Il marito di mia cugina

di
genere
incesti

Con Rino ci conosciamo da 25 anni, da quando, cioè, io e mio marito ci fidanzammo. Ci vediamo spesso ma non assiduamente in quntonoi abitiamo a Messina e loro in collina ad un'ora di auto. Un paesino che è il luogo di origine della mia famiglia Rino è, per l'appunto, il marito di Flora, figlia della sorella di mio padre e mia prima cugina. Circa un anno fa ho ereditato la casa paterna del paese e abbiamo avuto l'idea di ristrutturarla e sfruttarla di più: nel periodo invernale per i fine settimana e in estate per alternare mare e collina. Devo dire che con Rino, fin da quando ci siamo conosciuti, c'è sempre stata una grande simpatia reciproca. Insomma,iocapivo di piacere a lui e lui capiva di piacere a me. Il tutto tacitamente, niente di palese. Lui era un bel ragazzo bruno ed, ancora oggi, è un bell'uomo di 53 anni; io una bella ragazza allora e una splendida 47enne, piacente e sensuale, oggi. Mi chiamo Claudia. Anche quest'ultima estate, nel mese di agosto, abbiamo trascorso 2 settimane a paese, solo che per motivi di lavoro, mio marito ha dovuto fare la spola dal paese a Messina. Più vplte ci siamo visti con i parenti e naturalmente anche con Flora e Rino. A chi mi dovevo rivolgere quella mattina, se non a Flora, quando mi si bloccò la caldaia e dovetti fare mezza doccia con l'acqua fredda? Le chiesi se poteva indicarmi qualcuno. Disse di no ma che, comunque, poteva dare uno sguardo Rino. Sentii che riferì e poi mi disse che sarebbe passato di li a mezz'ora. Altro che mezz'ora, dopo 10 minuti squillò il campanello. Chi poteva essere se non lui? Avevo appena indossato una gonnella celeste ed ebbi appena il tempo di indossare una magliettina bianca, senza reggiseno. Risposi al citofono: era lui. Schiacciando il pulsante mi venne in mente che era la prima volta che sarei stata sola con lui. "Allora? Cos'è successo?" Disse entrando. Gli raccontai quello che era accaduto dirigendoci in veranda dov'è la caldaia. Notò che il livello dell'acqua era a zero e mi chiese come mai e se avessi notato qualche perdita in un termosifone. Mi ricordai di qualche goccia in camera da letto. li controlloò tutti e poi, per ultimo, quello della camera da letto. Era proprio quello. Mi disse di prendere dello scottex e uno straccio. Asciugò e dopo un po era ancora umido. Disse chepoteva provare a stringere i dadi ma non aveva le chiavi adatte e sarebbe ripassato nel pomeriggio. Lui era abbassato ed io in piedi. Ad un tratto, mettendo la mano fra le mia ginocchia, disse: "Fino a quando dobbiamo aspettare ancora, non credi che questa sia l'occasione giusta?" Ovviamente restai sorpresa, arrossii ma, nello stesso tempo, mi sembrò superfluo fare finta di non aver capito. Sfidai il suo sguardo chiedendogli se fosse venuto con questa intenzione. Nel frattempo sentii la sua mano più su e, per tutta risposta, senza aprire bocca, arrivò fino alle mutandine. Notò il mio sussulto di piacere, si alzò e, mentre mi palpava furiosamente le tette, le nostre bocche si cercarono; si trovarono e le nostre lingue si attorcigliarono in un vortice frenetico di lussuria. Ce le succhiammo a vicenda e continuammo a slinguarci per svariati minuti fino a quando non prese a sfilarmi la maglietta. Staccammo le nostre bocche e alzai le braccia per agevolarlo. Il tutto mentre, eccitatissimi, ci fissavamo come per dirci: finalmente. Riprese a palparmi le tette, a leccarle, a succhiare i capezzoli e a morderli con le labbra. "Siiiiii!" Convinta ormai, perchè eccitatissima, che avremmo dato sfogo alle nostre voglie da tanto tempo sopite. Eccitatissima non solo per il piacere che mi dava, ma anche per la situazione. Facendomi fare due passi indietro mi fecev sedere sul letto; mi spinse facendomi sdraiare, mi sollevò la gonna e disse che ero uno spettacolo. Mi sfilò le mutandine e gli mostrai quello che avevo mostrato solo a mio marito. Si tolse la camicia, si mise in ginocchio, le mie cosce sulle sue spalle e, facendomi impazzire di libidine, prese a giocare con la mia fica. Non mi doveva piacere? Sentii la sua lingua fra le mie cosce e poi avvicinarsi sempre di più, lentamente, a raggiungere il mio clitoride. "Ahaaaaaa!" Gridai. Mi leccò avidamente facendomi impazzire e sperando che non finisse mai. Invece raggiunsi l'orgasmo rapidamente perchè la sua lingua, oltre a stuzzicarmi ogni angolo della mia fica, la sentivo dentro e con le labbra mi mordicchiava il clitoride e poi me lo succhiò forte. Godendo mi agitavo ead un tratto lui si alzò e prese ad aprirsi i pantaloni. Io, seduta, stavo a guardare, quasi con bramosia, che me lo mostrasse. I pantaloni giù fino alle ginocchia e prese ad accarezzarsi il pacco come per invitarmi ad impossessarmene. Si, si, la bramosia è bramosia e allora alzai le braccia e le mie mani furono lì. Bello, grosso e ancora mezzo morbido. Timorosa si perchè era la prima volta con un altro, ma che sensazione! Gielo palpai deglutendo e poi lui se lo tirò fuori e lo impugnò facendolo sobbalzare su e giù. Guardavo eccitata e lui, avvicinandolo al mio viso, portò la mano sinistra dietro la mia nuca.Capii perfettamente. Porca miseria che vergogna qundo lo presi fra le mani, lo menai, lo leccai e lo ficcai in bocca! Il cazzo in bocca mi è sempre piaciuto, ma questo non era quello di mio marito. "Miii! Claudia, che bocca che hai!" Lo guardai mentre succhiavo e ci giocavo con la lingua decisa di dare il meglio di me stessa. Dai suoi mugugni intuii subito che lo stavo dando e più andavo avanti più mi piaceva. Che complimenti quando me lo sfilai dalla bocca, lo leccai tutto e gli presi a morsi le palle! Lo rificcai in bocca ma: "Ti voglio scassare la fica" disse ributtandomi giù all'indietro. Mi sollevò le gambe e le cosce e mi disse di fare da me. Glielo presi e, ansimando di piacere, me lo strofinai sulla fica. Lo misi dentro con un lungo: "Ahaaaaaaaaa, siiiiiii, ahaaaaaaa!" Poi lui, con le spalle sui miei polpacci, mi ripiegò letteralmente su me stessa con le ginocchia che mi toccavano le tette. Tutto dentro di me e prese a chiavarmi con tanta veemenza. Le mie tette ballavano su e giù, le carni dei miei fianchi sobbalzavano e il rumore dell'imbatto dei nostri bacini rendeva il tutto libidinoso. E lui che mi diceva: cavalla, femmina da letto e nata per essere trombata, mi faceva impazzire. Poi: "Te la scasso tutta la fica" "Siiiii", e mentalmente: si, si, scassamela tutta, più forte, si ancora. Così per non so quanto tempo durante il quale ebbi un paio di orgasmi, fino a quando, con smorfia di piacere ma quasi rammaricato, disse: "Porca miseria, vengooo" "Sii, vienimi dentrooo, si mi piace, ancora, vienimi dentroooooo"- Mi sentii allagare tutta ed ebbi ancora un orgasmo. Ansimando presi le mutandine e quando me lo sfilò tamponai la fuoriuscita di sperma dalla mia fica. "Caspita! Non volevo venire, volevo stare di più, ma sono venticinque anni che mi trattengo e non ho resistito". Si teneva il cazzo in mano per non farlo gocciolare e allora mi rimisi seduta e lo rimisi in bocca. Sospirava di piacere mentre glielo ripulivo. Disse che sarebbe ritornato alle 15,30 per stringere i dadi del termosifone e che avremmo fatto il secondo round. "Ancora? Di nuovo?" "E che dici? Lo sai quando ci siamo conosciuti, venticinque anni fa, cosa mi ha colpito di te? Il tuo culo" "Davvero! Perchè? E allora?" "E allora mi sono ripromesso di sfondartelo. nzi fammelo guardare bene" "Ma dai! Che fai?" Dissi mentre mi fece mettere in piedi e lui prendere il mio posto, seduto sul letto. "Minchia! Questo si che si chiama culo". Quante lusinghe mentre me lio palpava e poi, facendomi chinare, prese a leccarmelo. Certo che mi piaceva. Mi leccò pure l'ano facendomi venire ancora voglia. Ma doveva andare. Trascorsi tutto il resto della mattinata in ansia riflettendo su quello che avevo fatto, sicuramente sbagliato ma piacevole. Non avevo nemmeno fame e per pranzo mangiai solo una mela. Non facevo altro che guardare l'orologio e pensavo se veramente avrebbe voluto incularmi. Qualche remora da parte mia? Di certo il mio culo non era vergine. Tuttavia l'incilata non era usuale tra me e mio marito. In 23 anni di matrimonio l'abbiamo fatto, si e no, una decina di volte. Mi piaceva? Insomma. Feci la doccia e quando le mani andarono fra le chiappe fui tentata: il dito insaponato entrò facile nel mio culo. Immaginao il cazzo di Rino. ensai a come farmi trovare: in vestaglia; sotto solo gli slip. Alle 15,15 mi sistemai dietro la sarranda della finestra. Alle 15,25 lo vidi arrivare con un sacchetto. Aprii direttamente il portomcino e non appena fu su mi prese e mi strinse. "Calma, sei qui per lavorare" gli dissi sorridendo. Notò come ero combinata, con le tette quasi scoperte e cercò la mia bocca. Gliela feci trovare pronta ad accogliere la sua lingua e la succhiai avidamente. Mi slacciò la vestaglia e mi disse: "Ti sei fatta trovarepronta eh!" "Prima il lavoro. Chi non lavora non fa l'amore". Ridemmo insieme dorigendoci in camera da letto. Ci vollero 2 minuti per stringere i dadi poi mi sfilò la vestaglia, mi fece sedere sul letto e mi presentò la sua patta. Glielo tirai fuori, glielo menai, glielo leccai tutto presentandomi anche le palle, lo imboccai e presi a spompinarlo. Dopo, in un attimo, fu nudo, si sdraiò supino sul letto e mi invitò su per un 69. Mentre io ripresi a spompinarlo sentii la sua lingua fra le mie cosce e fra la fica. Mi fece impazzire da subito epresi a dimenarmi e a mugugnare col suo cazzo in bocca. Godevocome una matta; ebbi un orgasmo favoloso e lui, invece di smettere, continuava e continuava fino a non farmi resistere più. Improvvisamente la lingua la sentii fra le chiappe. Che piacere! Me lo chiese più volte e rispondendo si ansimavo. Quando la lingua prese a stuzzicarmi l'ano sentendo la punta forzare e scivolare, ebbi un sussulto e gemetti lungamente. Fu allora che, lasciandomi in quella posizione, si sistemò dietro di me dicendo che era l'ora di sfondarmi il culo. Invece me lo ficcò tutto nella fica e mi diede dei colpi che mi fecero sobbalzare tutte. Mi ficcò un pollice nel culo e poi, mettendosi sui piedi, me lo schiaffò fra le chiappe strofinandomelo su e giù più volte. Che bello! Impazzivo. Più strofinava più lo desideravo dentro. Poi lo impugnò e lo indirizzò li dove lo desideravo lussuriosamente. Più lo sentivo penetrare più mi mancava il respiro. Mi lamentavo e gemevo nello stesso tempo finchè, infilando mezzo cazzo, prese a stantuffarmi sempre con più foga. Nel frattempo mi stuzzicava dicendomi pompinara e culo scassato. Sempre più in dentro finchè, sentendo le sue palle sbattermi sulla fica, intuii che l'avevo tutto dentro. Che libidine! Con mio marito non mi era mai piaciuto così tanto. Per resistere ai suoi colpi fui costretta a chinare il busto e ad appoggiare la testa sulle mie braccia sul letto. Si inginocchiò e mi diede un colpo che mi fece gridare. "Ahiiiiiii Pianoooooo!" "Rassegnati e non ti lamentare perchè ti voglio scassare a modo mio".Me lo sfilò dal culo e me lo ficcò nella fica. Due bei colpi e poi di nuovo nel culo e poi ancora nella fica. Godevo come una troia: non avevo mai giocato in questo modo. Orgasmo su orgasmo e dopo avermi riassettato quattro bei colpi nel culo, me lo sfilò e mi disse di girarmi supina. Venne su a cavalcioni sulle mie tette e prese a menarselo. "Vengo! Continua tu" disse. Lo impugnai e lo segai velocemente per qualche secondo fino a quando non sborrò sul mio viso. Quante cose nuove con Rino! Lui si rivestì ed io rimisi la vestaglia. Controllò il terfosifone e non vi erano segni di gocciolamento; controllò il livello dell'acqua della caldaia dicendomi che mi voleva ancora. "Ci è bastato ed è finito tutto". Prima di uscire, davanti alla porta, disse cheaveva ancora voglia di un mio pompino. "Dimentica tutto e vattene" gli dissi aprendo la porta e spingendolo per scherzo. "Se capita....Non si sa mai" disse sorridendo. Sorrisi pure io: "Non lo facciamo capitare"..
scritto il
2019-03-09
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