La corriera
di
Alianna
genere
orge
Francesca era stata sempre una amante del sesso, fin da piccola e non si era mai tirata indietro nel fare sesso con qualcuno che le piacesse.
Aveva sempre visto il sesso come un piacere e come un modo per divertirsi senza mai prenderlo troppo sul serio.
E così sfruttava ogni occasione buona per godere.
Aveva iniziato presto e si divertiva a provocare gli uomini in tutti i modi.
Ora, a 27 anni, era una bella cavallona: tettone da urlo, culo perfetto e una bocca caldissima.
Lavorava in un negozio di una città vicina alla sua e tutti i giorni prendeva la corriera che faceva spola fra le città della zona.
La prendeva alle 8 al mattino e alle 18 la sera.
La sera quando tornava, notava spesso gli sguardi degli uomini che la mangiavano con gli occhi e ne era divertita.
A maggio notò che, sempre alla stessa fermata, salivano tre muratori che probabilmente finivano il turno di lavoro presso un edificio della zona.
Salivano tutti i giorni e la guardavano con insistenza.
Francesca si divertiva un sacco e li guardava anche lei, ammiccando.
Le era sempre piaciuto flirtare e così faceva.
Si vestiva scollata, li guardava, si passava la lingua fra le labbra.
Un giorno però dagli sguardi si passò ai fatti:
I tre salirono e si misero, uno vicino a lei e gli altri due davanti, in modo da coprire quello che sarebbe accaduto.
Francesca aveva un vestito leggero che lasciava ben poco all'immaginazione.
Era talmente leggero che i capezzoli erano belli in vista.
Quello vicino a lei iniziò ad accarezzarle le gambe e Francesca, birichina come sempre, le aprì...agevolando la mano del ragazzo.
I due davanti si erano voltati indietro e, approfittando del fatto che erano nelle ultime file e non li vedeva nessuno, si erano girati e sfioravano i capezzoli di Francesca da sotto il vestito.
Il ragazzo vicino a Lei si fece strada fra le gambe e infilo l'indice con prepotenza nella fica di francesca, la quale emise una specie di rantolo.
Rivolgendosi ai colleghi il ragazzo disse: cavoli questa puttana è fradicia.
Le fece un ditalino meraviglioso, inserendo altre due dita e Francesca sbrodolò sul sedile.
Poco prima di scendere l'uomo disse a Francesca: domani scendi tu alla fermata dove di solito saliamo noi e vedrai che ti faremo divertire.
Francesca sorrise e disse: certo...io adoro divertirmi.
Il giorno dopo Francesca, eccitata dal giorno prima, si preparò per bene.
Indosso un vestito aderente e scollato che lasciava quasi fuori le sue tettone e scese alla fermata convenuta.
I tre l'aspettavano sul portone dell'edificio in costruzione e dissero: vieni dentro c'è una sorpresa.
La fecero entrare e dentro c'erano altri tre uomini, in tutto sei, che la guardavano famelici.
Francesca, per nulla spaventata, sorrise e disse: wow stasera ci si diverte.
La presero per mano e mi portarono in una grande stanza vuota con un materasso buttato per terra.Erano tutti uomini alti e prestanti e lì Francesca iniziò ad avere paura.
Il più anziano le disse: non avere paura non ti faremo del male ci vogliamo solo divertire...Ci hanno detto che sei una troietta in calore e noi alle troiette facciamo solo del bene...
Francesca rise e iniziò a baciare il più anziano, quello che aveva detto quella cosa.
Lo baciava e sentiva che glia altri si stavano avvicinando.
La fecero sedere su uno sgabello con le gambe leggermente aperte e mentre uno iniziava a sditalinarmi un altro mi toglieva il vestito liberando le tettone.
Uno disse: mamma mia che tette...qui ci sfama tutti.Tutti risero e poi si rituffarono su di me.
In quella posizione, iniziarono a penetrarla tutti....Francesca sullo sgabello e tutti a turno la penetravano mentre quelli che attendevano la baciavano, la toccavano e e torturavano i capezzoli.
Le tette di francesca erano qualcosa di unico.
Belle, grandi, sode con due chiodi al posto dei capezzoli.
Vennero tutti una prima volta, chi in faccia, chi in bocca, chi sul seno.
Francesca era una maschera di sperma.
Rideva e li baciava tutti.
Uno dei ragazzi a questo punto disse: or che ci siamo scaldati portiamola sul materasso.
Francesca, quasi in trance per gli orgasmi, li seguì.
Giunti al materasso uno si sdraiò e le fece cenno di impalarsi sopra di lui.
Francesca, ancora bagnata fradicia, ubbidì.
Si impalò sul cazzo enorme del ragazzo e iniziò a cavalcarlo.
Ora era piena: aveva un cazzo nella fica, uno nel culo, due in mano e uno in bocca.
Godeva come una matta e li faceva alternare tutti.
Alla fine il materasso era una coperta di sperma e francesca sdraiata in mezzo senza sensi.
Alla fine furono tutti molto dolci.
La aiutarono a pulirsi, la baciavano e la riaccompagnarono a casa.
Da quel giorno, una volta a settimana Francesca scendeva a quella fermata, e andava a far divertire i muratori.
Divenne, per tutti il tempo della durata della costruzione dell'edificio, la loro puttana, il loro giocattolo e a lei in fondo piaceva sentirsi usare come un giocattolo.
Ogni volta era sempre più spinto il gioco.
I muratori si organizzarono e portarono giochini, corde, pinze per capezzoli, manette e il gioco divenne divertente più che mai nel rispetto reciproco di tutti.
Francesca capì che era nata con quella voglia dentro e non poteva combattere la sua natura.
Adorava farsi legare le tette, farsele succhiare, farsi spalmare addosso nutella, panna, gelato e farsi mangiare.
Una volta la portarono in una stanza, la legarono gambe e braccia ad un letto e giocarono a leccare sul suo corpo gelato e panna....
Purtroppo la casa venne finita e il gioco terminò ma Francesca non dimenticherà mai quanto ha goduto in quei mesi.
Aveva sempre visto il sesso come un piacere e come un modo per divertirsi senza mai prenderlo troppo sul serio.
E così sfruttava ogni occasione buona per godere.
Aveva iniziato presto e si divertiva a provocare gli uomini in tutti i modi.
Ora, a 27 anni, era una bella cavallona: tettone da urlo, culo perfetto e una bocca caldissima.
Lavorava in un negozio di una città vicina alla sua e tutti i giorni prendeva la corriera che faceva spola fra le città della zona.
La prendeva alle 8 al mattino e alle 18 la sera.
La sera quando tornava, notava spesso gli sguardi degli uomini che la mangiavano con gli occhi e ne era divertita.
A maggio notò che, sempre alla stessa fermata, salivano tre muratori che probabilmente finivano il turno di lavoro presso un edificio della zona.
Salivano tutti i giorni e la guardavano con insistenza.
Francesca si divertiva un sacco e li guardava anche lei, ammiccando.
Le era sempre piaciuto flirtare e così faceva.
Si vestiva scollata, li guardava, si passava la lingua fra le labbra.
Un giorno però dagli sguardi si passò ai fatti:
I tre salirono e si misero, uno vicino a lei e gli altri due davanti, in modo da coprire quello che sarebbe accaduto.
Francesca aveva un vestito leggero che lasciava ben poco all'immaginazione.
Era talmente leggero che i capezzoli erano belli in vista.
Quello vicino a lei iniziò ad accarezzarle le gambe e Francesca, birichina come sempre, le aprì...agevolando la mano del ragazzo.
I due davanti si erano voltati indietro e, approfittando del fatto che erano nelle ultime file e non li vedeva nessuno, si erano girati e sfioravano i capezzoli di Francesca da sotto il vestito.
Il ragazzo vicino a Lei si fece strada fra le gambe e infilo l'indice con prepotenza nella fica di francesca, la quale emise una specie di rantolo.
Rivolgendosi ai colleghi il ragazzo disse: cavoli questa puttana è fradicia.
Le fece un ditalino meraviglioso, inserendo altre due dita e Francesca sbrodolò sul sedile.
Poco prima di scendere l'uomo disse a Francesca: domani scendi tu alla fermata dove di solito saliamo noi e vedrai che ti faremo divertire.
Francesca sorrise e disse: certo...io adoro divertirmi.
Il giorno dopo Francesca, eccitata dal giorno prima, si preparò per bene.
Indosso un vestito aderente e scollato che lasciava quasi fuori le sue tettone e scese alla fermata convenuta.
I tre l'aspettavano sul portone dell'edificio in costruzione e dissero: vieni dentro c'è una sorpresa.
La fecero entrare e dentro c'erano altri tre uomini, in tutto sei, che la guardavano famelici.
Francesca, per nulla spaventata, sorrise e disse: wow stasera ci si diverte.
La presero per mano e mi portarono in una grande stanza vuota con un materasso buttato per terra.Erano tutti uomini alti e prestanti e lì Francesca iniziò ad avere paura.
Il più anziano le disse: non avere paura non ti faremo del male ci vogliamo solo divertire...Ci hanno detto che sei una troietta in calore e noi alle troiette facciamo solo del bene...
Francesca rise e iniziò a baciare il più anziano, quello che aveva detto quella cosa.
Lo baciava e sentiva che glia altri si stavano avvicinando.
La fecero sedere su uno sgabello con le gambe leggermente aperte e mentre uno iniziava a sditalinarmi un altro mi toglieva il vestito liberando le tettone.
Uno disse: mamma mia che tette...qui ci sfama tutti.Tutti risero e poi si rituffarono su di me.
In quella posizione, iniziarono a penetrarla tutti....Francesca sullo sgabello e tutti a turno la penetravano mentre quelli che attendevano la baciavano, la toccavano e e torturavano i capezzoli.
Le tette di francesca erano qualcosa di unico.
Belle, grandi, sode con due chiodi al posto dei capezzoli.
Vennero tutti una prima volta, chi in faccia, chi in bocca, chi sul seno.
Francesca era una maschera di sperma.
Rideva e li baciava tutti.
Uno dei ragazzi a questo punto disse: or che ci siamo scaldati portiamola sul materasso.
Francesca, quasi in trance per gli orgasmi, li seguì.
Giunti al materasso uno si sdraiò e le fece cenno di impalarsi sopra di lui.
Francesca, ancora bagnata fradicia, ubbidì.
Si impalò sul cazzo enorme del ragazzo e iniziò a cavalcarlo.
Ora era piena: aveva un cazzo nella fica, uno nel culo, due in mano e uno in bocca.
Godeva come una matta e li faceva alternare tutti.
Alla fine il materasso era una coperta di sperma e francesca sdraiata in mezzo senza sensi.
Alla fine furono tutti molto dolci.
La aiutarono a pulirsi, la baciavano e la riaccompagnarono a casa.
Da quel giorno, una volta a settimana Francesca scendeva a quella fermata, e andava a far divertire i muratori.
Divenne, per tutti il tempo della durata della costruzione dell'edificio, la loro puttana, il loro giocattolo e a lei in fondo piaceva sentirsi usare come un giocattolo.
Ogni volta era sempre più spinto il gioco.
I muratori si organizzarono e portarono giochini, corde, pinze per capezzoli, manette e il gioco divenne divertente più che mai nel rispetto reciproco di tutti.
Francesca capì che era nata con quella voglia dentro e non poteva combattere la sua natura.
Adorava farsi legare le tette, farsele succhiare, farsi spalmare addosso nutella, panna, gelato e farsi mangiare.
Una volta la portarono in una stanza, la legarono gambe e braccia ad un letto e giocarono a leccare sul suo corpo gelato e panna....
Purtroppo la casa venne finita e il gioco terminò ma Francesca non dimenticherà mai quanto ha goduto in quei mesi.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Al ristoranteracconto sucessivo
Mio suocero e mio cognato
Commenti dei lettori al racconto erotico