Cuccetta Intercity Notte
di
Sandrino888
genere
gay
Sabato 23 Marzo 2015 ore 22.20 treno Milano - Lecce.
Il treno arriva puntuale alla stazione, un saluto veloce a mio zio, che gentilmente mi ha accompagnato.
Salgo sul treno l’odore tipico del vagone mi avvolge subito il naso, mi avvio nel corridoio alla ricerca del scompartimento, trovato!
Apro la porta, una cuccetta con 3 letti tipo a castello, sui quali erano già comodamente stesi i miei due compagni di viaggio.
Sul letto in alto un signore sulla cinquantina che dormiva beatamente e ronfante, mentre su quello centrale, un ragazzo, molto carino, che mi ha salutato con un sorriso a 32 denti disarmante. Accendo la luce giusto il tempo di sistemare la valigia e lo zaino, ora il suo volto e illuminato e noto degli occhi azzurri stupendi. Piacere Alessandro, Marco risponde scambiata qualche chiacchiera di rito mi sistemo e mi stendo sul mio letto.
Il viaggio dura 10 ore, quindi decido di prendere il libro che avevo con me in borsa e di dedicarmi alla lettura.
Non trovo l’interruttore per la lucetta di cortesia che avevo sopra la testa dedicata proprio alla lettura, decido di chiedere aiuto al compagno di viaggio che si sporge dal suo letto passando il braccio vicino al mio viso, “che buon odore” penso, borotalco e bagnoschiuma. Peccato che sapeva esattamente dove fosse collocato il tasto, infatti la manovra è durata pochi secondi. Accende la luce e lo ringrazio.
Inizio a leggere ma il mio pensiero va al lui, mi piacerebbe conoscerlo ma come fare? come posso sapere se gli va o vuole essere lasciato in pace?
Nel frattempo avevo letto 2 capitoli, allora mi decido alzo la mano e la poggio sul bordo del suo letto, sapevo che era sveglio, lo sentivo usare l'iPhone.
Picchietto con le dita, un rumore leggero ma ritmato, per fargli capire “ehi sono qui! Ho voglia di compagnia!”
Ma niente, la tolgo, qualche colpetto di tosse strategico, ma più che pensare, questo sta disseminando germi in un minuscolo spazio vitale cosa spero possa succedere.
Riprovo la manovra della dita, magari stavolta ho successo, la muovo avanti e dietro, lui non riesce a vederla per via dello spessore del materasso. Uffa! Rischio che si addormenta.
Continuo a muoverla avanti e dietro finché non urto alle sue dita, mi blocco, vampata nel petto, sento un dito che tocca la mia mano per un attimo, allora per capire meglio ci riprovo sfioro nuovamente le sue dita, ricambia, ora le mani sono una sull'altra, intanto nel mio petto si confondono un vortice di emozioni bellissime. Le pulsazioni aumentano, adoro queste situazioni ti restano dentro per sempre.
Dopo qualche grattino e carezza scende dal letto e si siede sul mio, ci risalutiamo e ci scappa un sorriso. iniziamo a parlare. “Scusa non volevo infastidirti, e che mi sei piaciuto e avevo voglia di trascorrere il viaggio con te. Però sai non sapendo come potevi reagire ho cercato di essere delicato diciamo” lui mi guardava attentamente mentre parlavo “non preoccuparti se non avessi voluto anche io stare con te, avrei tolto la mano. Posso?” “Certo” Gli faccio spazio e si stende accanto a me le mani si ritrovano da sole, ormai erano delle vecchie amiche si chiudono luna sull’altra, le dita si stringono, poi e tra iniziano delle meravigliose carezze e grattini.
Non passa molto e i nostri nasi iniziano a sfiorarsi e la bocche a cercarsi, inizialmente con de baci dolci quasi timidi, poi subentra la voglia con baci passionali, morsi d'orecchio, baci sul collo, baci sul petto, sull’addome, la sua leggera peluria bionda mi faceva impazzire, brividi, passioni, emozioni. Con le sue labbra scendeva delicato sul mio collo sino alla base delle spalle per poi proseguire sul petto sino all’ombelico dove osava piccoli morsi, feci lo stesso con lui.
La sua mano piano si insinua tra le gambe, sbottona il pantalone e arriva all’inguine che mi genera nuovi brividi gioca con la punta del glande e massaggia il pene con il palmo della mano da sopra le mutande. Quando diventa duro lo afferra con tutta la mano e inizia a segarmi lentamente continuando a baciarmi, non capivo più nulla, ad un certo punto aumenta il ritmo e con l’altra mano massaggia i capezzoli ad un certo punto il mio respiro aumenta e lui capisce che sono vicino all’orgasmo, aumenta il ritmo e dopo qualche secondo mi libero versando una buona quantità di seme sul mio petto e sulla sua mano. Lui continua a baciarmi, per fortuna avevo le salviette per pulirmi stare appiccicato tutta la notte non era il caso. Avrei voluto ricambiare ma lui non ha voluto, ha preferito restare steso accanto a me abbracciati a parlare e con i polpastrelli voleva gli accarezzassi la testa.
Alla stazione di Pescara ci siamo presi una pausa, siamo usciti, nel corridoio e siamo andati tra i due vagoni, ha fumato una sigaretta, abbiamo parlato po’ più liberamente senza preoccuparci di quello di sopra e senza il bisogno di bisbigliare.
Il treno fischia e si rimette in marcia, torniamo nella cuccetta, ho pensato che sarebbe tornato al suo posto, e invece mi dice “non mi fai spazio?” Al che io lo guardo sorpreso pensavo volesse andare a dormire per fatti suoi ormai. “Ti ho detto che anche io voglio compagnia dormiamo insieme, domani ci sveglia il controllore”
Ci ristendiamo e ci abbracciamo e le nostre mani si muovono a carezza. E dopo poco chiudiamo gli occhi.
Come previsto il controllore bussa a sveglia stiamo arrivando alla sua fermata. Si prepara per scendere mi saluta.
Vorrei chiedergli il numero, Facebook, ma nulla, e nemmeno lui l’ha fatto, forse meglio così resta una esperienza della memoria nulla di più. Un ultimo bacio un ultimo ciao con occhiolino e chiude la porta.
Mi ristendo sul letto per me il viaggio è ancora lungo mancano 3 ore, mi addormento.
Vivere certe esperienze ti lascia delle emozioni inspiegabili, uniche, lo a volte possono essere rischiose, ma nei limiti del possibile bisogna un po’ rischiare nella vita, o meglio osare. L’intraprendenza se è figlia di buoni principi e di un buon baglio di vita spesso ripaga.
Il treno arriva puntuale alla stazione, un saluto veloce a mio zio, che gentilmente mi ha accompagnato.
Salgo sul treno l’odore tipico del vagone mi avvolge subito il naso, mi avvio nel corridoio alla ricerca del scompartimento, trovato!
Apro la porta, una cuccetta con 3 letti tipo a castello, sui quali erano già comodamente stesi i miei due compagni di viaggio.
Sul letto in alto un signore sulla cinquantina che dormiva beatamente e ronfante, mentre su quello centrale, un ragazzo, molto carino, che mi ha salutato con un sorriso a 32 denti disarmante. Accendo la luce giusto il tempo di sistemare la valigia e lo zaino, ora il suo volto e illuminato e noto degli occhi azzurri stupendi. Piacere Alessandro, Marco risponde scambiata qualche chiacchiera di rito mi sistemo e mi stendo sul mio letto.
Il viaggio dura 10 ore, quindi decido di prendere il libro che avevo con me in borsa e di dedicarmi alla lettura.
Non trovo l’interruttore per la lucetta di cortesia che avevo sopra la testa dedicata proprio alla lettura, decido di chiedere aiuto al compagno di viaggio che si sporge dal suo letto passando il braccio vicino al mio viso, “che buon odore” penso, borotalco e bagnoschiuma. Peccato che sapeva esattamente dove fosse collocato il tasto, infatti la manovra è durata pochi secondi. Accende la luce e lo ringrazio.
Inizio a leggere ma il mio pensiero va al lui, mi piacerebbe conoscerlo ma come fare? come posso sapere se gli va o vuole essere lasciato in pace?
Nel frattempo avevo letto 2 capitoli, allora mi decido alzo la mano e la poggio sul bordo del suo letto, sapevo che era sveglio, lo sentivo usare l'iPhone.
Picchietto con le dita, un rumore leggero ma ritmato, per fargli capire “ehi sono qui! Ho voglia di compagnia!”
Ma niente, la tolgo, qualche colpetto di tosse strategico, ma più che pensare, questo sta disseminando germi in un minuscolo spazio vitale cosa spero possa succedere.
Riprovo la manovra della dita, magari stavolta ho successo, la muovo avanti e dietro, lui non riesce a vederla per via dello spessore del materasso. Uffa! Rischio che si addormenta.
Continuo a muoverla avanti e dietro finché non urto alle sue dita, mi blocco, vampata nel petto, sento un dito che tocca la mia mano per un attimo, allora per capire meglio ci riprovo sfioro nuovamente le sue dita, ricambia, ora le mani sono una sull'altra, intanto nel mio petto si confondono un vortice di emozioni bellissime. Le pulsazioni aumentano, adoro queste situazioni ti restano dentro per sempre.
Dopo qualche grattino e carezza scende dal letto e si siede sul mio, ci risalutiamo e ci scappa un sorriso. iniziamo a parlare. “Scusa non volevo infastidirti, e che mi sei piaciuto e avevo voglia di trascorrere il viaggio con te. Però sai non sapendo come potevi reagire ho cercato di essere delicato diciamo” lui mi guardava attentamente mentre parlavo “non preoccuparti se non avessi voluto anche io stare con te, avrei tolto la mano. Posso?” “Certo” Gli faccio spazio e si stende accanto a me le mani si ritrovano da sole, ormai erano delle vecchie amiche si chiudono luna sull’altra, le dita si stringono, poi e tra iniziano delle meravigliose carezze e grattini.
Non passa molto e i nostri nasi iniziano a sfiorarsi e la bocche a cercarsi, inizialmente con de baci dolci quasi timidi, poi subentra la voglia con baci passionali, morsi d'orecchio, baci sul collo, baci sul petto, sull’addome, la sua leggera peluria bionda mi faceva impazzire, brividi, passioni, emozioni. Con le sue labbra scendeva delicato sul mio collo sino alla base delle spalle per poi proseguire sul petto sino all’ombelico dove osava piccoli morsi, feci lo stesso con lui.
La sua mano piano si insinua tra le gambe, sbottona il pantalone e arriva all’inguine che mi genera nuovi brividi gioca con la punta del glande e massaggia il pene con il palmo della mano da sopra le mutande. Quando diventa duro lo afferra con tutta la mano e inizia a segarmi lentamente continuando a baciarmi, non capivo più nulla, ad un certo punto aumenta il ritmo e con l’altra mano massaggia i capezzoli ad un certo punto il mio respiro aumenta e lui capisce che sono vicino all’orgasmo, aumenta il ritmo e dopo qualche secondo mi libero versando una buona quantità di seme sul mio petto e sulla sua mano. Lui continua a baciarmi, per fortuna avevo le salviette per pulirmi stare appiccicato tutta la notte non era il caso. Avrei voluto ricambiare ma lui non ha voluto, ha preferito restare steso accanto a me abbracciati a parlare e con i polpastrelli voleva gli accarezzassi la testa.
Alla stazione di Pescara ci siamo presi una pausa, siamo usciti, nel corridoio e siamo andati tra i due vagoni, ha fumato una sigaretta, abbiamo parlato po’ più liberamente senza preoccuparci di quello di sopra e senza il bisogno di bisbigliare.
Il treno fischia e si rimette in marcia, torniamo nella cuccetta, ho pensato che sarebbe tornato al suo posto, e invece mi dice “non mi fai spazio?” Al che io lo guardo sorpreso pensavo volesse andare a dormire per fatti suoi ormai. “Ti ho detto che anche io voglio compagnia dormiamo insieme, domani ci sveglia il controllore”
Ci ristendiamo e ci abbracciamo e le nostre mani si muovono a carezza. E dopo poco chiudiamo gli occhi.
Come previsto il controllore bussa a sveglia stiamo arrivando alla sua fermata. Si prepara per scendere mi saluta.
Vorrei chiedergli il numero, Facebook, ma nulla, e nemmeno lui l’ha fatto, forse meglio così resta una esperienza della memoria nulla di più. Un ultimo bacio un ultimo ciao con occhiolino e chiude la porta.
Mi ristendo sul letto per me il viaggio è ancora lungo mancano 3 ore, mi addormento.
Vivere certe esperienze ti lascia delle emozioni inspiegabili, uniche, lo a volte possono essere rischiose, ma nei limiti del possibile bisogna un po’ rischiare nella vita, o meglio osare. L’intraprendenza se è figlia di buoni principi e di un buon baglio di vita spesso ripaga.
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