Sborrando per Ambra
di
Lo Sbavatore
genere
prime esperienze
È cominciato tutto come se non stesse cominciando niente. Ambra ed io stavamo insieme da quasi sei mesi. Eravamo giovani e belli. Ambra era una ragazza molto attraente. Alta uno e settanta con capelli castani naturalmente mossi e un fisico che faceva venire il torcicollo ai maschietti per strada. Dall'alto della sua statura leggermente sopra la media esibiva infatti una terza misura di seno, gambe affusolate e un sedere ben tornito.
Io dal canto mio benché poco più alto di lei e di bella presenza, non sono mai stato un tipo particolarmente atletico, quindi per tenermi stretta la mia meravigliosa dea stavo appresso ad ogni suo minimo desiderio tanto che ben presto Ambra e le sue coinquiline mi soprannominarono “lo zerbino”.
É così, servirla e assecondarla mi veniva istintivo e facile.
Anche se vivevamo in appartamenti separati avevamo preso l'abitudine di passare molto tempo insieme, tempo che trascorrevamo per la maggior parte nel suo appartamento quando non eravamo fuori casa. Se Ambra tornava dalla palestra, io ero lì pronto con la cena calda da servire. Se ambra doveva studiare c'era chi le faceva la lavatrice e il letto. Se voleva uscire lasciava me a casa a fare il suo turno delle pulizie.
La mia piccola ricompensa arrivava però di sera, quando verso le sei e mezza Ambra smetteva di studiare e si preparava per andare a fare la doccia. Le prime volte che questo accadeva, facevo finta di non fare caso ai suoi movimenti. Sbirciavo di tanto in tanto il suo corpo statuario che si liberava dei vestiti: il membro mi diventava duro, strusciava violentemente contro i pantaloni e qualche volta ho rischiato di eiaculare direttamente nelle mutande. Ambra non sapeva della mia eccitazione o comunque sembrava non farci caso. Era una tortura dolce, amplificata dal fatto che sesso tra noi non ce ne era molto. Ambra diceva infatti di annoiarsi terribilmente a letto con me e non si concedeva se non raramente. Io intanto continuavo ad appagarmi segretamente di questi spogliarelli imprevisti.
Mano a mano che i giorni e le settimane passavano, però, il breve rituale che precedeva la doccia tendeva a farsi sempre più lungo e lento. Ambra cominciava sciogliendosi i capelli mentre i miei occhi deviavano contro la mia volontà dalla pagine del libro a lei. Poi era la volta della maglietta che si alzava lentamente sino a scoprire una parte dei seni perfetti. A questo punto la finzione del mio studio cadeva completamente e per quanto refrattario a cercare le curve di Ambra, con gli occhi fuori dalle orbite mi trovavo davanti la mia meravigliosa ragazza che sporgendo il bacino verso di me abbassava i jeans attillati scoprendo il culo perfetto, la sua arma di seduzione preferita.
Non passò molto tempo che la voce di questi piccoli show torturanti che Ambra mi faceva cominciò a fare il giro della casa passando dalla bocca di Ambra a quella delle sue coinquiline. Entravo nella stanza e le vedevo ridere di me, guardarmi con la certezza di quanto la mancanza di sesso e gli spogliarelli mi riducessero sostanzialmente a strisciare ai piedi di Ambra per avere le sue attenzioni sessuali. Ero in un tale stato di eccitazione che una sera decisi di venire allo scoperto. Volevo che Ambra cambiasse idea riguardo alla nostra relazione, volevo che si accorgesse di quanto ero eccitato e che decidesse finalmente di sfruttare sessualmente tutte le mie potenzialità.
Così arrivò il momento. Quel giorno era il compleanno della sua odiata rivale e per calamitare lo sguardo del fidanzato di lei, Ambra decise di indossare una minigonna con calze autoreggenti e una camicetta di seta bianca sotto la quale si scorgevano i capezzoli dei suoi seni deliziosi e nudi. Avevo passato tutto il pomeriggio a fissarle le cosce esaltate dall'orlo corto della minigonna che si alzava ad ogni minimo movimento. La mia erezione costante era diventata la barzelletta di tutte le ragazze della casa, mentre stesi sul divano cercavamo di studiare. A turno avevano sfilato davanti a noi per vedermi eccitato e quasi ansimante mentre Ambra sorrideva soddisfatta della mia reazione al suo corpo, ma non mi degnava di una parola.
Finalmente arrivò il momento della doccia. Avevo deciso che il coming out della mia incontenibile eccitazione doveva essere inequivocabile e definitivo, dovevo far capire ad Ambra che da allora in avanti la nostra relazione doveva cambiare e le mie erezioni dovevano essere prese sul serio. Come se avesse compreso che eravamo a un punto di svolta, quella sera Ambra cominciò a spogliarsi direttamente davanti a me. Ero imbarazzato e avevo paura di mancarle di rispetto, ma i miei occhi spalancati e stupiti si incollavano alle sue dita che lentamente sbottonavano la camicetta di seta. Il mio pene era duro e visibile sotto i pantaloni, ma in un raptus di coraggio decisi di sbottonare i jeans e tirarlo fuori dalle mutande mostrando ad Ambra il suo gonfio rossore. Lei sorrideva rimanendo a circa un metro e mezzo di distanza da me. Non mostrava alcun segno di volersi avvicinare. Appoggiato un piede sul letto, cominciava a sfilare l'autoreggente. A questo punto il fiato quasi mi mancava. Ansimavo e nella bocca immobilizzata dall'eccitazione, la lingua superava di poco i denti inferiori fino a sporgere, quasi a penzoloni. Ambra era a metà tra divertita e disgustata nell'osservare lo stato psico-fisico in cui tutta la sua perfezione riusciva a ridurmi. Nel frattempo la mia salivazione era aumentata in maniera significativa e sentendo tutta quella saliva accumularsi in bocca decisi che il segno definitivo della mia prostrazione sarebbe stato proprio quello. Mi rilassai e lasciai che la mia naturale eccitazione di maschio facesse il suo corso.
In un attimo la saliva cominciò a colare a fiotti viscosi e regolari giù dagli angoli della mia bocca mentre tra respiri pesanti io ansimavo di piacere. All'inizio Ambra era stupita. Mi guardava anche lei a bocca aperta senza capire se fingessi o facessi sul serio. Poi d'un tratto scoppiò a ridere. “O mio dio - esclamò ad alta voce - non posso crederci: stai letteralmente sbavando per me”.
Il resto successe in un attimo senza neppure che realizzassi cosa stava accadendo. Ambra aprì la porta e si sporse verso il salotto dell'appartamento dove le sue coinquiline stavano studiando. “Ragazze venite a vedere” disse con voce sicura. Le ragazze accorsero prontamente e mentre loro si affacciavano sulla soglia della camera di Ambra per prendersi la soddisfazione di vedermi in quello stato, dal mio cazzo partirono cinque prepotenti schizzi di sborra, lontano, ai piedi di Ambra e delle sue coinquiline che stupefatte sorridevano di quello inusuale spettacolo. “Dai per oggi basta” concluse poi Ambra, “Io vado a fare la doccia, tu pulisci tutto!”.
Io dal canto mio benché poco più alto di lei e di bella presenza, non sono mai stato un tipo particolarmente atletico, quindi per tenermi stretta la mia meravigliosa dea stavo appresso ad ogni suo minimo desiderio tanto che ben presto Ambra e le sue coinquiline mi soprannominarono “lo zerbino”.
É così, servirla e assecondarla mi veniva istintivo e facile.
Anche se vivevamo in appartamenti separati avevamo preso l'abitudine di passare molto tempo insieme, tempo che trascorrevamo per la maggior parte nel suo appartamento quando non eravamo fuori casa. Se Ambra tornava dalla palestra, io ero lì pronto con la cena calda da servire. Se ambra doveva studiare c'era chi le faceva la lavatrice e il letto. Se voleva uscire lasciava me a casa a fare il suo turno delle pulizie.
La mia piccola ricompensa arrivava però di sera, quando verso le sei e mezza Ambra smetteva di studiare e si preparava per andare a fare la doccia. Le prime volte che questo accadeva, facevo finta di non fare caso ai suoi movimenti. Sbirciavo di tanto in tanto il suo corpo statuario che si liberava dei vestiti: il membro mi diventava duro, strusciava violentemente contro i pantaloni e qualche volta ho rischiato di eiaculare direttamente nelle mutande. Ambra non sapeva della mia eccitazione o comunque sembrava non farci caso. Era una tortura dolce, amplificata dal fatto che sesso tra noi non ce ne era molto. Ambra diceva infatti di annoiarsi terribilmente a letto con me e non si concedeva se non raramente. Io intanto continuavo ad appagarmi segretamente di questi spogliarelli imprevisti.
Mano a mano che i giorni e le settimane passavano, però, il breve rituale che precedeva la doccia tendeva a farsi sempre più lungo e lento. Ambra cominciava sciogliendosi i capelli mentre i miei occhi deviavano contro la mia volontà dalla pagine del libro a lei. Poi era la volta della maglietta che si alzava lentamente sino a scoprire una parte dei seni perfetti. A questo punto la finzione del mio studio cadeva completamente e per quanto refrattario a cercare le curve di Ambra, con gli occhi fuori dalle orbite mi trovavo davanti la mia meravigliosa ragazza che sporgendo il bacino verso di me abbassava i jeans attillati scoprendo il culo perfetto, la sua arma di seduzione preferita.
Non passò molto tempo che la voce di questi piccoli show torturanti che Ambra mi faceva cominciò a fare il giro della casa passando dalla bocca di Ambra a quella delle sue coinquiline. Entravo nella stanza e le vedevo ridere di me, guardarmi con la certezza di quanto la mancanza di sesso e gli spogliarelli mi riducessero sostanzialmente a strisciare ai piedi di Ambra per avere le sue attenzioni sessuali. Ero in un tale stato di eccitazione che una sera decisi di venire allo scoperto. Volevo che Ambra cambiasse idea riguardo alla nostra relazione, volevo che si accorgesse di quanto ero eccitato e che decidesse finalmente di sfruttare sessualmente tutte le mie potenzialità.
Così arrivò il momento. Quel giorno era il compleanno della sua odiata rivale e per calamitare lo sguardo del fidanzato di lei, Ambra decise di indossare una minigonna con calze autoreggenti e una camicetta di seta bianca sotto la quale si scorgevano i capezzoli dei suoi seni deliziosi e nudi. Avevo passato tutto il pomeriggio a fissarle le cosce esaltate dall'orlo corto della minigonna che si alzava ad ogni minimo movimento. La mia erezione costante era diventata la barzelletta di tutte le ragazze della casa, mentre stesi sul divano cercavamo di studiare. A turno avevano sfilato davanti a noi per vedermi eccitato e quasi ansimante mentre Ambra sorrideva soddisfatta della mia reazione al suo corpo, ma non mi degnava di una parola.
Finalmente arrivò il momento della doccia. Avevo deciso che il coming out della mia incontenibile eccitazione doveva essere inequivocabile e definitivo, dovevo far capire ad Ambra che da allora in avanti la nostra relazione doveva cambiare e le mie erezioni dovevano essere prese sul serio. Come se avesse compreso che eravamo a un punto di svolta, quella sera Ambra cominciò a spogliarsi direttamente davanti a me. Ero imbarazzato e avevo paura di mancarle di rispetto, ma i miei occhi spalancati e stupiti si incollavano alle sue dita che lentamente sbottonavano la camicetta di seta. Il mio pene era duro e visibile sotto i pantaloni, ma in un raptus di coraggio decisi di sbottonare i jeans e tirarlo fuori dalle mutande mostrando ad Ambra il suo gonfio rossore. Lei sorrideva rimanendo a circa un metro e mezzo di distanza da me. Non mostrava alcun segno di volersi avvicinare. Appoggiato un piede sul letto, cominciava a sfilare l'autoreggente. A questo punto il fiato quasi mi mancava. Ansimavo e nella bocca immobilizzata dall'eccitazione, la lingua superava di poco i denti inferiori fino a sporgere, quasi a penzoloni. Ambra era a metà tra divertita e disgustata nell'osservare lo stato psico-fisico in cui tutta la sua perfezione riusciva a ridurmi. Nel frattempo la mia salivazione era aumentata in maniera significativa e sentendo tutta quella saliva accumularsi in bocca decisi che il segno definitivo della mia prostrazione sarebbe stato proprio quello. Mi rilassai e lasciai che la mia naturale eccitazione di maschio facesse il suo corso.
In un attimo la saliva cominciò a colare a fiotti viscosi e regolari giù dagli angoli della mia bocca mentre tra respiri pesanti io ansimavo di piacere. All'inizio Ambra era stupita. Mi guardava anche lei a bocca aperta senza capire se fingessi o facessi sul serio. Poi d'un tratto scoppiò a ridere. “O mio dio - esclamò ad alta voce - non posso crederci: stai letteralmente sbavando per me”.
Il resto successe in un attimo senza neppure che realizzassi cosa stava accadendo. Ambra aprì la porta e si sporse verso il salotto dell'appartamento dove le sue coinquiline stavano studiando. “Ragazze venite a vedere” disse con voce sicura. Le ragazze accorsero prontamente e mentre loro si affacciavano sulla soglia della camera di Ambra per prendersi la soddisfazione di vedermi in quello stato, dal mio cazzo partirono cinque prepotenti schizzi di sborra, lontano, ai piedi di Ambra e delle sue coinquiline che stupefatte sorridevano di quello inusuale spettacolo. “Dai per oggi basta” concluse poi Ambra, “Io vado a fare la doccia, tu pulisci tutto!”.
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