L'architetto
di
TonyLo
genere
gay
Quando lo vidi arrivare in cantiere non potei fare a meno di dare una gomitata a Nino, il mio socio, perché si girasse a guardarlo. Stavamo lavorando sul ponteggio per ristrutturare una casa quando l'Architetto arrivò in cantiere parlando in modo concitato al cellulare, il suo modo di parlare e gesticolare era inequivocabile: era certamente gay. Io, Antonio, detto Tony ed il mio socio che si chiama Antonio anche lui, detto Nino, abbiamo una piccola impresa edile e stavamo eseguendo lavori per conto di un'impresa più grande. Entrambi siamo sposati ma amiamo divertirci con i maschietti passivi che sono quasi sempre ben felici di farsi scopare da due maschi attivi, muscolosi e decisi. Siamo entrambi di origini siciliane: scuri di carnagione e, soprattutto Nino, con un corpo massiccio e ricoperto di pelo nero. Quando uno dei muratori ci chiamò per presentarci l'Architetto, Nino fece subito una battuta per sondare il terreno: l'architetto, infatti si chiamava Ponte “un architetto che si chiama Ponte...minchia...a posto siamo!” ed alcuni dei presenti si misero a ridere ma l'architetto no, anzi sembrava imbarazzato soprattutto perché Nino aveva tenuto stretta nella sua mano la mano dell'architetto un po' più del dovuto e lo guardava fisso negli occhi. I giorni seguenti passarono tranquilli, l'Architetto girava per il cantiere, portava disegni, parlava ore al cellulare e poi andava via. Nino solo con me faceva battute sull'abbigliamento dell'architetto e mi disse che era deciso a verificare se sotto quelle maglie strette strette e di colori tenui ci fosse davvero un maschietto pronto per farsi scopare da noi. Dal giorno seguente ogni volta che lo vedeva arrivare si toglieva la maglietta restando a torso nudo e con una scusa qualsiasi andava a chiedergli qualcosa e mentre parlava non perdeva occasione di grattarsi il pacco. Poi tornava da me ridendo sotto i baffi dicendo che non gli staccava gli occhi da dosso o che lo aveva fatto arrossire come una ragazzina... Iniziai anche io a girare mezzo spogliato per il cantiere, era primavera avanzata e nessuno degli altri muratori trovava sconveniente il nostro “scarso” abbigliamento. L'Architetto aveva iniziato a posare gli occhi anche su si me mentre giravo e cercavo di attirare la sua attenzione passandogli molto vicino fino quasi a strusciarmi addosso. Un giorno decidemmo di tentare il tutto per tutto. Aspettammo che anche l'ultimo degli altri operai uscisse dal cantiere, e telefonammo all'Architetto dicendo che doveva venire urgentemente per verificare una lavorazione. Lo aspettammo all'interno di un alloggio quasi ultimato. Quando arrivò Nino era a torso nudo con i pantaloncini arrotolati cortissimi per mettere in mostra tutto il suo corpo massiccio, muscoloso e peloso; io restai poco distante. “Allora cosa avete combinato stavolta, qual'è il problema?” Nino gli si parò davanti a pochi centimetri dalla faccia “niente, architetto, niente...è solo che mi domandavo se avevi voglia di succhiarmi la minchia...” “ma cosa stai dicendo???” Io da dietro gli appoggiai le mani aperte sul culo e strizzandogli un po' le chiappe dissi “non ci dirai, architetto, che questo bel culo polposo non si è mai preso dei cazzi..” “forza architetto succhiami la minchia, lo so che ti piace” e mentre diceva così Nino gli prese una mano e se la passò sul tetto accarezzandosi “lo vedi che ti piace il maschio peloso...forza allora, non fare storie e succhiami la minchia!” L'architetto restava fermo ma non toglieva la mano del petto di Nino. Io iniziai a sbottonargli la camicia facendo saltare qualche bottone e lo lasciai a torso nudo: un corpo bianco bianco, sovrappeso, senza peli: sembrava un maialino da latte! Nino gli mise una mano sulla spalla e lo fece accovacciare mentre si sbottonava i calzoni e tirava fuori la sua minchia scura già mezza dura. L'architetto se la mise subito in bocca tutta quanta fino ad avere il naso nei peli pubici di Nino per poi iniziare un ottimo bocchino “mmmm come succhi bene architetto....sei bravo...ti piace la minchia vero?” “sì...mi piace...mi piace tanto....voglio succhiare anche il tuo cazzo Tony, anche il tuo!” così mi affiancai a Nino e l'architetto iniziò a succhiarci alternativamente leccando tutta l'asta ed anche i coglioni per poi infilarsi in bocca le due cappelle assieme, ma solo quelle perché data la circonferenza dei nostri cazzi per quanto allargasse la bocca non ne entrava di più. Nino lo afferrò per entrambi le orecchie e gli scopò la bocca e la gola con forza facendogli venire qualche conato e poi fu il mio turno. “che bei cazzi che avete.....mettetemi in bocca i vostri coglioni...mmmm” e noi lo lasciammo fare. Poi improvvisamente si alzò in piedi e guardandoci entrambi disse “nel culo, mettetemelo nel culo, tutti e due, fatemi godere...” Si tolse completamente i pantaloni a righe e le mutande, si posizionò a novanta afferrando con le mani le sbarre di ferro dell'impalcatura ed inarcando la schiena tenendo le gambe larghe ci offrì il suo culo “scopatemi, forza, scopatemi!” Nino gli strizzò con forza una natica “Tony, guarda che culo bianco e liscio che ha l'architetto, pare quello di una femmina” e gli diede uno sculaccione che lo fece gemere di piacere “sì, sì sì sculacciami che mi piace...” Nino si dedicò ad una natica ed io all'altra. In soli cinque minuti divennero belle rosse. Poi Nino si sputò su due dita ed andò a stuzzicare e massaggiare con forza il buco “minchia Tony, senti che buco che ha l'architetto....è già bello bagnato” mentre due delle sue grosse dita erano già entrate completamente. “fai provare anche a me” ed infilai anche io due dita in culo. Era davvero un culo bello aperto. Chissà da quanti cazzi si era fatto fottere... Nino appoggiò la sua cappella sul buco ed entrò tutto di colpo, fino in fondo, e iniziò una cavalcata di grande forza aggrappandosi ai suoi fianchi per incularlo con più violenza. L'architetto se la godeva davvero tanto “così....così....così..inculami così che mi piace....ahhhhh ahhhhh” “minchia che buco di culo che tieni, è come una figa...” e gli scaricò dentro tutta la sua sborra con almeno sei schizzi. Quanto si tolse il buco restava aperto da solo. L'architetto fece per alzarsi ma io subito lo bloccai “ferma così zoccola che non sei altro, adesso tocca a me!” e con un solo colpo entrai fino in fondo, il suo buco era viscido della sborra di Nino ed il mio cazzo si muoveva con grande facilità anche se è un poco più largo del suo. Nino gli teneva le mani sulla schiena per mantenerlo in fermo in posizione e guardava il mio cazzo entrare ed uscire completamente per poi entrare di nuovo. Poi ad un certo punto mentre il mio cazzo era dentro Nino provò ad infilare anche un suo dito che entrò quasi facilmente mentre l'architetto godeva e gemeva senza sosta. “minchia puttana che culo sfondato! Sta zoccola che la inculiamo per bene altre volte, eh Tony, ci vuotiamo per bene i coglioni in questa baldracca!!!” “sì sono la vostra zoccola...scopatemi ancora...ancora che godo....godo” ed anche io gli riempii il culo di sborra. Messo di nuovo in ginocchio ci ripulì le minchie che tornarono dure. “venite a casa mia per scoparmi ancora, che ne pensate, vi va l'idea? Vivo qui vicino, dai venite a casa con me!!!” Io e Nino accettammo con piacere. Dopo solo venti minuti eravamo già tutti di nuovo nudi sul letto dell'architetto che messo a pecorina succhiava Nino mentre io me lo inculavo lentamente. Poi ci alternammo e Nino gli infilò il suo cazzo e poi un dito in culo e poi anche un secondo dito. “minchia puttana, Tony, l'architetto ha il culo sfondato! Per me riesce a prendere assieme le nostre michie!” “non due cazzi insieme sono troppi.... mi rovinate!” “zitta zoccola e succhia sta minchia!” “dici davvero, Nino? Gli facciamo entrare le minchie assieme?? massì, dai, proviamo che poi piace anche a lui” Nino si coricò su materasso, con un paio di schiaffi convinsi l'architetto ad impalarsi sulla verga ed a piegarsi in avanti ed io posizionato dietro infilai prima un dito, poi due, ed infine tre mentre Nino lo teneva bloccato “se ti lamenti architetto ti buttiamo sul pianerottolo così come sei: nudo e con il culo sfondato, e poi lo dici tu ai vicini che cosa stavi combinando, ok???” appoggiai la cappella contro al buco e lentamente infilai tutto il cazzo ed io e Nino iniziammo a muoverci sempre più forte. “ahhhh mi spaccate mi spaccate” “stai buona zoccola che adesso tra poco piace anche a te” il culo cedeva bene e le nostre minchie si muovevano con facilità. “ahhhhhh mi spaccate, mi piace, mi piace ancora, ancora!!” Nino si mise a ridere ed io aumentai più che potei la forza dell'inculata fino a quando entrambi gli sborrammo ancora in culo. Si era fatto tardi, ci rivestimmo ed andammo via “ci vediamo domani in cantiere, architetto, grazie di tutto”
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