Halloween a luci rosse - il piacere raccontato da Adrian 2
di
Elena_Bardì
genere
trio
Mi guarda senza una vera e propria ragione, mentre la mia sborra le scende calda sul collo e lei cerca di raccoglierla e ingoiarla.
A darle una mano è Julian che si china su di lei e comincia a leccarle la faccia, come se il mio sperma sia una crema pasticcera a cui non può rinunciare.
- Così, ingoiane ogni goccia, tra non molto prenderai anche la mia, le dice, mentre la porta a pulire il mio cazzo ancora eretto e che le batte sulla fronte.
Quando la faccia di Vanessa è pulita, ma non del tutto perché del liquido seminale è ancora sulla fronte e le cola sugli occhi, lui si mette a svestirla, togliendole del tutto la giacca e poi ancora la camicetta.
- Adesso ti facciamo godere per bene, le dice, mentre la ribalta sulle coperte, e la sveste anche delle gonna corta, lasciandole solo addosso le calze rosse.
Lei è in nostra balia, vedo bene che la spermata in faccia l’ha fatta arrossire e che continua a deglutire per via del mio sapore in bocca. Le mani di Julian si sono messe al lavoro e non smettono di vezzeggiarla per tutto il tempo in cui se la lavora sulla coperta.
- Io, ragazzi, forse… forse è meglio andare su, non lo so, cerca di dire lei, ma le nostre virilità attirano ancora i suoi occhi come torce per falene.
Julian non l’ascolta.
Le sussurra parole d’amore, mentre con grazia le toglie anche calze, fa un verso soddisfatto accarezzandole le gambe nude per la loro interezza, baciandole i piedi, e poi, prendendo la calza destra, viene da me e la lega attorno al pene, baciandomi la cappella ancora rossa.
- Allora, te la vuoi scopare prima tu, mi chiede.
Io lo alzo e me lo bacio, prendendogli il culo.
- No, vai te per primo, gli rispondo, fattelo succhiare per bene. È una brava ragazza, gli rispondo.
Lei non aspetta e si mette subito ad aspettarlo, aprendo le gambe e mostrandoci la fessura, aperta e succosa, come una prugna appena caduta dall'albero.
- Se non mi mettete qualcosa dentro ora, io mi metto ad urlare, ci dice. Sappiamo che è una minaccia senza potere, simbolo della sua impotenza.
Julian sospira e mi porta sulle coperte, dove i nostri tre corpi entrano in contatto e quasi si mescolano subito. Decido di portare Vanessa subito all’orgasmo con una bella leccata profonda ala sua fica che mi ringrazia sganciando il suo siero di piacere, mentre spingo Julian a mettersi con le gambe ben divaricate sotto di lei.
- Adriannnnnnnn, nenia lei, senza fiato, ma Julian le mette subito in bocca il cazzo e lei comincia a succhiarlo con foga, esattamente come ha fatto con me.
- Falla godere subito, Adrian, mi dice Julian che si dispone bello comodo a farsi fare questo pompino. Il suo cazzo si espande, mentre lei gli prende le palle e le succhia avida di altro sperma.
- Voglio presto in bocca anche il tuo miele, gli dice, mentre mi fissa di straforo, quando comincio a titillarle il suo centro di piacere.
Il suo corpo adesso suda, così come i nostri. La macchina del piacere si è accesa, il mio sperma ha soltanto carburato e Vanessa non si contiene più mentre comincio la stimolazione subito incisiva del suo sesso, che si slabbra e schiuma ai tocchi irregolari ma sempre più veloci e profondi della mia lingua.
- Mmmmmmmmm, cerca di dire lei, ma cappella del cazzo di Julian è ormai testa e dura come il marmo nella sua bocca e gliela scopa con metodo, centellinando la carne che entra ed esce, centimetro per centimetro, fino al possibile della sua gola.
Il suo corpo si scuote tutto, lo devo tenere stretto a terra perché non mi sfugga dalle mani, una mela che mi scappa mentre la sto addentando. Le sue gambe cercano di serrarsi attorno alla mia testa, il suo ventre di venire incontro ancora di più alla mia lingua che non le da tregua.
- Cazzo vengoooooooooooo, sussurra per lunghi istanti, mentre il suo bacino ha uno scatto che la capovolge.
Il suo corpo si contorce ancora per qualche secondo, come la coda di una lucertola che un gatto curioso ha provato piacere a staccare.
Vanessa ansima e la lasciamo lì, nuda come madre l’ha fatta, su un pavimento sudicio, a rivoltarsi per via delle onde di piacere che le scuotono muscoli e nervi.
Io e Julian ci mettiamo a segarci a vicenda, seduti e sorridenti.
- Allora? Ti è piaciuto? Le chiede, sarcastico, mentre mi mena la mazza con lentezza.
Si mette a sedere anche lei, il corpo sudato e ancora pregno di piacere. Ci fissa e si avvicina.
- Ok, vi voglio tutti e due dentro di me, ci dice, mentre slinguazza Julian e scaccia via la mia mano dalla stimolazione del suo pene.
Poi fa lo stesso con me e ci stende sulle coperte con una spinta, mentre prende le radici dei nostri sessi e ci gioca, sembra quasi una marionettista che si diverte a scuoterli.
- Che bello, averne due tutti per me, intendo, ci dice, mentre si mette a stimolarci con la bocca, dandosi il cambio ogni trenta secondi, spesso indugiando sulle palle e tirandole con la bocca.
Io e Julian ci diamo un cinque e quando lei ha un momento di pausa per lo sforzo di stimolare le nostre verghe, la prendiamo di forza, mettendola a pecora. La sua pelle quasi sfrigola sulle nostre mani che la dispongono per bene per la penetrazione.
- Cazzo, cazzo, cazzo, dice lei, mentre io le prendo la bocca e gliela scopo. Le nostre lingue si saldano in un abbraccio, mentre Julian dalla parte opposta ha ricominciato a stimolarle la vagina con ampie lappate, che le fanno inarcare il culo sodo e rotondo che si ritrova.
- Adesso ti facciamo venire, le sussurra Julian, mentre si occupa di baciarle la schiena, resa calda e scivolosa per il sudore.
Lei sorride, quando lui le apre bene le gambe e gli piazza davanti al sesso il suo membro, mandandolo avanti e indietro, quasi a volerlo stimolare ulteriormente.
I loro fluidi già si mescolano e si contaminano.
- Te lo metto dentro adesso, le dice lui, mentre io continuo a slinguazzarmela sulla bocca e lei mi tiene ritto il cazzo, baciandogli la cappella e aspirandola.
- Ti prego, risponde lei stravolta.
E’ quel momento che rende conto di essere in completa nostra balia. Julian entra dentro di lei con calma trattenuta, carne per carne, la fessura di lei che subito si adatta alle misure della sua verga.
- Cazzo, che stretta che è, dice lui con un singulto.
So già che non sarà una chiavata semplice per lei, ma quando lui affonda l'ugello fino alla radice della sua fica, lei si scuote e mi guarda implorante.
-Chi cazzo siete voi?, con le lacrime agli occhi, mentre ricomincia a prendere in bocca il mio cazzo e mi lappa i coglioni.
Fisso Julian, dicendogli con gli occhi di dare e darsi piacere in fretta, con lei che si muove tarantolata ad ogni affondo di lui. Dopo la prima serie si lascia cadere per via degli spasmi. E sono io a tirarla su.
-Sono venuta, dice lei per giustificarsi, ma sia io che Julian lo sappiamo già, per via delle scariche che il suo corpo ci ha trasmesso attraverso le sue due bocche.
- Non è ancora finita, le dico io mentre la prendo di forza, sostituendomi a Julian e rivoltandola come se fosse un manichino nelle nostre mani.
Affondo subito nel suo sesso e comincio a martoriarlo di spinte e trattenute che la farebbero urlare se non avesse la bocca occupata a tenere su il cazzo di Julian.
Alla terza serie si lascia cadere di nuovo a terra, ormai singhiozzante e stravolta, con tutto il kajal che le cola dagli occhi spiritati.
- Quanto vi manca, ci chiede.
Io e Julian ci guardiamo, i cazzi ancora bene eretti che sembrano fissarla, ancora bramosi di godere di lei.
- Ancora un bel po, che dici di cavalcarmi un po' mentre succhi l’uccello a lui?
Non ci sono metri di giudizio, lei obbedisce e quando Julian le scava dentro lei non può evitare che un urlo le nasca in gola, subito abortito dal mio cazzo in bocca.
- Fai venire il mio amico, puttana, le sussurro, mentre comincio a chiavarmi la sua bocca, quasi senza controllo.
Sento che anche Julian ha il suo daffare e lei non ha più nemmeno le forze per impedire che le venga dentro, con il seme di lui che fuoriesce dalla sua fica.
- Sì, che godereeeeeeeeee, sussurra il mio amico.
Manco solo io, che non mi faccio remore, mentre l’orgasmo mi sale dalle palle e mi stacco dalla bocca di lei, appena in tempo per irrorarle la faccia una seconda volta di sei/sette versate liquide del mio nettare.
Che lei cerca di ingoiare tutto, stavolta riuscendoci.
- Il trucco è aprire bene la bocca, le sussurro, mentre lei mi pulisce il cazzo dagli ultimi schizzi.
A darle una mano è Julian che si china su di lei e comincia a leccarle la faccia, come se il mio sperma sia una crema pasticcera a cui non può rinunciare.
- Così, ingoiane ogni goccia, tra non molto prenderai anche la mia, le dice, mentre la porta a pulire il mio cazzo ancora eretto e che le batte sulla fronte.
Quando la faccia di Vanessa è pulita, ma non del tutto perché del liquido seminale è ancora sulla fronte e le cola sugli occhi, lui si mette a svestirla, togliendole del tutto la giacca e poi ancora la camicetta.
- Adesso ti facciamo godere per bene, le dice, mentre la ribalta sulle coperte, e la sveste anche delle gonna corta, lasciandole solo addosso le calze rosse.
Lei è in nostra balia, vedo bene che la spermata in faccia l’ha fatta arrossire e che continua a deglutire per via del mio sapore in bocca. Le mani di Julian si sono messe al lavoro e non smettono di vezzeggiarla per tutto il tempo in cui se la lavora sulla coperta.
- Io, ragazzi, forse… forse è meglio andare su, non lo so, cerca di dire lei, ma le nostre virilità attirano ancora i suoi occhi come torce per falene.
Julian non l’ascolta.
Le sussurra parole d’amore, mentre con grazia le toglie anche calze, fa un verso soddisfatto accarezzandole le gambe nude per la loro interezza, baciandole i piedi, e poi, prendendo la calza destra, viene da me e la lega attorno al pene, baciandomi la cappella ancora rossa.
- Allora, te la vuoi scopare prima tu, mi chiede.
Io lo alzo e me lo bacio, prendendogli il culo.
- No, vai te per primo, gli rispondo, fattelo succhiare per bene. È una brava ragazza, gli rispondo.
Lei non aspetta e si mette subito ad aspettarlo, aprendo le gambe e mostrandoci la fessura, aperta e succosa, come una prugna appena caduta dall'albero.
- Se non mi mettete qualcosa dentro ora, io mi metto ad urlare, ci dice. Sappiamo che è una minaccia senza potere, simbolo della sua impotenza.
Julian sospira e mi porta sulle coperte, dove i nostri tre corpi entrano in contatto e quasi si mescolano subito. Decido di portare Vanessa subito all’orgasmo con una bella leccata profonda ala sua fica che mi ringrazia sganciando il suo siero di piacere, mentre spingo Julian a mettersi con le gambe ben divaricate sotto di lei.
- Adriannnnnnnn, nenia lei, senza fiato, ma Julian le mette subito in bocca il cazzo e lei comincia a succhiarlo con foga, esattamente come ha fatto con me.
- Falla godere subito, Adrian, mi dice Julian che si dispone bello comodo a farsi fare questo pompino. Il suo cazzo si espande, mentre lei gli prende le palle e le succhia avida di altro sperma.
- Voglio presto in bocca anche il tuo miele, gli dice, mentre mi fissa di straforo, quando comincio a titillarle il suo centro di piacere.
Il suo corpo adesso suda, così come i nostri. La macchina del piacere si è accesa, il mio sperma ha soltanto carburato e Vanessa non si contiene più mentre comincio la stimolazione subito incisiva del suo sesso, che si slabbra e schiuma ai tocchi irregolari ma sempre più veloci e profondi della mia lingua.
- Mmmmmmmmm, cerca di dire lei, ma cappella del cazzo di Julian è ormai testa e dura come il marmo nella sua bocca e gliela scopa con metodo, centellinando la carne che entra ed esce, centimetro per centimetro, fino al possibile della sua gola.
Il suo corpo si scuote tutto, lo devo tenere stretto a terra perché non mi sfugga dalle mani, una mela che mi scappa mentre la sto addentando. Le sue gambe cercano di serrarsi attorno alla mia testa, il suo ventre di venire incontro ancora di più alla mia lingua che non le da tregua.
- Cazzo vengoooooooooooo, sussurra per lunghi istanti, mentre il suo bacino ha uno scatto che la capovolge.
Il suo corpo si contorce ancora per qualche secondo, come la coda di una lucertola che un gatto curioso ha provato piacere a staccare.
Vanessa ansima e la lasciamo lì, nuda come madre l’ha fatta, su un pavimento sudicio, a rivoltarsi per via delle onde di piacere che le scuotono muscoli e nervi.
Io e Julian ci mettiamo a segarci a vicenda, seduti e sorridenti.
- Allora? Ti è piaciuto? Le chiede, sarcastico, mentre mi mena la mazza con lentezza.
Si mette a sedere anche lei, il corpo sudato e ancora pregno di piacere. Ci fissa e si avvicina.
- Ok, vi voglio tutti e due dentro di me, ci dice, mentre slinguazza Julian e scaccia via la mia mano dalla stimolazione del suo pene.
Poi fa lo stesso con me e ci stende sulle coperte con una spinta, mentre prende le radici dei nostri sessi e ci gioca, sembra quasi una marionettista che si diverte a scuoterli.
- Che bello, averne due tutti per me, intendo, ci dice, mentre si mette a stimolarci con la bocca, dandosi il cambio ogni trenta secondi, spesso indugiando sulle palle e tirandole con la bocca.
Io e Julian ci diamo un cinque e quando lei ha un momento di pausa per lo sforzo di stimolare le nostre verghe, la prendiamo di forza, mettendola a pecora. La sua pelle quasi sfrigola sulle nostre mani che la dispongono per bene per la penetrazione.
- Cazzo, cazzo, cazzo, dice lei, mentre io le prendo la bocca e gliela scopo. Le nostre lingue si saldano in un abbraccio, mentre Julian dalla parte opposta ha ricominciato a stimolarle la vagina con ampie lappate, che le fanno inarcare il culo sodo e rotondo che si ritrova.
- Adesso ti facciamo venire, le sussurra Julian, mentre si occupa di baciarle la schiena, resa calda e scivolosa per il sudore.
Lei sorride, quando lui le apre bene le gambe e gli piazza davanti al sesso il suo membro, mandandolo avanti e indietro, quasi a volerlo stimolare ulteriormente.
I loro fluidi già si mescolano e si contaminano.
- Te lo metto dentro adesso, le dice lui, mentre io continuo a slinguazzarmela sulla bocca e lei mi tiene ritto il cazzo, baciandogli la cappella e aspirandola.
- Ti prego, risponde lei stravolta.
E’ quel momento che rende conto di essere in completa nostra balia. Julian entra dentro di lei con calma trattenuta, carne per carne, la fessura di lei che subito si adatta alle misure della sua verga.
- Cazzo, che stretta che è, dice lui con un singulto.
So già che non sarà una chiavata semplice per lei, ma quando lui affonda l'ugello fino alla radice della sua fica, lei si scuote e mi guarda implorante.
-Chi cazzo siete voi?, con le lacrime agli occhi, mentre ricomincia a prendere in bocca il mio cazzo e mi lappa i coglioni.
Fisso Julian, dicendogli con gli occhi di dare e darsi piacere in fretta, con lei che si muove tarantolata ad ogni affondo di lui. Dopo la prima serie si lascia cadere per via degli spasmi. E sono io a tirarla su.
-Sono venuta, dice lei per giustificarsi, ma sia io che Julian lo sappiamo già, per via delle scariche che il suo corpo ci ha trasmesso attraverso le sue due bocche.
- Non è ancora finita, le dico io mentre la prendo di forza, sostituendomi a Julian e rivoltandola come se fosse un manichino nelle nostre mani.
Affondo subito nel suo sesso e comincio a martoriarlo di spinte e trattenute che la farebbero urlare se non avesse la bocca occupata a tenere su il cazzo di Julian.
Alla terza serie si lascia cadere di nuovo a terra, ormai singhiozzante e stravolta, con tutto il kajal che le cola dagli occhi spiritati.
- Quanto vi manca, ci chiede.
Io e Julian ci guardiamo, i cazzi ancora bene eretti che sembrano fissarla, ancora bramosi di godere di lei.
- Ancora un bel po, che dici di cavalcarmi un po' mentre succhi l’uccello a lui?
Non ci sono metri di giudizio, lei obbedisce e quando Julian le scava dentro lei non può evitare che un urlo le nasca in gola, subito abortito dal mio cazzo in bocca.
- Fai venire il mio amico, puttana, le sussurro, mentre comincio a chiavarmi la sua bocca, quasi senza controllo.
Sento che anche Julian ha il suo daffare e lei non ha più nemmeno le forze per impedire che le venga dentro, con il seme di lui che fuoriesce dalla sua fica.
- Sì, che godereeeeeeeeee, sussurra il mio amico.
Manco solo io, che non mi faccio remore, mentre l’orgasmo mi sale dalle palle e mi stacco dalla bocca di lei, appena in tempo per irrorarle la faccia una seconda volta di sei/sette versate liquide del mio nettare.
Che lei cerca di ingoiare tutto, stavolta riuscendoci.
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