In Salento,d’estate

di
genere
tradimenti

Silenzio. Dalla finestra non si muoveva nulla all’orizzonte.Cielo terso,limpido,come solo la fine di Agosto sa regalare. La stanza 301, il telefono sul comodino. Le 11:00. Mi chiudo la porta dietro, e scendo nella hall del Costa Brada. Poggio la valigia a terra. Poi alzo lo sguardo, e incrocio il suo. Sta per andare in spiaggia,col marito, suppongo. Scende le scale con quegli occhi felini,neri,senza indugi alcuni. Corpo abbronzato, sorriso smagliante. Che mi riporta indietro a due notti fa.

Ero appena arrivato in hotel, ed avevo sbrigato le solite noiose faccende. Valigia, registrazione,le solite scartoffie. Avevo guidato per 400 km, fame e stanchezza mi attendevano al varco. Mi feci accompagnare da un cameriere nella sala ristorante. Dopo un anno di fatiche, era arrivato finalmente il mio momento! Percorsi l’androne, e mi sedetti al tavolo. Caldo,faceva ancora caldo, nonostante fosse l’ultima settimana di Agosto, e avevo maledettamente voglia di scrollarmi di dosso un anno denso di impegni lavorativi. Mi passai la mano tra i capelli,come a voler staccare e cominciare una settimana di relax, quand’ecco che mi accorsi di avere addosso gli occhi del tavolo di fronte al mio. Marito,moglie e figlia. Poco più in là di me, sui 45-50 a prima vista.Lei si toccava nervosa. E mi puntava.Eccitata. Socchiudeva anche gli occhi, ed io non potevo far altro che pensare dentro di me .... che gran figa!

Capelli scuri sulle spalle, alta,abbronzata. Liscia. Occhi profondi,neri,forme da urlo. Si, ero eccitato anch’io. Era sensuale ed elegante. Alta,ed io ho un debole per le donne slanciate. Peccato che il gioco durò molto poco, si alzò infatti ben presto insieme alla sua famiglia e spari’ dietro la colonna. Il pranzo scivolo’ via veloce, senza sussulti. e me ne tornai in camera, esausto. La giornata non ebbe ulteriori sussulti,mi addormentai presto e caddi in un sonno profondo e ristoratore. Prima di spegnere la luce ripensai alla gran figa incrociata a pranzo .....

L’indomani mi svegliai presto,e con una gran voglia di andare in spiaggia. Gallipoli mi piaceva alquanto, mare cristallino, spiaggia chiara sabbiosa ed assolata, e poi, perché no, nonostante avessi 42 anni, e gli impegni lavorativi mi lasciavano ben poco tempo per lo sport, avevo ancora un gran fisico da sfoggiare. 190 cm, spalle da nuotatore, addominali, culo sodo .... Qualità che la gran figa, posizionata qualche ombrellone dietro il mio,ovviamente, apprezzo’ subito senza indugiare.... Avevo voglia di conoscerla. Fremevo. Aspettai il momento giusto. A pranzo notai che il marito e la figlia si assentarono,rientrando in hotel. Mi alzai dalla sdraio, e la fissai prepontemente. Lei ricambiò. Feci un cenno. Mi girai e procedetti verso il mare. M’immersi , e poi mi misi in piedi. L’acqua arrivava alla cintola, bagnai i capelli,e la fissai nuovamente. Si alzò dalla sdraio, percorse il bagnasciuga ed entrò in acqua anche lei,facendo finta di nulla. Si allontanò’ per fare qualche bracciata, eravamo vicini ormai. Scoppiavo di eccitazione. Era bellissima. Non resistetti neanche po’. Attaccai bottone in maniera stupida, dicendole che Gallipoli era stracolma anche a fine Agosto. Stupidità per stupidità, mi rispose che era pur sempre meglio di Milano. Era divertita. Francesca, si chiamava Francesca. Avvocatessa 48enne. Dopo dieci minuti arrivai al sodo, le chiesi il numero di cellulare. Il marito e la figlia potevano tornare da un momento all’altro. “Tanto che ci fai,sono sposata, non posso mica uscire da sola?”. Ci salutammo,bruciavo,scoppiavo,avrei voluto farla mia in quel momento. Quando vidi che rientrava anche lei in hotel,mi decisi a tornare sotto l’ombrellone. Così,per non incrociarla. Mi pesava quella risposta così beffarda. Presi l’asciugamano,e .... sorpresa ! Su di un foglio,una grafia femminile,ed un nome, Francesca,ed un numero di cellulare ! Mi dovetti trattenere,arrivava il difficile .....

Si sa,l’occasione fa l’uomo ladro. E la sera successiva arrivo’,inaspettata,e la colsi al volo. L’hotel organizzava un viaggio ed un’escursione a Polignano per l’indomani. Francesca e la sua famiglia accettarono di buon grado, il cameriere raccolse le adesioni nella hall durante la cena. Non persi un secondo. Seguii con la coda dell’occhio tutta la scena ed inviai un messaggio a Francesca, chiedendole di fingere di non sentirsi bene, lasciando così andare la famiglia, e di passare la giornata con me .... Dinnn. 21:50. Aveva letto,ma non mi aveva risposto. Non insistetti,ovviamente.

Scesi in spiaggia anche il giorno successivo. Solito ombrellone e solita trafila. Asciugamano, sole, bagno,crema. Erano le 11:00, caldo afoso, incessante, fu cosi mi diressi verso le docce del Costa Brada. Aprii il rubinetto della fredda, quando mi sentii tirare la spalla .....

- Ehi,ciao .....
- Ma non dovevi andare .....
- Mi son svegliata con un forte mal di testa,e stamattina mio marito e mia figlia sono andati da soli a Polignano. Ora è passato,e sono scesa in spiaggia. Tu,tutto bene?

Ero senza parole. Impazzivo di voglia. Continuai a fare la doccia, guardandola negli occhi. Ci facemmo il bagno in mare, poi ci asciugammo. Ogni istante era una tortura,e credo anche per lei lo fosse, eravamo entrambi eccitati. Parlammo per circa un’ora,ridendo e scherzando sulle nostre vite. Alla fine mi decisi. Le chiesi di raggiungermi in camera per il pranzo, chiamai l’hotel ed ordinai 2 pasti e champagne. Andai prima io in camera e finalmente, dopo una buona oretta di attesa, davanti alla 301 c’era lei . Toc toc.

Ero senza parole, di nuovo,quando aprii la porta. Era vestita da sera. Vestito corto nero, tacchi vertiginosi che mettevano in rilievo il suo gran culo e le sue gambe, scollatura e collana. Vestita come se dovessimo andare a ballare. Chiusi la porta,e non resistemmo neanche un istante.

La baciai,profonda,con la lingua. Mi abbracciava. La spogliai e cominciai a leccarle la figa avidamente, fino a regalarmi tutti i suoi fantastici odori e sapori. La leccai ancora,ed ancora. Poi le infilai un dito dentro, e lentamente cominciai a sfregarla,anche fuori. Mi accarezzava i capelli,e gemeva,rilassata. Continuai fino a quando non sentimmo la prepotente voglia di unirci. Mi alzai, scendendomi il costume davanti a lei, con un gesto rapido e deciso,fino ai piedi. Ammiro’ il mio corpo nudo, soffermandosi avida sul mio sesso. Tapparelle abbassate, fuori,silenzio. Caldo. Le chiesi di tenere i tacchi ai piedi,mi faceva impazzire, aveva delle gambe fantastiche,definite. Con una leggera spinta sulle spalle la feci stendere completamente, montai su di lei, e lo spinsi dentro. I nostri movimenti erano precisi, le mie bordate forti e profonde. A piedi uniti,con le gambe leggermente divaricate ma tese, la penetrai per dominarla completamente. Gemeva, e si bagnava. Ero eccitatissimo. Dopo il missionario, lei si mise sopra di me, con la schiena sudata, sinuosa, alta,i tacchi .... Continuava a ripetermi che avevo un gran fisico ..... stavamo scoppiando di sudore e piacere,e ci regalammo un rapporto anale sotto la doccia, fredda, tra le urla di piacere e desiderio. La sfondai, per poi ringraziarmi con un fantastico pompino, che ci ricondusse nuovamente sul letto per una pecorina da lasciare senza forze ...... che scopata! Venni sul suo seno, grande ed eccitato,e le regalai qualche goccia anche sulle labbra.

Carichi di adrenalina ancora, ci mettemmo a parlare ed a scherzare. Champagne nei bicchieri per festeggiare ..... non dicemmo nulla delle nostre vite, niente in particolare ..... parlammo delle nostre professioni,dell’estate, prendendola sul ridere,non chiesi nulla ne’ del marito e ne’ della figlia. Quando le dissi che ero un ingegnere affermato , mi fece i complimenti, “se riesci nella professione così come scopi....”

Fu a quel punto che le raccontai che durante il periodo universitario facevo lo spogliarellista nei locali di Roma. Stripper in feste e addii al nubilato. S’infiammo’ di brutto. Era una sua fantasia da sempre, scopare a pagamento o nei locali, con uno spogliarellista. Mi sego’, fino a farmi tornare eretto. Poi le chiesi un pompino, allucinante,era tarantolata. Mi chiedeva di spingere sempre più a fondo, mi chiedeva di nuovo di sfondarla. Non mi tirai indietro affatto, e spinsi tutta la mia dotazione dentro di lei,con colpi via via sempre più duri. Urlava, urlava di brutto. Avevo capito. Cominciai ad insultarla, sempre più, sempre più,e sempre più volgarmente. Mi fece un altro pompino galattico, poi un 69 che concluse il rapporto con una caldissima sborrata. Che roba,alla faccia dell’avvocatessa ... !

Si erano fatto tardi,e i suoi stavano per rientrare dalla gita. Si rivesti’, mi baciò’, e si chiuse la porta dietro. Sentii solo la porta,ed il rumore piatto dei tacchi. Francesca, che roba ......

Il suo sguardo aveva qualcosa ancora di vorace.

E la mattina che partii non potetti che ripensare a tutto quel piacere,quegli orgasmi.

Incrociai il suo sguardo sulle scale con il marito. Pagai il Costa brada, e mi misi in macchina.

Dopo circa un’ora mi arrivò’ un messaggio sul cellulare “guarda che a Milano puoi venirmi a trovare ....Francesca”.


scritto il
2020-01-28
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