2020 - Un Capodanno da ricordare
di
Indianoadibello31
genere
etero
Capitolo 1 - Always Horny
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Era il sedici di ottobre 2019 quando ritornai dalle ferie estive, durate due settimane in una delle città più belle che abbia mai visitato: Amsterdam.
Avevo visitato le sue vie e tutto quello che poteva offrire ed ero ritornato a casa svuotato, stanco ma felice.
Eppure questa sarà una storia per un'altra volta.
Insomma ero ritornato, dopo un viaggio di circa cinque ore, passate per lo più a spostarmi con il treno o il taxi che a viaggiare veramente.
Tornato ma ancora con in mente un unico pensiero: volevo assolutamente scopare ancora, ancora e ancora.
Non mi bastava la ragazza che avevo approcciato il giorno prima della partenza al Red-Light District e con cui avevo passato delle ore scatenate. Non mi bastava per niente.
Così ero teso, come una corda di violino.
Due giorni dopo al mio arrivo a Trieste avevo così deciso di uscire a prendere un po' d'aria fresca per cercare di calmare i bollenti spiriti e magari passare per il parrucchiere visto che avevo finito lo shampoo, ma di sicuro non potevo immaginare il drastico cambiamento degli eventi che si sarebbero susseguiti di lì a poco.
Così quella mattina del diciotto di agosto mi ero preparato in velocità e poi una volta salutato i miei ero uscito dicendo loro che sarei tornato per il pranzo e che magari sarei passato per il salone del parrucchiere.
Una volta uscito ero andato verso il centro commerciale per prendere un paio di jeans e una camicia, di quelle eleganti, e poi una volta pagato mi ero diretto verso il salone.
Era ormai da dieci anni che andavo da lui. Dieci anni visto che avevamo cambiato casa nel 2009 e quindi molte erano le cose che avevamo dovuto cambiare.
Insomma, quel giorno ero entrato dentro nel suo salone solo per lo shampoo ma quando entrai Alex, dopo avermi scrutato chiese:
-Sicuro che vuoi solo lo shampoo? Dovresti accorciarti i capelli visto che sono assai lunghi. Cosa ne dici?
Mi ero così specchiato e diamine se avevo bisogno di un taglio.
Avevo così deciso che magari una spuntatina non sarebbe stata una cattiva idea.
Presi di conseguenza un appuntamento.
Me lo diede per lo stesso giorno per le tredici in punto.
Guardai l'orologio e vidi che ci volevano ancora due ore di tempo.
Decisi così di ritornare a casa per mettere fuori dalle borse i jeans e la camicia e magari metterli anche a lavarli.
Così feci.
Alle tredici in punto arrivai in salone.
Non c'era nessuno a quell'ora come constatai una volta entrato.
-Ciao Alex.
Salutai.
-Come stai tutto bene?
Lui per tutta risposta mi sorrise e mi fece accomodare.
-Tutto bene Marco. Un po' stanco ma bene.
-A chi lo dici! Sono appena tornato da Amsterdam e sono distrutto! Ho dormito poco e camminato tanto.
-Amsterdam eh?! Bella città. Così sei andato anche al distretto a luci rosse o ti sei limitato ad andare per i musei e canali?
E poi aveva riso. Una risata infantile e giocosa allo stesso tempo.
Io d'altra parte ero rimasto a bocca aperta e con gli occhi sgranati.
-Ero giovane anch'io sai? Anzi ti dico che fino a sei mesi fa ero alquanto... scatenato. Se si può dire così.
-Insomma... prima di fidanzarti.
-Già.
Nel frattempo mi aveva fatto sedere sul lavatesta e mi aveva lavato i capelli, me li aveva avvolti in un asciugamano pulito e mi aveva fatto accomodare su una sedia di fronte a degli specchi.
-Allora... come li tagliamo i capelli questa volta?
Aveva chiesto mentre mi metteva una mantella nera attorno al collo.
Per tutta risposta avevo preso lo smartphone e una volta acceso avevo aperto la galleria immagini e avevo poi selezionato una foto. Lo avevo poi mostrato ad Alex.
-Se riesci a farmi un taglio come questo sarebbe fantastico.
-Ci proverò Marco. Anche se i tuoi capelli sono differenti rispetto a quello del modello.
Detto questo aveva iniziato a tagliare.
-Allora in che modo eri scatenato?
Avevo chiesto mentre sorridevo e lo guardavo arrossire.
-Diciamo che sono andati in diversi posti. Prima però volevo sapere cosa hai fatto tu ad Amsterdam.
-Sono stato un po' in giro...
-Andiamo mi serve qualcosa di più che un semplice "sono stato in giro". Sputa il rospo!
-Oh va bene!
Avevo poi preso il coraggio a due mani e avevo risposto:
-Sono stato in due swingerclub, in un bordello e un posto simile ad un bordello anche se non assomigliava per niente.
-Magari era un FKK.
-Un che?
-Un FKK. Ovvero una SPA per adulti. Sai con sauna piscina buffet e alcolici inclusi... oh scusa mi dimenticavo che tu sei astemio... e tante ragazze.
-In effetti era qualcosa di simile a quello che hai descritto... anche se il nome che hanno dato loro era più simile a "Privhuis"
-Privhuis o FKK sono la stessa cosa anche se sono nati in Germania e poi si sono allargati in giro per l'Europa. In Austria addirittura c'è n’è uno.
-E scommetto che tu lo sai perché ci sei già stato.
-A dir la verità... sì.
-E...?
-E... cosa?
-Andiamo non mi puoi tenermi sulle spine.
-Va bene, va bene. Sono stato con alcuni amici in... una... SPA se si può chiamarla così anche se in realtà era un FKK. A Villaco. O meglio più precisamente ad Arnoldstein. A circa due ore di auto. Certo l'entrata costa, come anche le ragazze, ma vale la pena. Addirittura hanno un albergo con ingresso alla SPA stessa.
-Come si chiama?
Avevo poi chiesto.
Lui per tutta risposta aveva solo detto un nome e poi aveva sorriso.
-Ho finito. Che te ne pare?
Già a forza di parlare lui aveva finito di tagliarmi i capelli e contemplava la sua opera.
-Forse un po’ di gel non starebbe male.
Risposi mentre mi guardavo nello specchio ammirando quello che era riuscito a fare partendo solo da una foto trovata in rete.
Lui aveva solo accennato un sì con la testa e poi aveva preso il gel, lo aveva messo sul palmo della mano come una piccola noce e sopra aveva aggiunto un po’ d’acqua con un piccolo spruzzino. Una volta fatto aveva spalmato la noce di gel sulle mani e poi lo aveva applicato uniformemente sui capelli.
-Ecco fatto.
Aveva detto una volta finito l’opera.
-Sai che ci penserò su?
Gli avevo detto mentre lo stavo pagando.
-Anche se non so come arrivarci visto che non ho ancora l’auto e sono ormai anni che non guido visto che utilizzo soltanto i mezzi di trasporto pubblico.
Avevo continuato.
-Comunque grazie mille per la dritta. Ci vediamo per il prossimo taglio Alex e grazie mille ancora.
Così infine ero uscito e avevo lasciato il salone per poi avviarmi a casa.
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NOTA DELL'AUTORE
Questo è il primo capitolo della storia che andrò a raccontare. So che non ci sono descrizioni erotiche come non ci saranno neanche nel secondo capitolo, ma serviranno per introdurre il terzo capitolo che ho già scritto.
Spero che la storia vi piaccia. È la prima di questo genere che scrivo.
Un 'ultima cosa. La storia è vera e i fatti raccontati sono reali. Qualora non fossero tali sarà indicato. I nomi sono tutti inventati per la privacy dei protagonisti della storia. Tutti i partecipanti sono inoltre maggiorenni.
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Era il sedici di ottobre 2019 quando ritornai dalle ferie estive, durate due settimane in una delle città più belle che abbia mai visitato: Amsterdam.
Avevo visitato le sue vie e tutto quello che poteva offrire ed ero ritornato a casa svuotato, stanco ma felice.
Eppure questa sarà una storia per un'altra volta.
Insomma ero ritornato, dopo un viaggio di circa cinque ore, passate per lo più a spostarmi con il treno o il taxi che a viaggiare veramente.
Tornato ma ancora con in mente un unico pensiero: volevo assolutamente scopare ancora, ancora e ancora.
Non mi bastava la ragazza che avevo approcciato il giorno prima della partenza al Red-Light District e con cui avevo passato delle ore scatenate. Non mi bastava per niente.
Così ero teso, come una corda di violino.
Due giorni dopo al mio arrivo a Trieste avevo così deciso di uscire a prendere un po' d'aria fresca per cercare di calmare i bollenti spiriti e magari passare per il parrucchiere visto che avevo finito lo shampoo, ma di sicuro non potevo immaginare il drastico cambiamento degli eventi che si sarebbero susseguiti di lì a poco.
Così quella mattina del diciotto di agosto mi ero preparato in velocità e poi una volta salutato i miei ero uscito dicendo loro che sarei tornato per il pranzo e che magari sarei passato per il salone del parrucchiere.
Una volta uscito ero andato verso il centro commerciale per prendere un paio di jeans e una camicia, di quelle eleganti, e poi una volta pagato mi ero diretto verso il salone.
Era ormai da dieci anni che andavo da lui. Dieci anni visto che avevamo cambiato casa nel 2009 e quindi molte erano le cose che avevamo dovuto cambiare.
Insomma, quel giorno ero entrato dentro nel suo salone solo per lo shampoo ma quando entrai Alex, dopo avermi scrutato chiese:
-Sicuro che vuoi solo lo shampoo? Dovresti accorciarti i capelli visto che sono assai lunghi. Cosa ne dici?
Mi ero così specchiato e diamine se avevo bisogno di un taglio.
Avevo così deciso che magari una spuntatina non sarebbe stata una cattiva idea.
Presi di conseguenza un appuntamento.
Me lo diede per lo stesso giorno per le tredici in punto.
Guardai l'orologio e vidi che ci volevano ancora due ore di tempo.
Decisi così di ritornare a casa per mettere fuori dalle borse i jeans e la camicia e magari metterli anche a lavarli.
Così feci.
Alle tredici in punto arrivai in salone.
Non c'era nessuno a quell'ora come constatai una volta entrato.
-Ciao Alex.
Salutai.
-Come stai tutto bene?
Lui per tutta risposta mi sorrise e mi fece accomodare.
-Tutto bene Marco. Un po' stanco ma bene.
-A chi lo dici! Sono appena tornato da Amsterdam e sono distrutto! Ho dormito poco e camminato tanto.
-Amsterdam eh?! Bella città. Così sei andato anche al distretto a luci rosse o ti sei limitato ad andare per i musei e canali?
E poi aveva riso. Una risata infantile e giocosa allo stesso tempo.
Io d'altra parte ero rimasto a bocca aperta e con gli occhi sgranati.
-Ero giovane anch'io sai? Anzi ti dico che fino a sei mesi fa ero alquanto... scatenato. Se si può dire così.
-Insomma... prima di fidanzarti.
-Già.
Nel frattempo mi aveva fatto sedere sul lavatesta e mi aveva lavato i capelli, me li aveva avvolti in un asciugamano pulito e mi aveva fatto accomodare su una sedia di fronte a degli specchi.
-Allora... come li tagliamo i capelli questa volta?
Aveva chiesto mentre mi metteva una mantella nera attorno al collo.
Per tutta risposta avevo preso lo smartphone e una volta acceso avevo aperto la galleria immagini e avevo poi selezionato una foto. Lo avevo poi mostrato ad Alex.
-Se riesci a farmi un taglio come questo sarebbe fantastico.
-Ci proverò Marco. Anche se i tuoi capelli sono differenti rispetto a quello del modello.
Detto questo aveva iniziato a tagliare.
-Allora in che modo eri scatenato?
Avevo chiesto mentre sorridevo e lo guardavo arrossire.
-Diciamo che sono andati in diversi posti. Prima però volevo sapere cosa hai fatto tu ad Amsterdam.
-Sono stato un po' in giro...
-Andiamo mi serve qualcosa di più che un semplice "sono stato in giro". Sputa il rospo!
-Oh va bene!
Avevo poi preso il coraggio a due mani e avevo risposto:
-Sono stato in due swingerclub, in un bordello e un posto simile ad un bordello anche se non assomigliava per niente.
-Magari era un FKK.
-Un che?
-Un FKK. Ovvero una SPA per adulti. Sai con sauna piscina buffet e alcolici inclusi... oh scusa mi dimenticavo che tu sei astemio... e tante ragazze.
-In effetti era qualcosa di simile a quello che hai descritto... anche se il nome che hanno dato loro era più simile a "Privhuis"
-Privhuis o FKK sono la stessa cosa anche se sono nati in Germania e poi si sono allargati in giro per l'Europa. In Austria addirittura c'è n’è uno.
-E scommetto che tu lo sai perché ci sei già stato.
-A dir la verità... sì.
-E...?
-E... cosa?
-Andiamo non mi puoi tenermi sulle spine.
-Va bene, va bene. Sono stato con alcuni amici in... una... SPA se si può chiamarla così anche se in realtà era un FKK. A Villaco. O meglio più precisamente ad Arnoldstein. A circa due ore di auto. Certo l'entrata costa, come anche le ragazze, ma vale la pena. Addirittura hanno un albergo con ingresso alla SPA stessa.
-Come si chiama?
Avevo poi chiesto.
Lui per tutta risposta aveva solo detto un nome e poi aveva sorriso.
-Ho finito. Che te ne pare?
Già a forza di parlare lui aveva finito di tagliarmi i capelli e contemplava la sua opera.
-Forse un po’ di gel non starebbe male.
Risposi mentre mi guardavo nello specchio ammirando quello che era riuscito a fare partendo solo da una foto trovata in rete.
Lui aveva solo accennato un sì con la testa e poi aveva preso il gel, lo aveva messo sul palmo della mano come una piccola noce e sopra aveva aggiunto un po’ d’acqua con un piccolo spruzzino. Una volta fatto aveva spalmato la noce di gel sulle mani e poi lo aveva applicato uniformemente sui capelli.
-Ecco fatto.
Aveva detto una volta finito l’opera.
-Sai che ci penserò su?
Gli avevo detto mentre lo stavo pagando.
-Anche se non so come arrivarci visto che non ho ancora l’auto e sono ormai anni che non guido visto che utilizzo soltanto i mezzi di trasporto pubblico.
Avevo continuato.
-Comunque grazie mille per la dritta. Ci vediamo per il prossimo taglio Alex e grazie mille ancora.
Così infine ero uscito e avevo lasciato il salone per poi avviarmi a casa.
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NOTA DELL'AUTORE
Questo è il primo capitolo della storia che andrò a raccontare. So che non ci sono descrizioni erotiche come non ci saranno neanche nel secondo capitolo, ma serviranno per introdurre il terzo capitolo che ho già scritto.
Spero che la storia vi piaccia. È la prima di questo genere che scrivo.
Un 'ultima cosa. La storia è vera e i fatti raccontati sono reali. Qualora non fossero tali sarà indicato. I nomi sono tutti inventati per la privacy dei protagonisti della storia. Tutti i partecipanti sono inoltre maggiorenni.
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