Guidami
di
Moro
genere
prime esperienze
2
-14 anni più grande di te, ti rendi conto? Deve rimanere un nostro segreto. Godiamoci la cosa per quello che è: coccole e carezze. Finché lo vogliamo entrambi -.
- non stuzzicarmi quando ci sono gli altri per favore, lo sai bene che effetto mi fai li sotto. Finisce che qualcuno si accorge di qualcosa. Poi come lo spiego il bozzo ai pantaloni?-
- non ero mai riuscita a lasciarmi andare così con nessuno -.
Stavamo riuscendo a tenere sotto controllo la situazione: ogni sera chiacchieravamo, con fredda serenità, valutavamo ogni dubbio, ogni timore.
Poi seriamente ci guardavano negli occhi qualche secondo, fremendo, per poi ritrovarci incollati bocca a bocca fino a toglierci il fiato.
- Guidami-
le sussurravo mentre esploravo il suo corpo attento ad ogni sua reazione, sospiro o fremito. Non parlava. Stringeva nei pugni le lenzuola e passiva si godeva le mie coccole. Le mie dita percorrevano la sua carne, madide dei suoi fluidi scorrevano lisce disegnando i contorni delle sue labbra per poi riaddentrarsi ad abbeverarsi ancora a quella continua fonte di acqua di vita. Poggiando l'orecchio al suo ventre potevo sentire ogni suo muscolo contrarsi, il suo respiro crescere, vedere le sue gambe aprirsi e sussultare, mi inebriavo del suo odore.
Le sue dita tra i miei capelli, le mie, imprigionate nella stretta morsa delle sue cosce serrate e la sua lunga apnea silenziosa mi rendevano felice.
- sei tremendo -
mi sussurrava dopo aver gustato ancora il mio seme e quando andavo via con un bacio salutavamo un'altra notte.
Una domenica, quasi pronto in tavola, un sms sul mio telefono: - doccia calda. Non sai quanto avrei voluto le tue mani su di me -.
Senza farmi vedere da nessuno salii le scale e bussai alla sua porta. Mi aprì incredula e timorosa. - che è successo?- chiese preoccupata.
- c'è un problema da risolvere adesso- risposi sorridendo mostrando il bozzo ai pantaloni.
- siamo pazzi - disse scostando l'accappatoio.
Li sulle scale, la sua mano mi guidò dentro di lei, in piedi, avvinghiati l'uno all'altra. Spinsi fino a sollevarla da terra, spinsi sentendo il suo fiato rompersi ai miei affondi. Spinsi stringendola a me, cercando i suoi occhi.
- sto arrivando- mi sussurrò all'orecchio e si lasciò andare con un sospiro rotto dal vuoto che provò mentre mi sfilavo da lei spargendo il mio seme tra le sue gambe.
- siamo pazzi - ripeté scuotendo la testa.
La afferrai per il sedere baciandola.
- si siamo pazzi -.
-14 anni più grande di te, ti rendi conto? Deve rimanere un nostro segreto. Godiamoci la cosa per quello che è: coccole e carezze. Finché lo vogliamo entrambi -.
- non stuzzicarmi quando ci sono gli altri per favore, lo sai bene che effetto mi fai li sotto. Finisce che qualcuno si accorge di qualcosa. Poi come lo spiego il bozzo ai pantaloni?-
- non ero mai riuscita a lasciarmi andare così con nessuno -.
Stavamo riuscendo a tenere sotto controllo la situazione: ogni sera chiacchieravamo, con fredda serenità, valutavamo ogni dubbio, ogni timore.
Poi seriamente ci guardavano negli occhi qualche secondo, fremendo, per poi ritrovarci incollati bocca a bocca fino a toglierci il fiato.
- Guidami-
le sussurravo mentre esploravo il suo corpo attento ad ogni sua reazione, sospiro o fremito. Non parlava. Stringeva nei pugni le lenzuola e passiva si godeva le mie coccole. Le mie dita percorrevano la sua carne, madide dei suoi fluidi scorrevano lisce disegnando i contorni delle sue labbra per poi riaddentrarsi ad abbeverarsi ancora a quella continua fonte di acqua di vita. Poggiando l'orecchio al suo ventre potevo sentire ogni suo muscolo contrarsi, il suo respiro crescere, vedere le sue gambe aprirsi e sussultare, mi inebriavo del suo odore.
Le sue dita tra i miei capelli, le mie, imprigionate nella stretta morsa delle sue cosce serrate e la sua lunga apnea silenziosa mi rendevano felice.
- sei tremendo -
mi sussurrava dopo aver gustato ancora il mio seme e quando andavo via con un bacio salutavamo un'altra notte.
Una domenica, quasi pronto in tavola, un sms sul mio telefono: - doccia calda. Non sai quanto avrei voluto le tue mani su di me -.
Senza farmi vedere da nessuno salii le scale e bussai alla sua porta. Mi aprì incredula e timorosa. - che è successo?- chiese preoccupata.
- c'è un problema da risolvere adesso- risposi sorridendo mostrando il bozzo ai pantaloni.
- siamo pazzi - disse scostando l'accappatoio.
Li sulle scale, la sua mano mi guidò dentro di lei, in piedi, avvinghiati l'uno all'altra. Spinsi fino a sollevarla da terra, spinsi sentendo il suo fiato rompersi ai miei affondi. Spinsi stringendola a me, cercando i suoi occhi.
- sto arrivando- mi sussurrò all'orecchio e si lasciò andare con un sospiro rotto dal vuoto che provò mentre mi sfilavo da lei spargendo il mio seme tra le sue gambe.
- siamo pazzi - ripeté scuotendo la testa.
La afferrai per il sedere baciandola.
- si siamo pazzi -.
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