Le macchine non hanno sogni elettrici

di
genere
poesie

Ho gridato,
come un animale
ferito.
Ho urlato,
fino a non sentir più
le mie parole.

A volte vorrei
non essere un uomo,
ma solo una macchina.
Solo un cumulo
di fili, circuiti
e transistor.

No, non avrei più
sentimento alcuno.
Non ti amerei,
non ti odierei
e il supplizio della tua mancanza,
sarebbe a me ignoto.

Avrei solo memorie elettroniche
facilmente cancellabili.
E allora, senza altro tormento,
mi potrei scordare di te per sempre
con un semplice comando,
con la sola pressione di un dito.

Così tu
non esisteresti più,
non saresti mai
per me esistita,
inghiottita dal salvifico buio
dell'oblio.

Nuovamente mi ridesto
dal mio incubo quotidiano
e mi scopro prigioniero di me stesso,
avvinto dagli invisibili tentacoli
del tuo doloroso ricordo,
in questo lurido sudario di cemento.

Gli uomini però
non sono macchine,
fiere solo
della propria insensibilità,
ma gioia e dolore,
carne e sangue.

Si.
Preferisco urlare,
come un animale ferito,
che ascoltare
il piatto ronzio
di mille microprocessori.

Le macchine
non hanno
sogni elettrici.
scritto il
2019-04-24
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