Un amore a Capri -3^ parte

di
genere
etero

Ora, aveva davanti a se un paio d’ore di assoluta libertà: Gianna era una guida in gamba e poteva fidarsi ciecamente; respirò a pieni polmoni l’aria salmastra, ora ci voleva un caffè e una sfogliatella -solo a Napoli erano così buone!- poi, chissà..
In due minuti si ritrovò alla rampa che saliva in Piazzetta, alcuni negozi erano ancora chiusi, altri stavano aprendo in quel momento, l’unica attività ferveva nei tre bar indaffarati per le colazioni; agguantò al volo una copia de Il Mattino, fece un cenno al cameriere e, dopo una rapida occhiata scelse un tavolo vuoto all’ombra della struttura di un rampicante; s’era appena seduto ed una voce roca lo apostrofò in tono divertito.. < .. allora, cosa ci attacchi a noi due?>
Due tavoli più in là c’erano le due padane del traghetto, ed era talmente evidente il loro invito che, senza nemmeno parlare, si alzò ed andò a sedersi in mezzo a loro due; con ,a scusa del sole, inforcò nuovamente le lenti scure.. esordì allegro, e mentre le due annuivano fece segno con tre dita al cameriere che lo stava guardando dal balcone del bar. < Sei toscano, vero?> sentì che gli chiedeva la magra con la cresta...
< Si, sono di Livorno, voi invece?> .. Le due lo guardarono come se fosse tonto. poi, all’unisono, fingendo un tono risentito < Siamo di Bergamo!> e lui, sarcastico, di rimando..
< Eccerto, come ho fatto a non capirlo prima!> e poi giù una risata fino alle lacrime, alla quale si unirono anche le due donne, mentre il cameriere, impassibile, apparecchiava con gesti eleganti, i cappuccini e le sfogliatelle.. Dopo la risata che aveva calamitato l’attenzione di tutti i clienti del bar, il religioso silenzio che meritavano i cappuccini e, soprattutto le sfogliatelle; dopo il rituale sorso d’acqua cominciò con i convenevoli..
< Quanti giorni?>


.. era la magra a parlare, evidentemente la leader, l’altra annuiva..
.. e le due, tutte contente, cominciarono insieme come due ragazzine a battere le mani .. Evidentemente, loro due sapevano qualcosa che lui non sapeva, perché si guardarono ammiccando con gli occhi guardando poi lui, che distolse lo sguardo; rimirando l’orologio, accampò la classica scusa..
< Oops.. mi devo sbrigare. > sentenziò alzandosi in fretta e, muovendosi verso il bancone....< le colazioni le offro io!> .. Passando, mise una banconota in mano al cameriere, lo gratificò di un’amichevole pacca sulla spalla e si dileguò.
scritto il
2019-07-04
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