La storia di Luca parte II
di
Salvys
genere
gay
Lo osservavo, lo scrutavo, fissavo i suoi occhi chiari, era bellissimo. Mi sono infatuato subito come l’ho visto. Me ne sono innamorato perdutamente senza neanche conoscerlo, senza neanche sentirlo parlare. Marco ha 33 anni, alto 1 e 85, ben piazzato fisicamente ma non eccessivamente muscoloso, ha parecchi peli sul torace e sulle gambe, viso da vero maschio duro con barba folta ma curata, capelli corti e occhi verdi. Porta l’orecchino ed ha un tatuaggio sulla spalla destra. Insomma un vero “manzo” tutto da sbaciucchiare e non solo.
Eravamo a cena, io e mia madre e naturalmente c'era anche Marco ovvero quello che sarebbe diventato il nuovo compagno di mamma!
Mamma dopo la morte di mio padre non ha mai voluto conoscere altri uomini o comunque avere relazioni serie e durature forse perché non voleva ferire i miei sentimenti o forse perché troppo indaffarata a capire come crescermi. Invece da qualche mese a questa parte ha avuto modo di conoscere questo Marco e frequentandosi sono finiti per innamorarsi a vicenda.
Stasera quindi ha organizzato questa cena a casa nostra per farmelo conoscere.
Per tutta la cena ho parlato pochissimo perché non riuscivo a spiccicare nessuna frase di senso compiuta in quanto colpito dalla sua bellezza. Ero affascinato anche del suo modo gentile di porsi e dal suo modo di parlare colto. Non riuscivo a trovare un difetto: ero proprio cotto di lui!
Subito dopo cena ci siamo sistemati nel salottino per bere il caffè e guardare un po’ di tv. Loro due sul divano che si scambiavano coccole (si vedeva lontano un miglio che erano innamoratissimi) ed io quasi di fronte sulla poltrona. Nell’osservarli la mia mente cominciò a fantasticare parecchio fin quando mi accorsi che il mio uccello si stava indurendo e poggiai subito la mano per nascondere l’erezione e proprio in quell'istante i miei occhi si incrociarono con quelli di Marco. Siamo rimasti a fissarci per due o tre secondi quasi a volerci dire tante cose e soprattutto quelle cose. Poi mi alzai di scatto, salutai e me ne andai in camera da letto. Mi sdraiai, ero eccitatissimo, iniziai a toccarmi, mi sbottonai e con la mano cominciai a segarmi dolcemente mentre la mia mente era ferma sui suoi occhi, sul suo viso, sulla sua bocca. Cominciai a segarmi sempre con più foga, aumentando il ritmo piano piano mentre con l’altra mano impugnavo le palle e stringendole fino sentire un leggero dolore. Andai avanti così finché non sborrai soddisfatto nella mia mano.
Nei mesi successivi la relazione tra mia madre e Marco andò sempre più intensificandosi e lui divenne sempre più presente. Anche io riuscì piano piano ad instaurare un bel rapporto con lui. Aumentarono i giorni in cui si stava insieme e spesso si organizzavano uscite a tre. A me piaceva molto questa situazione e soprattutto ero contento che mia madre era felice e sorridente come non mai. Io ahimè mi stavo ormai rassegnando ad essere solamente il suo figliastro!
Un fine settimana siamo stati ospiti nella sua casetta di campagna fuori Milano. Devo dire un posto bellissimo e soprattutto rilassante fuori dal caos della città e dove c’era una piccola villetta circondata da un giardino coltivato a frutteto. La casa era piccola ma dotata di ogni confort compreso una piccola piscina all’aperto.
Il pomeriggio decidemmo di dedicarci a fare i contadini: mia madre a curare alcune piante presenti nella veranda ed io insieme a Marco a sistemare la legna per il camino. Dopo un po’, mentre lo aiutavo a sistemare, mi misi ad osservarlo ed a scrutare i suoi movimenti, cominciai ad emozionarmi e quasi stavo per piangere quando di colpo si fermò e si tolse la maglietta restando a torso nudo. Era bellissimo, la pelle sudata, la peluria sul petto, le spalle larghe, i suoi movimenti. Stava di nuovo risvegliandosi in me la voglia di abbracciarlo, di averlo per me, di “farmi prendere”. Il mio cazzo ormai era duro ma stavolta non lo nascosi, anzi continuai ad aiutarlo nei lavori, quasi a sfidarlo, ad aspettare un suo messaggio. Messaggio che non arrivò in quanto venne mia madre per dirci di rientrare. Dopo cena non riuscendo a dormire decisi di andare a sgranocchiare qualcosa in cucina, ormai era notte fonda e gli altri erano chiusi in camera a dormire. Prima però decisi di andare in bagno a pisciare e lì vidi sul cesto dei panni sporchi la maglietta che aveva indossato Marco nel pomeriggio e subito i miei pensieri andarono al suo corpo virile e neanche un secondo dopo la mia mano cominciava a tastare il mio cazzo che ormai stava diventando duro. Con l’altra mano invece presi la maglietta e la poggiai al mio naso e cominciai a sentire il suo odore di maschio. Il mio cazzo ormai era alle stelle e naturalmente avevo cominciato a segarmi. Posai la maglietta e cercai nel contenitore i suoi boxer. Dopo averli trovati i poggiai al naso e cominciai ad odorarli, a leccarli nella parte interna e con l’altra mano ormai mi segavo come un pazzo. Avevo voglia di lui, dei suoi odori, del suo corpo e del suo cazzo.
Ero super eccitato, stavo per venire, quando ad un tratto:
- Ma che cazzo stai facendo?
In un secondo aprì gli occhi e vidi Marco davanti alla porta del bagno ed io, ormai rosso vergogna, smisi subito di segarmi e abbassai lo sguardo. Marco, in modo stizzito, mi prese dalle mani i suoi boxer ed io me andai subito in camera senza dire nulla.
Ed ora che faccio, pensavo nella mia mente, domani mi caccerà via, lo dirà a mia madre, ho fatto un casino, sono uno stupido e via così finché non mi addormentai.
La mattina successiva Marco non disse nulla ed anzi si comportò come se non fosse successo nulla ed io fui molto contento anzi nel mentre facevamo colazione più di una volta mi guardò negli occhi e mi fece un sorrisetto quasi a dirmi “stai tranquillo – non dirò nulla”.
Quel sorriso mi ritornava sempre nella mia mente: e se invece voleva dire qualcos’altro e se stesse lanciandomi un messaggio. Questo dubbio mi tormentò per il resto della giornata poi però non successe nulla, il fine settimana finì e rientrammo a casa.
I giorni proseguirono speditamente fin quando mia madre mi comunicò che Marco, quanto prima, si sarebbe trasferito da noi!
Eravamo a cena, io e mia madre e naturalmente c'era anche Marco ovvero quello che sarebbe diventato il nuovo compagno di mamma!
Mamma dopo la morte di mio padre non ha mai voluto conoscere altri uomini o comunque avere relazioni serie e durature forse perché non voleva ferire i miei sentimenti o forse perché troppo indaffarata a capire come crescermi. Invece da qualche mese a questa parte ha avuto modo di conoscere questo Marco e frequentandosi sono finiti per innamorarsi a vicenda.
Stasera quindi ha organizzato questa cena a casa nostra per farmelo conoscere.
Per tutta la cena ho parlato pochissimo perché non riuscivo a spiccicare nessuna frase di senso compiuta in quanto colpito dalla sua bellezza. Ero affascinato anche del suo modo gentile di porsi e dal suo modo di parlare colto. Non riuscivo a trovare un difetto: ero proprio cotto di lui!
Subito dopo cena ci siamo sistemati nel salottino per bere il caffè e guardare un po’ di tv. Loro due sul divano che si scambiavano coccole (si vedeva lontano un miglio che erano innamoratissimi) ed io quasi di fronte sulla poltrona. Nell’osservarli la mia mente cominciò a fantasticare parecchio fin quando mi accorsi che il mio uccello si stava indurendo e poggiai subito la mano per nascondere l’erezione e proprio in quell'istante i miei occhi si incrociarono con quelli di Marco. Siamo rimasti a fissarci per due o tre secondi quasi a volerci dire tante cose e soprattutto quelle cose. Poi mi alzai di scatto, salutai e me ne andai in camera da letto. Mi sdraiai, ero eccitatissimo, iniziai a toccarmi, mi sbottonai e con la mano cominciai a segarmi dolcemente mentre la mia mente era ferma sui suoi occhi, sul suo viso, sulla sua bocca. Cominciai a segarmi sempre con più foga, aumentando il ritmo piano piano mentre con l’altra mano impugnavo le palle e stringendole fino sentire un leggero dolore. Andai avanti così finché non sborrai soddisfatto nella mia mano.
Nei mesi successivi la relazione tra mia madre e Marco andò sempre più intensificandosi e lui divenne sempre più presente. Anche io riuscì piano piano ad instaurare un bel rapporto con lui. Aumentarono i giorni in cui si stava insieme e spesso si organizzavano uscite a tre. A me piaceva molto questa situazione e soprattutto ero contento che mia madre era felice e sorridente come non mai. Io ahimè mi stavo ormai rassegnando ad essere solamente il suo figliastro!
Un fine settimana siamo stati ospiti nella sua casetta di campagna fuori Milano. Devo dire un posto bellissimo e soprattutto rilassante fuori dal caos della città e dove c’era una piccola villetta circondata da un giardino coltivato a frutteto. La casa era piccola ma dotata di ogni confort compreso una piccola piscina all’aperto.
Il pomeriggio decidemmo di dedicarci a fare i contadini: mia madre a curare alcune piante presenti nella veranda ed io insieme a Marco a sistemare la legna per il camino. Dopo un po’, mentre lo aiutavo a sistemare, mi misi ad osservarlo ed a scrutare i suoi movimenti, cominciai ad emozionarmi e quasi stavo per piangere quando di colpo si fermò e si tolse la maglietta restando a torso nudo. Era bellissimo, la pelle sudata, la peluria sul petto, le spalle larghe, i suoi movimenti. Stava di nuovo risvegliandosi in me la voglia di abbracciarlo, di averlo per me, di “farmi prendere”. Il mio cazzo ormai era duro ma stavolta non lo nascosi, anzi continuai ad aiutarlo nei lavori, quasi a sfidarlo, ad aspettare un suo messaggio. Messaggio che non arrivò in quanto venne mia madre per dirci di rientrare. Dopo cena non riuscendo a dormire decisi di andare a sgranocchiare qualcosa in cucina, ormai era notte fonda e gli altri erano chiusi in camera a dormire. Prima però decisi di andare in bagno a pisciare e lì vidi sul cesto dei panni sporchi la maglietta che aveva indossato Marco nel pomeriggio e subito i miei pensieri andarono al suo corpo virile e neanche un secondo dopo la mia mano cominciava a tastare il mio cazzo che ormai stava diventando duro. Con l’altra mano invece presi la maglietta e la poggiai al mio naso e cominciai a sentire il suo odore di maschio. Il mio cazzo ormai era alle stelle e naturalmente avevo cominciato a segarmi. Posai la maglietta e cercai nel contenitore i suoi boxer. Dopo averli trovati i poggiai al naso e cominciai ad odorarli, a leccarli nella parte interna e con l’altra mano ormai mi segavo come un pazzo. Avevo voglia di lui, dei suoi odori, del suo corpo e del suo cazzo.
Ero super eccitato, stavo per venire, quando ad un tratto:
- Ma che cazzo stai facendo?
In un secondo aprì gli occhi e vidi Marco davanti alla porta del bagno ed io, ormai rosso vergogna, smisi subito di segarmi e abbassai lo sguardo. Marco, in modo stizzito, mi prese dalle mani i suoi boxer ed io me andai subito in camera senza dire nulla.
Ed ora che faccio, pensavo nella mia mente, domani mi caccerà via, lo dirà a mia madre, ho fatto un casino, sono uno stupido e via così finché non mi addormentai.
La mattina successiva Marco non disse nulla ed anzi si comportò come se non fosse successo nulla ed io fui molto contento anzi nel mentre facevamo colazione più di una volta mi guardò negli occhi e mi fece un sorrisetto quasi a dirmi “stai tranquillo – non dirò nulla”.
Quel sorriso mi ritornava sempre nella mia mente: e se invece voleva dire qualcos’altro e se stesse lanciandomi un messaggio. Questo dubbio mi tormentò per il resto della giornata poi però non successe nulla, il fine settimana finì e rientrammo a casa.
I giorni proseguirono speditamente fin quando mia madre mi comunicò che Marco, quanto prima, si sarebbe trasferito da noi!
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