Un’inaspettata estate
di
Steph21
genere
incesti
(Racconto -quasi- di fantasia)
Certo, mi era capitato di fantasticare pensando a mia zia di tanto in tanto, ma quello che sarebbe successo quell’estate non me lo sarei mai potuto immaginare.
Innanzitutto, partirei dalle presentazioni: mi chiamo Stefano, ho 21 anni, alto circa 1.80, capelli biondo castano, corti, un incontro tra ricci e mossi; di corporatura sono un ragazzo come tanti, certo la linea muscolare è ben definita grazie alle ore passate in palestra, ma non sono certo quello che potreste definire “spesso”, però con le ragazze non ho mai avuto alcun problema.
Di solito l’estate la passo in paese, qualche scampagnata al mare con amici, partitella a calcio sotto il sole, niente di più, ma l’anno scorso i miei zii mi proposero di unirmi a loro nelle due settimane di vacanza che solitamente facevano alla casa al mare; ovviamente io non avevo la minima intenzione di sprecare un’occasione del genere per farmi una bella vacanza dopo anni e oltretutto pensavo anche allo spettacolo a due pezzi che mi sarei goduto per tutta la vacanza. Mia zia si chiama Vanessa, ha 46 anni, sorella minore di mia madre e, lasciatemelo dire, una gran bella donna; dalle foto di famiglia inoltre posso affermare che alla mia età era una grandissima figa, una ragazza a cui avrei sbavato dietro e non solo io, visto che dai racconti di mia madre ho intuito che da ragazza mia zia era abbastanza incline al divertimento, si insomma scopava continuamente e pare avesse avuto anche un paio di rapporti lesbici, ma su questo non ho ancora certezza. Ad oggi invece è una rispettabilissima Milf, la linea non è quella di un tempo, molto più formosa ma assolutamente non in sovrappeso e con una quarta da togliere il fiato. Si, ero decisamente attratto da lei, ma non era certo un pensiero fisso o un’ossessione.
I primi giorni trascorsero tranquilli, finché un pomeriggio decisi di rimanere in casa per finire un progetto universitario mentre gli altri ovviamente presero la via del mare, tranne mia zia che decise a sua volta di sistemare tutta la roba che fino a quel momento era rimasta nella moltitudine di valigie che si era portata; finito in anticipo il mio progetto, decisi di darle una mano, tanto per arrivare al mare ci sarebbero voluti 20 minuti a piedi e sotto quel sole non mi sembrava il caso.
“Zia, dai ti do una mano, tanto ho finito”
“Ok, grazie mille. Occupati delle due valigie la in fondo”
Dopo pochi minuti l’attenzione di mia zia fu attirata da una mia esclamazione “E questi?”, tirai fuori dalla valigia un vestito molto elegante, lungo con le spalline sottili, una scollatura vertiginosa e lo spacco ad altezza coscia, nero come la notte, e immediatamente dopo anche dei tacchi vertiginosi rosso fuoco.
“A cosa ti servono questi qui?”
Un po’ rossa in viso, mi rispose “Pensavo li avrei potuti indossare in qualche serata qui”, “ma, visti i programmi di tuo zio, direi che è stato inutile portarli” aggiunse con un tono abbastanza malinconico, così risposi subito “Beh, mettili ora”
“Cosa?!”
“Ormai li hai portati, sarebbe un peccato tenerli lì buttati, togliti giusto la soddisfazione di tenerli un po’ addosso, anche se non è quello che speravi.”
“Tu dici?”
“Ma sì. E poi non ti ho mai visto così elegante, sono curioso ahah”
Fece un sorrisetto, prese il vestito e le scarpe e si chiuse in bagno per qualche minuto; dopo un po’ venne fuori e ciò che vidi mi bloccò il respiro: quel vestito le stava d’incanto, la scollatura offriva un panorama mozzafiato, le gambe affusolate sembravano di velluto e notai anche un filo di trucco con un rossetto in tinta con le scarpe. Farfugliai a malapena un ‘wow’, cercando di camuffare quella che era una repentina erezione.
“Che te ne pare allora?”
“Sei uno schianto”
“Addirittura?” disse con una risatina imbarazzata
“No, dico davvero. Lo zio spero sappia di essere un uomo decisamente fortunato”
Forse percepì un po’ di tensione sessuale che si stava creando, si sedette sul letto accanto a me e cambiò argomento parlando del vestito e del perché lo avesse preso, ma io sembravo come ipnotizzato da quel corpo che ora più che mai sprigionava sensualità e carica erotica. Non resistetti più. La sdraiai di scattò sul letto e la baciai. Dopo pochi secondi di spinte, le sue braccia non mi respinsero più, ma anzi mi abbracciarono e in quel momento nella mia testa urlai “CI STA!”. Quel bacio durò diversi minuti, pieno di passione e attrazione repressa, le nostre lingue sembravano ormai fuse insieme, poi lei si alzò, rimase in piedi davanti al letto e con uno sguardo malizioso tirò giù una zip e in pochi secondi il vestito si sfilò e cadde, lasciandola completamente nuda di fronte a me; nemmeno il tempo di rendermene conto e aveva già afferrato i miei pantaloncini per tirarli giù di netto, portando con se anche i boxer, e 22 cm balzarono fuori ormai esausti di premere insistentemente contro le mutande.
“Zia, è pazzesco”
“Ora chiamami Vanessa o se preferisci troia, visto che mi sto scopando mio nipote”
Non risposi, ormai ero in completa trance.
“Ovviamente ciò che stiamo facendo non deve uscire da questa stanza”
Nemmeno il tempo di risponderle e la sua bocca aveva già avvolto il mio cazzo, facendomi impazzire. 22 anni non saranno molti per parlare di esperienza, ma quello fu il pompino più bello che avessi mai ricevuto ed è stata mia zia a farmelo, ancora non ci credevo; venni copiosamente, le sue labbra erano ricoperte del mio sperma, ma non ci fece caso quando si avvicinò per baciarmi ancora restituendomi inevitabilmente una buona parte del mio seme.
In pochi minuti mi tornò l’erezione, mi sdraiai a pancia in su e lei senza un minimo di esitazione cominciò a cavalcarmi; davanti ai miei occhi c’era una quarta di seno che saltellava al ritmo con Vanessa che ogni tanto si chinava per mettermi la lingua in gola e farmi capire che non era una delle mie fantasie. I suoi gemiti contenuti mi mandavano in paradiso e al manicomio allo stesso tempo, così come quei meravigliosi sorrisi maliziosi che mi lanciava, quasi come anche per lei quella scopata fosse una liberazione.
Andammo avanti per quasi mezz’ora, finché non sborrai una seconda volta, ma al contrario della precedente questa volta non sprecò una goccia, bevendo tutto lo sperma; poi si sdraiò accanto a me e riprendemmo a limonare come due adolescenti in piena crescita ormonale, finché lei si alzò e andando verso il bagno, senza voltarsi, disse “Ti va una scopata anale sotto la doccia?”
Ancora non riuscivo a crederci, mi scopavo mia zia.
Per commenti o considerazioni, scrivetemi pure qui sotto.
Certo, mi era capitato di fantasticare pensando a mia zia di tanto in tanto, ma quello che sarebbe successo quell’estate non me lo sarei mai potuto immaginare.
Innanzitutto, partirei dalle presentazioni: mi chiamo Stefano, ho 21 anni, alto circa 1.80, capelli biondo castano, corti, un incontro tra ricci e mossi; di corporatura sono un ragazzo come tanti, certo la linea muscolare è ben definita grazie alle ore passate in palestra, ma non sono certo quello che potreste definire “spesso”, però con le ragazze non ho mai avuto alcun problema.
Di solito l’estate la passo in paese, qualche scampagnata al mare con amici, partitella a calcio sotto il sole, niente di più, ma l’anno scorso i miei zii mi proposero di unirmi a loro nelle due settimane di vacanza che solitamente facevano alla casa al mare; ovviamente io non avevo la minima intenzione di sprecare un’occasione del genere per farmi una bella vacanza dopo anni e oltretutto pensavo anche allo spettacolo a due pezzi che mi sarei goduto per tutta la vacanza. Mia zia si chiama Vanessa, ha 46 anni, sorella minore di mia madre e, lasciatemelo dire, una gran bella donna; dalle foto di famiglia inoltre posso affermare che alla mia età era una grandissima figa, una ragazza a cui avrei sbavato dietro e non solo io, visto che dai racconti di mia madre ho intuito che da ragazza mia zia era abbastanza incline al divertimento, si insomma scopava continuamente e pare avesse avuto anche un paio di rapporti lesbici, ma su questo non ho ancora certezza. Ad oggi invece è una rispettabilissima Milf, la linea non è quella di un tempo, molto più formosa ma assolutamente non in sovrappeso e con una quarta da togliere il fiato. Si, ero decisamente attratto da lei, ma non era certo un pensiero fisso o un’ossessione.
I primi giorni trascorsero tranquilli, finché un pomeriggio decisi di rimanere in casa per finire un progetto universitario mentre gli altri ovviamente presero la via del mare, tranne mia zia che decise a sua volta di sistemare tutta la roba che fino a quel momento era rimasta nella moltitudine di valigie che si era portata; finito in anticipo il mio progetto, decisi di darle una mano, tanto per arrivare al mare ci sarebbero voluti 20 minuti a piedi e sotto quel sole non mi sembrava il caso.
“Zia, dai ti do una mano, tanto ho finito”
“Ok, grazie mille. Occupati delle due valigie la in fondo”
Dopo pochi minuti l’attenzione di mia zia fu attirata da una mia esclamazione “E questi?”, tirai fuori dalla valigia un vestito molto elegante, lungo con le spalline sottili, una scollatura vertiginosa e lo spacco ad altezza coscia, nero come la notte, e immediatamente dopo anche dei tacchi vertiginosi rosso fuoco.
“A cosa ti servono questi qui?”
Un po’ rossa in viso, mi rispose “Pensavo li avrei potuti indossare in qualche serata qui”, “ma, visti i programmi di tuo zio, direi che è stato inutile portarli” aggiunse con un tono abbastanza malinconico, così risposi subito “Beh, mettili ora”
“Cosa?!”
“Ormai li hai portati, sarebbe un peccato tenerli lì buttati, togliti giusto la soddisfazione di tenerli un po’ addosso, anche se non è quello che speravi.”
“Tu dici?”
“Ma sì. E poi non ti ho mai visto così elegante, sono curioso ahah”
Fece un sorrisetto, prese il vestito e le scarpe e si chiuse in bagno per qualche minuto; dopo un po’ venne fuori e ciò che vidi mi bloccò il respiro: quel vestito le stava d’incanto, la scollatura offriva un panorama mozzafiato, le gambe affusolate sembravano di velluto e notai anche un filo di trucco con un rossetto in tinta con le scarpe. Farfugliai a malapena un ‘wow’, cercando di camuffare quella che era una repentina erezione.
“Che te ne pare allora?”
“Sei uno schianto”
“Addirittura?” disse con una risatina imbarazzata
“No, dico davvero. Lo zio spero sappia di essere un uomo decisamente fortunato”
Forse percepì un po’ di tensione sessuale che si stava creando, si sedette sul letto accanto a me e cambiò argomento parlando del vestito e del perché lo avesse preso, ma io sembravo come ipnotizzato da quel corpo che ora più che mai sprigionava sensualità e carica erotica. Non resistetti più. La sdraiai di scattò sul letto e la baciai. Dopo pochi secondi di spinte, le sue braccia non mi respinsero più, ma anzi mi abbracciarono e in quel momento nella mia testa urlai “CI STA!”. Quel bacio durò diversi minuti, pieno di passione e attrazione repressa, le nostre lingue sembravano ormai fuse insieme, poi lei si alzò, rimase in piedi davanti al letto e con uno sguardo malizioso tirò giù una zip e in pochi secondi il vestito si sfilò e cadde, lasciandola completamente nuda di fronte a me; nemmeno il tempo di rendermene conto e aveva già afferrato i miei pantaloncini per tirarli giù di netto, portando con se anche i boxer, e 22 cm balzarono fuori ormai esausti di premere insistentemente contro le mutande.
“Zia, è pazzesco”
“Ora chiamami Vanessa o se preferisci troia, visto che mi sto scopando mio nipote”
Non risposi, ormai ero in completa trance.
“Ovviamente ciò che stiamo facendo non deve uscire da questa stanza”
Nemmeno il tempo di risponderle e la sua bocca aveva già avvolto il mio cazzo, facendomi impazzire. 22 anni non saranno molti per parlare di esperienza, ma quello fu il pompino più bello che avessi mai ricevuto ed è stata mia zia a farmelo, ancora non ci credevo; venni copiosamente, le sue labbra erano ricoperte del mio sperma, ma non ci fece caso quando si avvicinò per baciarmi ancora restituendomi inevitabilmente una buona parte del mio seme.
In pochi minuti mi tornò l’erezione, mi sdraiai a pancia in su e lei senza un minimo di esitazione cominciò a cavalcarmi; davanti ai miei occhi c’era una quarta di seno che saltellava al ritmo con Vanessa che ogni tanto si chinava per mettermi la lingua in gola e farmi capire che non era una delle mie fantasie. I suoi gemiti contenuti mi mandavano in paradiso e al manicomio allo stesso tempo, così come quei meravigliosi sorrisi maliziosi che mi lanciava, quasi come anche per lei quella scopata fosse una liberazione.
Andammo avanti per quasi mezz’ora, finché non sborrai una seconda volta, ma al contrario della precedente questa volta non sprecò una goccia, bevendo tutto lo sperma; poi si sdraiò accanto a me e riprendemmo a limonare come due adolescenti in piena crescita ormonale, finché lei si alzò e andando verso il bagno, senza voltarsi, disse “Ti va una scopata anale sotto la doccia?”
Ancora non riuscivo a crederci, mi scopavo mia zia.
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