Marina, la regina delle sabbie cap II

di
genere
feticismo

CONTINUA DAL CAPI I

“giù” disse con voce suadente e tenebrosa Marina.
“si padrona” ansimò
Marina era una maestra della tortura, sia psicologica che corporale. La sua frusta veniva mossa a due tempi: un forte colpo sulla carne dello schiavo, un colpo a terra, ancora sullo schiavo, e a terra e cosi via. Tutto questo veniva fatto per imprimere maggiore ansia e paura.
“le giuro che non so nullaaaargh…ugguuugh” Marina vibrò un fendente sulla schiena di Salam mozzando la sua frase; spietata fino al midollo, Marina era la più grande paura degli schiavi.
“ti do un ultima possibilità prima di ficcarti un piede nel culo” disse Marina con i denti serrati
Una voce interruppe la tortura
“figlia mia ancora non hai imparato come si tratta uno schiavo bugiardo?”
Indira, la madre di Marina nonché regina madre del regno. Si trovava sul ciglio della porta-
“dammi la frusta, ti mostrerò io come si tira fuori la lingua ad uno schiavo ribelle”
Indira aveva anch’essa una liscia e morbida pelle d’ebano, compresi i suoi mistici piedi, considerati ormai una leggenda a Fetishamlya, gli occhi color marorne intenso erano rabbiosi e privi di misericordia. Le sue labbra carnose erano sensuali al limite umano, tnato da far cadere ai suoi piedi i più ricchi principi del pianeta. Le unghie colorate di un viola intenso le davano un’essenza ancora piu carica di sesso e passione.
“accomodati” fece Marina
Indira sorrise, prese la frusta dalle mani dlla figlia e tirò il fendente con una forza almeno tripla a quella di Marina. L’urlo si sentì in tutto il palazzo reale
“uoooooooaaaargh, pietà mia signora, pietà”
“parla verme, lurido sterco umano, parla” schioccò un’altra frustata
“aaaaaah, si padrona, la prego abbia pietà di me” Lo stile di Indira era molto diverso da quello della figlia; ignorava completamente l’aspetto psicologico per concentrarsi sull’aspetto corporale della tortura. Il risultato era una frustata tre volte più forte di quelle di Marina e ad un solo tempo. Le frustate si susseguivano alla velocità di una al secondo senza toccare il pavimento.
“basta, per favore” cominciò a implorare salam piangendo
“auuaaaurg” le frustate erano forti
“aaaaaaah mia padronaaa la pregooo” la pelle si screpolava
“uoorgh” il sangue scorreva
Indira mise tutta la forza sull’ultima frustata
“UAAAAAAAARRRG UUAAAOOORGG AAAH” Salam cadde faccia a terra con le lacrime mischiate al sangue e un mare rosso sulla schiena. Indira lo circumnavigò in tondo lentamente e arrivata da dove era partita, aprì le gambe di Salam e infilò il piede nell’ano del moribondo.
“uoooooh” muggì salam ormai distrutto
“beh, ti è piaciuto piccolino? Tra 5 minuti ricominciamo allora” disse Indira con la facca fintemente dispiaciuta
“nn-n-n-n--n-no mm-m-m-mia signor-r-ra”
“bravo il mio piccolo verme…dove si trova la fenice?”
“nnn-nn-nella grotta di cry-pp--ptim” Indira infilò ancora il piede
“uooooargh”
“Scandisci” disse Indira togliendo il piede dall’ano e andando vicino alla testa sollevandola
“cryptim”
“apri la bocca” ordinò Indira
Salam aprì la bocca
“Pttuuuuh” Indira sputò violentemente nella bocca di salam e lo ributtò giù
Indira si alzò da terra, guardò con un sorriso Marina che ricambiò e uscì dalla stanza andando nel lungo corridoio. Marina abbassò lo sguardo e fissò con disprezzo salam ai suoi piedi che strisciava come un verme
“ptttuuh” anche Marina gli sputò addosso, e poi sorrise continuando a fissarlo.


CONTINUA...
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scritto il
2016-01-06
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