Il convento - 5
di
Hornydoc
genere
gay
La mattina dopo, Matteo constatò che che immagini intrusive e ossessionanti erano effettivamente cessate. In compenso, però, era subentrata una inequivocabile sete di sperma. In pratica, dalla totale incoscienza del suo orientamento e dei suoi desideri, Matteo era passato alla chiara consapevolezza non solo del suo orientamento sessuale verso i maschi, ma al preciso desiderio di ingozzarsi quanto più possibile dell'adorabile liquido bianco che zampillava dalla verga di un uomo al culmine del piacere.
Dopo qualche tempo fu anche consapevole di ritrovarsi in un convento assai strano, nel quale l'occupazione principale dei monaci, oltre all'ordinario lavoro necessario all'autosostentamento della struttura, al procurarsi il cibo coltivando un grande orto e allevando alcuni animali, consisteva nel darsi piacere reciproco ogni volta che si presentava l'occasione. I rapporti avvenivano sia in privato, nelle celle, sia in pubblico: nei bagni, nella cucina, nella grande sala da pranzo, nella biblioteca, nell'aula magna.
Matteo si specializzò ben presto, data la sua particolare inclinazione, nell'arte della fellatio con relativa deglutizione.
Era diventato così bravo che tutti, quando volevano un rapporto orale, andavano a bussare alla sua cella e lo trovavano sempre pronto. In alcuni momenti si formava fuori dalla sua porta una coda di monaci in attesa, tutti in evidente stato di eccitazione alla sola idea di quali delizie la bocca (e la gola!) di Matteo fosse in grado di procurare.
Ma la cosa che dava a Matteo più soddisfazione era l'organizzare i fellatio-party, ovvero delle sedute di dieci-quindici monaci, i quali tutti insieme si facevano succhiare da Matteo (che passava freneticamente dall'uno all'altro), per poi eiaculare tutti insieme nella sua bocca spalancata: per realizzare questa conclusione del party Matteo si sdraiava per terra e tutti si sforzavano di centrare con in loro spruzzi la sua bocca spalancata. In questo modo riusciva a realizzare il suo desiderio: avere la bocca completamente riempita e ingoiare una grande quantità tutta insieme. Tutte le volte che ciò avveniva, inevitabilmente, Matteo sperimentava un orgasmo spontaneo, senza bisogno di toccarsi il cazzo. E il getto di sperma che fuoriusciva in quelle circostanza era così forte che arrivava anch'esso nella sua bocca, e andava a coronare con un'ulteriore ingoiata l'ingozzata appena avvenuta.
FINE
Dopo qualche tempo fu anche consapevole di ritrovarsi in un convento assai strano, nel quale l'occupazione principale dei monaci, oltre all'ordinario lavoro necessario all'autosostentamento della struttura, al procurarsi il cibo coltivando un grande orto e allevando alcuni animali, consisteva nel darsi piacere reciproco ogni volta che si presentava l'occasione. I rapporti avvenivano sia in privato, nelle celle, sia in pubblico: nei bagni, nella cucina, nella grande sala da pranzo, nella biblioteca, nell'aula magna.
Matteo si specializzò ben presto, data la sua particolare inclinazione, nell'arte della fellatio con relativa deglutizione.
Era diventato così bravo che tutti, quando volevano un rapporto orale, andavano a bussare alla sua cella e lo trovavano sempre pronto. In alcuni momenti si formava fuori dalla sua porta una coda di monaci in attesa, tutti in evidente stato di eccitazione alla sola idea di quali delizie la bocca (e la gola!) di Matteo fosse in grado di procurare.
Ma la cosa che dava a Matteo più soddisfazione era l'organizzare i fellatio-party, ovvero delle sedute di dieci-quindici monaci, i quali tutti insieme si facevano succhiare da Matteo (che passava freneticamente dall'uno all'altro), per poi eiaculare tutti insieme nella sua bocca spalancata: per realizzare questa conclusione del party Matteo si sdraiava per terra e tutti si sforzavano di centrare con in loro spruzzi la sua bocca spalancata. In questo modo riusciva a realizzare il suo desiderio: avere la bocca completamente riempita e ingoiare una grande quantità tutta insieme. Tutte le volte che ciò avveniva, inevitabilmente, Matteo sperimentava un orgasmo spontaneo, senza bisogno di toccarsi il cazzo. E il getto di sperma che fuoriusciva in quelle circostanza era così forte che arrivava anch'esso nella sua bocca, e andava a coronare con un'ulteriore ingoiata l'ingozzata appena avvenuta.
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