Operaio eccitato - parte 1
di
Hornydoc
genere
gay
Fausto Rocchi era stato assunto da qualche mese in una industria produttrice di elettrodomestici. Era operaio specializzato nella saldatura di schede elettroniche, era giovane e prestante. All'inizio le cose sembravano procedere bene, ma ben presto cominciarono a manifestarsi alcuni problemi, legati al fatto che Fausto arrivava al lavoro sempre eccitato. Già negli spogliatoi era in imbarazzo, perché per indossare la tuta da lavoro doveva restare per qualche istante in mutande, e la poderosa erezione risultava evidente attraverso il cotone bianco delle sue Cagi. Ma anche in tuta, pur essendo questa non aderente, la consistenza del pacco era chiaramente percepibile. Fausto notava gli sguardi, soprattutto delle operaie, che si fissavano proprio lì, fra le sue gambe, notava ammiccamenti o risatine di intesa al suo passaggio, arrossiva e sudava, ma non c'era verso di farsi passare quell'erezione impertinente.
Così cominciò a pensare che l'unico sistema per farsela passare era farsi una sega in gabinetto. Le prime volte gli bastò assentarsi per una decina di minuti: appena sprangata la porta alle spalle liberava il fallo, se lo menava vigorosamente, e riusciva a eiaculare, peraltro copiosamente, facendo in modo che i fiotti di sperma ricadessero direttamente nel wc. Una volta uscito, il suo membro se ne stava buono per tutto il resto della giornata, per poi tornare eretto il mattino successivo.
In seguito, però, le cose andarono peggiorando, innanzitutto perché l'effetto benefico della sega non durava più tutta la giornata: l'erezione tornava improvvisamente, facendo ripiombare Fausto nell'imbarazzo, e gli toccava tornare in gabinetto per farsela passare. Ma il problema era anche che masturbandosi cominciò a provarci un godimento maggiore, e gli orgasmi tendevano ad essere più lunghi e più abbondanti di sperma. Di fatto, le sue pause al gabinetto cominciarono ad allungarsi. Da dieci minuti passò al quarto d'ora, più avanti ai venti minuti... anche se si rendeva conto che una pausa al gabinetto prolungata poteva essere notata dai controllori del ritmo lavorativo, non riusciva a farne a meno. Mentre si masturbava, l'immagine fissa che aveva in testa era quella di un grande cazzo eretto, che colava liquido pre-spermatico e sussultava come fosse in procinto di eiaculare.
Quando arrivò a una media di quattro pause al gabinetto di mezz'ora ciascuna le voci sul suo strano comportamento cominciarono a circolare per tutto il reparto, fino a che giunsero alle orecchie del padrone dell'industria, il dottor Maccaro. Costui, incuriosito più che arrabbiato, fece piazzare delle videocamere nascoste e ben mimetizzate nei gabinetti di quel reparto. Per qualche settimana si limitò a osservare le registrazioni delle videocamere, rendendosi conto ben presto che quella era l'occasione per realizzare un suo sogno segreto...
Un giorno si verificò la seguente scena. Fausto, dopo le prime due ore di lavoro, si era chiuso in gabinetto da dieci minuti. Si stava menando l'uccello con grande foga quando sentì bussare forte alla porta e sentì la voce perentoria del caporeparto che diceva: "Rocchi, immediatamente in ufficio dirigenza!!! Il dottor Maccaro deve parlarti subito, capito??? Muoviti!!!". Fausto, col cuore in gola, ficcò a forza il cazzo nelle mutande, richiuse la tuta e corse all'ufficio dirigenza.
Così cominciò a pensare che l'unico sistema per farsela passare era farsi una sega in gabinetto. Le prime volte gli bastò assentarsi per una decina di minuti: appena sprangata la porta alle spalle liberava il fallo, se lo menava vigorosamente, e riusciva a eiaculare, peraltro copiosamente, facendo in modo che i fiotti di sperma ricadessero direttamente nel wc. Una volta uscito, il suo membro se ne stava buono per tutto il resto della giornata, per poi tornare eretto il mattino successivo.
In seguito, però, le cose andarono peggiorando, innanzitutto perché l'effetto benefico della sega non durava più tutta la giornata: l'erezione tornava improvvisamente, facendo ripiombare Fausto nell'imbarazzo, e gli toccava tornare in gabinetto per farsela passare. Ma il problema era anche che masturbandosi cominciò a provarci un godimento maggiore, e gli orgasmi tendevano ad essere più lunghi e più abbondanti di sperma. Di fatto, le sue pause al gabinetto cominciarono ad allungarsi. Da dieci minuti passò al quarto d'ora, più avanti ai venti minuti... anche se si rendeva conto che una pausa al gabinetto prolungata poteva essere notata dai controllori del ritmo lavorativo, non riusciva a farne a meno. Mentre si masturbava, l'immagine fissa che aveva in testa era quella di un grande cazzo eretto, che colava liquido pre-spermatico e sussultava come fosse in procinto di eiaculare.
Quando arrivò a una media di quattro pause al gabinetto di mezz'ora ciascuna le voci sul suo strano comportamento cominciarono a circolare per tutto il reparto, fino a che giunsero alle orecchie del padrone dell'industria, il dottor Maccaro. Costui, incuriosito più che arrabbiato, fece piazzare delle videocamere nascoste e ben mimetizzate nei gabinetti di quel reparto. Per qualche settimana si limitò a osservare le registrazioni delle videocamere, rendendosi conto ben presto che quella era l'occasione per realizzare un suo sogno segreto...
Un giorno si verificò la seguente scena. Fausto, dopo le prime due ore di lavoro, si era chiuso in gabinetto da dieci minuti. Si stava menando l'uccello con grande foga quando sentì bussare forte alla porta e sentì la voce perentoria del caporeparto che diceva: "Rocchi, immediatamente in ufficio dirigenza!!! Il dottor Maccaro deve parlarti subito, capito??? Muoviti!!!". Fausto, col cuore in gola, ficcò a forza il cazzo nelle mutande, richiuse la tuta e corse all'ufficio dirigenza.
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