Il mio Padrone 2

di
genere
dominazione

Quando entro nel tuo ufficio sei già braghe calate, sapevi che sarei arrivata e sapevi non mi avresti sorpresa a farti trovare così, ma hai voluto farlo comunque, volevi fare il pagliaccio.
Entro, chiudo la porta,
"ciao"
"ciao"
"ho voglia"
"lo so"
"tu no?"
"io si ma so che oggi non mi scoperai giusto?"
"brava, adesso girati, voglio piantarti nel culo la coda, mi piace vederla muovere mentre fai il tuo lavoro"
"idiota"
Ti piace questo mio lato irriverente anche se proprio per questo spesso le punizioni si fanno sentire.
Mi volto, sollevo la gonna, prendi un paio di forbici dal cassetto della scrivania e tagli via i miei slip
"sei una stronza, lo sai che non voglio che tu li indossi quando vieni da me" e lo dici ringhiando,
Non rispondo neppure, lo so si, ma anche tu sai che ti costeranno caro e ti piace pure questo.
Mi chino in avanti e con le mani mi allargo le chiappe, mi giro con la testa e ti guardo.
"allora? Sembra che tu non abbia mai visto il mio culo"
"Si, l'ho visto ed è sempre uno spettacolo, sono quasi pentito di aver deciso di non rompertelo a colpi di cazzo" e mentre lo dici mi sfreghi la punta del cazzo sulla figa già bagnata, poi passi la punta sul culo per bagnarlo bene ed ecco apparire la coda, di pelliccia chiara, come i miei capelli "così è più credibile quando la indossi, sembrerà davvero la coda della mia cagna" hai detto quando l'hai comprata. Mi vieni davanti al viso, "apri la bocca e lecca il Plug" lo lecco per bene così che sia ben bagnato di saliva, lo appoggi al mio culo e pian piano lo spingi dentro, mi fai male ma non ti fermi ed è dentro tutto. Mi tiro su, mi muovo un po' per farlo sistemare meglio e mi giro, sono pronta.
Fai il giro della scrivania e ti siedi sulla tua poltrona, "giù cagna e vieni qui che ho poco tempo oggi" mi metto carponi, ho ancora la camicetta abbottonata e la gonna tirata su fino ai fianchi, e comincio a venire verso di te facendo in modo che la coda si muova come piace a te.
Arrivo davanti alle tue gambe aperte, avvicino il mio viso al tuo cazzo, tiro fuori la lingua ed inizio a leccarti le palle, so quanto ti piace ed infatti il cazzo ti diventa duro come il marmo, teso e pieno di vene che pulsano, con la punta della lingua parto dal basso fino a leccarti il buco del culo poi a lingua piatta risalgo le palle, arrivo all'asta del cazzo e proseguo fino alla punta gli giro un attorno , li sotto al bordo della cappella e poi la prendo tutta in bocca, mi appoggi le mani sulla testa e me la spingi in gola. Per tutto il tempo ti ho guardato negli occhi, e lo faccio anche ora che gli sforzi cominciano a farmi lacrimare gli occhi.
Sorridi soddisfatto e mi lasci la testa, mi sfilo il cazzo dalla bocca per tossire, e mentre lo faccio la codina si muove.
"che cagna che sei, la mia cagna"
Ricomincio a leccare le tue palle, piano, le prendo in bocca poi torno al cazzo. Sei teso e sul punto di venire così li prendi per i capelli e mi tiri indietro la testa.
"ferma lì", ti guardo e non capisco, ma aspetto, prendi ancora le forbici dalla scrivania ed inizi a tagliare via i bottoni della camicia, uno alla volta saltano per l'ufficio.
Sono senza reggiseno, chiudi le forbici e me le passi con la punta attorno ai capezzoli, fremo, ma non ho paura, sono tua, e non rovineresti mai una cosa che ti appartiene, non rovineresti mai la tua roba.
La tua roba, lo dici sempre, ti piace marcare il territorio e ti piace ricordarmelo spesso.
Inizi a masturbarti mentre continui a tenermi per i capelli "guardami negli occhi, guarda la voglia di farti male che ho, non potrai evitarlo ancora per molto" e mentre lo dice mi schizza in faccia la sua sborra calda e appiccicosa.
Si abbandona sulla poltrona e con il pollice porta via un po' del suo seme dalla mia guancia e me lo appoggia alle labbra, io le dischiudo ed il suo dito entra nella mia bocca.

scritto il
2019-08-26
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