Femdom world 3
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Era giunto il giorno della pulizia.
Una volta al mese gli uomini venivano convocati in appositi consultori dove schiere di infermiere e dottoresse assistevano i pazienti nelle operazioni di "cleaning". Chissà per quale motivo poi in determinati ambiti piaceva tanto usare termini inglesi di facile traduzione in italiano.
Il giorno di Alessandro era il 23 del mese. Ogni 23 del mese si recava nello stesso consultorio, incontrava la stessa receptionist, che lo indirizzava dalla stessa dottoressa che, dopo averlo liquidato con il solito "nessuna novità?" lo inviava dalla solita infermiera.
In queste operazioni era possibile essere accompagnati dalla donna che deteneva la propria "obbedienza" e Baby, quando non era oberata di lavoro, era solito accompagnarlo.
Quel giorno non fece eccezione.
Alessandro fece la usuale trafila, reception, dottoressa alla quale non riportò novità od infiammazioni ed ingresso nella consueta stanzetta dell'ambulatorio.
Entrò per salutare la mansueta e conosciuta infermiera, una donna sulla cinquantina che se ricordava bene si chiamava Federica, ma il suo incedere si interruppe sull'uscio.
Sporse nuovamente indietro il busto per ricontrollare il numero della stanza, era corretto.
Di fronte a lui, impegnata in una telefonata, si ergeva una nuova, giovane ed avvenente infermiera. Improvvisamente Alessandro perse la sua sicurezza. Questa nuova, per quanto gradita, presenza aveva mandato all'aria la sua routine e le sue certezze.
L'infermiera faceva avanti ed indietro per la stanza con il telefono all'orecchio. Quando lo vide lo guardò e gli sorrise, facendo cenno con l'indice di aspettare un minuto che terminasse la telefonata.
Alessandro non poté fare a meno di notare che l'infermiera calzava si un paio di zoccoli bianchi gommati antiscivolo e sopratutto anti-sesso, ma al contempo aveva delle sensualissime autoreggenti bianche, delle quali si intravedeva appena l'elastico, sotto ad un camice che arrivava decisamente sopra il ginocchio e che lasciava trasparire forme generose e ben proporzionate.
Fu allora che Baby gli diede un colpetto per farlo entrare, evitando di rimanere sull'uscio. E fu allora che Alessandro rimase a bocca aperta. D'improvviso l'infermiera chiusa la telefonata e si lanciò verso Alessandra abbracciandola calorosamente.
"Alessandra cosa ci fai qui?"
"Monica! Che piacere vederti, sono qui per accompagnare il mio ragazzo, ti presento Alessandro".
I due si strinsero la mano. Poi le due ragazze spiegarono di essere state grandi amiche al liceo, ma di essersi un po' perse di vista con l'università. Questo spiegava il perché Alessandro non l'avesse mai vista, ma istintivamente si chiese perché non l'avesse mai sentita nominare.
Monica spiegò di essersi appena laureata in scienze infermieristiche e di essere al suo primo impiego nella prima settimana di lavoro.
Dopo qualche minuto di conversazione Monica esclamò "Diamine, si sta facendo tardi. C'è sempre una gran fila per queste operazioni. Forza spogliati!".
Lentamente Alessandro iniziò a spogliarsi, arrossendo mentre sfilava i boxer. Poteva esistere situazione più imbarazzante?
Le due amiche continuavano a parlare mentre Monica prese le chiavi per liberare la virilità di Alessandro che sfortunatamente già premeva prepotentemente contro la gabbia.
"Ti sei scelta un ragazzo bello vogliosetto". Scherzò Monica mentre eseguiva con molta professionalità le operazioni di rimozione che erano autorizzate solo in questi centri.
Non appena fu libero una potente erezione si impadronì del suo membro... ed il suo viso da rosso divenne viola per la vergogna.
Le due amiche risero nel vederlo così.
"Se non ti avesse rimosso l'obbedienza ti dovrei riempire di scariche fino a farti passare l'erezione, lo sai vero?", ma lo disse con tono scherzoso più che con fare punitivo.
"Non ti imbarazzare" aggiunse Monica, sai quanti ne ho già visti questa settimana?
"Certo con l'altra infermiera non ti succedeva" aggiunse maliziosamente Baby, abbracciandolo da dietro e stringendo fortemente il suo membro con la mano destra.
"E' un effetto che faccio a molti" rispose Monica con sicurezza. "Meglio così, sara più facile lavarlo".
Sempre con professionalità Monica prese il disinfettante e l'ovatta. Si pose di fronte a lui su uno sgabello ed iniziò a pulirlo con dovizia.
Baby da dietro non mollava la presa, aiutando l'amica nelle operazioni.
Le due bellissime donne continuavano ad armeggiare con il suo arnese, scambiandosi sguardi d'intesa, sembrava quasi ci provassero gusto.
Alessandro era sempre più eccitato.
"Baby ti prego. Se continuate così mi fate venire. Prendete del ghiaccio".
Era vietato avere orgasmi senza cintura di castità e tutti e tre lo sapevano bene.
"Che dici lo prendiamo il ghiaccio?" disse Baby con voce calda e sensuale mentre iniziava a fare su e giù con la mano sull'asta di Alessandro".
"Mmm.. Non ho voglia di alzarmi". Rispose Monica con voce da bambina capricciosa, passando nel mentre più volte e delicatamente prima il polpastrello e poi l'unghia sul glande e sul frenulo, poi iniziando anche a massaggiare i gioielli con l'altra mano.
"Dai ragazze cosa state facendo". Disse Alessandro disperato. Lottando contro sé stesso, contro i suoi istinti, sapendo che era una battaglia che non poteva vincere.
Continuarono imperterrite, poi Alessandra si avvicinò al suo orecchio, lo leccò, ci soffiò dentro ed infine gli disse "Adesso vieni amore. E' il mio regalo per il nostro primo anno insieme".
Fu troppo per lui. Fregandosene di tutto, della legge, delle conseguenze, della morale, della Dea, eruppe nel più potente orgasmo della sua vita. Schizzò sul pavimento, schizzò sulla sedia, ma qualche fiotto colpì anche il volto di Monica.
Si sentì libero, potente. Brividi salirono lungo la sua schiena. Intuì per la prima volta che cosa volesse dire sentirsi maschio, uomo.
Ridendo Monica si passò un dito sulle labbra, poi tirò a se Baby e le due iniziarono a baciarsi intensamente.
Alessandro non comprendeva più cosa stesse succedendo. Era evidente che non avesse il controllo della situazione e che gli mancasse qualche pezzo per completare il puzzle.
Poi le due donne si staccarono.
"Presto pulisci tutto" ordinò improvvisamente Baby. "Prima che qualcuno se ne accorga" aggiunse Monica indicando un enorme rotolo di carta igienica.
Alessandro si dette da fare per pulire a terra. Poi rapidamente le due pulirono nuovamente il suo membro e gli misero nuovamente la gabbia, completa di "obbedienza".
Non appena la ebbe indossata, senza preavviso, Baby gli diede una scossa premendo l'anello che portava sempre.
"Questo per essere venuto su Monica senza avermi chiesto il permesso".
"E questo per essere venuto senza aver fatto prima godere noi" disse Monica mentre si avvicinava a Baby, la baciava e le premeva l'anello.
La seconda scossa fu più prolungata, tanto da costringerlo a piegarsi e quasi ad inginocchiarsi per il dolore. Riuscì comunque a trattenere un grido.
Si rivestirono in fretta e si allontanarono salutando rapidamente l'infermiera. Fuori si era creata una discreta coda ed Alessandro sentì gli occhi degli altri uomini in sala d'aspetto e qualcuno che commentava "finalmente" mentre si allontanava.
Salirono in macchina e si allontanarono in silenzio. Alessandro non osava parlare, mentre Baby aveva un sorriso più che malizioso stampato sul suo volto.
Andarono al lavoro e si separarono senza spiegazioni e senza parlare dell'accaduto.
Per Alessandro lavorare fu impossibile. Continuava a ripensare alle sensazioni che aveva provato, alla complicità tra le due donne, al possente orgasmo che lo aveva sconquassato, all'aver infranto la legge, all'essere venuto senza prima aver fatto godere la sua donna.
Finalmente terminò l'orario di lavoro ed Alessandro si precipitò a casa. Doveva parlare con Alessandra. Aveva bisogno di capire, di spiegare, di sapere.
Baby lo aspettava a casa. Usciva sempre prima dal lavoro, indossava una delle sue vestaglie di seta sensualissime che utilizzava spesso in casa ed un paio di scarpette trasparenti con un leggero tacco. A Baby piaceva essere sensuale, anche e soprattutto nella loro intimità.
Lui non ebbe il coraggio di tirare subito fuori l'argomento ed iniziò con le solite banalità su come fosse andata la giornata, il lavoro ed altre simili amenità.
Baby conservava il suo sorriso malizioso dalla mattina e lo lasciò cuocere nel suo brodo. Poi finalmente esordì "cosa hai provato oggi?"
Alessandro confessò tutto.
"Mi sono sentito un re. Ho capito cosa vuole dire essere davvero uomo, ho goduto come mai ho fatto in vita mia. Ed avrei voluto scoparti per un giorno intero."
Baby lo studiò, valutando ogni movimento del suo corpo e del suo volto.
"Ed avresti voluto scopare solo me?"
Sapeva che era un tranello, ma non poteva mentire alla sua donna. Aveva già infranto abbastanza regole e tabù per quel giorno.
"No, avrei voluto scopare anche Monica". Ammise.
"E poi?"
"Poi cosa?" chiese disperato Alessandro cercando una via d'uscita da quella situazione impossibile da gestire.
"Parlami di lei, sinceramente".
Alessandro sospirò, poi si decise ad essere sincero.
"Si sono risvegliati i miei istinti più primordiali. Monica è bella e sensuale. Mi piace molto, anche se non è bella come te e non potrei mai tradirti con lei o con nessun altra. Io amo te". Cercò di salvarsi dicendo tutta la verità. Era vero ciò che le aveva detto, restava solo da sperare che lei gli credesse.
Invece ci fu un'altra sorpresa. Baby rise. Lo tirò a sé e lo bacio.
"Ma lo so stupido che mi ami. E sono contento che Monica piaccia anche a te. Vedi al liceo non eravamo solo amiche, siamo state insieme un paio d'anni. Ho visto sui social che aveva postato il suo nuovo posto di lavoro e così ho pensato di chiamarla e di organizzare la sorpresa di oggi".
Ora Alessandro iniziava a capire. Il quadro iniziava a schiarirsi.
"Ma perché organizzare una cosa del genere?"
"Perché volevo trasgredire. E poi adesso hai infranto la legge di fronte a testimoni, sai che per quello che abbiamo fatto oggi punirebbero solo te".
"E' una specie di ricatto?"
"Ma no stupido, lo userei solo se facessi lo stronzo con Monica".
"In che senso?"
"Nel senso che sta venendo qui. Adesso però inginocchiati mentre l'aspettiamo e fai il tuo dovere, mi devi un orgasmo".
Alessandro iniziò a leccare con devozione. Finalmente poteva gettarsi in qualcosa che conosceva, qualcosa che sapeva fare bene. Ci mise tutto se stesso e Baby venne. Venne copiosamente proprio mentre suonava il citofono.
Una volta al mese gli uomini venivano convocati in appositi consultori dove schiere di infermiere e dottoresse assistevano i pazienti nelle operazioni di "cleaning". Chissà per quale motivo poi in determinati ambiti piaceva tanto usare termini inglesi di facile traduzione in italiano.
Il giorno di Alessandro era il 23 del mese. Ogni 23 del mese si recava nello stesso consultorio, incontrava la stessa receptionist, che lo indirizzava dalla stessa dottoressa che, dopo averlo liquidato con il solito "nessuna novità?" lo inviava dalla solita infermiera.
In queste operazioni era possibile essere accompagnati dalla donna che deteneva la propria "obbedienza" e Baby, quando non era oberata di lavoro, era solito accompagnarlo.
Quel giorno non fece eccezione.
Alessandro fece la usuale trafila, reception, dottoressa alla quale non riportò novità od infiammazioni ed ingresso nella consueta stanzetta dell'ambulatorio.
Entrò per salutare la mansueta e conosciuta infermiera, una donna sulla cinquantina che se ricordava bene si chiamava Federica, ma il suo incedere si interruppe sull'uscio.
Sporse nuovamente indietro il busto per ricontrollare il numero della stanza, era corretto.
Di fronte a lui, impegnata in una telefonata, si ergeva una nuova, giovane ed avvenente infermiera. Improvvisamente Alessandro perse la sua sicurezza. Questa nuova, per quanto gradita, presenza aveva mandato all'aria la sua routine e le sue certezze.
L'infermiera faceva avanti ed indietro per la stanza con il telefono all'orecchio. Quando lo vide lo guardò e gli sorrise, facendo cenno con l'indice di aspettare un minuto che terminasse la telefonata.
Alessandro non poté fare a meno di notare che l'infermiera calzava si un paio di zoccoli bianchi gommati antiscivolo e sopratutto anti-sesso, ma al contempo aveva delle sensualissime autoreggenti bianche, delle quali si intravedeva appena l'elastico, sotto ad un camice che arrivava decisamente sopra il ginocchio e che lasciava trasparire forme generose e ben proporzionate.
Fu allora che Baby gli diede un colpetto per farlo entrare, evitando di rimanere sull'uscio. E fu allora che Alessandro rimase a bocca aperta. D'improvviso l'infermiera chiusa la telefonata e si lanciò verso Alessandra abbracciandola calorosamente.
"Alessandra cosa ci fai qui?"
"Monica! Che piacere vederti, sono qui per accompagnare il mio ragazzo, ti presento Alessandro".
I due si strinsero la mano. Poi le due ragazze spiegarono di essere state grandi amiche al liceo, ma di essersi un po' perse di vista con l'università. Questo spiegava il perché Alessandro non l'avesse mai vista, ma istintivamente si chiese perché non l'avesse mai sentita nominare.
Monica spiegò di essersi appena laureata in scienze infermieristiche e di essere al suo primo impiego nella prima settimana di lavoro.
Dopo qualche minuto di conversazione Monica esclamò "Diamine, si sta facendo tardi. C'è sempre una gran fila per queste operazioni. Forza spogliati!".
Lentamente Alessandro iniziò a spogliarsi, arrossendo mentre sfilava i boxer. Poteva esistere situazione più imbarazzante?
Le due amiche continuavano a parlare mentre Monica prese le chiavi per liberare la virilità di Alessandro che sfortunatamente già premeva prepotentemente contro la gabbia.
"Ti sei scelta un ragazzo bello vogliosetto". Scherzò Monica mentre eseguiva con molta professionalità le operazioni di rimozione che erano autorizzate solo in questi centri.
Non appena fu libero una potente erezione si impadronì del suo membro... ed il suo viso da rosso divenne viola per la vergogna.
Le due amiche risero nel vederlo così.
"Se non ti avesse rimosso l'obbedienza ti dovrei riempire di scariche fino a farti passare l'erezione, lo sai vero?", ma lo disse con tono scherzoso più che con fare punitivo.
"Non ti imbarazzare" aggiunse Monica, sai quanti ne ho già visti questa settimana?
"Certo con l'altra infermiera non ti succedeva" aggiunse maliziosamente Baby, abbracciandolo da dietro e stringendo fortemente il suo membro con la mano destra.
"E' un effetto che faccio a molti" rispose Monica con sicurezza. "Meglio così, sara più facile lavarlo".
Sempre con professionalità Monica prese il disinfettante e l'ovatta. Si pose di fronte a lui su uno sgabello ed iniziò a pulirlo con dovizia.
Baby da dietro non mollava la presa, aiutando l'amica nelle operazioni.
Le due bellissime donne continuavano ad armeggiare con il suo arnese, scambiandosi sguardi d'intesa, sembrava quasi ci provassero gusto.
Alessandro era sempre più eccitato.
"Baby ti prego. Se continuate così mi fate venire. Prendete del ghiaccio".
Era vietato avere orgasmi senza cintura di castità e tutti e tre lo sapevano bene.
"Che dici lo prendiamo il ghiaccio?" disse Baby con voce calda e sensuale mentre iniziava a fare su e giù con la mano sull'asta di Alessandro".
"Mmm.. Non ho voglia di alzarmi". Rispose Monica con voce da bambina capricciosa, passando nel mentre più volte e delicatamente prima il polpastrello e poi l'unghia sul glande e sul frenulo, poi iniziando anche a massaggiare i gioielli con l'altra mano.
"Dai ragazze cosa state facendo". Disse Alessandro disperato. Lottando contro sé stesso, contro i suoi istinti, sapendo che era una battaglia che non poteva vincere.
Continuarono imperterrite, poi Alessandra si avvicinò al suo orecchio, lo leccò, ci soffiò dentro ed infine gli disse "Adesso vieni amore. E' il mio regalo per il nostro primo anno insieme".
Fu troppo per lui. Fregandosene di tutto, della legge, delle conseguenze, della morale, della Dea, eruppe nel più potente orgasmo della sua vita. Schizzò sul pavimento, schizzò sulla sedia, ma qualche fiotto colpì anche il volto di Monica.
Si sentì libero, potente. Brividi salirono lungo la sua schiena. Intuì per la prima volta che cosa volesse dire sentirsi maschio, uomo.
Ridendo Monica si passò un dito sulle labbra, poi tirò a se Baby e le due iniziarono a baciarsi intensamente.
Alessandro non comprendeva più cosa stesse succedendo. Era evidente che non avesse il controllo della situazione e che gli mancasse qualche pezzo per completare il puzzle.
Poi le due donne si staccarono.
"Presto pulisci tutto" ordinò improvvisamente Baby. "Prima che qualcuno se ne accorga" aggiunse Monica indicando un enorme rotolo di carta igienica.
Alessandro si dette da fare per pulire a terra. Poi rapidamente le due pulirono nuovamente il suo membro e gli misero nuovamente la gabbia, completa di "obbedienza".
Non appena la ebbe indossata, senza preavviso, Baby gli diede una scossa premendo l'anello che portava sempre.
"Questo per essere venuto su Monica senza avermi chiesto il permesso".
"E questo per essere venuto senza aver fatto prima godere noi" disse Monica mentre si avvicinava a Baby, la baciava e le premeva l'anello.
La seconda scossa fu più prolungata, tanto da costringerlo a piegarsi e quasi ad inginocchiarsi per il dolore. Riuscì comunque a trattenere un grido.
Si rivestirono in fretta e si allontanarono salutando rapidamente l'infermiera. Fuori si era creata una discreta coda ed Alessandro sentì gli occhi degli altri uomini in sala d'aspetto e qualcuno che commentava "finalmente" mentre si allontanava.
Salirono in macchina e si allontanarono in silenzio. Alessandro non osava parlare, mentre Baby aveva un sorriso più che malizioso stampato sul suo volto.
Andarono al lavoro e si separarono senza spiegazioni e senza parlare dell'accaduto.
Per Alessandro lavorare fu impossibile. Continuava a ripensare alle sensazioni che aveva provato, alla complicità tra le due donne, al possente orgasmo che lo aveva sconquassato, all'aver infranto la legge, all'essere venuto senza prima aver fatto godere la sua donna.
Finalmente terminò l'orario di lavoro ed Alessandro si precipitò a casa. Doveva parlare con Alessandra. Aveva bisogno di capire, di spiegare, di sapere.
Baby lo aspettava a casa. Usciva sempre prima dal lavoro, indossava una delle sue vestaglie di seta sensualissime che utilizzava spesso in casa ed un paio di scarpette trasparenti con un leggero tacco. A Baby piaceva essere sensuale, anche e soprattutto nella loro intimità.
Lui non ebbe il coraggio di tirare subito fuori l'argomento ed iniziò con le solite banalità su come fosse andata la giornata, il lavoro ed altre simili amenità.
Baby conservava il suo sorriso malizioso dalla mattina e lo lasciò cuocere nel suo brodo. Poi finalmente esordì "cosa hai provato oggi?"
Alessandro confessò tutto.
"Mi sono sentito un re. Ho capito cosa vuole dire essere davvero uomo, ho goduto come mai ho fatto in vita mia. Ed avrei voluto scoparti per un giorno intero."
Baby lo studiò, valutando ogni movimento del suo corpo e del suo volto.
"Ed avresti voluto scopare solo me?"
Sapeva che era un tranello, ma non poteva mentire alla sua donna. Aveva già infranto abbastanza regole e tabù per quel giorno.
"No, avrei voluto scopare anche Monica". Ammise.
"E poi?"
"Poi cosa?" chiese disperato Alessandro cercando una via d'uscita da quella situazione impossibile da gestire.
"Parlami di lei, sinceramente".
Alessandro sospirò, poi si decise ad essere sincero.
"Si sono risvegliati i miei istinti più primordiali. Monica è bella e sensuale. Mi piace molto, anche se non è bella come te e non potrei mai tradirti con lei o con nessun altra. Io amo te". Cercò di salvarsi dicendo tutta la verità. Era vero ciò che le aveva detto, restava solo da sperare che lei gli credesse.
Invece ci fu un'altra sorpresa. Baby rise. Lo tirò a sé e lo bacio.
"Ma lo so stupido che mi ami. E sono contento che Monica piaccia anche a te. Vedi al liceo non eravamo solo amiche, siamo state insieme un paio d'anni. Ho visto sui social che aveva postato il suo nuovo posto di lavoro e così ho pensato di chiamarla e di organizzare la sorpresa di oggi".
Ora Alessandro iniziava a capire. Il quadro iniziava a schiarirsi.
"Ma perché organizzare una cosa del genere?"
"Perché volevo trasgredire. E poi adesso hai infranto la legge di fronte a testimoni, sai che per quello che abbiamo fatto oggi punirebbero solo te".
"E' una specie di ricatto?"
"Ma no stupido, lo userei solo se facessi lo stronzo con Monica".
"In che senso?"
"Nel senso che sta venendo qui. Adesso però inginocchiati mentre l'aspettiamo e fai il tuo dovere, mi devi un orgasmo".
Alessandro iniziò a leccare con devozione. Finalmente poteva gettarsi in qualcosa che conosceva, qualcosa che sapeva fare bene. Ci mise tutto se stesso e Baby venne. Venne copiosamente proprio mentre suonava il citofono.
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