli disse, - e dì alla tua padrona che abbiamo bisogno di lei. -

Moa arrivò qualche minuto più tardi, quando ormai tutti si erano ricomposti ed erano di nuovo concentrati su quello che avevano da fare. Moa nonostante l’età, era sui cinquanta, e nonostante la ciccia era ancora agile e piacente. Si accomodò su una poltrona della saletta e disse - un giorno o l’altro ci impiccheranno tutti. –
Kur la guardò sorridente, quello di Moa era un modo come un altro per esorcizzare i pericoli che correvano. – Ora vi racconto quello che so e poi vedremo cosa fare. – Kur riordinò i suoi pensieri e poi raccontò quello che sapeva. – Al nord c’è una ribellione in corso. Quel Koss, che era stato Mirv della guerra, ha ormai rotto con il Dravor ed ha costituito una zona libera. L’esercito del Dravor si sta preparando ad invadere quei territori. Lo so per il mio ruolo e ne ho avuto conferma dalla kalsna di una karsna che farà parte di questo esercito. Il mio row sarà a capo di questo esercito ed io probabilmente andrò con lui. Questo è un bene perché potrò manovrare per ottenere il fallimento di quella missione. Probabilmente anche Ara seguirà il suo row e mi potrà dare una mano. –
Kur fece una pausa, ora venivano le cose più importanti. – Potremo avere successo, se anche in altre zone del Dravor ci saranno ribellioni che distrarranno l’esercito imperiale dall’unico obiettivo che oggi ha. Non mi aspetto grandi cose, ma la giusta tensione perché non siano tranquilli e non solo qui a Kuanta, ma dovunque è possibile. I ribelli poi dovranno cercare di scappare verso il confine e mettersi in salvo nei Territori Liberi di Koss. A questo dovrete pensarci voi che rimanete qui. – Il medico, l’operaio e Moa assentirono. Kur riprese a parlare. – Purtroppo non ho idea di come entrare in contatto con Koss, in quella zona non abbiamo membri della nostra organizzazione e se ci sono ribelli non li conosciamo. – Kur sospirò, ora doveva dare un’informazione delicata. – E’ possibile, ma non è sicuro, che Kira dravna della regione dei Grandi Laghi sia in combutta con Koss. Kira era l’amante di Koss, ma chi accusa Kira è un’altra sua ex amante e non ne è sicura neanche lei. – Kur fece un’altra pausa. – Se fosse così sarebbe molto importante, dobbiamo accertarcene, a quel punto attraverso Kira potrei parlare con Koss e potremmo riuscire ad allargare i Territori Liberi a quelle regioni. -
La discussione durò tutta la notte. Ogni tanto chiamavano Mirt perché portasse da bere, il problema che non trovava soluzione era quello relativo a come contattare Kira, su tutto il resto avevano trovato il modo di organizzare le faccende. Mirt nonostante l’ora tarda era sempre fresco e provocante. Kur nonostante la stanchezza ci stava facendo un pensierino, da quel pensierino venne l’idea. – Il tuo padrone non capisce niente – disse rivolgendosi a Moa. – E cosa c’entra questo con quello che stiamo esaminando? – rispose piccata la nera.
- Quel ragazzo – fece capire che si riferiva a Mirt, - in questo bordello è sprecato. Con adeguata preparazione potrebbe diventare un travestito che potrebbe rendere dieci volte di più di oggi. -
Il viso di Moa si aprì in un grande sorriso. – E Kira ha la migliore scuola di kalsna del Dravor. – Ara fece una smorfia disgustata, lei non era una kalsna di quella scuola, ma non si sentiva seconda a nessuna, poi però fece l’osservazione che tutti si aspettavano. – Mirt non fa parte della nostra organizzazione, non ne sa niente, come potremmo contare su di lui? Sempre ammesso che si riesca a spedirlo da Kira e che lei lo accetti. -
- Oh, la donna è venale, se la paghi accetterà e Mirt è proprio un bel ragazzino perché non dovrebbe accettarlo. In quanto a spedirlo, convincerò io il nostro comune padrone che Mirt può rendergli molto di più. Lui si fida di me e fa tutto quello che gli dico e Mirt ne sarà felice, dopo potrà andrà a lavorare in un bordello di prestigio e guadagnare molti più tel di quanto ne guadagna qui. – Moa era raggiante delle sue idee.
Kur concluse la riunione. – Non c’è bisogno che Mirt sappia cosa va a fare lassù, anzi sarà convinto di fare tutto il contrario. Io dirò al mio row che Mirt è una nostra spia e che per sicurezza farò io da tramite con il travestito. -
- Geniale – applaudirono tutti.



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2019-02-22
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