Cugini liberi

di
genere
poesie

Poggiai una mano sulla tua coscia
e sentii la tua leggera angoscia:
“Tu sei pazzo” mi dicesti
ma un passo indietro non lo facesti.
Così al tuo volto mi avvicinai
sperando in un bacio che non arrivó mai.
“Siamo cugini” continuavi a dire
ma la forza con cui frenavi la mia mano iniziava a scomparire.
Eri già mia ma non ci volevi credere
fino a quando le mie dita non ti fecero godere.
La tua mano poi entró nei miei pantaloni:
“è enorme”, dicesti meravigliata,
così venisti sopra di me a cavalcioni
e facemmo una gran scopata.
La tua bocca poi accolse il mio arnese
e lì finirono tutte le mie attese,
ti dissi: “senti come freme”
e prendesti tutto il mio seme.
scritto il
2019-09-15
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