Il Party
di
No Name
genere
etero
I party natalizi sono estremamente noiosi, ma, noi donne in carriera abbiamo una sorte di obbligo nel parteciparvi, per far capire a tutti che comandiamo.
Ero annoiata, giravo tra i tavoli e conversavo un po’ con tutti, brindando al futuro e al periodo natalizio, aspettando l’ora di tornare a casa. Ero al quarto bicchiere di vino quando decisi di ritirarmi nel mio ufficio. Lì, seduta alla scrivania è un po’ brilla guardano fuori dalla finestra mentre pensavo. Bussò alla porta il mio segretario (ebbene sì, ho un segretario uomo) “posso capo?”. Gli feci cenno di entrare. Era un grande sostegno per me, eravamo amici, conosceva mio marito ed aveva frequentato casa nostra alcune volte. Si sedette vicino a me e mi chiede “cosa ti passa per la testa?” “Nulla, pensavo a quanto mi annoia questa festa triste e monotona, che tornerò a casa in un letto vuoto perché mio marito è via per lavoro mentre vorrei essere scopata. Oh scusa, devo essere un po’ brilla” ed effettivamente lo ero! Lui mi guardò e mi appoggió una mano sul ginocchio “be, per l’ultimo punto possiamo rimediare subito “. Invece di essere scioccata questa sua affermazione mi fece contrarre in mezzo alle gambe. “E cosa vorresti fare?” gli dissi aprendo leggermente le gambe. “Be potrei scoparti con la bocca per iniziare “ e detto questo mise una mano tra le mie cosce in cerca della mia figa. Mi alzai in piedi e lui si avvicinò: ci baciammo, la sua lingua scivoló nella mia e cominciammo a baciarci. Mi sbottonò la camicetta e scopri il mio reggiseno in pizzo nero. Abbassó le coppe e mi succhió i capezzoli: gemetti dal piacere, succhiava avido il ragazzo, come un bambino in cerca della poppata. Mi alzò la gonna scoprendo le mie auto reggenti e un sottile perizoma “cazzo sapevo che sotto quelle gonne portavi cose da vera porca”. Mi massaggiò da sopra le mutandine e poi mi infilò due dita dentro. Mi sgrillettava alla velocità della luce e gemevo e ansimavo dal piacere. Non sapevo più dove ero, chi ero, volevo solo che continuasse. “Non venire” mi disse e uscì da me lasciando la mia figa che pulsava. Mi fece sdraiare sulla mia scrivania, mi strappó letteralmente il perizoma e mi aprì le gambe. Mise la testa davanti alla mia vagina aperta e ci soffió sopra facendomi ansimare; poi cominciò a dare piccole leccate al clitoride gonfio.
Volevo che mi scopasse con la bocca, le leccatine mi facevano impazzire, continuavo ad aprirgli le gambe e portavo il mio bacino verso la sua bocca “ti prego scopami” miagolai. Lui mi guardò e prima di avventarsi sulla mia figa mi disse “subito signora” e poi si immerse con la bocca nelle mie gambe. Cominció a succhiare avidamente, succhiava e leccava le grandi labbra come fossi un ghiacciolo. Era da molto che non venivo leccata voracemente. Gli presi la testa e la premetti ancora di più: ansimavo e godevo con la sua lingua che mi divorava. Arrivai al culmine, non resistetti più e venni in un orgasmo. E lui, con la mia figa pulsante continuava a succhiare e leccare il risultato del suo lavoro. Smise di leccarmi solo quando smisi di tremare. Si alzò e mi accarezzò delicatamente il clitoride “hai davvero una figa appetitosa”. Mi alzai e abbassai la gonna, ci baciammo avidamente e sentii il mio umore nella sua bocca. Abbassai la mano sul suo pacco gonfio, era grosso, sbottonai i suoi pantaloni ed infilai una mano nei suoi boxer per sentire il suo cazzo. La cappella era bagnata e dura, il pene grosso e lo presi in mano e cominciai a masturbarlo. Andavo su e giù per tutta la lunghezza e stringevo la cappella gonfia. “Voglio assaggiare il tuo cazzo” gli dissi. E mentre mi stavo abbassando per succhiarlo bussarono alla porta e.....
Ero annoiata, giravo tra i tavoli e conversavo un po’ con tutti, brindando al futuro e al periodo natalizio, aspettando l’ora di tornare a casa. Ero al quarto bicchiere di vino quando decisi di ritirarmi nel mio ufficio. Lì, seduta alla scrivania è un po’ brilla guardano fuori dalla finestra mentre pensavo. Bussò alla porta il mio segretario (ebbene sì, ho un segretario uomo) “posso capo?”. Gli feci cenno di entrare. Era un grande sostegno per me, eravamo amici, conosceva mio marito ed aveva frequentato casa nostra alcune volte. Si sedette vicino a me e mi chiede “cosa ti passa per la testa?” “Nulla, pensavo a quanto mi annoia questa festa triste e monotona, che tornerò a casa in un letto vuoto perché mio marito è via per lavoro mentre vorrei essere scopata. Oh scusa, devo essere un po’ brilla” ed effettivamente lo ero! Lui mi guardò e mi appoggió una mano sul ginocchio “be, per l’ultimo punto possiamo rimediare subito “. Invece di essere scioccata questa sua affermazione mi fece contrarre in mezzo alle gambe. “E cosa vorresti fare?” gli dissi aprendo leggermente le gambe. “Be potrei scoparti con la bocca per iniziare “ e detto questo mise una mano tra le mie cosce in cerca della mia figa. Mi alzai in piedi e lui si avvicinò: ci baciammo, la sua lingua scivoló nella mia e cominciammo a baciarci. Mi sbottonò la camicetta e scopri il mio reggiseno in pizzo nero. Abbassó le coppe e mi succhió i capezzoli: gemetti dal piacere, succhiava avido il ragazzo, come un bambino in cerca della poppata. Mi alzò la gonna scoprendo le mie auto reggenti e un sottile perizoma “cazzo sapevo che sotto quelle gonne portavi cose da vera porca”. Mi massaggiò da sopra le mutandine e poi mi infilò due dita dentro. Mi sgrillettava alla velocità della luce e gemevo e ansimavo dal piacere. Non sapevo più dove ero, chi ero, volevo solo che continuasse. “Non venire” mi disse e uscì da me lasciando la mia figa che pulsava. Mi fece sdraiare sulla mia scrivania, mi strappó letteralmente il perizoma e mi aprì le gambe. Mise la testa davanti alla mia vagina aperta e ci soffió sopra facendomi ansimare; poi cominciò a dare piccole leccate al clitoride gonfio.
Volevo che mi scopasse con la bocca, le leccatine mi facevano impazzire, continuavo ad aprirgli le gambe e portavo il mio bacino verso la sua bocca “ti prego scopami” miagolai. Lui mi guardò e prima di avventarsi sulla mia figa mi disse “subito signora” e poi si immerse con la bocca nelle mie gambe. Cominció a succhiare avidamente, succhiava e leccava le grandi labbra come fossi un ghiacciolo. Era da molto che non venivo leccata voracemente. Gli presi la testa e la premetti ancora di più: ansimavo e godevo con la sua lingua che mi divorava. Arrivai al culmine, non resistetti più e venni in un orgasmo. E lui, con la mia figa pulsante continuava a succhiare e leccare il risultato del suo lavoro. Smise di leccarmi solo quando smisi di tremare. Si alzò e mi accarezzò delicatamente il clitoride “hai davvero una figa appetitosa”. Mi alzai e abbassai la gonna, ci baciammo avidamente e sentii il mio umore nella sua bocca. Abbassai la mano sul suo pacco gonfio, era grosso, sbottonai i suoi pantaloni ed infilai una mano nei suoi boxer per sentire il suo cazzo. La cappella era bagnata e dura, il pene grosso e lo presi in mano e cominciai a masturbarlo. Andavo su e giù per tutta la lunghezza e stringevo la cappella gonfia. “Voglio assaggiare il tuo cazzo” gli dissi. E mentre mi stavo abbassando per succhiarlo bussarono alla porta e.....
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