In Suo Ricordo (La Scoperta Di Un Piccolo Diario)
di
l'amico delle sue avventure
genere
dominazione
In suo ricordo (la scoperta di un piccolo diario)
Frugando tra i volumi nella libreria, l'attenzione è caduta su un quaderno. Normalissimo quaderno con copertina insignificante che non ricordo di aver mai avuto.
Aperto, sfogliandolo, vi erano alcune pagine scritte. Grafia non conosciuta, ordinata, chiara.
Le primissime parole non potevano non colpire:
-Che ne sarà di me? Che ne sarà di me e Michele, dolcissimo marito, uomo meraviglioso e padre perfetto? Uomo che ha costruito l'Azienda vinicola di famiglia, oggi fortunatamente affermata e molto conosciuta ormai in mano a mio figlio e alla moglie? Che ne sarà del rapporto con i miei figli, le loro famiglie, i loro figli? Che ne sarà della mia appartenenza al gruppo di preghiera di cui da una vita faccio parte adesso che tre ragazzini con l'intervento poi di altri maschi praticamente sconosciuti mi hanno costretta a prendere atto della mia vera natura? Dopo essermi scoperta attratta da pratiche e comportamenti sessuali che reputavo addirittura fantasie per film pornografici di bassa lega che a dir la verità non avevo mai capito e voluto accettare come possibili, chiedendomi come donne sposate, apparentemente tranquille e soddisfatte potessero accettare e praticare lasciandovisi invischiare riuscendo poi a riprendere la solita vita da mogli fedeli, madri, professioniste per giunta attivissime nel gruppo di famiglie immerse nei più profondi valori trasmessi dalla Chiesa?-
Non voglio modificare le mie abitudini, il mio stile di vita, tutte quelle sicurezze che ormai da donna anziana mi dovrei solo godere, invece mi trovo a fare i conti con me stessa; con il dover riconoscere che ho provato piaceri mai conosciuti prima, in cinquant'anni di matrimonio e che altri uomini, altri maschi hanno messo a nudo facendo emergere la mia vera natura fatta da incapacità a resistere ai richiami del piacere intenso, profondo, provato solo quando maschi senza scrupoli mi hanno costretta a rapporti senza nessun romanticismo, senza la minima delicatezza, duri, fatti di penetrazioni violente.
A volte, subisco le mani di qualche maschio infilate tra le mie cosce che cerco di tenere ben strette, ma che comunque risalendo arrivano quasi sempre a massaggiarmi la figa sopra la stoffa degli slip, oppure addirittura con i polpastrelli a contatto diretto con le labbra e le ninfee trovare l'ingresso, non riesco più a frenare orgasmi violenti che a mala pena controllo e contengo, sopratutto in situazioni più rischiose e meno opportune come ad esempio pranzi o cene del gruppo in cui nelle lunghe tavolate organizzate alla accaparriamoci i posti,
dove non si sa chi ti capita a fianco. In questi casi anche il maschio di turno, guardingo, timoroso di dar troppo nell'occhio, si limita a vigorose palpate sulla coscia infilando la mano tra le mie ginocchia provando a risalire fino al sesso oppure. La mia stretta di cosce seppur faccia aumentare l'eccitazione del maschio che si sente accolto tra le mie polpe, per alcuni è segnale che devono fermarsi lì, e comunque quella mano insistente tra le cosce, non mi lascia certo indifferente provocando pian piano il suo bell'effetto, per altri, invece, non impedisce il raggiungimento dell'obiettivo prefissato. Con gran soddisfazione del maschio che con un gran sorriso e mordendosi leggermente il labbro inferiore mi comunica la sua estasi. Se in quel momento preciso qualcuno sbirciasse sotto il tavolo vedrebbe una mano infilata tra le mie cosce completamente scoperte e magari sarebbe incentivato a provarci non reputandomi più così irraggiungibile.
Da quando mi sta succedendo tutto questo, mi ritrovo a decidere di indossare gonne ampie e autoreggenti quando il clima non permetteva di uscire senza calze.
Anche questo è un segnale del mio cambiamento, avendo sempre adorato e benedetto la comodità di un paio di pantaloni che certamente smorzano un po' la femminilità, ma li riempio bene. Queste occasioni sono l'apoteosi per il maschio di turno e proprio in una di queste occasioni, sentendomi accarezzare il sesso da delle dita insinuate sotto l'elastico delle mutandine, ho avuto uno scatto che ha creato apprensione nei commensali vicini. Ho avuto la prontezza di dire che mi ero sentita punta da qualche insetto e approfittando dell'occasione ho detto che sarei andata in bagno. Superfluo ammettere che ero fradicia di umori espulsi dalla vagina per il contatto della mano prima con la pelle nuda del mio interno cosce, poi per la fugace carezza del dito sulle labbra della figa che gonfiandosi davano la misura di quanto fossi eccitata e meno male sono parti del corpo non visibili altrimenti non sfuggirebbe agli estranei quanta voglia ha una donna di essere scopata in un qualunque momento.
La mia voglia era tanta, non dovevo ne potevo negarlo, ma non mi andava di sfogarmi lì, da sola. Dovevo resistere fino alla notte, a casa con il mio lui, sperando che stavolta riuscisse a placare il fuoco che sentivo tra le cosce.
Era anche vero, però che come già scritto, da quando la mia vagina aveva strizzato altri cazzi, decisamente più duri e resistenti rispetto a quello di mio marito, il suo non mi bastava più e ne ero delusa, arrabbiata, ma piena di vergogna pensando che mi sarei concessa a chiunque fosse riuscito a vincere le mie resistenze iniziali.
In bagno, dopo aver fatto pipì, mi sono asciugata dagli umori prodotti dall'eccitazione. Un po' mi sono anche lasciata andare giocando con la passerona che da donna anziana che sono, evidentemente fa ancora il suo bell'effetto sugli uomini, ma volevo resistere. Volevo ancora provare se riuscivo a tornare a farmi bastare mio marito. Impresa non facile nelle condizioni in cui ero, se qualche mano mi avesse ancora solo sfiorato cosce, tette o qualche altra parte sensibile del corpo, sarei venuta senza ritegno.
Lui era lì. Uscita dal bagno mi aspettava. Mi ha spinta dentro chiudendosi la porta alle spalle.
Io con mani e guancia appoggiata alla parete, lui dietro di me mi ha preso per i fianchi facendomi sporgere il culo per appoggiare il sui cazzo duro sulle natiche. Il vestito su, fino ai fianchi. Uno Sssstrrrrapppp... e le mutandine non esistevano più. Ho sentito due dita penetrarmi violentemente. Non ce l'ho fatta più. L'orgasmo potente, improvviso è arrivato. Fremevo, tremavo. Se non mi avesse sostenuto con un braccio attorno alla vita sarei caduta per terra in ginocchio.
Ti voglio tutta sul cazzo. Voglio figa se no impazzisco. Dammela tutta.
Con una mano mi tiene su il vestito. Esclama: - gran bella vaccona che sei, per adesso facciamo una cosa svelta, ma sono sicuro che ti piacerà. Poi avremo occasione di rifarci alla grande-. Con l'altra guida il pene poggiandomi il glande all'imbocco della vagina. Una stoccate ed è dentro. Urlo, poi mi rendo conto e spero nessuno ci abbia fatto caso. Confido nel chiasso che c'è tra le tavolate. Siamo tanti!
Mi cinge ancora i fianchi con il braccio,la mano mi si insinua tra le cosce e un dito mi massaggia il clitoride mentre mi scopa da dietro. Sento che si piega su di me, la sua bocca appoggiata sulla mia scapola. I suoi rantoli. Vengo ancora. Gli vengo sul cazzo mentre
mi fotte, questo lo eccita ancora di più. Aumenta il ritmo e lo sento più duro, mi fa male, però mi piace. Vengo ancora mentre mi scarica i fiotti di sborra in fondo alla vagina.
-Avevo una voglia pazza di fotterti. Di godermi la tua gran bella figona.
Strizzi il cazzo che è una meraviglia e mi hai fatto capire che anche tu avevi una gran voglia di sentirti la vagina piena, aperta, allargata. Evidentemente tuo marito non ti scopa come meriti. Hai una tale voglia di cazzo che ti sprizza da tutti i pori della pelle. Standoti vicino se ne sente l'odore. Sei una gran bella puledrona ancora capace di soddisfare veri stalloni. Altro che vecchia!-
Queste parole che in tutte le avventure che ho vissuto mi sono sempre rimbombate in mente, mi hanno sempre messo i brividi alla schiena, ma ogni volta che ci penso le mie parti intime cominciano a bagnarsi seriamente.
Accidenti a me e a quando non ho interrotto subito quei tre delinquettelli di ragazzini che mi hanno
trascinato in queste avventure. Ma cosa avrei dovuto fare? Denunciarli? Dire tutto ai rispettivi genitori? Ho sperato che la cosa finisse, ma mi ci ritrovavo sempre più invischiata e incapace di resistere a quel piacere torbido, perverso, fino a non poterne più fare a meno nonostante ogni volta che soddisfatta dagli orgasmi, giuravo a me stessa che mi sarei ribellata e avrei chiuso la faccenda, ma cinque minuti dopo l'adrenalina e l'eccitazione prendeva nuovamente il sopravvento provando ad immaginare la prossima avventura in cui mi sarei trovata chissà con chi.
Speravo: -mai con gente di ….. o paese vicini. Mai con maschi che conoscono il nostro gruppo e le nostre famiglie. Ma non decidevo io e poi, per giunta incapace di resistere a carezze e palpeggi ero cosciente del fatto che sarei stata comunque facile preda incapace di rinunciare al mio piacere, che con alcuni di loro, duri, resistenti anche se rozzi e volgari, era davvero tanto.
Proprio uno dei tre ragazzini dell'inizio di questa avventura era lì. Il “torello”. quello che ospite una notte a casa mia, in città, dove con mio marito avevamo deciso di stare almeno per il periodo delle mie cure per un importante problema di salute e anche per far calmare le voci che giravano nel nostro piccolo paesello.
Per abitudine con mio marito non ci chiudevamo mai a chiave in bagno anche per eventuali emergenze non essendo più giovanissimi. Il ragazzo era entrato mentre mi facevo la doccia perché appena sveglio gli scappava e dopo essersi spogliato mi aveva toccata dappertutto con la scusa di aiutarmi a lavarmi le spalle, intervento assolutamente da me non richiesto mentre gli intimavo di uscir fuori coprendomi con la tendina della doccia, ma lui trascinandomi in camera sul letto mi aveva posseduta venendomi tra le natiche e dove poi i n un attacco di mia follia me l'ero fatto io. Avevo sperimentato quanto un ragazzino potesse essere ben fornito e quanto la forza e il vigore adolescenziale fossero potenti. In seguito avevo avuto modo di constatare come anche gli altri due, un po' più grandicelli, fossero perfettamente capaci di soddisfare una donna
Uscita da quella toilette non ha perso tempo per chiedermi: - lo hai fatto godere? Scommetto di si e alla grande. Gnocca sempre calda come sei …...... È seguita una sua risata. Poi ha aggiunto: - più tardi voglio scopare anch'io-.
Sicuramente il porco ha parlato con qualcuno. Non ci sono altre spiegazioni alle telefonate e ai messaggi che mi chiedono se per caso mi serve un passaggio per andare da qualche parte. Addirittura si dichiarano disponibili a venire a prendermi a casa. Da quella prima volta quando un nostro cliente arrivato a comprare il nostro vino, si era offerto di portarmi da paese fino in città per raggiungere le mie amiche. Durante quel viaggio è successo tutto.
Le cosce bene in mostra per la soddisfazione degli occhi e delle mani del mio accompagnatore e non solo sua. Anche dei tre ai quali si è fermato a chiedere informazioni impedendomi di tirar giù la gonna e così le mie gambe in bella mostra mentre i tre ci indicavano la strada da percorrere.
Lui che in clima di piena eccitazione, propone ai due di seguirci, la deviazione dal percorso fino in aperta campagna, i due che non perdono tempo nel tirarmi fuori dall'auto.
Il primo che mi prende in piedi, lì appena fuori dall'auto, da dietro soddisfacendosi con il mio sedere. Mi fa male davvero, ma vengo come mai prima. L'altro che stendendosi a terra mi fa mettere sopra di lui per cavalcarlo. Poi altre volte in altri viaggi, altri passaggi in cui mi siedono e mi stendono sul cofano per divertirsi. Mi sono ritrovata in macchina con sconosciuti che allungando le mani sulle mie cosce, ai miei rifiuti e rimostranze mi dicevano: - veramente P. piuttosto che F. o R. mi ha detto che potevo provarci e che non avresti fatto storie-. Aggiungendo poi: ah si, beh ho capito, sposata, brava donna, moglie ….. devi far finta di resistere. Ok questo non fa altro che eccitarmi di più ….... e puntualmente abbandonata la strada asfaltata mi ritrovavo a godere.
Inutile negarlo: mio marito non mi basta più. I suoi dieci minuti di vai e vieni per poi sentirmelo sborrare dentro, fino a che non ho conosciuto altri, seppur costretta, mi sono sempre bastati. Non ho mai conosciuto altro uomo. Il sesso per me era questo. Eccitarlo con la mano e con la bocca, farlo indurire, farmi leccare e poi si scopa. Adesso non più.
La resistenza di alcuni maschi che si sono goduti tutto di me, le scopate di più di cinquanta minuti durante le quali anche più orgasmi di seguito mi hanno colto, l'essere costretta a subire e soddisfare perfetti sconosciuti mantenendo la parvenza di cristiana pia e devota, tutta casa lavoro e famiglia, mi hanno fatto perdere la testa e qualche volta da sola per strada sono io che spero di essere abbordata da qualcuno che non si fa intimorire dai miei – no, mi lasci in pace o chiamo qualcuno- a volte esco apposta senza telefonino e mio marito mi rimprovera che con la vecchiaia sto diventando distratta. Beata vecchiaia!
Gli incubi notturni sempre più frequenti, sopratutto durante il ricovero in ospedale per problemi ahimè non leggeri, incubi in cui mi vedevo a scopare e soddisfare sconosciuti e a godere come mai ho goduto con mio marito
Addirittura un sogno in cui in ospedale vengo prelevata dalla camera e portata su un letto con le ruote a fare degli esami. Messa in uno stanzino per prepararmi con l'anestesia e usata e abusata da più uomini. Ma è stato davvero solo un sogno?
Chissà come la finirò. Di sicuro mi aspetta un radicale cambiamento, in quale direzione non so proprio. Lascio questi pochi pensieri. Non a casa mia, li lascio da qualcuno, in qualche casa in cui vado a farmi coinvolgere in situazioni che so potrebbero causarmi molti problemi, ma ormai sono completamente succube del piacere che mi provocano e a cui non so più rinunciare. Spero qualcuno li pubblichi. L'adrenalina che mi provoca in pensiero di essere riconosciuta e trovarmi a dover accettare il ricatto di chissà chi a sottostare ai suoi più turpi desideri, è un eccitante potentissimo. Almeno per me e l'ho scoperto da pochissimo tempo.
Frugando tra i volumi nella libreria, l'attenzione è caduta su un quaderno. Normalissimo quaderno con copertina insignificante che non ricordo di aver mai avuto.
Aperto, sfogliandolo, vi erano alcune pagine scritte. Grafia non conosciuta, ordinata, chiara.
Le primissime parole non potevano non colpire:
-Che ne sarà di me? Che ne sarà di me e Michele, dolcissimo marito, uomo meraviglioso e padre perfetto? Uomo che ha costruito l'Azienda vinicola di famiglia, oggi fortunatamente affermata e molto conosciuta ormai in mano a mio figlio e alla moglie? Che ne sarà del rapporto con i miei figli, le loro famiglie, i loro figli? Che ne sarà della mia appartenenza al gruppo di preghiera di cui da una vita faccio parte adesso che tre ragazzini con l'intervento poi di altri maschi praticamente sconosciuti mi hanno costretta a prendere atto della mia vera natura? Dopo essermi scoperta attratta da pratiche e comportamenti sessuali che reputavo addirittura fantasie per film pornografici di bassa lega che a dir la verità non avevo mai capito e voluto accettare come possibili, chiedendomi come donne sposate, apparentemente tranquille e soddisfatte potessero accettare e praticare lasciandovisi invischiare riuscendo poi a riprendere la solita vita da mogli fedeli, madri, professioniste per giunta attivissime nel gruppo di famiglie immerse nei più profondi valori trasmessi dalla Chiesa?-
Non voglio modificare le mie abitudini, il mio stile di vita, tutte quelle sicurezze che ormai da donna anziana mi dovrei solo godere, invece mi trovo a fare i conti con me stessa; con il dover riconoscere che ho provato piaceri mai conosciuti prima, in cinquant'anni di matrimonio e che altri uomini, altri maschi hanno messo a nudo facendo emergere la mia vera natura fatta da incapacità a resistere ai richiami del piacere intenso, profondo, provato solo quando maschi senza scrupoli mi hanno costretta a rapporti senza nessun romanticismo, senza la minima delicatezza, duri, fatti di penetrazioni violente.
A volte, subisco le mani di qualche maschio infilate tra le mie cosce che cerco di tenere ben strette, ma che comunque risalendo arrivano quasi sempre a massaggiarmi la figa sopra la stoffa degli slip, oppure addirittura con i polpastrelli a contatto diretto con le labbra e le ninfee trovare l'ingresso, non riesco più a frenare orgasmi violenti che a mala pena controllo e contengo, sopratutto in situazioni più rischiose e meno opportune come ad esempio pranzi o cene del gruppo in cui nelle lunghe tavolate organizzate alla accaparriamoci i posti,
dove non si sa chi ti capita a fianco. In questi casi anche il maschio di turno, guardingo, timoroso di dar troppo nell'occhio, si limita a vigorose palpate sulla coscia infilando la mano tra le mie ginocchia provando a risalire fino al sesso oppure. La mia stretta di cosce seppur faccia aumentare l'eccitazione del maschio che si sente accolto tra le mie polpe, per alcuni è segnale che devono fermarsi lì, e comunque quella mano insistente tra le cosce, non mi lascia certo indifferente provocando pian piano il suo bell'effetto, per altri, invece, non impedisce il raggiungimento dell'obiettivo prefissato. Con gran soddisfazione del maschio che con un gran sorriso e mordendosi leggermente il labbro inferiore mi comunica la sua estasi. Se in quel momento preciso qualcuno sbirciasse sotto il tavolo vedrebbe una mano infilata tra le mie cosce completamente scoperte e magari sarebbe incentivato a provarci non reputandomi più così irraggiungibile.
Da quando mi sta succedendo tutto questo, mi ritrovo a decidere di indossare gonne ampie e autoreggenti quando il clima non permetteva di uscire senza calze.
Anche questo è un segnale del mio cambiamento, avendo sempre adorato e benedetto la comodità di un paio di pantaloni che certamente smorzano un po' la femminilità, ma li riempio bene. Queste occasioni sono l'apoteosi per il maschio di turno e proprio in una di queste occasioni, sentendomi accarezzare il sesso da delle dita insinuate sotto l'elastico delle mutandine, ho avuto uno scatto che ha creato apprensione nei commensali vicini. Ho avuto la prontezza di dire che mi ero sentita punta da qualche insetto e approfittando dell'occasione ho detto che sarei andata in bagno. Superfluo ammettere che ero fradicia di umori espulsi dalla vagina per il contatto della mano prima con la pelle nuda del mio interno cosce, poi per la fugace carezza del dito sulle labbra della figa che gonfiandosi davano la misura di quanto fossi eccitata e meno male sono parti del corpo non visibili altrimenti non sfuggirebbe agli estranei quanta voglia ha una donna di essere scopata in un qualunque momento.
La mia voglia era tanta, non dovevo ne potevo negarlo, ma non mi andava di sfogarmi lì, da sola. Dovevo resistere fino alla notte, a casa con il mio lui, sperando che stavolta riuscisse a placare il fuoco che sentivo tra le cosce.
Era anche vero, però che come già scritto, da quando la mia vagina aveva strizzato altri cazzi, decisamente più duri e resistenti rispetto a quello di mio marito, il suo non mi bastava più e ne ero delusa, arrabbiata, ma piena di vergogna pensando che mi sarei concessa a chiunque fosse riuscito a vincere le mie resistenze iniziali.
In bagno, dopo aver fatto pipì, mi sono asciugata dagli umori prodotti dall'eccitazione. Un po' mi sono anche lasciata andare giocando con la passerona che da donna anziana che sono, evidentemente fa ancora il suo bell'effetto sugli uomini, ma volevo resistere. Volevo ancora provare se riuscivo a tornare a farmi bastare mio marito. Impresa non facile nelle condizioni in cui ero, se qualche mano mi avesse ancora solo sfiorato cosce, tette o qualche altra parte sensibile del corpo, sarei venuta senza ritegno.
Lui era lì. Uscita dal bagno mi aspettava. Mi ha spinta dentro chiudendosi la porta alle spalle.
Io con mani e guancia appoggiata alla parete, lui dietro di me mi ha preso per i fianchi facendomi sporgere il culo per appoggiare il sui cazzo duro sulle natiche. Il vestito su, fino ai fianchi. Uno Sssstrrrrapppp... e le mutandine non esistevano più. Ho sentito due dita penetrarmi violentemente. Non ce l'ho fatta più. L'orgasmo potente, improvviso è arrivato. Fremevo, tremavo. Se non mi avesse sostenuto con un braccio attorno alla vita sarei caduta per terra in ginocchio.
Ti voglio tutta sul cazzo. Voglio figa se no impazzisco. Dammela tutta.
Con una mano mi tiene su il vestito. Esclama: - gran bella vaccona che sei, per adesso facciamo una cosa svelta, ma sono sicuro che ti piacerà. Poi avremo occasione di rifarci alla grande-. Con l'altra guida il pene poggiandomi il glande all'imbocco della vagina. Una stoccate ed è dentro. Urlo, poi mi rendo conto e spero nessuno ci abbia fatto caso. Confido nel chiasso che c'è tra le tavolate. Siamo tanti!
Mi cinge ancora i fianchi con il braccio,la mano mi si insinua tra le cosce e un dito mi massaggia il clitoride mentre mi scopa da dietro. Sento che si piega su di me, la sua bocca appoggiata sulla mia scapola. I suoi rantoli. Vengo ancora. Gli vengo sul cazzo mentre
mi fotte, questo lo eccita ancora di più. Aumenta il ritmo e lo sento più duro, mi fa male, però mi piace. Vengo ancora mentre mi scarica i fiotti di sborra in fondo alla vagina.
-Avevo una voglia pazza di fotterti. Di godermi la tua gran bella figona.
Strizzi il cazzo che è una meraviglia e mi hai fatto capire che anche tu avevi una gran voglia di sentirti la vagina piena, aperta, allargata. Evidentemente tuo marito non ti scopa come meriti. Hai una tale voglia di cazzo che ti sprizza da tutti i pori della pelle. Standoti vicino se ne sente l'odore. Sei una gran bella puledrona ancora capace di soddisfare veri stalloni. Altro che vecchia!-
Queste parole che in tutte le avventure che ho vissuto mi sono sempre rimbombate in mente, mi hanno sempre messo i brividi alla schiena, ma ogni volta che ci penso le mie parti intime cominciano a bagnarsi seriamente.
Accidenti a me e a quando non ho interrotto subito quei tre delinquettelli di ragazzini che mi hanno
trascinato in queste avventure. Ma cosa avrei dovuto fare? Denunciarli? Dire tutto ai rispettivi genitori? Ho sperato che la cosa finisse, ma mi ci ritrovavo sempre più invischiata e incapace di resistere a quel piacere torbido, perverso, fino a non poterne più fare a meno nonostante ogni volta che soddisfatta dagli orgasmi, giuravo a me stessa che mi sarei ribellata e avrei chiuso la faccenda, ma cinque minuti dopo l'adrenalina e l'eccitazione prendeva nuovamente il sopravvento provando ad immaginare la prossima avventura in cui mi sarei trovata chissà con chi.
Speravo: -mai con gente di ….. o paese vicini. Mai con maschi che conoscono il nostro gruppo e le nostre famiglie. Ma non decidevo io e poi, per giunta incapace di resistere a carezze e palpeggi ero cosciente del fatto che sarei stata comunque facile preda incapace di rinunciare al mio piacere, che con alcuni di loro, duri, resistenti anche se rozzi e volgari, era davvero tanto.
Proprio uno dei tre ragazzini dell'inizio di questa avventura era lì. Il “torello”. quello che ospite una notte a casa mia, in città, dove con mio marito avevamo deciso di stare almeno per il periodo delle mie cure per un importante problema di salute e anche per far calmare le voci che giravano nel nostro piccolo paesello.
Per abitudine con mio marito non ci chiudevamo mai a chiave in bagno anche per eventuali emergenze non essendo più giovanissimi. Il ragazzo era entrato mentre mi facevo la doccia perché appena sveglio gli scappava e dopo essersi spogliato mi aveva toccata dappertutto con la scusa di aiutarmi a lavarmi le spalle, intervento assolutamente da me non richiesto mentre gli intimavo di uscir fuori coprendomi con la tendina della doccia, ma lui trascinandomi in camera sul letto mi aveva posseduta venendomi tra le natiche e dove poi i n un attacco di mia follia me l'ero fatto io. Avevo sperimentato quanto un ragazzino potesse essere ben fornito e quanto la forza e il vigore adolescenziale fossero potenti. In seguito avevo avuto modo di constatare come anche gli altri due, un po' più grandicelli, fossero perfettamente capaci di soddisfare una donna
Uscita da quella toilette non ha perso tempo per chiedermi: - lo hai fatto godere? Scommetto di si e alla grande. Gnocca sempre calda come sei …...... È seguita una sua risata. Poi ha aggiunto: - più tardi voglio scopare anch'io-.
Sicuramente il porco ha parlato con qualcuno. Non ci sono altre spiegazioni alle telefonate e ai messaggi che mi chiedono se per caso mi serve un passaggio per andare da qualche parte. Addirittura si dichiarano disponibili a venire a prendermi a casa. Da quella prima volta quando un nostro cliente arrivato a comprare il nostro vino, si era offerto di portarmi da paese fino in città per raggiungere le mie amiche. Durante quel viaggio è successo tutto.
Le cosce bene in mostra per la soddisfazione degli occhi e delle mani del mio accompagnatore e non solo sua. Anche dei tre ai quali si è fermato a chiedere informazioni impedendomi di tirar giù la gonna e così le mie gambe in bella mostra mentre i tre ci indicavano la strada da percorrere.
Lui che in clima di piena eccitazione, propone ai due di seguirci, la deviazione dal percorso fino in aperta campagna, i due che non perdono tempo nel tirarmi fuori dall'auto.
Il primo che mi prende in piedi, lì appena fuori dall'auto, da dietro soddisfacendosi con il mio sedere. Mi fa male davvero, ma vengo come mai prima. L'altro che stendendosi a terra mi fa mettere sopra di lui per cavalcarlo. Poi altre volte in altri viaggi, altri passaggi in cui mi siedono e mi stendono sul cofano per divertirsi. Mi sono ritrovata in macchina con sconosciuti che allungando le mani sulle mie cosce, ai miei rifiuti e rimostranze mi dicevano: - veramente P. piuttosto che F. o R. mi ha detto che potevo provarci e che non avresti fatto storie-. Aggiungendo poi: ah si, beh ho capito, sposata, brava donna, moglie ….. devi far finta di resistere. Ok questo non fa altro che eccitarmi di più ….... e puntualmente abbandonata la strada asfaltata mi ritrovavo a godere.
Inutile negarlo: mio marito non mi basta più. I suoi dieci minuti di vai e vieni per poi sentirmelo sborrare dentro, fino a che non ho conosciuto altri, seppur costretta, mi sono sempre bastati. Non ho mai conosciuto altro uomo. Il sesso per me era questo. Eccitarlo con la mano e con la bocca, farlo indurire, farmi leccare e poi si scopa. Adesso non più.
La resistenza di alcuni maschi che si sono goduti tutto di me, le scopate di più di cinquanta minuti durante le quali anche più orgasmi di seguito mi hanno colto, l'essere costretta a subire e soddisfare perfetti sconosciuti mantenendo la parvenza di cristiana pia e devota, tutta casa lavoro e famiglia, mi hanno fatto perdere la testa e qualche volta da sola per strada sono io che spero di essere abbordata da qualcuno che non si fa intimorire dai miei – no, mi lasci in pace o chiamo qualcuno- a volte esco apposta senza telefonino e mio marito mi rimprovera che con la vecchiaia sto diventando distratta. Beata vecchiaia!
Gli incubi notturni sempre più frequenti, sopratutto durante il ricovero in ospedale per problemi ahimè non leggeri, incubi in cui mi vedevo a scopare e soddisfare sconosciuti e a godere come mai ho goduto con mio marito
Addirittura un sogno in cui in ospedale vengo prelevata dalla camera e portata su un letto con le ruote a fare degli esami. Messa in uno stanzino per prepararmi con l'anestesia e usata e abusata da più uomini. Ma è stato davvero solo un sogno?
Chissà come la finirò. Di sicuro mi aspetta un radicale cambiamento, in quale direzione non so proprio. Lascio questi pochi pensieri. Non a casa mia, li lascio da qualcuno, in qualche casa in cui vado a farmi coinvolgere in situazioni che so potrebbero causarmi molti problemi, ma ormai sono completamente succube del piacere che mi provocano e a cui non so più rinunciare. Spero qualcuno li pubblichi. L'adrenalina che mi provoca in pensiero di essere riconosciuta e trovarmi a dover accettare il ricatto di chissà chi a sottostare ai suoi più turpi desideri, è un eccitante potentissimo. Almeno per me e l'ho scoperto da pochissimo tempo.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico