Il mio amico Alessandro (parte 2)
di
Kal
genere
incesti
Attento a non fare alcun rumore mi incamminai lentamente nel lungo corridoio; più mi avvicinava a quella stanza e più quei rumori si intensificavano, diventando quasi animaleschi.
Giunto sulla soglia mi affacciai leggermente in modo da poter vedere cosa si stava consumando li dentro, sbiancai.
Il letto era posto orizzontalmente alla porta e su di esso vidi mia madre, a novanta, era quasi completamente distesa, solamente il suo sedere rimaneva alto, il suo viso era completamente sprofondato tra i cuscini e le gambe sporgevano dal materasso. Dietro di lei, in piedi, con le mani che le cingevano i fianchi e il pene che la penetrava vidi Alessandro.
In quel momento mi bloccai, paralizzato da quella vista, il mio migliore amico, era li, stava scopando con mia madre.
Per molti anni aveva fatto numerosi apprezzamenti su di lei, ma non ci avevo dato molto peso, ma ora vedendoli così, una montagna di uomo che con il suo grande pene provoca piacere a una piccola, magra ma formosa donna, mi riportò alla mente tutto, le battutine sulla sua grande dotazione e il continuo ostentare il suo fisico da adone di fronte a lei erano una tattica; una tattica per conquistare mia madre.
Sbigottito da quello a cui stavo assistendo caddi in ginocchio facendo un leggere tonfo sul freddo marmo, non sentii il dolore ma vidi il volto di Alessandro voltarsi e guardarmi.
Mi guardò dritto negl’occhi e sul suo viso si disegnò un sorriso di esaltazione, con quello sguardo mi stava dicendo, “guarda cosa sto facendo a tua madre, guarda quanto le piace”, e io guardavo, non riuscivo a distogliere gli occhi.
Dopo avermi squadrato da testa a piedi si voltò e cominciò a guardare la schiena di mia madre che dopo ogni suo singolo movimento si inarcava sempre di più, i suoi gemiti cominciarono a farsi sempre più forti e le sue mani strinsero le lenzuola. Un forte gemito gutturale proruppe dalla sua bocca ancora incavata tra i cuscini e le sue ginocchia scivolarono, lasciandola distesa e tremante, in preda a un orgasmo animalesco.
Alessandro rimase per qualche secondo in piedi guardando quello spettacolo, il suo pene era pulsante e bramava ancora mia madre.
Le prese le gambe e la girò di forza, ora il suo volto era ben visibile, i lunghi capelli castani le ricoprivano il petto e il seno, lui li scostò e scoprì la sua terza misura, con la stessa mano le afferrò un capezzolo e dopo averlo strizzato le disse :
-Guardami quando ti scopo- proruppe con voce roca
-Si va bene- rispose lei con voce languida
-Dimmi, vuoi che ti faccia godere ancora- lo sguardo Alessandro appariva quasi trasformato da quell'impeto di lussuria
-Si ti prego, scopami ancora, mettimi dentro quel tuo grande cazzo- disse allungando la mano cercando di afferrarlo, Alessandro le prese la mano e la aiutò a prenderlo; nel momento esatto in cui mia madre lo posizionò lui con un unico colpo di reni glielo infilò tutto.
Vidi la schiena di mia madre inarcarsi e emettere un gemito forte e acuto.
Alla vista di tanta perdizione qualcosa dentro di me si ruppe, sapevo che non avrei mai più guardato mia madre con gli sessi occhi, non sarebbe stata più quella donna affettuosa e gentile di prima, ora per me era una lussuriosa schiva della passione.
Mentre l’atto peccaminoso continuava a protrarsi, non so perché ma, alla vista di mia madre li, indifesa, mentre il mio migliore amico le faceva provare tutto quel piacere, anch'io quasi involontariamente, cominciai a provare un senso perverso e spasmodico di eccitazione.
Mentre il mio pene cominciava a crescere nella mia mano ormai insinuata nelle mutande, vidi disegnarsi sul volto di Alessandro un espressione contratta e aggrottata.
-Sto per venire- proruppe con respiro affannato
-Vienimi addosso- disse mia madre gemendo
Vidi Alessandro spingerle il pene totalmente dentro, il suo sguardo si contraeva sempre di più in quella smorfia di piacere.
-COME PREGO ?!!!- urlo e mia madre con le gambe che le tremavano e la voce rotta dall'ennesimo orgasmo urlo :
-TI PREGO VIENIMI ADDOSSO !!!-
Nell'udire quelle parole Alessandro estrasse il pene e dopo aver dato due veloci colpi di mano proruppe in uno lungo e denso spruzzo di sperma, tutto quel godimento ricadde sul corpo nudo di mia madre che lo accolse con un sonoro mugolo di approvazione.
Lui le prese la mano e la trasse a se, le afferrò il volto e le diede un appassionato bacio, quando si staccarono un filo di saliva ancora collegava le due bocce, ancora uniti da quella connessione Alessandro le afferrò il collo e con voce ferma le disse
-ora perché non me lo pulisci-
-certo- disse mia madre sogghignando
Allora si abbassò e prese quel grande cazzo in bocca, lo succhiò, lo baciò e poi con delle lunghe e rudi leccate pulì completamente l’asta.
Mentre mia madre continuava a succhiare quel cazzo che tanto bramava Alessandro si girò verso di me, ero ancora nella stessa posizione in cui mi aveva lasciato, a parte la mano nei pantaloni; sorrise nel vedere quella scena, poi con la testa mi fece cenno di andarmene perché presto avrebbero concluso.
In velocità, con le gambe che mi tremavano mi alzai, diedi un ultima occhiata nella stanza e poi corsi in salotto. Mentre me ne stavo andando sentii Alessandro dire un ultima cosa:
-Dai basta così per oggi, ci vediamo domani, ok?-
-Si, va bene – rispose
-Ho qualche nuova idea-
-Allora non vedo l’ora- sentii mia madre dire con voce languida
Nel sentirli rivestirsi andai nel garage e facendo il minor rumore possibile presi il motorino e uscii in strada, pochi minuti dopo vidi le luci dell’entrata accendersi e Alessandro uscire dalla porta.
Mi vide, li seduto sullo scooter e si avvicinò, mi guardò negli occhi e disse :
-Beh, meglio se andiamo a berci qualcosa, ho tante cosa da spiegarti-
Lo guardai fisso, avrei voluto mandarlo a quel paese ma, anche lui sapeva che quello che avevo visto mi era piaciuto, gli feci quindi cenno di salire, indossò quindi il casco di scorta e partimmo verso il centro.
Per commenti/opinioni o per idee su nuove storie scrivetemi liberamente alla mail : kal.rolling2@gmail.com
Giunto sulla soglia mi affacciai leggermente in modo da poter vedere cosa si stava consumando li dentro, sbiancai.
Il letto era posto orizzontalmente alla porta e su di esso vidi mia madre, a novanta, era quasi completamente distesa, solamente il suo sedere rimaneva alto, il suo viso era completamente sprofondato tra i cuscini e le gambe sporgevano dal materasso. Dietro di lei, in piedi, con le mani che le cingevano i fianchi e il pene che la penetrava vidi Alessandro.
In quel momento mi bloccai, paralizzato da quella vista, il mio migliore amico, era li, stava scopando con mia madre.
Per molti anni aveva fatto numerosi apprezzamenti su di lei, ma non ci avevo dato molto peso, ma ora vedendoli così, una montagna di uomo che con il suo grande pene provoca piacere a una piccola, magra ma formosa donna, mi riportò alla mente tutto, le battutine sulla sua grande dotazione e il continuo ostentare il suo fisico da adone di fronte a lei erano una tattica; una tattica per conquistare mia madre.
Sbigottito da quello a cui stavo assistendo caddi in ginocchio facendo un leggere tonfo sul freddo marmo, non sentii il dolore ma vidi il volto di Alessandro voltarsi e guardarmi.
Mi guardò dritto negl’occhi e sul suo viso si disegnò un sorriso di esaltazione, con quello sguardo mi stava dicendo, “guarda cosa sto facendo a tua madre, guarda quanto le piace”, e io guardavo, non riuscivo a distogliere gli occhi.
Dopo avermi squadrato da testa a piedi si voltò e cominciò a guardare la schiena di mia madre che dopo ogni suo singolo movimento si inarcava sempre di più, i suoi gemiti cominciarono a farsi sempre più forti e le sue mani strinsero le lenzuola. Un forte gemito gutturale proruppe dalla sua bocca ancora incavata tra i cuscini e le sue ginocchia scivolarono, lasciandola distesa e tremante, in preda a un orgasmo animalesco.
Alessandro rimase per qualche secondo in piedi guardando quello spettacolo, il suo pene era pulsante e bramava ancora mia madre.
Le prese le gambe e la girò di forza, ora il suo volto era ben visibile, i lunghi capelli castani le ricoprivano il petto e il seno, lui li scostò e scoprì la sua terza misura, con la stessa mano le afferrò un capezzolo e dopo averlo strizzato le disse :
-Guardami quando ti scopo- proruppe con voce roca
-Si va bene- rispose lei con voce languida
-Dimmi, vuoi che ti faccia godere ancora- lo sguardo Alessandro appariva quasi trasformato da quell'impeto di lussuria
-Si ti prego, scopami ancora, mettimi dentro quel tuo grande cazzo- disse allungando la mano cercando di afferrarlo, Alessandro le prese la mano e la aiutò a prenderlo; nel momento esatto in cui mia madre lo posizionò lui con un unico colpo di reni glielo infilò tutto.
Vidi la schiena di mia madre inarcarsi e emettere un gemito forte e acuto.
Alla vista di tanta perdizione qualcosa dentro di me si ruppe, sapevo che non avrei mai più guardato mia madre con gli sessi occhi, non sarebbe stata più quella donna affettuosa e gentile di prima, ora per me era una lussuriosa schiva della passione.
Mentre l’atto peccaminoso continuava a protrarsi, non so perché ma, alla vista di mia madre li, indifesa, mentre il mio migliore amico le faceva provare tutto quel piacere, anch'io quasi involontariamente, cominciai a provare un senso perverso e spasmodico di eccitazione.
Mentre il mio pene cominciava a crescere nella mia mano ormai insinuata nelle mutande, vidi disegnarsi sul volto di Alessandro un espressione contratta e aggrottata.
-Sto per venire- proruppe con respiro affannato
-Vienimi addosso- disse mia madre gemendo
Vidi Alessandro spingerle il pene totalmente dentro, il suo sguardo si contraeva sempre di più in quella smorfia di piacere.
-COME PREGO ?!!!- urlo e mia madre con le gambe che le tremavano e la voce rotta dall'ennesimo orgasmo urlo :
-TI PREGO VIENIMI ADDOSSO !!!-
Nell'udire quelle parole Alessandro estrasse il pene e dopo aver dato due veloci colpi di mano proruppe in uno lungo e denso spruzzo di sperma, tutto quel godimento ricadde sul corpo nudo di mia madre che lo accolse con un sonoro mugolo di approvazione.
Lui le prese la mano e la trasse a se, le afferrò il volto e le diede un appassionato bacio, quando si staccarono un filo di saliva ancora collegava le due bocce, ancora uniti da quella connessione Alessandro le afferrò il collo e con voce ferma le disse
-ora perché non me lo pulisci-
-certo- disse mia madre sogghignando
Allora si abbassò e prese quel grande cazzo in bocca, lo succhiò, lo baciò e poi con delle lunghe e rudi leccate pulì completamente l’asta.
Mentre mia madre continuava a succhiare quel cazzo che tanto bramava Alessandro si girò verso di me, ero ancora nella stessa posizione in cui mi aveva lasciato, a parte la mano nei pantaloni; sorrise nel vedere quella scena, poi con la testa mi fece cenno di andarmene perché presto avrebbero concluso.
In velocità, con le gambe che mi tremavano mi alzai, diedi un ultima occhiata nella stanza e poi corsi in salotto. Mentre me ne stavo andando sentii Alessandro dire un ultima cosa:
-Dai basta così per oggi, ci vediamo domani, ok?-
-Si, va bene – rispose
-Ho qualche nuova idea-
-Allora non vedo l’ora- sentii mia madre dire con voce languida
Nel sentirli rivestirsi andai nel garage e facendo il minor rumore possibile presi il motorino e uscii in strada, pochi minuti dopo vidi le luci dell’entrata accendersi e Alessandro uscire dalla porta.
Mi vide, li seduto sullo scooter e si avvicinò, mi guardò negli occhi e disse :
-Beh, meglio se andiamo a berci qualcosa, ho tante cosa da spiegarti-
Lo guardai fisso, avrei voluto mandarlo a quel paese ma, anche lui sapeva che quello che avevo visto mi era piaciuto, gli feci quindi cenno di salire, indossò quindi il casco di scorta e partimmo verso il centro.
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