Una giovane studentessa Taiwanese
di
Alcibiade
genere
etero
Non aveva mai avuto così tanta energia, pensava mentre camminando per il centro della piccola cittadina tedesca, scrutava due pacche sodissime che si muovevano quasi fossero l’una indipendente dall’altra, sotto un vestitino corto bianco stile tennista. Dormiva pochissimo (circa 4 ore a notte) e rimaneva operativo tutto il giorno; quando non era all’università per lavorare al progetto al quale era stato assegnato, giocava a calcio o a ping pong nelle strutture sportive degli studentati, oppure girava per il centro ad ammirare quel ben di Dio. Quella città era letteralmente sommersa da ragazze stupende, per lo più studentesse universitarie. Era una città piccola, ma l’università era molto prestigiosa e attraeva studenti da tutto il mondo. Era arrivato da qualche mese e si era dato da fare sin da subito, la sera nei locali non era difficile rimorchiare e spesso si riusciva a scopare la sera stessa, saltando noiose chat o incontri di conoscenza.
Quello che preferiva però erano le feste private negli studentati, lì si potevano incontrare le ragazze che solitamente si tenevano abbastanza lontane dai locali notturni più spinti. Quelle che preferivano non mostrare direttamente le loro vere intenzioni.
La cosa che gli piaceva di più al mondo era scopare; lo avrebbe affermato senza problemi, ma ciò che davvero lo faceva impazzire era differire il sesso. Gli piaceva trasformarsi in una sorta di cane da tartufo, in un segugio totalmente in balia delle tattiche dell’altro sesso. Adorava quella reciproca e tacita intesa di piacersi e di attrarsi che poteva concedere quel tempo di differimento, dove il gioco delle parti si trasformava in una caccia famelica, quasi disperata. Portare il desiderio alla massima potenza, sentire il cazzo letteralmente esplodere all’interno delle mutande. Arrivare al limite della sopportazione al massimo del piacere.
Fu proprio quello che accadde, quando in una festa in uno studentato, conobbe Yu-ju, una ragazza di 22 anni proveniente da Taiwan e studiava musica all'università. Fu lei ad avvicinarsi, con l’aria ammiccante, gli chiese come si chiamasse, senza mai distogliere lo sguardo fisso nelle sue palle degli occhi. I suoi occhi a mandorla erano scurissimi ed avevano una ipnotica profondità, ti guardava con un’intensità tale da poter percepire un vero e proprio contatto fisico attraverso lo sguardo. Ci mise praticamente 3 secondi, quello sguardo, a fargli alzare un’erezione tremenda che lo mise in grave difficoltà. Rispondeva alle sue domande, mentre lei si toccava i capelli e continuava a guardarlo intensamente. Nei suoi lievi movimenti, come posare un bicchiere oppure portarsi la sigaretta alle labbra, non distoglieva mai lo sguardo ed era come se ad ogni gesto fosse una carezza ed ogni oggetto che prendeva, in realtà fosse il suo stesso cazzo.
Era bassina, capelli nerissimi, lunghi, aveva una seconda piena e un culo realmente di pietra, dalle dimensioni perfette, non troppo grande né troppo piccolo. Quella sera esso era particolarmente esposto, perché indossava delle specie di leggins neri lucidi. D’altronde i suoi movimenti erano inconsciamente (ma forse anche consciamente, chissà) erotici e quel culo si abbassava e si alzava, si scuoteva, continuamente. Era una tipa elettrica e mentre parlava poteva improvvisare un ballo sexy, così per ridere (lei rideva, ma lui impazziva dalla voglia di toccarla), oppure scappare dall’altra parte della stanza e piegarsi sul tavolo per prendere la bottiglia di vodka. Mentre si piegava in avanti, in quella circostanza, gli era parso di vederla leggermente girarsi e incrociare il suo sguardo.
Si era spostata da lui, ma continuava a cercarlo con lo sguardo, per vedere se seguiva ogni suo movimento, come effettivamente non poteva fare a meno.
Parlarono ancora per pochissimo e lui riuscì, anche un po’ maldestramente e chiedergli il contatto Fb, quasi troncando di netto un altro discorso che stavano facendo, con la paura che potesse andarsene da un momento all’altro. Lei fece un risolino compiaciuto e poi apri il telefono e gli fece vedere il nome. Poi rise ancora per come lui lo pronunciava.
Quando tornò a casa, si tolse di corsa i vestiti, si ficcò nel letto e iniziò a segare il suo cazzo, il quale non si era quasi mai abbassato da quando aveva trascorso quei 10 minuti con quella cinesina maliziosa. Venne nel giro di 10 secondi e appena ebbe finito visitò il profilo di lei. Doveva assolutamente scoparsela, non doveva fare nessun errore, avrebbe dovuto giocare una partita perfetta.
La contattò due giorni dopo (per non apparire troppo attaccato e per far nascere anche un po’ di dubbio), lei rispose subito cortese e si diedero appuntamento per la sera. Uscirono insieme, anche con altri amici. Prima bevvero delle birre e poi finirono in un locale, dove dopo qualche cocktail i freni inibitori cominciarono a saltare completamente.
Lei non pareva tipa da locale e sulle prime era un po’ imbarazzata, ma continuando a bere riuscì a farsi trasportare sulla pista da ballo. Rise forte quando lui, quasi la trascinò di forza per portarla con se, poi appoggiò la tesa sul suo petto, quasi come se volesse ballare un lento, ma dopo pochi secondi in cui sembrava essersi assentata, si girò e iniziò a ballare dandogli le spalle.
Era una serata latina, raeggetton ed era appena iniziato un pezzo molto famoso in quel periodo e tutti avevano iniziato a ballare molto più sentitamente e le luci erano diventate più scure, con dei flash viola. Questo era quello che vedeva intorno a sè di sfuggita, mentre yu-ju aveva anche lei, proprio in quel momento iniziato a ballare, con sua grande sorpresa, con grande coinvolgimento e sensualità. Ondeggiava il bacino perfettamente a ritmo mentre si teneva i capelli prima, poi li lasciava andare, poi ancora li raccoglieva come se volesse farsi una coda. Intanto lui con quel culo pazzesco davanti che ondeggiava era totalmente arrapato, ma cercava di dissimulare entrando anche lui nel ritmo e chiudendo gli occhi di tanto in tanto per comunicare coinvolgimento. Ad un certo punto però lei da dietro gli lanciò un’occhiata sorridendo e poi si abbassò sulle gambe fino quasi a toccare il pavimento col culo. A quel punto non poteva più resistere e le mise due mani sui fianchi, sempre però tenendosi a dovuta distanza. Lei reagì subito piantandogli quel culo tostissimo - che in quella circostanza si trovava all’interno di un jeans super aderente grigio chiaro – proprio sul suo cazzo. Iniziò a muoverlo su e giù lentamente mentre si portava una parte di capelli da un lato scoprendo il collo e inarcava mano mano, sempre di più, la schiena in avanti.
In quei minuti, in cui ballarono in quel modo, lui rischiò serissimamente di venire nei pantaloni.
Dopo un po’ si staccarono, andarono a bere un altro cicchetto con gli amici e lui andò in bagno. Davanti allo specchio, abbastanza ubriaco, realizzò che stava andando alla grande, che non stava sbagliando un colpo e che ora avrebbe dovuto ficcargli la lingua in bocca alla prima occasione buona.
Questa occasione si presentò presto, dopo che lui si sedette con un amico sul divanetto, un po’ distante dalla pista, ma non troppo per poter parlare senza doversi urlare nelle orecchie. Lei arrivò dopo poco sorridendo con un cocktail in mano e si sedette precisamente sulla parte destra della sua gamba, dove era posizionato il suo cazzo, spostato in laterale per non essere troppo visibile.
Da quella posizione abbastanza dominante, prima posò il bicchiere, poi si avvicino al suo orecchio e gli infilo la punta della lingua all’interno. Dopo di ché gli sussurrò “mi piace che ce l’hai così duro”.
A quel punto lui non poté fare altro che allineare la faccia con la sua e ficcargli la lingua in bocca irruentemente.
Dopo neanche un’ora erano a casa sua, anche se lei, usciti dal locale, aveva detto di voler andare a casa, ma poi ci aveva riso su e aveva detto “no dai ma ti pare”.
Arrivanti in stanza si baciarono, mulinando le lingue freneticamente e lui la spinse a sedersi sul letto. Anche lui si sedette e da seduti continuarono a baciarsi e lei ancora una volta, con quella piccola lingua agile si intrufolo nel suo orecchio e poi sul collo. Lui ormai stava esplodendo e istintivamente si alzò dal letto, non sapeva bene per fare cosa. Lei prima lo guardò stupita, ma poi rise come sempre e prendendolo dalla cinta dei pantaloni lo avvicino leggermente. Iniziò a sfilargli la cinta e poi apri il pantalone. Prima di togliergli la mutanda lo guardò dritta negli occhi, questa volta non più ridendo, ma con quello sguardo intenso che aveva già conosciuto la prima sera, alla festa nello studentato.
Gli abbassò l’elastico dello slip e di scatto rimbalzò in fuori il suo cazzo in totale erezione, con la cappella enorme e rossa. Lei si fermò a guardarlo mettendosi da prima le mani al volto e si lasciò sfuggire un “oh cazzo”, insieme spaventata e divertita. Aveva un cazzo abbastanza grosso lo sapeva, ma più di tutto per la cappella quasi sproporzionata rispetto al resto. D’altronde lei era asiatica e lui non sapeva quanti cazzi non asiatici avesse visto fino ad ora.
Lui rispose, in maniera finta ingenua, “cosa c’è?” e lei disse “beh non credevo fosse così grande… forse troppo”.
Lui sorrise e lei ancora con la faccia tra lo stupito, il divertito e il perplesso impugnò con una mano la base del cazzo e con gli occhi aperti puntati su di esso si ficcò la cappella in bocca. Iniziò a succhiare rimanendo all’altezza della cappella e poso il suo sguardo intenso, con quella sfumatura di perplessità, sui suoi occhi. Lo succhiava e lo guardava negli occhi e lui godeva immensamente, sarebbe venuto a breve se non interrompeva. Prima però doveva provare una cosa. Prese la testa di lei e cercò di spingere più a fondo nella bocca, ma arrivò a metà del cazzo, prima che lei si iniziasse a lamentare e con una contro spinta si liberasse. Con il cazzo fuori dalla sua bocca gocciolante di saliva e lei leggermente ansimante con una mano sulla bocca, lui decise allora di baciarla e accompagnarla sul letto a stendersi. Le tolse i pantaloni prima e poi le mutande. Mise un dito sotto ed era tutto completamente bagnato. Appena sentì mezzo dito al suo interno lei iniziò subito ad ansimare e a contorcere il corpo leggermente dal piacere. Eccitatissimo non vedeva l’ora di vedere quel culo nudo. La girò e quel culo alto e perfetto comparì, alla fine del suo dorso. Era spettacolare e lo toccò bene e lo morse, mentre lei continuava ad ansimare. A quel punto lei fece un movimento e si posizionò a pecora, con tutti gli umori che gocciolavano nell’interno coscia. Lui non se lo fece dire due volte e appuntò il suo cazzo verso la vagina ben lubrificata. Fece entrare la cappella che però quasi si incastrò all’entrata della vagina, tanto che questa era stretta. Nonostante fosse lubrificatissima, il cazzo non riusciva ad entrare. Lei appena sentì la cappella entrare tra le sue due grandi labbra, inarcò la schiena in avanti quasi a sottrarsi automaticamente a quel dolore e gridò “oh merda”. Secondo tentativo: lui riprovò ancora e lei ancora a gridare “oh merda, oh dio”, questa volta entra metà cazzo. Iniziò a pompare lentamente mentre lei si lamentava eccitatissima “ohh dio cane”, “ohh è grande”, “oddddio”. Intanto la cappella era sempre più gonfia perché nonostante non fosse totalmente penetrato, la situazione lo eccitava tantissimo, non aveva mai visto una figa così stretta e quel culo che si muoveva avanti sul suo cazzo era uno spettacolo meraviglioso. Ad un certo punto provò ad accelerare ma lei si sottrasse e disse: “stop”- “non ce la faccio”.
Si girò subito e gli prese il cazzo in bocca, sta volta con un ritmo molto più veloce emettendo mugolii di eccitazione mentre lo succhiava e contemporaneamente toccandosi la figa appena maltrattata.
Era tre giorni esatti che non veniva, da prima che la vedesse in quella festa, da prima che vedesse quegli occhi intensi che ora lo stavano fissando mentre gli pompava velocemente il cazzo accompagnandosi con una mano. Non resistette al lungo e iniziò a sborrare proprio mentre lei ce l’aveva quasi tutto in bocca. Lei si fermò e cercò di inghiottire, ma dopo un secondo, tanto dallo sperma che fuoriusciva, ebbe un conato e dovette spostarsi sputandolo via in parte. Intanto il suo cazzo continuava a sborrare fuoriosamente in faccia e nei capelli della povera ragazza. Quando ebbe finito lei lo guardo con le mani aperte, ridendo e con la faccia totalmente sconvolta. Era completamente piena di sperma dai capelli, alla faccia, fino alla maglietta.
Dopo quella sera non si videro più, ma per lui fu una delle scopate più eccitanti di sempre.
Quello che preferiva però erano le feste private negli studentati, lì si potevano incontrare le ragazze che solitamente si tenevano abbastanza lontane dai locali notturni più spinti. Quelle che preferivano non mostrare direttamente le loro vere intenzioni.
La cosa che gli piaceva di più al mondo era scopare; lo avrebbe affermato senza problemi, ma ciò che davvero lo faceva impazzire era differire il sesso. Gli piaceva trasformarsi in una sorta di cane da tartufo, in un segugio totalmente in balia delle tattiche dell’altro sesso. Adorava quella reciproca e tacita intesa di piacersi e di attrarsi che poteva concedere quel tempo di differimento, dove il gioco delle parti si trasformava in una caccia famelica, quasi disperata. Portare il desiderio alla massima potenza, sentire il cazzo letteralmente esplodere all’interno delle mutande. Arrivare al limite della sopportazione al massimo del piacere.
Fu proprio quello che accadde, quando in una festa in uno studentato, conobbe Yu-ju, una ragazza di 22 anni proveniente da Taiwan e studiava musica all'università. Fu lei ad avvicinarsi, con l’aria ammiccante, gli chiese come si chiamasse, senza mai distogliere lo sguardo fisso nelle sue palle degli occhi. I suoi occhi a mandorla erano scurissimi ed avevano una ipnotica profondità, ti guardava con un’intensità tale da poter percepire un vero e proprio contatto fisico attraverso lo sguardo. Ci mise praticamente 3 secondi, quello sguardo, a fargli alzare un’erezione tremenda che lo mise in grave difficoltà. Rispondeva alle sue domande, mentre lei si toccava i capelli e continuava a guardarlo intensamente. Nei suoi lievi movimenti, come posare un bicchiere oppure portarsi la sigaretta alle labbra, non distoglieva mai lo sguardo ed era come se ad ogni gesto fosse una carezza ed ogni oggetto che prendeva, in realtà fosse il suo stesso cazzo.
Era bassina, capelli nerissimi, lunghi, aveva una seconda piena e un culo realmente di pietra, dalle dimensioni perfette, non troppo grande né troppo piccolo. Quella sera esso era particolarmente esposto, perché indossava delle specie di leggins neri lucidi. D’altronde i suoi movimenti erano inconsciamente (ma forse anche consciamente, chissà) erotici e quel culo si abbassava e si alzava, si scuoteva, continuamente. Era una tipa elettrica e mentre parlava poteva improvvisare un ballo sexy, così per ridere (lei rideva, ma lui impazziva dalla voglia di toccarla), oppure scappare dall’altra parte della stanza e piegarsi sul tavolo per prendere la bottiglia di vodka. Mentre si piegava in avanti, in quella circostanza, gli era parso di vederla leggermente girarsi e incrociare il suo sguardo.
Si era spostata da lui, ma continuava a cercarlo con lo sguardo, per vedere se seguiva ogni suo movimento, come effettivamente non poteva fare a meno.
Parlarono ancora per pochissimo e lui riuscì, anche un po’ maldestramente e chiedergli il contatto Fb, quasi troncando di netto un altro discorso che stavano facendo, con la paura che potesse andarsene da un momento all’altro. Lei fece un risolino compiaciuto e poi apri il telefono e gli fece vedere il nome. Poi rise ancora per come lui lo pronunciava.
Quando tornò a casa, si tolse di corsa i vestiti, si ficcò nel letto e iniziò a segare il suo cazzo, il quale non si era quasi mai abbassato da quando aveva trascorso quei 10 minuti con quella cinesina maliziosa. Venne nel giro di 10 secondi e appena ebbe finito visitò il profilo di lei. Doveva assolutamente scoparsela, non doveva fare nessun errore, avrebbe dovuto giocare una partita perfetta.
La contattò due giorni dopo (per non apparire troppo attaccato e per far nascere anche un po’ di dubbio), lei rispose subito cortese e si diedero appuntamento per la sera. Uscirono insieme, anche con altri amici. Prima bevvero delle birre e poi finirono in un locale, dove dopo qualche cocktail i freni inibitori cominciarono a saltare completamente.
Lei non pareva tipa da locale e sulle prime era un po’ imbarazzata, ma continuando a bere riuscì a farsi trasportare sulla pista da ballo. Rise forte quando lui, quasi la trascinò di forza per portarla con se, poi appoggiò la tesa sul suo petto, quasi come se volesse ballare un lento, ma dopo pochi secondi in cui sembrava essersi assentata, si girò e iniziò a ballare dandogli le spalle.
Era una serata latina, raeggetton ed era appena iniziato un pezzo molto famoso in quel periodo e tutti avevano iniziato a ballare molto più sentitamente e le luci erano diventate più scure, con dei flash viola. Questo era quello che vedeva intorno a sè di sfuggita, mentre yu-ju aveva anche lei, proprio in quel momento iniziato a ballare, con sua grande sorpresa, con grande coinvolgimento e sensualità. Ondeggiava il bacino perfettamente a ritmo mentre si teneva i capelli prima, poi li lasciava andare, poi ancora li raccoglieva come se volesse farsi una coda. Intanto lui con quel culo pazzesco davanti che ondeggiava era totalmente arrapato, ma cercava di dissimulare entrando anche lui nel ritmo e chiudendo gli occhi di tanto in tanto per comunicare coinvolgimento. Ad un certo punto però lei da dietro gli lanciò un’occhiata sorridendo e poi si abbassò sulle gambe fino quasi a toccare il pavimento col culo. A quel punto non poteva più resistere e le mise due mani sui fianchi, sempre però tenendosi a dovuta distanza. Lei reagì subito piantandogli quel culo tostissimo - che in quella circostanza si trovava all’interno di un jeans super aderente grigio chiaro – proprio sul suo cazzo. Iniziò a muoverlo su e giù lentamente mentre si portava una parte di capelli da un lato scoprendo il collo e inarcava mano mano, sempre di più, la schiena in avanti.
In quei minuti, in cui ballarono in quel modo, lui rischiò serissimamente di venire nei pantaloni.
Dopo un po’ si staccarono, andarono a bere un altro cicchetto con gli amici e lui andò in bagno. Davanti allo specchio, abbastanza ubriaco, realizzò che stava andando alla grande, che non stava sbagliando un colpo e che ora avrebbe dovuto ficcargli la lingua in bocca alla prima occasione buona.
Questa occasione si presentò presto, dopo che lui si sedette con un amico sul divanetto, un po’ distante dalla pista, ma non troppo per poter parlare senza doversi urlare nelle orecchie. Lei arrivò dopo poco sorridendo con un cocktail in mano e si sedette precisamente sulla parte destra della sua gamba, dove era posizionato il suo cazzo, spostato in laterale per non essere troppo visibile.
Da quella posizione abbastanza dominante, prima posò il bicchiere, poi si avvicino al suo orecchio e gli infilo la punta della lingua all’interno. Dopo di ché gli sussurrò “mi piace che ce l’hai così duro”.
A quel punto lui non poté fare altro che allineare la faccia con la sua e ficcargli la lingua in bocca irruentemente.
Dopo neanche un’ora erano a casa sua, anche se lei, usciti dal locale, aveva detto di voler andare a casa, ma poi ci aveva riso su e aveva detto “no dai ma ti pare”.
Arrivanti in stanza si baciarono, mulinando le lingue freneticamente e lui la spinse a sedersi sul letto. Anche lui si sedette e da seduti continuarono a baciarsi e lei ancora una volta, con quella piccola lingua agile si intrufolo nel suo orecchio e poi sul collo. Lui ormai stava esplodendo e istintivamente si alzò dal letto, non sapeva bene per fare cosa. Lei prima lo guardò stupita, ma poi rise come sempre e prendendolo dalla cinta dei pantaloni lo avvicino leggermente. Iniziò a sfilargli la cinta e poi apri il pantalone. Prima di togliergli la mutanda lo guardò dritta negli occhi, questa volta non più ridendo, ma con quello sguardo intenso che aveva già conosciuto la prima sera, alla festa nello studentato.
Gli abbassò l’elastico dello slip e di scatto rimbalzò in fuori il suo cazzo in totale erezione, con la cappella enorme e rossa. Lei si fermò a guardarlo mettendosi da prima le mani al volto e si lasciò sfuggire un “oh cazzo”, insieme spaventata e divertita. Aveva un cazzo abbastanza grosso lo sapeva, ma più di tutto per la cappella quasi sproporzionata rispetto al resto. D’altronde lei era asiatica e lui non sapeva quanti cazzi non asiatici avesse visto fino ad ora.
Lui rispose, in maniera finta ingenua, “cosa c’è?” e lei disse “beh non credevo fosse così grande… forse troppo”.
Lui sorrise e lei ancora con la faccia tra lo stupito, il divertito e il perplesso impugnò con una mano la base del cazzo e con gli occhi aperti puntati su di esso si ficcò la cappella in bocca. Iniziò a succhiare rimanendo all’altezza della cappella e poso il suo sguardo intenso, con quella sfumatura di perplessità, sui suoi occhi. Lo succhiava e lo guardava negli occhi e lui godeva immensamente, sarebbe venuto a breve se non interrompeva. Prima però doveva provare una cosa. Prese la testa di lei e cercò di spingere più a fondo nella bocca, ma arrivò a metà del cazzo, prima che lei si iniziasse a lamentare e con una contro spinta si liberasse. Con il cazzo fuori dalla sua bocca gocciolante di saliva e lei leggermente ansimante con una mano sulla bocca, lui decise allora di baciarla e accompagnarla sul letto a stendersi. Le tolse i pantaloni prima e poi le mutande. Mise un dito sotto ed era tutto completamente bagnato. Appena sentì mezzo dito al suo interno lei iniziò subito ad ansimare e a contorcere il corpo leggermente dal piacere. Eccitatissimo non vedeva l’ora di vedere quel culo nudo. La girò e quel culo alto e perfetto comparì, alla fine del suo dorso. Era spettacolare e lo toccò bene e lo morse, mentre lei continuava ad ansimare. A quel punto lei fece un movimento e si posizionò a pecora, con tutti gli umori che gocciolavano nell’interno coscia. Lui non se lo fece dire due volte e appuntò il suo cazzo verso la vagina ben lubrificata. Fece entrare la cappella che però quasi si incastrò all’entrata della vagina, tanto che questa era stretta. Nonostante fosse lubrificatissima, il cazzo non riusciva ad entrare. Lei appena sentì la cappella entrare tra le sue due grandi labbra, inarcò la schiena in avanti quasi a sottrarsi automaticamente a quel dolore e gridò “oh merda”. Secondo tentativo: lui riprovò ancora e lei ancora a gridare “oh merda, oh dio”, questa volta entra metà cazzo. Iniziò a pompare lentamente mentre lei si lamentava eccitatissima “ohh dio cane”, “ohh è grande”, “oddddio”. Intanto la cappella era sempre più gonfia perché nonostante non fosse totalmente penetrato, la situazione lo eccitava tantissimo, non aveva mai visto una figa così stretta e quel culo che si muoveva avanti sul suo cazzo era uno spettacolo meraviglioso. Ad un certo punto provò ad accelerare ma lei si sottrasse e disse: “stop”- “non ce la faccio”.
Si girò subito e gli prese il cazzo in bocca, sta volta con un ritmo molto più veloce emettendo mugolii di eccitazione mentre lo succhiava e contemporaneamente toccandosi la figa appena maltrattata.
Era tre giorni esatti che non veniva, da prima che la vedesse in quella festa, da prima che vedesse quegli occhi intensi che ora lo stavano fissando mentre gli pompava velocemente il cazzo accompagnandosi con una mano. Non resistette al lungo e iniziò a sborrare proprio mentre lei ce l’aveva quasi tutto in bocca. Lei si fermò e cercò di inghiottire, ma dopo un secondo, tanto dallo sperma che fuoriusciva, ebbe un conato e dovette spostarsi sputandolo via in parte. Intanto il suo cazzo continuava a sborrare fuoriosamente in faccia e nei capelli della povera ragazza. Quando ebbe finito lei lo guardo con le mani aperte, ridendo e con la faccia totalmente sconvolta. Era completamente piena di sperma dai capelli, alla faccia, fino alla maglietta.
Dopo quella sera non si videro più, ma per lui fu una delle scopate più eccitanti di sempre.
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