Allucinazioni

di
genere
dominazione

Il vento, e l’acqua. Segni primordiali, colori eterni che trapassano i cicli, alzano i vessilli, scavano e ricoprono la polvere degli abissi. Da qui, potresti persino immaginare le linee dell’infinito, di quel fluire di metamorfosi che,tassello dopo tassello, disegnano il,contorno degli eventi,della vita, di una tradizione misteriosa che infine si disvela, nell’intimo, nella potenza, dell’energia, bel sacro. Nei segni, di chi saprà recepire, e farli propri, staccandosi dal corpo. Da qui,il vento,l’acqua, il mare,un terrazzo,da qui sembra semplice. Semplice. Staccarsi dal corpo,dalle sensazioni,e divenire.infinito, e perpetuo.Come acqua e vento,e potenza. Virile. E finalmente maschia, dominatrice. Guerriera. Fedele. Antica. Sono le 07:00 del mattino, di un’estate appena iniziata. L’epoca del kaliyuga non ammette verità, splendore, coraggio. Epoca di tenebre, e squallide convenienze. È il tempo dei nani. In alto i cuori! Invereconda memoria, se solo potessi regalarmi lo spirito di Sparta e degli dei, tutto sembrerebbe reale, in questa notte d’indistinte umanità’ soggiogate dal possesso e dal denaro. Una sigaretta, due, e così via. Il vento che s’insinua nei pensieri, per immergerli nell’oblio. Dilatarli. Averti qui, ancora, splendida creatura di cui ora dimentico i contorni,sfocati e allucinati come le ore passate insieme. La trascendenza del sesso, che ho toccato con mano, magia e comun denominatore del piacere, in ore di delirio. Apparsa come d’incanto in una cena da amici, alla fine dei giorni della peste, tra bicchieri di vino rosso sorseggiati lentamente, scrutando i tuoi occhi. Ci siam ritrovati qui, in questo chalet sul mare, con l’odore delle palme sulle mani, e poco a poco il mondo ha riscoperto la forma sacra, divina, in un silenzio rotto solo dal piacere e dal sibilo di onde e luci sommerse. Mi sono spogliato, senza proferire parola, centrando i tuoi occhi,i tuoi capelli,le smorfie lente, ma nobili del tuo viso. Alla vista del corpo scolpito e nudo non ti sei abbandonata, non ti sei lasciata travolgere dai sensi, ma hai sfiorato con le dita i pettorali, poi gli addominali, silenziosamente mi hai fatto cenno di stendermi, ed hai cominciato ad accarezzarmi. Oh, che sensuale e trascendente passione, la mente ..... nella penombra di un cielo che pareva implodere abbiamo raggiunto un potente è indescrivibile orgasmo, quasi che fosse impersonale, fuori di noi, che vibrava, ma mai sguaiati, mai plebei. La notte copriva i nostri movimenti, precisi, liberi, arcaici. I tuoi tacchi dietro la schiena, per dominarti completamente in piedi, sotto una calda doccia, i piedi fermi, le gambe che spingevano, i tuoi occhi affamati ma gioiosi, di quella gioia fresca e imperitura di cui solo gli dei sono conoscitori esperti. Il vento, l’acqua, il mare. Fumo di sigaretta, stremato su di un divano. Rumore di gabbiani, lontano .....il vento, e l’acqua.
scritto il
2020-06-06
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