Il rapporto Madre-Figlio (pt.1)
di
Udeth
genere
incesti
Per qualsiasi commento, critica mi trovate alla mail udeth.p@gmail.com
Da che ho memoria ho sempre amato mia madre e lei ha sempre ricambiato.
Non è mai stata una semplice questione di madre figlio, ma c’è sempre stato un sentimento più forte, più morboso, lei non seppe mai chi fosse mio padre, mi ebbe con un’estraneo in una discoteca e crescendomi, non mi fece mancare mai nulla, cercando anche di farmi da figura paterna, pur crescendomi totalmente da sola.
Per lei sono tutto, e per l’amore che provava nei miei confronti decise di non avere altri uomini nella sua vita.
Crescendo non mi fece mai mancare nulla, sia materialmente, sia a livello affettivo, non passava giorno dove non esprimesse i suoi sentimenti per me attraverso coccole, carezze, baci e dichiarazioni d’amore, che io ricambiavo. Lei mi aveva sempre detto che non aveva bisogno di ricevere nulla dalla vita oltre il mio amore, perché quel sentimento è puro e sincero, e nella sua vita non voleva più uomini che l’adulassero solo per il suo corpo.
Negli anni però, crescendo, il mio amore per lei mutò, diventando qualcos’altro.
Iniziai a guardarla con occhi diversi, iniziai a notare i suoi capezzoli che sporgevano sotto le maglie del pigiama, iniziai a guardare le sue scollature, iniziai a vedere il suo bellissimo culo scolpito nel marmo, iniziai a spiarla nei bagni o mentre si cambiava.
Cercai sempre più il suo affetto, i suoi abbracci, i suoi baci sulle guance, iniziai anche a chiederle di dormire assieme e quando mi rispondeva che forse ero troppo grande rispondevo dicendole che non mi interessava, che volevo le sue coccole e che la mia gioia più grande era di rimanere abbracciato a lei per tante ore.
Lei amava questo mio lato tenero, mi coccolava dolcemente e mi dava bacetti sul viso, ed io, tenendomi stretto al suo corpo prosperoso e invitante, non mi perdevo un’occasione per sfiorale un seno, per strusciarmi su di lei, per permearmi del suo profumo, per dirle quando fosse bella e di quanto fossi contento del nostro puro amore.
Con i soldi messi da parte di compleanni e feste iniziai a farle regali, prima cose semplici, che le facessero piacere, poi alzai il tiro, iniziai a comprarle prima trucchi, poi vestiti. Un giorno tornai a casa con un pacco regalo, e quando lei mi chiese perché facessi tutto questo le rispondevo che quando lei si sentiva bella risplendeva di una luce nuova, e che dopo anni passati a fare sacrifici per me se lo meritasse, e che amavo vederla così.
Quando glielo dissi si commosse, aprì il regalo, andò in camera sua e mi fece vedere come le stava la nuova biancheria intima che le avevo regalato. Si sentiva bella ed attraente come non mai, e venne ad abbracciarmi per ringraziarmi.
Le dissi che con me poteva vestirsi sempre come desiderava, che non doveva avere problemi, in quanto suo figlio io non mi sarei comportato come tutti gli altri uomini. Iniziò a uscire con i vestiti che le regalai, e per casa girava sempre in intimo o con i top che le avevo preso, sia di giorno che a letto, mi chiedeva se era graziosa e io le rispondevo che era stupenda. Una notte, dopo quasi un mese che le dedicavo attenzioni, prima di metterci a letto si sedette sul letto. Indossava una brasiliana e un push-up, e la mia fantasia già volava.
Mi chiese se davvero l’amassi come un figlio e se non ci fossero altre idee nella mia testa. Le mentii, dicendole che l’amavo alla follia e che il mio amore per lei era puro. Lei sorrise prima, e poi iniziò a ridacchiare. Mi disse che mi chiese questo per una sciocchezza, che per quanto amava farsi bella per me, indossare il reggiseno per casa tutto il giorno era scomodo, e che prima infatti a casa non lo indossava mai.
Decisi di approfittarne.
L’abbracciai, e mentre sentivo il contatto del suo enorme seno, con le mani lo sganciai da dietro. Lei mi chiese cosa facessi, ma prima che lei si svincolasse dal mio abbraccio, strinsi ancor di più le braccia e le dissi che mi spiaceva averle dato fastidio. Mi impegnai per far scendere una lacrima.
La guardai negli occhi e le dissi che l’amavo e che non volevo che fosse infelice a causa mia, e che le staccai il reggiseno per farla stare meglio. ‘Io ti amo mamma, non mi importa se indossi biancheria, se sei nuda o se indossi un pigiama, per me sei sempre bellissima’ ‘davvero tesoro? Anche ora mi vedi bella? Vedere il mio seno non ti causa imbarazzo?’
‘No mamma, è il tuo bellissimo corpo, nulla di te potrebbe mai darmi fastidio’
Lei mi sorrise
‘Ho proprio uno stupendo figlio, mettiamoci a dormire’ Ci mettemmo sotto le coperte. Lei non indossò nessuna maglietta, io tolsi la mia. Ci scambiammo le coccole, bacetti, carezze e lei per dormire mi diede le spalle. L’avvolsi con le mie braccia, passandole sopra il suo seno scoperto
‘Ti amo piccolo’
‘Ti amo mamma’
Per qualsiasi commento, critica mi trovate alla mail udeth.p@gmail.com
Da che ho memoria ho sempre amato mia madre e lei ha sempre ricambiato.
Non è mai stata una semplice questione di madre figlio, ma c’è sempre stato un sentimento più forte, più morboso, lei non seppe mai chi fosse mio padre, mi ebbe con un’estraneo in una discoteca e crescendomi, non mi fece mancare mai nulla, cercando anche di farmi da figura paterna, pur crescendomi totalmente da sola.
Per lei sono tutto, e per l’amore che provava nei miei confronti decise di non avere altri uomini nella sua vita.
Crescendo non mi fece mai mancare nulla, sia materialmente, sia a livello affettivo, non passava giorno dove non esprimesse i suoi sentimenti per me attraverso coccole, carezze, baci e dichiarazioni d’amore, che io ricambiavo. Lei mi aveva sempre detto che non aveva bisogno di ricevere nulla dalla vita oltre il mio amore, perché quel sentimento è puro e sincero, e nella sua vita non voleva più uomini che l’adulassero solo per il suo corpo.
Negli anni però, crescendo, il mio amore per lei mutò, diventando qualcos’altro.
Iniziai a guardarla con occhi diversi, iniziai a notare i suoi capezzoli che sporgevano sotto le maglie del pigiama, iniziai a guardare le sue scollature, iniziai a vedere il suo bellissimo culo scolpito nel marmo, iniziai a spiarla nei bagni o mentre si cambiava.
Cercai sempre più il suo affetto, i suoi abbracci, i suoi baci sulle guance, iniziai anche a chiederle di dormire assieme e quando mi rispondeva che forse ero troppo grande rispondevo dicendole che non mi interessava, che volevo le sue coccole e che la mia gioia più grande era di rimanere abbracciato a lei per tante ore.
Lei amava questo mio lato tenero, mi coccolava dolcemente e mi dava bacetti sul viso, ed io, tenendomi stretto al suo corpo prosperoso e invitante, non mi perdevo un’occasione per sfiorale un seno, per strusciarmi su di lei, per permearmi del suo profumo, per dirle quando fosse bella e di quanto fossi contento del nostro puro amore.
Con i soldi messi da parte di compleanni e feste iniziai a farle regali, prima cose semplici, che le facessero piacere, poi alzai il tiro, iniziai a comprarle prima trucchi, poi vestiti. Un giorno tornai a casa con un pacco regalo, e quando lei mi chiese perché facessi tutto questo le rispondevo che quando lei si sentiva bella risplendeva di una luce nuova, e che dopo anni passati a fare sacrifici per me se lo meritasse, e che amavo vederla così.
Quando glielo dissi si commosse, aprì il regalo, andò in camera sua e mi fece vedere come le stava la nuova biancheria intima che le avevo regalato. Si sentiva bella ed attraente come non mai, e venne ad abbracciarmi per ringraziarmi.
Le dissi che con me poteva vestirsi sempre come desiderava, che non doveva avere problemi, in quanto suo figlio io non mi sarei comportato come tutti gli altri uomini. Iniziò a uscire con i vestiti che le regalai, e per casa girava sempre in intimo o con i top che le avevo preso, sia di giorno che a letto, mi chiedeva se era graziosa e io le rispondevo che era stupenda. Una notte, dopo quasi un mese che le dedicavo attenzioni, prima di metterci a letto si sedette sul letto. Indossava una brasiliana e un push-up, e la mia fantasia già volava.
Mi chiese se davvero l’amassi come un figlio e se non ci fossero altre idee nella mia testa. Le mentii, dicendole che l’amavo alla follia e che il mio amore per lei era puro. Lei sorrise prima, e poi iniziò a ridacchiare. Mi disse che mi chiese questo per una sciocchezza, che per quanto amava farsi bella per me, indossare il reggiseno per casa tutto il giorno era scomodo, e che prima infatti a casa non lo indossava mai.
Decisi di approfittarne.
L’abbracciai, e mentre sentivo il contatto del suo enorme seno, con le mani lo sganciai da dietro. Lei mi chiese cosa facessi, ma prima che lei si svincolasse dal mio abbraccio, strinsi ancor di più le braccia e le dissi che mi spiaceva averle dato fastidio. Mi impegnai per far scendere una lacrima.
La guardai negli occhi e le dissi che l’amavo e che non volevo che fosse infelice a causa mia, e che le staccai il reggiseno per farla stare meglio. ‘Io ti amo mamma, non mi importa se indossi biancheria, se sei nuda o se indossi un pigiama, per me sei sempre bellissima’ ‘davvero tesoro? Anche ora mi vedi bella? Vedere il mio seno non ti causa imbarazzo?’
‘No mamma, è il tuo bellissimo corpo, nulla di te potrebbe mai darmi fastidio’
Lei mi sorrise
‘Ho proprio uno stupendo figlio, mettiamoci a dormire’ Ci mettemmo sotto le coperte. Lei non indossò nessuna maglietta, io tolsi la mia. Ci scambiammo le coccole, bacetti, carezze e lei per dormire mi diede le spalle. L’avvolsi con le mie braccia, passandole sopra il suo seno scoperto
‘Ti amo piccolo’
‘Ti amo mamma’
Per qualsiasi commento, critica mi trovate alla mail udeth.p@gmail.com
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