Il sapore del miele: orgasmi allattando

di
genere
dominazione

“Apro la porta e in fondo ad un corridoio, si scorge un’altra stanza in cui intravvedo qualcuno. Mi incammino, anche se mi sembra di compiere uno sforzo immane, arranco, faccio fatica a respirare ma finalmente, la figura che prima avevo faticosamente individuato - sfuocata come se fosse stata immersa in una fitta nebbia - ora è riconoscibile: è una donna con due bimbi attaccati al seno ma percepisco qualcosa di strano: provo uno stato di meraviglia mista ad uno stato di stordimento; intanto, con la vista annebbiata sono ormai giunta a pochi passi… ecco ora la scena mi è molto più chiara e nitida: la donna allatta e parte del latte scorre dalla bocca dei piccoli e si incanala giù verso la vagina che trema; solo allora mi accorgo che anche le gambe sono scosse da forti vibrazioni, anche lei trema tutta, sobbalzando, con il viso teso verso l’alto e gli occhi chiusi e la mascella serrata. Ora vedo comporsi il quadro completo e comprendo: sta avendo un orgasmo mentre i due piccoli succhiano i suoi seni”.

Mi sveglio di soprassalto, quel sogno mi aveva eccitato terribilmente, e toccandomi nell’intimità mi sentii umida. Non volli stare troppo nel letto e mentre mi vestivo per andare in agenzia come tutte le mattine – alla faccia di chi pensa che il mio lavoro nella pubblicità sia una favola meravigliosa – ebbene mentre finivo la colazione in un battibaleno mi venne in mente a chi apparteneva il viso della donna apparsami nel sogno: era quello di Lemu, mia collega di lavoro, che ha la sua postazione di lavoro a pochi metri dalla mia scrivania. Lemu nata in Israele mi ha colpito sempre per il trucco particolare, la carnagione molto chiara in contrasto con occhi di brace, le gioie di matrice araba, ed anche per l’odore della sua pelle, molto forte, sensuale misto a profumi orientali come il sandalo, il patchouli, la vaniglia, unite all'iris e all'eliotropio: aveva due splendidi gemelli appena nati e malgrado cioè riusciva a procurare un immediato, come dire... ‘picco ormonale’ a qualunque uomo (e non solo) si avvicinasse troppo a lei.
Quando quella mattina entrai in ufficio la trovai già al computer, intenta in una ricerca e sollevò appena il viso per un cenno di saluto: “fredda di giorno, bollente di sera”, pensai. Ebbene, mentre nell’ufficio si srotolava la consueta routine, anche oggi Lemu tendeva a prendere il sopravento su di me attraverso molti piccoli particolari: “Vammi a prendere delle zucchero”, “senti come ho il seno indurito”, “pettinami”, “gira la sedia, non sopporto il tuo viso” mentre in continuazione mi scriveva, via whatsapp, righe di fuoco.
Senza sapere che ci saremmo messi insieme da lì a poco, ho dapprima avuto una intensa corrispondenza centrata sulla scrittura e sulla letteratura e poi, via via attraverso un rapporto sempre più serrato fatto da una serie di messaggi in Whatsapp che mi avevano coinvolto terribilmente. L’ultimo me lo mandò durante l’orario di ufficio: mi ordinava di inserirmi un vibratore e masturbarmi sotto la scrivania…. Ebbi un orgasmo incredibile. Questo legame mi eccita sempre di più ed sono diventato una vera e propria dipendente: me la sentivo sotto la pelle in ogni istante tenendomi in una sorta di tensione pre-orgasmica per tutto il giorno. Tutto aveva assunto l’aspetto di un sogno e mentre la mia mente batteva in ritirata il mio corpo era arrendevole, sempre disponibile facendomi scivolare in uno stato di concupiscenza. L'attenzione si fa sempre più distonica, la volontà diventa fiacca, i suoni si attutiscono, percepisco una crescente incompatibilità tra impulsi, emozioni e idee.
Tutto questo sino al giorno del sogno, un giorno che non potrò più dimenticare: le ore trascorsero molto faticosamente e al momento del comiato per la fine della giornata lavorativa, mi chiese di accompagnarla a casa e di restare a dormire da lei…..
Come al solito acconsentii ed andammo con la mia vettura nella sua residenza stranamente a forma di villetta isolata pur vivendo nel centro della metropoli italiana più caotica.
Appena entrata mi si avvicinò e, facendolo, accostò le mie labbra al suo capezzolo che aveva nel frattempo scoperto e che mi misi a succhiare con voracità. Un fiotto di latte caldo si attivò immediatamente ed mi sentivo proiettata in una dimensione parallela, torrida, mi tremavano le gambe: il sapore del miele mi entrava nel sangue …. Fu lei stranamente a staccarsi ed andare nella stanza dei suoi gemellini dove la tata di turno li accudiva (il padre era sparito immediatamente, come spesso accade, alla notizia della dolce attesa).
Io rimasi in salotto come imbambolata e dopo circa un’ora sentii la sua voce chiamarmi…salii le scale e mi trovai all’improvviso a rivivere il sogno della notte prima: la vidi attraverso la porta socchiusa seduta in una specie di sedia a forma di trono con al seno i piccoli… rimasi molto turbata ed il cuore iniziò a balzare nel mio petto sempre più forte mentre mi avvicinavo; giunta a pochi centimetri da lei, la magia del sogno si ripeteva in ogni particolare e rimasi a guardarla mentre era scossa da un orgasmo fortissimo: questa volta, a differenza del sogno, aprì gli occhi e mi disse “bevi”: in un attimo mi ritrovai tra le sue gambe con i suoi umori e il latte che scendeva dai seni e presi a leccare e succhiare spasmodicamente, come se per me fosse vitale avere in bocca ed ingoiare quel nettare anche quando si trasformò in un getto di piscia calda. Ingoiai tutto mentre pensavo al termine slavery su cui avevo fatto un'ampia ricerca nel web
Lo ero diventata, mi sentivo di sua proprietà: non avrei mai pensato che sarebbe stata una donna a comandarmi, i miei istinti saffici erano stati sino al quel momento molto labili.
Sono ormai incatenata alle sue esigenze, ai suoi messaggi sempre torridi a getto continuo. Una vera prigione fatta di sbarre dorate. Tutto questo mentre mi toccavo e stava per esplodermi dentro un orgasmo fortissimo, vibravo e sussultavo anche io e il suo piscio caldo scorreva giù dalla mia bocca su tutto il corpo.
scritto il
2019-07-27
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