Il convento
di
Sprizzo
genere
orge
Siamo in una bellissima zona del centro Italia. La giornata è limpida ed il sole splende riscaldandone l’aria. Nel convento delle suore la vita si svolge tranquilla e serena come al solito. Oggi però la superiora è agitata perché verranno dei muratori per sistemare un muro del vecchio chiostro. La sua preoccupazione è per la quantità di lavoro che svolgeranno, non vorrebbe che battessero la fiacca visto che i committenti sono delle povere suore non pratiche del tipo di lavoro che dovrà essere svolto. La superiora decide che con discrezione li controllerà. I tre muratori arrivano ed iniziano a trasportare il materiale , necessario all’intervento, nel chiostro. Due sono sulla quarantina e ben pizzati ma con solo un’inizio di pancetta mentre il terzo è una giovane poco più che ventenne, longilineo, più alto ma più muscoloso degli altri due. I lavori iniziano già la mattina e procedono alacremente. La superiora di preoccupa per il primo
Pomeriggio quando le suore si ritirano per le preghiere e per un riposino. Nessuno controllerà più gli operai e potrebbero rallentare i lavori senza che nessuno se ne accorga. La superiora decide d’incarcare una delle sorelle per il loro controllo. Mentre loro si ritireranno lei, nascosta, controllerà che tutto continui ad essere eseguito senza interruzioni. Arriva il pomeriggio e sul convento cala il silenzio, interrotto solo dal rumore prodotto dai muratori. Mentre uno di loro esce per prendere del materiale nel furgone , gli altri due si fermano per una pausa. Uno dei due deve urinare e non sapendo dove andare la fa nel chiostro senza timore di essere visto. La suora incaricata del controllo invece vede tutto e non gli sfuggono le dimensioni dell’attrezzo nelle mani del muratore. La suora è giovane con ancora subbugli ormonali e mentre il muratore percuote l’attrezzo che si ingrossa, la suora si infila una mano sotto la veste.La suora inizia a sgrillettarsi come le capita nel buio della sua cella senza accorgersi di quello che le succede intorno. Il muratore uscito nel furgone è rientrato e la vede mentre si spara un ditalino. Non si lascia di sicuro sfuggire questa occasione e bloccandola da dietro le tappa la bocca. Le sussurra nell’orecchio cosa ne avrebbe pensato la superiora di quel suo comportamento ed in cambio del suo silenzio le avrebbe fatto provare qualcosa di meglio che di un dito.La suora intimorita accenna di si ed il muratore non impiega neppure un minuto per metterla a novanta gradi e montarla alla pecorina. Non contento , con un fischio, attira l’attenzione dei compagni di lavoro. Gli atri due non credono ai propri occhi quando vedono la scena della pecorina ed immediatamente si uniscono per una montata di gruppo. In un batter d’occhio la suora si ritrova tre cazzi infilati, uno nella figa, uno nel culo e l’ultimo in bocca. I tre hanno una buona resistenza e quindi riescono a cambiarsi i posti e godere tutti dei tre buchi. Alla fine arrivano le sborrate ma, diligentemente, nessuno le sborra in figa ma solo in bocca o nel culo. Non volevano rovinare la suora mettendola incinta. Quando torna la superiora tutto e tornato normale, i tre muratori lavorano e la suora discretamente li controlla. Quando la superiora si informa , con la suora, sul comportamento degli operai la risposta fu “le confermo che non si sono fermati un attimo anche se grondavano di sudore”.
Pomeriggio quando le suore si ritirano per le preghiere e per un riposino. Nessuno controllerà più gli operai e potrebbero rallentare i lavori senza che nessuno se ne accorga. La superiora decide d’incarcare una delle sorelle per il loro controllo. Mentre loro si ritireranno lei, nascosta, controllerà che tutto continui ad essere eseguito senza interruzioni. Arriva il pomeriggio e sul convento cala il silenzio, interrotto solo dal rumore prodotto dai muratori. Mentre uno di loro esce per prendere del materiale nel furgone , gli altri due si fermano per una pausa. Uno dei due deve urinare e non sapendo dove andare la fa nel chiostro senza timore di essere visto. La suora incaricata del controllo invece vede tutto e non gli sfuggono le dimensioni dell’attrezzo nelle mani del muratore. La suora è giovane con ancora subbugli ormonali e mentre il muratore percuote l’attrezzo che si ingrossa, la suora si infila una mano sotto la veste.La suora inizia a sgrillettarsi come le capita nel buio della sua cella senza accorgersi di quello che le succede intorno. Il muratore uscito nel furgone è rientrato e la vede mentre si spara un ditalino. Non si lascia di sicuro sfuggire questa occasione e bloccandola da dietro le tappa la bocca. Le sussurra nell’orecchio cosa ne avrebbe pensato la superiora di quel suo comportamento ed in cambio del suo silenzio le avrebbe fatto provare qualcosa di meglio che di un dito.La suora intimorita accenna di si ed il muratore non impiega neppure un minuto per metterla a novanta gradi e montarla alla pecorina. Non contento , con un fischio, attira l’attenzione dei compagni di lavoro. Gli atri due non credono ai propri occhi quando vedono la scena della pecorina ed immediatamente si uniscono per una montata di gruppo. In un batter d’occhio la suora si ritrova tre cazzi infilati, uno nella figa, uno nel culo e l’ultimo in bocca. I tre hanno una buona resistenza e quindi riescono a cambiarsi i posti e godere tutti dei tre buchi. Alla fine arrivano le sborrate ma, diligentemente, nessuno le sborra in figa ma solo in bocca o nel culo. Non volevano rovinare la suora mettendola incinta. Quando torna la superiora tutto e tornato normale, i tre muratori lavorano e la suora discretamente li controlla. Quando la superiora si informa , con la suora, sul comportamento degli operai la risposta fu “le confermo che non si sono fermati un attimo anche se grondavano di sudore”.
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Commenti dei lettori al racconto erotico