Una nuova vita di perversione (2)

di
genere
incesti

Non finì qui, ovviamente. Quella fu la prima di una lunga serie di amplessi segreti, fugaci, nascosti. Ogni volta che mio marito non c’era, facevamo in modo di essere entrambi a casa per fare sesso. Diventò prassi consolidata per noi, ricercare questi momenti insieme in modo del tutto naturale e spontaneo. All’inizio il senso di colpa attanagliava un po’ entrambi, ma venne anch’esso sommerso dalla quantità di libido che ci travolse. Nella mia lunga vita, quella mi sembrava la prima vera volta in cui provavo piacere sessuale, quegli orgasmi arrivavano con una forza che non avevo mai provato prima e spazzando via la noia che riempiva la mia vita, non ero più disposta a rinunciarvi. Stessa cosa valeva per Michele, che dopo aver passato tanto tempo a desiderarmi, finalmente poteva godere con me e di me.
In ogni modo e in ogni posizione, facevamo sesso. A volte lo cavalcavo io, a volte cavalcava lui me. Scopavamo in ogni punto della casa venissimo travolti dalla passione, dal salone alla cucina, passando per le camere da letto e il bagno. Con mio marito al lavoro, era facile riuscire ad incontrarci in alcuni orari della giornata in cui sapevamo lui non sarebbe tornato. Passammo così mattinate e pomeriggi, venendo anche più volte al giorno, orgasmando spesso, senza essere mai sazi.
Gli amplessi erano fenomenali e per settimane andammo avanti in questo modo. Michele ha la capacità di venire velocemente ma riprendersi subito, pronto nuovamente per una nuova prestazione ancora più intensa. Amavo questa sua caratteristica perché permetteva anche a me di avere orgasmi multipli che sperimentai la prima volta proprio con lui. Nessuno mi aveva mai scopata con tale prestanza fisica, potenza e coinvolgimento.
Il nostro rapporto era diventato ancora più intimo e quando eravamo soli, potevamo finalmente era essere noi stessi, dovendo invece fingere un semplice rapporto matrigna-figliastro in pubblico. Nessuno poteva sospettare, nessuno poteva sapere quello che invece stava accadendo tra noi e ovviamente, la situazione doveva rimanere tale. Concordammo di non parlarne ad anima viva e nessuno di noi due lo fece, era troppo rischioso mettere in pericolo quello che avevamo raggiunto.
La sessualità era la parte predominante della nostra relazione, la carica erotica fortissima, irresistibile e non ci volle molto prima che cominciassimo ad esplorare nuovi orizzonti e ad esplorare le nostre fantasie e passioni. Fu lì che diventammo ancora più affiatati, fu lì che la situazione cominciò a raggiungere vette ancora più alte che mai avrei sognato in vita mia.
Quando mio marito fu impegnato in un altro viaggio di lavoro, lasciò casa per due settimane. Già da un mese io e Michele avevamo cominciato a fare sesso e anche se con cadenza non sempre regolare, avevamo avuto già numerosi rapporti insieme. L’occasione di avere casa completamente libera però, aprì la strada a nuove opportunità che attendevamo con ansia.
Eccetto per i momenti in cui lui era all’università o io con amiche, stavamo sempre insieme. L’occasione di non aver fretta e di non dover sbrigarci nel consumare un rapporto prima che tornasse mio marito, ci diede l’occasione di esplorare più i nostri corpi e di avviare nuove pratiche.
Cominciammo a passare interi pomeriggi semplicemente masturbandoci l’un l’altro. Guardare i nostri programmi preferiti in tv, come avevamo sempre fatto, si accompagnò immediatamente a lunghe sessioni di lente e inesorabile masturbazione fino all’orgasmo. Quando mi occupavo io di farlo godere, tenevo in mano e massaggiavo il suo membro anche per una o due ore di fila. Si sgonfiava e rigonfiava tra le mie mani, lo maneggiavo lo accarezzavo, facevo di tutto per renderlo duro e mantenercelo. Mentre guardavamo quei programmi in tv, lui riceveva le mie lente e dolci seghe, rilassandoci insieme. A volte capitava che anche lui mi facesse ditalini, ovviamente. Il nostro rapporto andava ben oltre l’egoismo del ricevere semplicemente piacere, entrambi pensavamo l’uno all’altra, ma per qualche motivo, sviluppammo da subito, da quei primi momenti, una certa passione per la masturbazione maschile.
Per la prima volta nella mia vita sessuale, sviluppai un feticcio. Cominciai ad amare incondizionatamente il fallo di Michele, così grosso, turgido, bello, sempre in tiro, pronto ad orgasmare per me. Quei giorni insieme, senza essere disturbati da nessuno, aprirono la strada per il mio innamoramento nei confronti delle seghe. Può sembrare strano forse, a tratti magari anche malato, ma traevo piacere nel masturbare il mio figliastro per ore, ritardando il suo orgasmo il più possibile nel tempo. Nacque tutto in maniera così spontanea, che nemmeno ci accorgemmo di aver iniziato una nuova pratica insieme. Lui, come è facilmente intuibile, amò da subito questa mia iniziativa masturbatoria, confessandomi di avere un debole e una preferenza per questi nostri nuovi momenti di intimità. Per quelle due settimane in cui mio marito era in viaggio, cambiammo completamente routine.
Durante la settimana, in mattinata, lui era impegnato con i corsi universitari e io mi trovavo sempre qualcosa da fare. Quando per pranzo tornava, dopo aver mangiato, ci potevamo finalmente rilassare. Dopo aver fatto sesso per un po’, di solito, smettevamo sempre per guardare la tv insieme. Pomeriggio cinque era il nostro appuntamento fisso, ma non come tutti si aspetterebbero che lo sia. Da abbracciati, nudi o semi nudi, mi mettevo sempre a stuzzicarlo e masturbarlo tutto il tempo, con lo scopo di fargli raggiungere almeno due o tre orgasmi al giorno.
Non ci fermammo alle seghe. Il nostro rapporto era più complesso, più profondo, più intrigante. Quando si arriva a tale intimità con una persona, nessuna barriera regge e ogni altra tappa della relazione viene raggiunta e superata. Alle seghe, alternavamo i pompini. Lunghi, lenti, succosi e intensi pompini. D’altronde costituivano il naturale passo successivo della sega, quindi vennero anch’essi completamente naturali. A quelli poi susseguirono le spagnole.
Ho un seno generoso, una quarta abbondante, carnosa e leggermente calante che ho sempre trovato perfettamente comoda per le spagnole nonostante non ne fossi così tanto appassionata. Ne ho fatte molte in vita mia, ma non mi avevano mai entusiasmato più di tanto. Tutto questo però, prima di iniziare la mia perversa relazione con Michele.
Uno degli elementi del mio corpo che più adora, sono infatti proprio i seni. Mi ha confessato di averli amati fin dal primo momento in cui mi ha vista e per così tanto tempo li ha desiderati. Quando abbiamo cominciato a sdoganare seghe e pompini, venne naturale che lui mi parlasse anche delle spagnole e non ebbi assolutamente nulla da obiettare nel fargliene una. Con mia estrema sorpresa, appurai che al contrario di quello che avevo fino a quel momento provato, con lui la storia era completamente diversa. La complicità e la carica erotica che ci legavano fece in modo che anche io godessi della sua gioia e orgasmi. Vedermi stringergli il pene tra i miei grossi seni lo mandava in visibilio, tanto da esaltare anche me. Diventò per noi comune anche quella pratica e mi divertì tantissimo in quelle due settimane soddisfarlo con seghe, pompini e spagnole, in ogni punto della casa in cui volesse godere. Mi sentivo veramente apprezzata come mai in vita mia, mi sentivo così soddisfatta di quel che facevo per lui che mi ubriacai completamente di quella sensazione diventando per me impossibile stare alla larga da Michele. La sua passione mi faceva sentire così sexy e piacente che cominciai ad adorare quella sensazione e associandola inevitabilmente a lui, comincia ad adorare anche lui senza il minimo problema.
Per la me stessa di qualche anno fa, sarebbe stato impossibile immaginarmi in una sessione di sesso, masturbazione, pompini e spagnole con un ragazzo vent’anni più giovane di me, oltretutto mio figliastro, per ben due settimane di fila. Eppure, appena qualche anno più tardi, mi ritrovai esattamente in questa situazione e ancora più incredibilmente la situazione era ciò che eccitandomi alla follia mi rendeva incondizionatamente felice e pienamente soddisfatta.
I giorni trascorsero con tale velocità che non ci parve vero e mio marito tornò dal viaggio di lavoro. Continuammo a fingere che tutto fosse normale tra noi, che fossimo una normale famiglia felice anche se tardivamente unita nella vita. Eppure, ero diventata l’amante del figlio di mio marito e lui ne era completamente all’oscuro. Non solo ero la sua amante, ma ero completamente rapita dalle nostre pratiche sessuali ed entrambi avevamo voglia di andare oltre, inconsapevoli fino a dove potevamo arrivare.
Quelle due settimane avevano contributo a trasformarci in due assetati di sesso, più che mai. Al contempo stesso però, avevamo capito che l’unico modo per poter godere l’uno dell’altra doveva essere quello di tenere un basso profilo, essere tranquilli, rischiare sempre e solo quando la situazione ci era favorevole.
scritto il
2019-10-27
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