Guidami
di
Moro
genere
prime esperienze
3
C'è un momento, appena prima dell'alba, in cui tutto sembra vivere fuori dalle regole del tempo. L'oscurità e la luce si fondono senza predominio, non è più notte, non è ancora giorno. È il momento degli amanti: un bacio, una carezza, un ultimo sguardo prima di lasciarsi. Un attimo infinito.
Poi l'attesa.
Per tre giorni non tornò a casa, non avevamo stabilito alcun obbligo tra di noi, ci cercavamo e ci trovavamo solo se entrambi lo volevamo. Le mandai un messaggio, le chiesi come stava. Silenzio.
Al quinto giorno squillò il telefono.
- sto tornando. Mi fai compagnia stasera?-
-ti aspetto- risposi.
Più preoccupato che curioso decisi di attendere che mi parlasse e non chiesi niente.
La sentii entrare in casa e buttarsi di peso sul letto. Mollai tutto e andai da lei.
Braccia al collo, mi strinse a se. Aveva pianto.
Mi chiese di non farle domande, appena avrebbe avuto la forza di aprirsi lo avrebbe fatto. Voleva solo che le stessi accanto, accarezzandole i capelli e coccolandola come solo io sapevo fare.
Pian piano si rilassò e cadde in un sonno ristoratore.
Mi svegliai nel cuore della notte, le sue labbra sfioravano le mie con teneri baci. Proseguì sul collo, sul petto e giù fino a sfilarmi i vestiti, a farmi sentire il calore della sua bocca.
Nel buio della stanza si sfilò le mutandine e venne su di me. Sentivo i suoi soffici peli sul mio ventre, si sistemò dritta e mi imprigionò dentro di lei, emanava desiderio.
Poi fece una cosa che mai fino a quel momento aveva fatto: Si sfilò la canotta
- baciami il seno - sussurrò.
Mai mi aveva permesso di toccarlo, ne di vederlo, ne di sapere.
La tirai a me sentendo i suoi seni toccarmi il viso. Nel buio li cercai, li accarezzai portandoli alla mia bocca, i capezzoli duri tra le mie labbra, la sentii sempre più eccitata muoversi su di me.
- ti sento fin dentro allo stomaco - sussurrò ansimando mentre nostri sessi sbattevano uno sull'altro pregni di umori.
Mi strinse a se cercando i miei occhi
- riempimi- sussurrò con la voce rotta dal piacere,
- così - sussurrò baciandomi mentre sentiva il mio calore invaderla.
Una luce rossastra entrava dalla finestra, non era ancora l'alba.
- devo operarmi al seno - disse piano, - C'è qualcosa che non va e ho paura. Rimani con me?-
La baciai dolcemente.
Stretti in un abbraccio fermammo il nostro tempo.
C'è un momento, appena prima dell'alba, in cui tutto sembra vivere fuori dalle regole del tempo. L'oscurità e la luce si fondono senza predominio, non è più notte, non è ancora giorno. È il momento degli amanti: un bacio, una carezza, un ultimo sguardo prima di lasciarsi. Un attimo infinito.
Poi l'attesa.
Per tre giorni non tornò a casa, non avevamo stabilito alcun obbligo tra di noi, ci cercavamo e ci trovavamo solo se entrambi lo volevamo. Le mandai un messaggio, le chiesi come stava. Silenzio.
Al quinto giorno squillò il telefono.
- sto tornando. Mi fai compagnia stasera?-
-ti aspetto- risposi.
Più preoccupato che curioso decisi di attendere che mi parlasse e non chiesi niente.
La sentii entrare in casa e buttarsi di peso sul letto. Mollai tutto e andai da lei.
Braccia al collo, mi strinse a se. Aveva pianto.
Mi chiese di non farle domande, appena avrebbe avuto la forza di aprirsi lo avrebbe fatto. Voleva solo che le stessi accanto, accarezzandole i capelli e coccolandola come solo io sapevo fare.
Pian piano si rilassò e cadde in un sonno ristoratore.
Mi svegliai nel cuore della notte, le sue labbra sfioravano le mie con teneri baci. Proseguì sul collo, sul petto e giù fino a sfilarmi i vestiti, a farmi sentire il calore della sua bocca.
Nel buio della stanza si sfilò le mutandine e venne su di me. Sentivo i suoi soffici peli sul mio ventre, si sistemò dritta e mi imprigionò dentro di lei, emanava desiderio.
Poi fece una cosa che mai fino a quel momento aveva fatto: Si sfilò la canotta
- baciami il seno - sussurrò.
Mai mi aveva permesso di toccarlo, ne di vederlo, ne di sapere.
La tirai a me sentendo i suoi seni toccarmi il viso. Nel buio li cercai, li accarezzai portandoli alla mia bocca, i capezzoli duri tra le mie labbra, la sentii sempre più eccitata muoversi su di me.
- ti sento fin dentro allo stomaco - sussurrò ansimando mentre nostri sessi sbattevano uno sull'altro pregni di umori.
Mi strinse a se cercando i miei occhi
- riempimi- sussurrò con la voce rotta dal piacere,
- così - sussurrò baciandomi mentre sentiva il mio calore invaderla.
Una luce rossastra entrava dalla finestra, non era ancora l'alba.
- devo operarmi al seno - disse piano, - C'è qualcosa che non va e ho paura. Rimani con me?-
La baciai dolcemente.
Stretti in un abbraccio fermammo il nostro tempo.
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