Quando una mamma beve troppo
di
Stephan Dusked
genere
incesti
udeth.p@gmail.com
Mi chiamo Francesco ed ho diciotto anni. Mia mamma si chiama Claudia, ne ha trentasei. Si è sposata che ne aveva appena diciotto ed era già incinta di me. Quando mi aveva concepito era perdutamente ubriaca. Non ha mai avuto idea di chi potesse essere il padre, perché quella sera aveva fatto sesso con diversi ragazzi della scuola che frequentava. Ovviamente, ubriaca come si trovava, non aveva pensato a nessuna protezione.
Mi ha cresciuto da sola, e non mi ha mai fatto mancare la figura paterna. L’uomo con cui si sposò se ne era andato ancora prima che lei mi mettesse al mondo. Io sono cresciuto sempre sotto le sue sottane, e lei mi ha protetto dal mondo esterno come una chioccia protegge i suoi cuccioli.
Per l’amore che provava per me aveva anche smesso di bere, un vizio che aveva preso da bambina, perché i suoi genitori le avevano sempre dato l’autorizzazione di bere vino ed alcolici a tavola, insieme con loro.
Non si erano accorti di averne fatta un’alcolizzata già a quattordici anni. Ma, quando rimase incinta di me, decise di fare una cura disintossicante, per l’amore che portava per me.
Anche se praticamente ero il risultato di uno stupro collettivo, mia mamma mi aveva sempre amato come la cosa più cara al mondo che avesse.
Conoscevo perfettamente la storia, mia mamma mi aveva raccontato tutto, senza vergogna, e mi aveva detto che io ero il solo e unico amore della sua vita. Non mi faceva mai mancare coccole e carezze, ed io amavo mia mamma. Soltanto lei mi aveva sempre detto che non dovevamo andare oltre alle coccole, perché quelle erano belle e giuste, ma il nostro amore doveva rimanere puro e bellissimo. Io ero il suo unico amore perché la facevo sentire pulita e madre realizzata. Mia mamma è davvero una donna bellissima, attraente e piena di sex appeal. I suoi seni sono pieni e sodi, trentasei anni non hanno ancora prodotto la prima riga sul suo viso giovanile e angelico, i suoi vestiti sono quasi sempre troppo castigati per i miei gusti.
Dovete sapere che per tutti i diciotto anni della mia vita non ho mai visto bere mia mamma, nemmeno un goccio di vino a tavola. Mi ha detto che non avrebbe più bevuto per niente al mondo, perché anche se mi aveva concepito da ubriaca ed ero il suo più grande tesoro, in parte si odiava perché non mi aveva permesso di avere una famiglia normale. Non era servito dirle che io l’amavo e che lei era tutta la mia famiglia, che anzi la adoravo e che non mi fregava assolutamente niente che non ci fosse un padre.
Segretamente il mio amore per mia mamma crebbe con gli anni, cercai sempre più le sue coccole, volevo dormire con lei anche se avevo quasi raggiunto l’età matura, non mi interessava, le dicevo che volevo le sue coccole e che la mia gioia più grande era di rimanere abbracciato a lei per lunghe ore.
Lei mi coccolava dolcemente e mi dava casti baci, tenendomi stretto al suo corpo prosperoso e invitante.
Così decisi di escogitare un semplice piano. Volevo una festa per il diciottesimo compleanno di età che fosse indimenticabile, e volevo che ci fosse solo lei con me. La mia mammina di trentasei anni, bellissima e finalmente tutta mia.
‘Ma non vuoi che ci siano anche i tuoi nonni, i tuoi zii, i tuoi cugini?’
‘No mamma, solamente io e te, in una baita di montagna, soli e lontani da tutto.’
‘Il mio amore dolcissimo.’
Lei mi amava davvero tanto, ed io confidavo che per il mio amore avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Convinsi mia mamma a prendere quella baita in affitto, e cominciai ad organizzare il piano.
L’opera di convincimento iniziò in maniera subdola, sapevo che alla fine non mi avrebbe negato mai niente che potesse essere per il mio bene, ma avrei dovuto farla recedere da una decisione che aveva preso diciotto anni prima e a cui non era mai venuta meno.
In pratica volevo farla ubriacare.
Era il mio desiderio più grande, averla ubriaca e disponibile, farci l’amore per tutta la notte, con la mia mammina in balia dei miei desideri di maschio appena adulto.
Un giorno cominciai a dirle il mio desiderio, in un modo che lei potesse accettare.
‘Mamma, il mio compleanno si sta avvicinando, sarà tra meno di un mese. Hai affittato la baita per noi due soli?’
‘Sì amore mio, una bella baita vicino al lago.’
‘Non voglio che ci siano altre persone, neanche estranei all’altro lato della strada. Voglio che non ci sia nessuno a sentirci, che possiamo gridare ai quattro venti e che possano sentirci solo gli animali selvatici.’
‘Sì Francesco, è una baita sperduta ed in questa stagione non ci va mai nessuno.’
‘Sei fantastica, mamma.’
‘Amore mio, vieni qui che meriti un bacio.’
Accettai il suo bacio caloroso sulla guancia, ahimé sempre casto.
Dovete sapere che, un po’ per rispetto della sua decisione, un po’ perché abituato così da lei, nemmeno io avevo mai bevuto degli alcolici.
‘Mamma, per il giorno del mio compleanno voglio che tutto sia stupendo. Voglio che cucini per me, i piatti più buoni che tu sai preparare con tanto amore, e voglio che ceniamo io e te a lume di candela.’
‘Compreremo della cacciagione, te la cucinerò con le spezie più squisite. Scoppierai da quanta roba buona ti preparerò sulla tavola.’
‘Mamma, voglio anche che per la prima volta noi due brindiamo con dello champagne.’
Mia mamma sbiancò improvvisamente.
Si fece scura in viso ed abbassò lo sguardo.
‘Tesoro mio, lo sai che ho promesso a me stessa che non avrei più toccato alcolici. Chiedimi qualsiasi cosa, ma questo non posso proprio farlo.’
‘Allora significa che non mi vuoi veramente bene.’
‘No, Francesco. Io ti voglio tutto il bene del mondo. Non puoi dire una cosa simile.’
‘Ed invece sì, io ti chiedo un brindisi speciale ed unico per il mio diciottesimo compleanno, io il tuo unico figlio che ami, e tu ti tiri indietro.’
Cercai di farmi venire le lacrime agli occhi, mi mostrai quasi disperato e sperai che lo stratagemma potesse funzionare. Se l’avessi convinta che era una sfida al suo amore materno forse sarei riuscito a convincerla.
‘Non piangere amore mio, sei la mia vita. E’ solo che questa cosa è davvero così difficile per me”
Dentro di me mi sentii invadere da una gioia immensa, stavo oltrepassando le sue difese. Sentii che era la tecnica giusta.
‘Ti chiedo soltanto un brindisi, una volta nella vita. Poi non dovrai bere più, se non vuoi. Ormai sei guarita mamma, e farai un brindisi col tuo unico figlio, fuori dal mondo. E’ il regalo più bello che potresti farmi.’
Mia mamma mi guardò a lungo, con quei suoi occhi bellissimi, stava valutando tutti i pro ed i contro, le chiedevo la cosa più difficile al mondo per lei.
‘Va bene, Francesco. Berrò un solo drink con te, per il tuo compleanno, per tutto l’amore che tua mamma prova per te.’
‘Evviva mamma, sei stupenda, bellissima e meravigliosa.’
Le misi le braccia al collo e la tempestai di baci, su tutto il suo bellissimo viso, la mia giovanissima mamma così bella e piena di fascino. E lei rise con gaiezza, di quella sua risata cristallina un pochino roca e tanto sensuale.
Avevo fatto la prima breccia sul muro della sua ostinata determinazione.
Se mia mamma si occupò della baita e del cibo, io mi occupai dei beveraggi.
Feci solo attenzione a che la baita fosse davvero in un luogo dove saremmo stati solo io e lei.
Tutti i parenti insisterono un po’ per la strana decisione nostra di essere del tutto soli e fuori dal mondo. Fecero storie soprattutto quando io volli che non sapessero assolutamente dove saremmo stati.
Chiesi poi a mia mamma di non portare il suo cellulare.
Avevo il mio e lo avrei tenuto spento. Mia mamma non sapeva il codice, quindi lei sarebbe stata davvero alla mia completa mercé. Il pensiero della natura incontaminata, di mia mamma vicina che mi festeggiava e accettava di rompere il suo tabù più grande solo per il mio amore, mi faceva eccitare come mai mi era accaduto prima.
Ci furono degli ostacoli al mio piano, naturalmente.
Uno in particolare, che sfociò quasi nella prima litigata tra me e la mia tenera mamma, che quella volta divenne veramente quasi infuriata nei miei confronti, ma faceva parte del rischio e vi raccontò come andò.
L’ordine e la consegna del cibo e delle bevande doveva avvenire giorni prima. Io come avevo detto prima, mi ero occupato dei beveraggi. Ed avevo esagerato in ogni senso.
La bibita meno alcolica che avevo ordinato era la birra.
Poi c’era solo l’imbarazzo della scelta. Quattro bottiglie di champagne magnum, poi altre dodici bottiglie di champagne francese di quello più costoso. Sette bottiglie di tequila, quattro di rum e dodici di gin. Sei bottiglie di whisky. Il tutto di marche diverse, perché non sapevo che cosa sarebbe piaciuto di più a mia mamma, ma volevo darle l’imbarazzo della scelta. Avevo letto che un’alcolizzata non guarisce mai interamente, e che superato il primo bicchiere è solo una questione di opportunità. Ed io volevo darle una grande opportunità, unica nel suo genere.
Avevo scelto anche delle bottiglie di vino, tra le più costose e di alta gradazione alcolica. Avevo speso un capitale, ma da quasi un anno facevo il cameriere presso una pizzeria e avevo deciso che tutti quei soldi sarebbero stati usati per il mio giorno di compleanno, e per il contro regalo che avrei fatto a mia mamma. Volevo vederla davvero ubriaca, come mai era stata in vita sua, e volevo che lo fosse solo per me.
La sera mi aspettava sulla soglia. Avevano consegnato tutti gli alcolici. Mancavano due giorni al mio compleanno.
Era molto scura in viso.
‘Vieni dentro, dobbiamo parlare.’
‘Sì mamma’, dissi subito, quasi ferito dal tono della sua voce.
‘Come hai potuto farmi una cosa del genere?’, stava quasi urlando.
Io stetti per scoppiare a piangere, e questa volta non avevo bisogno di fingere.
‘Che cosa ho fatto mammina?’, dissi con una voce rotta dall’emozione e il cuore che mi batteva all’impazzata.
‘Guarda che cosa hai comperato! Mi avevi detto che avresti voluto un solo brindisi, invece hai comperato tanti alcolici da rifornire una intera serie di bar.’
‘Mamma, io non so che cosa ti piace bere di alcolico. Non abbiamo mai avuto nessun alcolico in casa, come potevo conoscere i tuoi gusti. Ho soltanto pensato che se avessi voluto un altro drink, solo uno in più, dovevi avere il meglio.’
Cominciai a piangere e stavolta finsi, avevo inventato al momento una scusa che mi faceva sganasciare dal ridere per quanto era ridicola, ma l’amore di mia mamma l’avrebbe bevuta completamente, ne ero sicuro.
Mia mamma mi guardava ancora scura in volto. Ma sembrava raddolcirsi improvvisamente, e si avvicinò.
‘Davvero lo hai fatto solo per quello?’
‘Te lo giuro mamma, è il mio compleanno e voglio che tutto sia perfetto. Non pensavo che questo ti avrebbe offeso in qualche modo.’
‘Amore mio, perdonami’, e mi aprì le braccia così che io mi fiondai subito nel suo generoso abbraccio, ricevendo il caldo tepore dei suoi seni sul viso, e poi mi alzai a sentire il suo respiro sul viso, ad accettare i suoi baci ed il suo dolcissimo profumo.
‘Scusami mamma, hai ragione ad essere arrabbiata con me. Ho sbagliato, ma pensavo di fare una cosa giusta.’
‘Piccolo mio, è solo che io non so resistere agli alcolici. Ma ammetto che ho avuto una reazione esagerata. Il problema è che adesso che ci sono tutte queste bottiglie in casa, sento una strana tentazione.’
‘Ti aiuterò io mammina, vigilerò che tu non prenda niente. Anzi te lo ordino, e tu sei la mia mamma e mi devi obbedire. Il drink lo devi fare con me, e quello che magari vorrai fare dopo. E lo farai soltanto quando saremo io e te soli nella baita.’
‘Amore mio, devi promettermi che mi farai bere solo quel drink. Devi giurarmelo.’
‘Te lo giuro, mamma.’
‘Vieni qui che ti voglio baciare.’
Era bellissimo stare tra le braccia di mia mamma, così ingenuamente sicura delle mie intenzioni. Mi vergognai quasi, perché mi sembrava di rubare le caramelle ad una bambina. Pensare che era la mia mamma. Questo mi eccitò ancora di più.
Mia mamma mi chiese di mettere tutto subito nel bagagliaio della macchina, fino a quando saremmo partiti per la baita, soprattutto gli alcolici. Non si fidava di quello che sarebbe potuto accadere se rimanevano alla sua portata, ed io mi sentii travalicare di gioia a quel pensiero.
Stavo per avere il mio regalo di compleanno, e tutto sembrava aiutare il mio diabolico piano.
Notai come guardava certe bottiglie, ed esultai silenziosamente.
Finora non avevo capito quanto potesse essere facile, superato il primo ostacolo che si era rivelato abbastanza duro, farla cedere e farla diventare una bambola di mamma completamente in mia balia, volevo vederla splendidamente ubriaca e il mio cazzo subì una profonda erezione al pensiero di quanto vicino fossi a realizzare il sogno della mia vita.
‘Mi raccomando, tieni tu la chiave e chiudi bene la macchina. Dovrai badare a me, finora la tua mamma ha sempre badato al suo bambino’, e mi diede un bacio dolcissimo sulla guancia, ‘ma questa volta ci sono le cose che tentano di più la tua bella mammina e dovrai essere tu a vigilare.’
‘Non temere mamma’, le risposi cercando di contenere la gioia, ‘baderò io a te e ti accudirò come in tanti anni tu l’hai fatto per me senza volere nulla in cambio. Sei la mamma più bella del mondo.’
Mia mamma si emozionò veramente a quel complimento, e mi strinse ancora più forte.
Per fortuna la crisi era passata, ed il piano stava procedendo speditamente.
Arrivò il giorno della partenza. Era il giorno del mio compleanno e non stavo più nella pelle. Mettemmo in macchina anche le cibarie, e tutto era pronto per la partenza.
Chiesi a mia mamma di vestirsi come se dovesse andare al suo primo appuntamento con un nuovo spasimante.
Lei sorrise e fu molto sollecitata dall’idea di apparire di nuovo bellissima per un uomo, per il suo unico bambino.
Mise un vestito che teneva nel cassetto e non aveva più avuto il coraggio di indossare. Mi trovai a chiedermi se fosse il vestito che indossava la sera che mi concepì. Aveva una bella scollatura sul davanti, ed era un pezzo unico con una gonna davvero corta ed attillata.
‘Sei bellissima, mamma’, mi complimentai quando glielo vidi addosso, e lei arrossì violentemente, poi mi strinse a sé e mi bacio cullandomi dolcemente.
Salimmo in macchina verso le quattro di pomeriggio. Ci volevano almeno due ore di macchina per raggiungere la baita.
‘Buon compleanno amore mio’, disse mia mamma mettendosi al posto di guida.
Seduta sul sedile la gonna salì di qualche centimetro sulle sue belle gambe, ed io dovetti concentrarmi per non rivelare una erezione pazzesca.
Pensai tra me che tra poche ore non sarebbe più stata in condizioni di guidare, e quel pensiero aumentò la mia eccitazione.
Mettemmo della musica, e cominciammo a salire per le strade tortuose di montagna.
‘Mamma, hai mai guidato mentre eri ubriaca?’, non era una domanda da fare alla propria mamma, però ormai l’eccitazione mi cresceva e avevo voglia di conoscere le cose più sconce della mia mamma.
Ma mi pentii quasi subito di quella domanda, era troppo presto, ed io ero troppo eccitato. E quello era un errore che poteva chiuderla e renderla ritrosa a tutto quello che avevo preparato.
Ma per fortuna non sembrò intuire nulla delle mie vere intenzioni dietro quella domanda.
‘Sì bambino mio, mi è capitato anche troppo spesso. Sono stata davvero una incosciente. Mi sorprendo di essere sopravissuta. Avevo imparato a bere da bambina, e ad un certo punto avevo imparato a bere troppo e troppo spesso.’
‘Sei stata brava a smettere.’
‘E’ stato per il tuo amore, bambino mio. Sono felice che tu ci sia, sei la mia vittoria.’
Che lagna, pensavo tra me.
‘Posso farti ancora qualche domanda di quel periodo?’
‘Va bene bambino mio, è giusto che tu sappia tutto della tua mamma, lo sai quanto ti amo.’
‘Anch’io ti amo, mamma.’
La mamma rise e arrossì violentemente.
‘Hey, maschietto, tu devi dire che mi vuoi molto bene. Altrimenti qualcuno potrebbe fraintendere.’
Io per tutta risposta mi sporsi a darle un bacio dolce sulla guancia.
La mia mamma quasi perse il controllo della macchina, ma poi sorrise gaia e mi guardò con gli occhi lucidi.
Era veramente bella. Tra poco sarebbe stata anche molto ubriaca, ne ero sicuro. E sarebbe stata completamente mia.
Comunque volevo sapere, desideravo conoscere il suo periodo da alcolizzata persa, e presagivo come sarebbe stata tra le mie braccia con molto alcool in corpo e le sue inibizioni cancellate.
Non aveva più avuto un uomo da quel giorno, ed io ero convinto che superata una certa soglia avrebbe visto in me solamente un maschio, un maschio con cui fare tanto sesso ubriaco e selvaggio.
Ed io sarei stato il suo uomo.
Quindi continuai a conversare con lei piacevolmente, attento a non spingermi troppo oltre ma desideroso di apprendere qualche particolare piccante della sua vita fino al ‘tragico’ giorno.
‘Quando hai cominciato ad ubriacarti sul serio?’
‘Non puoi immaginare di quanto fossi giovane. Avrò avuto dodici anni, i miei genitori erano abbastanza ingenui oltre che molto moderni.’
Sorrisi invitandola a continuare.
‘Allora fin da quando avevo nove o dieci anni mi lasciavano bere un bicchiere di vino a tavola, durante i pasti, talvolta anche due. Poi presto potei bere anche il caffè corretto con la grappa, e in poco tempo bevevo quasi come loro.’
‘Strano per una bambina di dieci anni.’
‘Infatti, ma per me sembrava normale e non sapevo che le altre bambine della mia età non godevano di questo tipo di privilegi. Comunque, continuò così per un bel pezzo e a dodici anni era l’anniversario di matrimonio dei miei genitori, non ricordo quale ma mi dissero che era importante.
Allora i bicchieri di vino furono più del solito, ben più del solito. I miei genitori non si accorsero che superai il limite perché si ubriacarono per primi.’
Rise al ricordo, ed io risi con lei.
Era bello venire a conoscere queste cose di mia mamma, cominciavo a vedere solo la natura incontaminata attorno a noi e questo mi procurava un aumento di testosterone.
‘Insomma, quel giorno mi ricordo che mangiammo e bevemmo come dei porci. Dopo il vino vi fu la grappa, e lì non capii più niente. Mi ricordo che mi svegliai in mezzo al mio stesso vomito ore dopo, con un gran mal di testa.’
‘Mammina mia dolce, mi dispiace che ti fece male.’
‘Amore mio caro, sei dolcissimo. Ma non devi dispiacertene, per me era divertente. Imparai però a dosare gli alcolici, anche perché i miei mi insegnarono a bere senza vomitare tutto, ed allora cominciai a capire come ubriacarmi davvero senza dover stare troppo male dopo.’
‘Allora non ti ubriacasti più così tanto?’
‘Per un po’ di tempo mi tenni controllata. E poi con i miei, sai, era naturale che mi controllassero. Bevevano abbastanza spesso, ma non erano degli alcolizzati. E quindi quando bevevo con loro c’era quasi sempre un controllo, a parte un paio di altre volte in cui comunque non successe niente.’
‘Capisco mamma.’
Avevo voglia di altre notizie, possibilmente più piccanti e dove mia mamma avesse esagerato come mi andava.
‘Dosare era una cosa che pensavo fosse possibile, invece con le prime uscite con i ragazzi io ero quella portata ad andare a bere ai bar, e scoprii subito quanto fosse facile farmi offrire gratis da bere dai ragazzi, anche più grandi, essendo bella e magari mostrando un pochino le mie grazie.’
Sorrise un po’ imbarazzata, ed ai miei occhi era davvero una dea.
‘A quel punto, ogni misura venne a cadere. Bevevo quasi fino a svenire ogni volta che uscivo. Ormai l’alcol era diventato una droga per me, i ragazzi mi conoscevano e facevano a gara per farmi bere, perché poi perdevo il controllo e diventavo sempre più affettuosa, se puoi capire cosa voglio dire.’
‘Sì mamma, erano dei porci che si approfittavano di una povera ragazza ubriaca.’
‘Amore mio, non essere troppo duro con loro, sapevo quello che facevo, almeno fino alla quarta birra, ed ero comunque io a permetterglielo. Avrei potuto semplicemente rifiutare. La verità era che mi divertiva, ed ero ormai davvero un’alcolizzata.’
Stavamo per arrivare alla baita, erano ormai le diciotto ed avevo voglia di cominciare a festeggiare davvero il mio compleanno.
‘Sai mammina, sono geloso di quello che ti fecero. Tu sei soltanto mia.’
Mia mamma arrossì di nuovo, e la cosa mi fece davvero piacere.
‘Non devi esserlo, oggi è cambiato tutto. Io sono solo tua, soltanto tua’, si protese lei questa volta e mi baciò, un bacio dolce ma veloce perché dovette tornare a fare attenzione alla strada.
Arrivammo alla baita che cominciava a fare scuro, la natura incontaminata mi diede addosso una strana idea di onnipotenza. Mia mamma era bellissima e appetibile.
‘Dai bambino mio, aiutami a scaricare tutto il materiale.’
‘Ti voglio tanto bene.’
‘Anch’io amore mio, ma ricordati che siamo una mamma ed il suo bellissimo bambino. Il nostro amore sarà sempre puro.’
‘Sì mamma.’
Mia mamma prese con se tutte le cibarie e si diresse verso la casa.
Mi disse di portare dentro soltanto una bottiglia di champagne, mi disse la marca lei ma non la ricordo, e mi disse di lasciare tutto il resto in macchina che tanto non sarebbe servito tirarlo fuori.
Io le dissi di sì.
Avrei avuto tempo dopo di convincerla altrimenti, dissi tra me.
Cominciò a preparare il capretto. Poi c’era polenta e baccalà. Aveva portato anche degli affettati, prosciutto e mortadella, pancetta affumicata e anche del salame.
Il cibo emanava tutto un ottimo odorino, e siccome sia mia mamma che io eravamo rimasti leggeri a mezzogiorno avevamo anche un discreto appetito.
Così avevamo cominciato a spiluccare un po’ di affettati, che ci fecero venire una gran sete.
‘Bambino mio, a me non piace l’acqua e adesso però mi è venuta una sete pazzesca. Mannaggia, non riesco ancora a capire perché non hai portato anche degli analcolici, tipo aranciata o chinotto che bevo sempre, lo sai che l’acqua non la posso soffrire.’
‘Mammina, se vuoi porto dentro una bottiglia di vino. Un paio di bicchieri non potranno farci male, che ne dici?’
‘Oh bambino mio, devi sapere che per un’alcolizzata come ero io il pericolo è sempre presente, però è anche vero che ho una gran sete e che soffrire così non ha senso.’
‘Allora vuol dire che porto dentro una bottiglia di ottimo vino, non temere ci penso io a controllarti.’
‘Va bene amore, soltanto un sorso per lenire la gran sete. Mi raccomando, devi controllarmi bene stasera.’
Mi allontanai a prendere la bottiglia, avevo un sorriso a trentadue denti stampato in viso. Pronosticai che sarebbe stata solo la prima bottiglia che portavo dentro.
Avevo voglia di prenderne subito due o tre, ma giudicai che era meglio aspettare ad uscire allo scoperto. La mia mammina era ancora sobria e avrebbe potuto mangiare la foglia, quindi dovevo essere ancora un attimo prudente.
‘Questa bottiglia va bene mamma?’
Le porsi la bottiglia, e mi venne da ridere nel modo che lei ebbe di guardarla.
‘Amore mio, questa bottiglia ha un vino squisito, che mi ricordo ancora. Soltanto ha un’alta gradazione, ed è una bella tentazione per la tua mamma.’
‘Ti controllerò io mamma.’
‘Va bene bambino mio, ecco prendo l’apribottiglie e poi mi versi un goccio nel bicchiere. Il vino va bevuto in un certo modo, come mi insegnarono i miei genitori.’
‘Sì mamma.’
Ci pensò lei ad aprire la bottiglia, con una perizia sopraffina che dimostrava come quei gesti non le fossero affatto alieni.
Annusò l’aroma che usciva dal collo della bottiglia.
‘Ah, senti che profumo, quasi mi ubriaca solo sentirlo’, rise di gusto alla sua battuta ed effettivamente vedevo che aveva le gote che si infiammavano.
Sta andando tutto a meraviglia, pensai.
‘Senti l’aroma del vino, bambino mio, non sa assolutamente di tappo, è un ottimo vino. Stai trattando la tua mammina come una regina, e pensare che è il tuo compleanno, non il mio. Sono davvero commossa.’
‘Allora facciamo un bel brindisi. Non un goccio, un bicchiere di vino pieno per festeggiare il tuo bambino che ti adora.’
‘Va bene bambino mio, ma soltanto uno. Devi promettermi di controllarmi, te ne prego davvero. Io ho paura di non sapermi controllare.’
Prese due bicchieri e li riempì di ottimo vino rosso.
Emanava un aroma davvero squisito. Avevo paura dell’effetto che avrebbe fatto a me, perché non avevo mai bevuto vino in vita mia. Decisi che avrei soltanto bagnato le labbra e l’avrei lasciata bere. Il piano era fare bere lei, non di ubriacare me stesso.
Mia mamma prese il suo bicchiere e si mise di fronte a me.
‘Un brindisi per il mio amore. Sai quanto sacrificio mi costa, vero Francesco?’
‘Sì mamma, e sappi che sono veramente commosso dal tuo affetto che mi dimostri.’
‘Non dimenticarlo mai. Ed ora beviamo.’
Sorrise, fece tintinnare il suo calice col mio e cominciò a bere.
Lei bevve un sorso generoso, forse perché l’abitudine a bere era una cosa che non sarebbe scomparsa mai, mentre io davvero bagnai soltanto le labbra.
Mi sorrise.
‘Avevo dimenticato quanto è buono il vino. Allora Francesco, ti piace?’
‘Sì mamma, è davvero ottimo’, dissi. In effetti il profumo era davvero inebriante, decisi di bere un sorso appena e lo trovai squisito.
Mia mamma invece aveva svuotato il bicchiere in un attimo.
‘Vieni qui, che la tua mamma ti vuole baciare.’
Mi strinse forte e sentii i suoi seni generosi sul petto.
Il mio cuore batteva forte. Sentii il profumo del vino nel suo alito.
Le sue guance si erano fatte leggermente più rosse, e osai guardare meglio la sua scollatura generosa. Aveva davvero dei seni bellissimi mia mamma. Ne ebbi conferma.
‘Sarà meglio che io mi fermi già, bambino mio. Ho svuotato questo bicchiere come un tempo, e so che mi sarebbe facile versarmi così il resto della bottiglia. Ma così perderei sicuramente ogni controllo, ed invece voglio rimanere sobria.’
E rise, rise di gusto segno che il vino aveva già cominciato a farle l’effetto che speravo.
‘Andiamo a vedere come procede la cottura del capretto’, disse mia mamma.
Prese ancora delle fettine di salame e di pancetta, con un po’ di pane, con la conclusione che le venne ancora più sete.
‘Bambino mio, sono assetata, versami solo un altro goccio di quel stupendo vino, ma solo un goccio mi raccomando. Altrimenti stasera dovrai portarmi a letto di peso.’
Rise.
Forse i suoi propositi stavano cominciando a venire meno. Questo era già il secondo bicchiere, ed era lei stessa a chiedermelo.
Le versai invece la stessa quantità che avevo visto versarsi lei stessa, e come lo versò lei, con la pratica di un sommelier esperto e raffinato.
‘Ti controllo io mamma, credo che sia giusto che assaggi almeno un altro bicchiere di questo vino visto che ti piace tanto.’
‘Sei proprio birichino’, mi disse avvicinandosi e dandomi un dolce bacio sulla guancia.
Presagii che tra poco i suoi baci sarebbero stati meno casti, commisurati alla quantità di alcol che avrebbe bevuto.
Prese il bicchiere e fece dei rapidi sorsi, guardandomi serena. Svuoto il bicchiere in un attimo.
Posò il bicchiere, pensò un attimo non so davvero a cosa, ora le sue guance erano un pochino più accese.
Si avvicinò al capretto ed alla polenta, misurò con attenzione il fuoco.
‘Bambino mio, è meglio che non beva più altrimenti rischio di dimenticarmi la roba sul fuoco. Controllami, e soprattutto non tentarmi con quel vino traditore’, rise in modo sensualissimo, rivelando che il vino cominciava a farle davvero effetto.
‘Sei la mamma più bella del mondo’, le dissi, avvicinandomi.
‘Vieni qui che ti voglio stropicciare tutto’, mi disse.
Mi avvicinai e mi abbandonai al suo abbraccio affettuoso.
Non parlai più di farla bere finché era ai fornelli e alle prese con la roba da cucinare, e lei preparò il capretto sui piatti, poi prese la polenta calda e la mise su dei piatti a parte. Tirò poi fuori il baccalà e lo mise in un angolo, perché era per secondo.
Intanto io mi ero spostato e le avevo appena versato un nuovo bicchiere di vino, un attimo più generoso del precedente, e quindi mi avvicinai alla mia mamma.
‘Adesso che hai finito di cucinare queste leccornie, meriti un altro bicchiere di vino.’
‘Sono sicura che non dovrei, bambino mio, ma ti amo ed ho anche tanta sete. Voglio festeggiarti come si deve.’
Prese e svuotò il bicchiere come l’aranciata che da diciotto anni era sempre sulla nostra tavola.
Mi sembrò che avesse quasi un mancamento, perché chiuse gli occhi e il suo viso avvampò.
Mi affrettai a cingerle i fianchi.
‘Hm, bambino mio mi sembra che il vino cominci a farmi uno strano effetto’, rise, ‘sarà meglio che controlli bene la tua mammina da adesso in poi.’
Mi baciò con un certo vigore all’angolo della bocca.
Era un bacio diverso, più voluttuoso e sentii la mia erezione esplodere nei pantaloni.
La accompagnai alla tavola, ma mi si staccò con un piccolo moto di stizza. Mi chiesi se il vino non avesse l’effetto collaterale di renderla meno affettuosa e più sfrontata, ma era un rischio che potevo accettare.
‘La tua mamma sa reggere benissimo tre bicchieri di vino, che cosa ti credi?’, e comunque rise beatamente, segno che quei tre bicchieri l’avevano comunque resa un attimo più allegra.
Lasciai che si sedette a tavola da sola, anche se la cosa mi generò un impercettibile moto di stizza per il suo imprevisto gesto di allontanamento.
‘Mamma, voglio starti tanto vicino. Posso?’
‘Soltanto se mi versi da bere un bel bicchiere di vino, bambino mio.’
Compresi che si stava cominciando a sciogliere, che il vino aveva già fatto un effetto abbastanza forte, infatti era forse il vino con la gradazione alcolica maggiore in commercio, ed io mi affrettai ad ubbidirle, in fondo era la mia mamma.
Le diedi una generosa razione di vino, rendendo il bicchiere un po’ più pieno delle volte precedenti.
‘Il mio bambino, quanto lo amo’, disse mia mamma e si sporse a baciarmi a lungo sulla guancia. Per fortuna il bicchiere rimase bello dritto. Poi con un gesto sicuro e collaudato si portò il vino alla bocca e svuotò il contenuto del bicchiere rivelando un collo pieno e delicato.
Era il suo quarto bicchiere bevuto, considerai che le sue difese stavano cedendo.
Mi feci più vicino e le dissi di mangiare qualcosa, che il capretto si stava raffreddando.
Lei rise di gusto.
‘Francesco tutto mio, di solito queste cose te le dice la tua mamma’, e rise di gusto. Si preparò la sua razione e cominciò a mangiare con le mani.
Anch’io affondai i miei denti sulla tenera carne di capretto. Era buonissimo, mia mamma l’aveva cucinato con amore ed in fondo avevo anche tanta fame. Inoltre profetizzai che sarebbe stata una notte di gran sesso, e che avremmo tutti e due avuto bisogno di tante energie.
Forse tra poco lei avrebbe attinto direttamente dall’alcol nel corpo, ma io non avevo bevuto praticamente niente di alcolico, e non lo avrei fatto quindi dovevo nutrire il mio corpo.
Vidi mia mamma cercare la bottiglia e versarsi una dose generosa di vino sul bicchiere.
‘La tua mamma si sta ubriacando’, mi disse con voce leggermente impastata.
Quindi trangugiò il vino.
Ruttò con estrema delicatezza, un ruttino femminile e angelico. Il mio cazzo diventò di pietra.
‘Amore mio’, disse mia mamma con voce ancora più alterata, ‘quanto vino mi hai fatto bere?’
Sembrava seria, un altro effetto collaterale.
Pensai che comunque più il vino fosse entrato nel suo bellissimo corpo, più gli effetti collaterali sarebbero stati del tipo più eccitanti.
La legna scoppiettava nel camino acceso, mia mamma stava mangiando e bevendo troppo, si trattava solo di portarla per mano verso una ubriachezza sensuale e non molesta.
‘Forse hai bevuto due bicchieri, mammina, ti ho promesso che non ti farò bere di più e sto mantenendo la mia promessa’, risposi mentendo spudoratamente.
Mia mamma rimase seria per alcuni istanti, poi mi scoppiò a ridere in faccia.
‘Non sono ancora così ubriaca da non saper contare, Francesco’, disse riprendendosi un poco.
‘Ti avevo detto di fare attenzione ed invece ho già bevuto quattro bicchieri di vino.’
Non le dissi che in realtà erano stati cinque.
Addentò una coscia di capretto e non fece caso al sugo che le colò su parte del mento.
Mi diede un innocuo schiaffetto sul viso. Le sue movenze si erano fatte un po’ più goffe.
‘De-devi promettermi che non mi farai più bere ancora molto, guarda che non sto scherzando.’
‘Sì mamma, te lo giuro.’
‘Sei il mio unico amore’, mi disse allora raddolcendosi, e mi stampò un altro bacio fatto di sugo di carne e di saliva.
Le versai io stesso da bere il successivo bicchiere di vino.
Lei mi guardò a lungo. Poi prese il bicchiere e lo svuotò all’istante.
Questa volta ruttò in modo molto più plateale.
Si girò ridendo e mi fece cenno di fare silenzio, cominciava ad essere buffa oltre che terribilmente attraente.
‘Non mi devi più versare altro vino’, disse trattenendo a stento il riso, ‘altrimenti caro il mio bambino adorato devi sapere che”, si fermò come raccogliendo il filo dei suoi pensieri, ‘non risponderò più delle mie azioni da qui in avanti.’
Non sapevo quanto avrebbe retto questo ritmo di bevute, ma volevo che bevesse un po’ tutti i tipi di alcolici che avevo comperato, volevo farla bere il massimo e volevo che si divertisse anche.
Mi alzai.
‘Dove va il mio bambino adorato?’, mi chiese sporgendosi verso di me ed alitandomi in faccia.
Era davvero incantevole, la scollatura mi mostrava i suoi seni generosi ed avevo voglia di affondare le mani sulla sua scollatura. Avevo voglia di leccarle i capezzoli, alla mia mamma ubriaca.
‘Voglio portare dentro qualcos’altro da bere, hai promesso di bere lo champagne e penso che sia venuto il momento giusto.’
‘In effetti la bottiglia è quasi vuota’, disse pensierosa alzando la bottiglia che indubbiamente era quasi stata prosciugata.
‘Doveva esserci una perdita’, disse ridendo sguaiatamente, poi mi assestò uno sculaccione a mo’ di sprone e mi disse di portare dentro la bottiglia di champagne.
Intanto che andai vidi che si versava il resto della bottiglia, praticamente si era scolata da sola un’intera bottiglia di vino in una mezzora.
Le cose andavano davvero bene.
Rientrai e mi avvicinai ancora più con la sedia a quella di mia mamma.
Misi la bottiglia di champagne sulla tavola.
La guardai ed era leggermente instabile sulla sedia. Le sue gote erano in fiamme. Mi chiesi se potevo rischiare di toccarle i seni, se potevo baciarla sulla bocca, se era già cotta abbastanza ma mi dissi che sarebbe stato bello aspettare ancora.
Sembrò rianimarsi d’un tratto e mi abbracciò stretto con una goffaggine dovuta all’ubriacatura.
‘Il mio adorato bambino’, mi disse, ‘non sa che sono ubriaca e vuole farmi bere ancora. E’ una ottima idea.’
Rise, ed io tirai un sospiro di sollievo.
Indubbiamente il suo grado di sbronza attuale doveva essere abbastanza instabile.
Decisi che dovevo portare dentro tutto.
‘Aspetta mamma, ho in serbo una piccola sorpresa per te.’
Presi la bottiglia e feci per andarmene, ma lei mi tirò per la cintura.
‘Hey, dove credi di andare? Lascia qui la mia bottiglia’, disse con una voce alterata ed instabile.
‘Mammina, vado a prendere l’altra roba sulla macchina, voglio farti un bel cocktail.’
‘Che bello che sei, ti amo Francesco’, e mi bacio quasi sulle labbra sporgendosi quasi fino a cadere dalla sedia.
Stava partendo? Era presto per dirlo, sicuramente non potevo ancora farci l’amore, ma pensai che tra un po’ per lei sarei stato un maschio da sesso e non più suo figlio.
Però desideravo che rimanesse anche consapevole, che fosse alla fine la sua volontà insieme alla sua sbronza a farle scegliere di fare sesso con me. Volevo che fosse anche una sua scelta.
Presi la bottiglia perché temevo che lei la tracannasse approfittando della mia assenza, e non volevo che svenisse.
Presi una bottiglia di gin, una di whisky, una di tequila, insomma un po’ di tutto e lo portai dentro.
Erano scese le tenebre e mia mamma era in piedi vicino alla tavola.
Barcollava visibilmente e mi sorrideva.
‘La tua mamma ha voglia di uno stupendo cocktail dal suo figlio adorato’, mi disse strascicando un po’ le parole.
Ma io non sapevo preparare nessun tipo di cocktail, non sapevo nemmeno da dove cominciare.
‘Perché non mi insegni tu invece?’, proposi con un improvviso lampo di genio.
‘Aiutami ad andare verso il lavabo amore’, mi rispose mia mamma.
La cinsi ad un fianco e la aiutai, era leggermente instabile sulle gambe, ma ancora troppo sobria mi ripromisi, troppo sobria per scoparmela sulla tavola o per invitarla a fare uno striptease integrale sopra la tavola.
Cominciò ad aprire la varie bottiglie.
‘Portami i bicchieri amore, ce ne vuole uno per tipo. Hic! Eheheh, la tua mamma sta partendo amore mio. Voglio insegnarti che bisogna bere con il bicchiere giusto, cosa che sarò in grado di fare solo fino ad uno stadio di ubriacatura, poi sarà meglio che mi guidi tu.’
‘Ti amo mamma’
‘Anch’io, Francesco mio.’
Stavolta mi baciò davvero sulle labbra, non con la lingua, non ancora, ma mi baciò voluttuosamente.
Rise.
‘Oddio, credo di stare partendo davvero.’
‘Ubriaca sei ancora più bella.’
‘E’ il mio regalo di compleanno per te’, disse la mia mamma adorata, ‘quando bevo troppo divento davvero tanto affettuosa, affettuosa in un modo che non immagini’, rise con la faccia tutta rossa.
Il modo che intendeva me lo immaginavo benissimo, ma forse l’ubriacatura non la faceva accorgere delle mie intenzioni e del mio rigonfiamento nei pantaloni sempre più pronunciato.
Le portai vari bicchieri, intuii che era meglio portarglieli tutti perché non sapevo davvero mettere insieme i tipi con i vari liquori, anche se per qualcuno potevo intuire.
Su uno piccolo si versò la tequila, e quindi la bevve tutta d’un fiato.
Fece una faccia disgustata un momento, ma poi capii che le piaceva terribilmente. Doveva essere davvero forte.
Mia mamma si stava ubriacando davvero.
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Mi chiamo Francesco ed ho diciotto anni. Mia mamma si chiama Claudia, ne ha trentasei. Si è sposata che ne aveva appena diciotto ed era già incinta di me. Quando mi aveva concepito era perdutamente ubriaca. Non ha mai avuto idea di chi potesse essere il padre, perché quella sera aveva fatto sesso con diversi ragazzi della scuola che frequentava. Ovviamente, ubriaca come si trovava, non aveva pensato a nessuna protezione.
Mi ha cresciuto da sola, e non mi ha mai fatto mancare la figura paterna. L’uomo con cui si sposò se ne era andato ancora prima che lei mi mettesse al mondo. Io sono cresciuto sempre sotto le sue sottane, e lei mi ha protetto dal mondo esterno come una chioccia protegge i suoi cuccioli.
Per l’amore che provava per me aveva anche smesso di bere, un vizio che aveva preso da bambina, perché i suoi genitori le avevano sempre dato l’autorizzazione di bere vino ed alcolici a tavola, insieme con loro.
Non si erano accorti di averne fatta un’alcolizzata già a quattordici anni. Ma, quando rimase incinta di me, decise di fare una cura disintossicante, per l’amore che portava per me.
Anche se praticamente ero il risultato di uno stupro collettivo, mia mamma mi aveva sempre amato come la cosa più cara al mondo che avesse.
Conoscevo perfettamente la storia, mia mamma mi aveva raccontato tutto, senza vergogna, e mi aveva detto che io ero il solo e unico amore della sua vita. Non mi faceva mai mancare coccole e carezze, ed io amavo mia mamma. Soltanto lei mi aveva sempre detto che non dovevamo andare oltre alle coccole, perché quelle erano belle e giuste, ma il nostro amore doveva rimanere puro e bellissimo. Io ero il suo unico amore perché la facevo sentire pulita e madre realizzata. Mia mamma è davvero una donna bellissima, attraente e piena di sex appeal. I suoi seni sono pieni e sodi, trentasei anni non hanno ancora prodotto la prima riga sul suo viso giovanile e angelico, i suoi vestiti sono quasi sempre troppo castigati per i miei gusti.
Dovete sapere che per tutti i diciotto anni della mia vita non ho mai visto bere mia mamma, nemmeno un goccio di vino a tavola. Mi ha detto che non avrebbe più bevuto per niente al mondo, perché anche se mi aveva concepito da ubriaca ed ero il suo più grande tesoro, in parte si odiava perché non mi aveva permesso di avere una famiglia normale. Non era servito dirle che io l’amavo e che lei era tutta la mia famiglia, che anzi la adoravo e che non mi fregava assolutamente niente che non ci fosse un padre.
Segretamente il mio amore per mia mamma crebbe con gli anni, cercai sempre più le sue coccole, volevo dormire con lei anche se avevo quasi raggiunto l’età matura, non mi interessava, le dicevo che volevo le sue coccole e che la mia gioia più grande era di rimanere abbracciato a lei per lunghe ore.
Lei mi coccolava dolcemente e mi dava casti baci, tenendomi stretto al suo corpo prosperoso e invitante.
Così decisi di escogitare un semplice piano. Volevo una festa per il diciottesimo compleanno di età che fosse indimenticabile, e volevo che ci fosse solo lei con me. La mia mammina di trentasei anni, bellissima e finalmente tutta mia.
‘Ma non vuoi che ci siano anche i tuoi nonni, i tuoi zii, i tuoi cugini?’
‘No mamma, solamente io e te, in una baita di montagna, soli e lontani da tutto.’
‘Il mio amore dolcissimo.’
Lei mi amava davvero tanto, ed io confidavo che per il mio amore avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Convinsi mia mamma a prendere quella baita in affitto, e cominciai ad organizzare il piano.
L’opera di convincimento iniziò in maniera subdola, sapevo che alla fine non mi avrebbe negato mai niente che potesse essere per il mio bene, ma avrei dovuto farla recedere da una decisione che aveva preso diciotto anni prima e a cui non era mai venuta meno.
In pratica volevo farla ubriacare.
Era il mio desiderio più grande, averla ubriaca e disponibile, farci l’amore per tutta la notte, con la mia mammina in balia dei miei desideri di maschio appena adulto.
Un giorno cominciai a dirle il mio desiderio, in un modo che lei potesse accettare.
‘Mamma, il mio compleanno si sta avvicinando, sarà tra meno di un mese. Hai affittato la baita per noi due soli?’
‘Sì amore mio, una bella baita vicino al lago.’
‘Non voglio che ci siano altre persone, neanche estranei all’altro lato della strada. Voglio che non ci sia nessuno a sentirci, che possiamo gridare ai quattro venti e che possano sentirci solo gli animali selvatici.’
‘Sì Francesco, è una baita sperduta ed in questa stagione non ci va mai nessuno.’
‘Sei fantastica, mamma.’
‘Amore mio, vieni qui che meriti un bacio.’
Accettai il suo bacio caloroso sulla guancia, ahimé sempre casto.
Dovete sapere che, un po’ per rispetto della sua decisione, un po’ perché abituato così da lei, nemmeno io avevo mai bevuto degli alcolici.
‘Mamma, per il giorno del mio compleanno voglio che tutto sia stupendo. Voglio che cucini per me, i piatti più buoni che tu sai preparare con tanto amore, e voglio che ceniamo io e te a lume di candela.’
‘Compreremo della cacciagione, te la cucinerò con le spezie più squisite. Scoppierai da quanta roba buona ti preparerò sulla tavola.’
‘Mamma, voglio anche che per la prima volta noi due brindiamo con dello champagne.’
Mia mamma sbiancò improvvisamente.
Si fece scura in viso ed abbassò lo sguardo.
‘Tesoro mio, lo sai che ho promesso a me stessa che non avrei più toccato alcolici. Chiedimi qualsiasi cosa, ma questo non posso proprio farlo.’
‘Allora significa che non mi vuoi veramente bene.’
‘No, Francesco. Io ti voglio tutto il bene del mondo. Non puoi dire una cosa simile.’
‘Ed invece sì, io ti chiedo un brindisi speciale ed unico per il mio diciottesimo compleanno, io il tuo unico figlio che ami, e tu ti tiri indietro.’
Cercai di farmi venire le lacrime agli occhi, mi mostrai quasi disperato e sperai che lo stratagemma potesse funzionare. Se l’avessi convinta che era una sfida al suo amore materno forse sarei riuscito a convincerla.
‘Non piangere amore mio, sei la mia vita. E’ solo che questa cosa è davvero così difficile per me”
Dentro di me mi sentii invadere da una gioia immensa, stavo oltrepassando le sue difese. Sentii che era la tecnica giusta.
‘Ti chiedo soltanto un brindisi, una volta nella vita. Poi non dovrai bere più, se non vuoi. Ormai sei guarita mamma, e farai un brindisi col tuo unico figlio, fuori dal mondo. E’ il regalo più bello che potresti farmi.’
Mia mamma mi guardò a lungo, con quei suoi occhi bellissimi, stava valutando tutti i pro ed i contro, le chiedevo la cosa più difficile al mondo per lei.
‘Va bene, Francesco. Berrò un solo drink con te, per il tuo compleanno, per tutto l’amore che tua mamma prova per te.’
‘Evviva mamma, sei stupenda, bellissima e meravigliosa.’
Le misi le braccia al collo e la tempestai di baci, su tutto il suo bellissimo viso, la mia giovanissima mamma così bella e piena di fascino. E lei rise con gaiezza, di quella sua risata cristallina un pochino roca e tanto sensuale.
Avevo fatto la prima breccia sul muro della sua ostinata determinazione.
Se mia mamma si occupò della baita e del cibo, io mi occupai dei beveraggi.
Feci solo attenzione a che la baita fosse davvero in un luogo dove saremmo stati solo io e lei.
Tutti i parenti insisterono un po’ per la strana decisione nostra di essere del tutto soli e fuori dal mondo. Fecero storie soprattutto quando io volli che non sapessero assolutamente dove saremmo stati.
Chiesi poi a mia mamma di non portare il suo cellulare.
Avevo il mio e lo avrei tenuto spento. Mia mamma non sapeva il codice, quindi lei sarebbe stata davvero alla mia completa mercé. Il pensiero della natura incontaminata, di mia mamma vicina che mi festeggiava e accettava di rompere il suo tabù più grande solo per il mio amore, mi faceva eccitare come mai mi era accaduto prima.
Ci furono degli ostacoli al mio piano, naturalmente.
Uno in particolare, che sfociò quasi nella prima litigata tra me e la mia tenera mamma, che quella volta divenne veramente quasi infuriata nei miei confronti, ma faceva parte del rischio e vi raccontò come andò.
L’ordine e la consegna del cibo e delle bevande doveva avvenire giorni prima. Io come avevo detto prima, mi ero occupato dei beveraggi. Ed avevo esagerato in ogni senso.
La bibita meno alcolica che avevo ordinato era la birra.
Poi c’era solo l’imbarazzo della scelta. Quattro bottiglie di champagne magnum, poi altre dodici bottiglie di champagne francese di quello più costoso. Sette bottiglie di tequila, quattro di rum e dodici di gin. Sei bottiglie di whisky. Il tutto di marche diverse, perché non sapevo che cosa sarebbe piaciuto di più a mia mamma, ma volevo darle l’imbarazzo della scelta. Avevo letto che un’alcolizzata non guarisce mai interamente, e che superato il primo bicchiere è solo una questione di opportunità. Ed io volevo darle una grande opportunità, unica nel suo genere.
Avevo scelto anche delle bottiglie di vino, tra le più costose e di alta gradazione alcolica. Avevo speso un capitale, ma da quasi un anno facevo il cameriere presso una pizzeria e avevo deciso che tutti quei soldi sarebbero stati usati per il mio giorno di compleanno, e per il contro regalo che avrei fatto a mia mamma. Volevo vederla davvero ubriaca, come mai era stata in vita sua, e volevo che lo fosse solo per me.
La sera mi aspettava sulla soglia. Avevano consegnato tutti gli alcolici. Mancavano due giorni al mio compleanno.
Era molto scura in viso.
‘Vieni dentro, dobbiamo parlare.’
‘Sì mamma’, dissi subito, quasi ferito dal tono della sua voce.
‘Come hai potuto farmi una cosa del genere?’, stava quasi urlando.
Io stetti per scoppiare a piangere, e questa volta non avevo bisogno di fingere.
‘Che cosa ho fatto mammina?’, dissi con una voce rotta dall’emozione e il cuore che mi batteva all’impazzata.
‘Guarda che cosa hai comperato! Mi avevi detto che avresti voluto un solo brindisi, invece hai comperato tanti alcolici da rifornire una intera serie di bar.’
‘Mamma, io non so che cosa ti piace bere di alcolico. Non abbiamo mai avuto nessun alcolico in casa, come potevo conoscere i tuoi gusti. Ho soltanto pensato che se avessi voluto un altro drink, solo uno in più, dovevi avere il meglio.’
Cominciai a piangere e stavolta finsi, avevo inventato al momento una scusa che mi faceva sganasciare dal ridere per quanto era ridicola, ma l’amore di mia mamma l’avrebbe bevuta completamente, ne ero sicuro.
Mia mamma mi guardava ancora scura in volto. Ma sembrava raddolcirsi improvvisamente, e si avvicinò.
‘Davvero lo hai fatto solo per quello?’
‘Te lo giuro mamma, è il mio compleanno e voglio che tutto sia perfetto. Non pensavo che questo ti avrebbe offeso in qualche modo.’
‘Amore mio, perdonami’, e mi aprì le braccia così che io mi fiondai subito nel suo generoso abbraccio, ricevendo il caldo tepore dei suoi seni sul viso, e poi mi alzai a sentire il suo respiro sul viso, ad accettare i suoi baci ed il suo dolcissimo profumo.
‘Scusami mamma, hai ragione ad essere arrabbiata con me. Ho sbagliato, ma pensavo di fare una cosa giusta.’
‘Piccolo mio, è solo che io non so resistere agli alcolici. Ma ammetto che ho avuto una reazione esagerata. Il problema è che adesso che ci sono tutte queste bottiglie in casa, sento una strana tentazione.’
‘Ti aiuterò io mammina, vigilerò che tu non prenda niente. Anzi te lo ordino, e tu sei la mia mamma e mi devi obbedire. Il drink lo devi fare con me, e quello che magari vorrai fare dopo. E lo farai soltanto quando saremo io e te soli nella baita.’
‘Amore mio, devi promettermi che mi farai bere solo quel drink. Devi giurarmelo.’
‘Te lo giuro, mamma.’
‘Vieni qui che ti voglio baciare.’
Era bellissimo stare tra le braccia di mia mamma, così ingenuamente sicura delle mie intenzioni. Mi vergognai quasi, perché mi sembrava di rubare le caramelle ad una bambina. Pensare che era la mia mamma. Questo mi eccitò ancora di più.
Mia mamma mi chiese di mettere tutto subito nel bagagliaio della macchina, fino a quando saremmo partiti per la baita, soprattutto gli alcolici. Non si fidava di quello che sarebbe potuto accadere se rimanevano alla sua portata, ed io mi sentii travalicare di gioia a quel pensiero.
Stavo per avere il mio regalo di compleanno, e tutto sembrava aiutare il mio diabolico piano.
Notai come guardava certe bottiglie, ed esultai silenziosamente.
Finora non avevo capito quanto potesse essere facile, superato il primo ostacolo che si era rivelato abbastanza duro, farla cedere e farla diventare una bambola di mamma completamente in mia balia, volevo vederla splendidamente ubriaca e il mio cazzo subì una profonda erezione al pensiero di quanto vicino fossi a realizzare il sogno della mia vita.
‘Mi raccomando, tieni tu la chiave e chiudi bene la macchina. Dovrai badare a me, finora la tua mamma ha sempre badato al suo bambino’, e mi diede un bacio dolcissimo sulla guancia, ‘ma questa volta ci sono le cose che tentano di più la tua bella mammina e dovrai essere tu a vigilare.’
‘Non temere mamma’, le risposi cercando di contenere la gioia, ‘baderò io a te e ti accudirò come in tanti anni tu l’hai fatto per me senza volere nulla in cambio. Sei la mamma più bella del mondo.’
Mia mamma si emozionò veramente a quel complimento, e mi strinse ancora più forte.
Per fortuna la crisi era passata, ed il piano stava procedendo speditamente.
Arrivò il giorno della partenza. Era il giorno del mio compleanno e non stavo più nella pelle. Mettemmo in macchina anche le cibarie, e tutto era pronto per la partenza.
Chiesi a mia mamma di vestirsi come se dovesse andare al suo primo appuntamento con un nuovo spasimante.
Lei sorrise e fu molto sollecitata dall’idea di apparire di nuovo bellissima per un uomo, per il suo unico bambino.
Mise un vestito che teneva nel cassetto e non aveva più avuto il coraggio di indossare. Mi trovai a chiedermi se fosse il vestito che indossava la sera che mi concepì. Aveva una bella scollatura sul davanti, ed era un pezzo unico con una gonna davvero corta ed attillata.
‘Sei bellissima, mamma’, mi complimentai quando glielo vidi addosso, e lei arrossì violentemente, poi mi strinse a sé e mi bacio cullandomi dolcemente.
Salimmo in macchina verso le quattro di pomeriggio. Ci volevano almeno due ore di macchina per raggiungere la baita.
‘Buon compleanno amore mio’, disse mia mamma mettendosi al posto di guida.
Seduta sul sedile la gonna salì di qualche centimetro sulle sue belle gambe, ed io dovetti concentrarmi per non rivelare una erezione pazzesca.
Pensai tra me che tra poche ore non sarebbe più stata in condizioni di guidare, e quel pensiero aumentò la mia eccitazione.
Mettemmo della musica, e cominciammo a salire per le strade tortuose di montagna.
‘Mamma, hai mai guidato mentre eri ubriaca?’, non era una domanda da fare alla propria mamma, però ormai l’eccitazione mi cresceva e avevo voglia di conoscere le cose più sconce della mia mamma.
Ma mi pentii quasi subito di quella domanda, era troppo presto, ed io ero troppo eccitato. E quello era un errore che poteva chiuderla e renderla ritrosa a tutto quello che avevo preparato.
Ma per fortuna non sembrò intuire nulla delle mie vere intenzioni dietro quella domanda.
‘Sì bambino mio, mi è capitato anche troppo spesso. Sono stata davvero una incosciente. Mi sorprendo di essere sopravissuta. Avevo imparato a bere da bambina, e ad un certo punto avevo imparato a bere troppo e troppo spesso.’
‘Sei stata brava a smettere.’
‘E’ stato per il tuo amore, bambino mio. Sono felice che tu ci sia, sei la mia vittoria.’
Che lagna, pensavo tra me.
‘Posso farti ancora qualche domanda di quel periodo?’
‘Va bene bambino mio, è giusto che tu sappia tutto della tua mamma, lo sai quanto ti amo.’
‘Anch’io ti amo, mamma.’
La mamma rise e arrossì violentemente.
‘Hey, maschietto, tu devi dire che mi vuoi molto bene. Altrimenti qualcuno potrebbe fraintendere.’
Io per tutta risposta mi sporsi a darle un bacio dolce sulla guancia.
La mia mamma quasi perse il controllo della macchina, ma poi sorrise gaia e mi guardò con gli occhi lucidi.
Era veramente bella. Tra poco sarebbe stata anche molto ubriaca, ne ero sicuro. E sarebbe stata completamente mia.
Comunque volevo sapere, desideravo conoscere il suo periodo da alcolizzata persa, e presagivo come sarebbe stata tra le mie braccia con molto alcool in corpo e le sue inibizioni cancellate.
Non aveva più avuto un uomo da quel giorno, ed io ero convinto che superata una certa soglia avrebbe visto in me solamente un maschio, un maschio con cui fare tanto sesso ubriaco e selvaggio.
Ed io sarei stato il suo uomo.
Quindi continuai a conversare con lei piacevolmente, attento a non spingermi troppo oltre ma desideroso di apprendere qualche particolare piccante della sua vita fino al ‘tragico’ giorno.
‘Quando hai cominciato ad ubriacarti sul serio?’
‘Non puoi immaginare di quanto fossi giovane. Avrò avuto dodici anni, i miei genitori erano abbastanza ingenui oltre che molto moderni.’
Sorrisi invitandola a continuare.
‘Allora fin da quando avevo nove o dieci anni mi lasciavano bere un bicchiere di vino a tavola, durante i pasti, talvolta anche due. Poi presto potei bere anche il caffè corretto con la grappa, e in poco tempo bevevo quasi come loro.’
‘Strano per una bambina di dieci anni.’
‘Infatti, ma per me sembrava normale e non sapevo che le altre bambine della mia età non godevano di questo tipo di privilegi. Comunque, continuò così per un bel pezzo e a dodici anni era l’anniversario di matrimonio dei miei genitori, non ricordo quale ma mi dissero che era importante.
Allora i bicchieri di vino furono più del solito, ben più del solito. I miei genitori non si accorsero che superai il limite perché si ubriacarono per primi.’
Rise al ricordo, ed io risi con lei.
Era bello venire a conoscere queste cose di mia mamma, cominciavo a vedere solo la natura incontaminata attorno a noi e questo mi procurava un aumento di testosterone.
‘Insomma, quel giorno mi ricordo che mangiammo e bevemmo come dei porci. Dopo il vino vi fu la grappa, e lì non capii più niente. Mi ricordo che mi svegliai in mezzo al mio stesso vomito ore dopo, con un gran mal di testa.’
‘Mammina mia dolce, mi dispiace che ti fece male.’
‘Amore mio caro, sei dolcissimo. Ma non devi dispiacertene, per me era divertente. Imparai però a dosare gli alcolici, anche perché i miei mi insegnarono a bere senza vomitare tutto, ed allora cominciai a capire come ubriacarmi davvero senza dover stare troppo male dopo.’
‘Allora non ti ubriacasti più così tanto?’
‘Per un po’ di tempo mi tenni controllata. E poi con i miei, sai, era naturale che mi controllassero. Bevevano abbastanza spesso, ma non erano degli alcolizzati. E quindi quando bevevo con loro c’era quasi sempre un controllo, a parte un paio di altre volte in cui comunque non successe niente.’
‘Capisco mamma.’
Avevo voglia di altre notizie, possibilmente più piccanti e dove mia mamma avesse esagerato come mi andava.
‘Dosare era una cosa che pensavo fosse possibile, invece con le prime uscite con i ragazzi io ero quella portata ad andare a bere ai bar, e scoprii subito quanto fosse facile farmi offrire gratis da bere dai ragazzi, anche più grandi, essendo bella e magari mostrando un pochino le mie grazie.’
Sorrise un po’ imbarazzata, ed ai miei occhi era davvero una dea.
‘A quel punto, ogni misura venne a cadere. Bevevo quasi fino a svenire ogni volta che uscivo. Ormai l’alcol era diventato una droga per me, i ragazzi mi conoscevano e facevano a gara per farmi bere, perché poi perdevo il controllo e diventavo sempre più affettuosa, se puoi capire cosa voglio dire.’
‘Sì mamma, erano dei porci che si approfittavano di una povera ragazza ubriaca.’
‘Amore mio, non essere troppo duro con loro, sapevo quello che facevo, almeno fino alla quarta birra, ed ero comunque io a permetterglielo. Avrei potuto semplicemente rifiutare. La verità era che mi divertiva, ed ero ormai davvero un’alcolizzata.’
Stavamo per arrivare alla baita, erano ormai le diciotto ed avevo voglia di cominciare a festeggiare davvero il mio compleanno.
‘Sai mammina, sono geloso di quello che ti fecero. Tu sei soltanto mia.’
Mia mamma arrossì di nuovo, e la cosa mi fece davvero piacere.
‘Non devi esserlo, oggi è cambiato tutto. Io sono solo tua, soltanto tua’, si protese lei questa volta e mi baciò, un bacio dolce ma veloce perché dovette tornare a fare attenzione alla strada.
Arrivammo alla baita che cominciava a fare scuro, la natura incontaminata mi diede addosso una strana idea di onnipotenza. Mia mamma era bellissima e appetibile.
‘Dai bambino mio, aiutami a scaricare tutto il materiale.’
‘Ti voglio tanto bene.’
‘Anch’io amore mio, ma ricordati che siamo una mamma ed il suo bellissimo bambino. Il nostro amore sarà sempre puro.’
‘Sì mamma.’
Mia mamma prese con se tutte le cibarie e si diresse verso la casa.
Mi disse di portare dentro soltanto una bottiglia di champagne, mi disse la marca lei ma non la ricordo, e mi disse di lasciare tutto il resto in macchina che tanto non sarebbe servito tirarlo fuori.
Io le dissi di sì.
Avrei avuto tempo dopo di convincerla altrimenti, dissi tra me.
Cominciò a preparare il capretto. Poi c’era polenta e baccalà. Aveva portato anche degli affettati, prosciutto e mortadella, pancetta affumicata e anche del salame.
Il cibo emanava tutto un ottimo odorino, e siccome sia mia mamma che io eravamo rimasti leggeri a mezzogiorno avevamo anche un discreto appetito.
Così avevamo cominciato a spiluccare un po’ di affettati, che ci fecero venire una gran sete.
‘Bambino mio, a me non piace l’acqua e adesso però mi è venuta una sete pazzesca. Mannaggia, non riesco ancora a capire perché non hai portato anche degli analcolici, tipo aranciata o chinotto che bevo sempre, lo sai che l’acqua non la posso soffrire.’
‘Mammina, se vuoi porto dentro una bottiglia di vino. Un paio di bicchieri non potranno farci male, che ne dici?’
‘Oh bambino mio, devi sapere che per un’alcolizzata come ero io il pericolo è sempre presente, però è anche vero che ho una gran sete e che soffrire così non ha senso.’
‘Allora vuol dire che porto dentro una bottiglia di ottimo vino, non temere ci penso io a controllarti.’
‘Va bene amore, soltanto un sorso per lenire la gran sete. Mi raccomando, devi controllarmi bene stasera.’
Mi allontanai a prendere la bottiglia, avevo un sorriso a trentadue denti stampato in viso. Pronosticai che sarebbe stata solo la prima bottiglia che portavo dentro.
Avevo voglia di prenderne subito due o tre, ma giudicai che era meglio aspettare ad uscire allo scoperto. La mia mammina era ancora sobria e avrebbe potuto mangiare la foglia, quindi dovevo essere ancora un attimo prudente.
‘Questa bottiglia va bene mamma?’
Le porsi la bottiglia, e mi venne da ridere nel modo che lei ebbe di guardarla.
‘Amore mio, questa bottiglia ha un vino squisito, che mi ricordo ancora. Soltanto ha un’alta gradazione, ed è una bella tentazione per la tua mamma.’
‘Ti controllerò io mamma.’
‘Va bene bambino mio, ecco prendo l’apribottiglie e poi mi versi un goccio nel bicchiere. Il vino va bevuto in un certo modo, come mi insegnarono i miei genitori.’
‘Sì mamma.’
Ci pensò lei ad aprire la bottiglia, con una perizia sopraffina che dimostrava come quei gesti non le fossero affatto alieni.
Annusò l’aroma che usciva dal collo della bottiglia.
‘Ah, senti che profumo, quasi mi ubriaca solo sentirlo’, rise di gusto alla sua battuta ed effettivamente vedevo che aveva le gote che si infiammavano.
Sta andando tutto a meraviglia, pensai.
‘Senti l’aroma del vino, bambino mio, non sa assolutamente di tappo, è un ottimo vino. Stai trattando la tua mammina come una regina, e pensare che è il tuo compleanno, non il mio. Sono davvero commossa.’
‘Allora facciamo un bel brindisi. Non un goccio, un bicchiere di vino pieno per festeggiare il tuo bambino che ti adora.’
‘Va bene bambino mio, ma soltanto uno. Devi promettermi di controllarmi, te ne prego davvero. Io ho paura di non sapermi controllare.’
Prese due bicchieri e li riempì di ottimo vino rosso.
Emanava un aroma davvero squisito. Avevo paura dell’effetto che avrebbe fatto a me, perché non avevo mai bevuto vino in vita mia. Decisi che avrei soltanto bagnato le labbra e l’avrei lasciata bere. Il piano era fare bere lei, non di ubriacare me stesso.
Mia mamma prese il suo bicchiere e si mise di fronte a me.
‘Un brindisi per il mio amore. Sai quanto sacrificio mi costa, vero Francesco?’
‘Sì mamma, e sappi che sono veramente commosso dal tuo affetto che mi dimostri.’
‘Non dimenticarlo mai. Ed ora beviamo.’
Sorrise, fece tintinnare il suo calice col mio e cominciò a bere.
Lei bevve un sorso generoso, forse perché l’abitudine a bere era una cosa che non sarebbe scomparsa mai, mentre io davvero bagnai soltanto le labbra.
Mi sorrise.
‘Avevo dimenticato quanto è buono il vino. Allora Francesco, ti piace?’
‘Sì mamma, è davvero ottimo’, dissi. In effetti il profumo era davvero inebriante, decisi di bere un sorso appena e lo trovai squisito.
Mia mamma invece aveva svuotato il bicchiere in un attimo.
‘Vieni qui, che la tua mamma ti vuole baciare.’
Mi strinse forte e sentii i suoi seni generosi sul petto.
Il mio cuore batteva forte. Sentii il profumo del vino nel suo alito.
Le sue guance si erano fatte leggermente più rosse, e osai guardare meglio la sua scollatura generosa. Aveva davvero dei seni bellissimi mia mamma. Ne ebbi conferma.
‘Sarà meglio che io mi fermi già, bambino mio. Ho svuotato questo bicchiere come un tempo, e so che mi sarebbe facile versarmi così il resto della bottiglia. Ma così perderei sicuramente ogni controllo, ed invece voglio rimanere sobria.’
E rise, rise di gusto segno che il vino aveva già cominciato a farle l’effetto che speravo.
‘Andiamo a vedere come procede la cottura del capretto’, disse mia mamma.
Prese ancora delle fettine di salame e di pancetta, con un po’ di pane, con la conclusione che le venne ancora più sete.
‘Bambino mio, sono assetata, versami solo un altro goccio di quel stupendo vino, ma solo un goccio mi raccomando. Altrimenti stasera dovrai portarmi a letto di peso.’
Rise.
Forse i suoi propositi stavano cominciando a venire meno. Questo era già il secondo bicchiere, ed era lei stessa a chiedermelo.
Le versai invece la stessa quantità che avevo visto versarsi lei stessa, e come lo versò lei, con la pratica di un sommelier esperto e raffinato.
‘Ti controllo io mamma, credo che sia giusto che assaggi almeno un altro bicchiere di questo vino visto che ti piace tanto.’
‘Sei proprio birichino’, mi disse avvicinandosi e dandomi un dolce bacio sulla guancia.
Presagii che tra poco i suoi baci sarebbero stati meno casti, commisurati alla quantità di alcol che avrebbe bevuto.
Prese il bicchiere e fece dei rapidi sorsi, guardandomi serena. Svuoto il bicchiere in un attimo.
Posò il bicchiere, pensò un attimo non so davvero a cosa, ora le sue guance erano un pochino più accese.
Si avvicinò al capretto ed alla polenta, misurò con attenzione il fuoco.
‘Bambino mio, è meglio che non beva più altrimenti rischio di dimenticarmi la roba sul fuoco. Controllami, e soprattutto non tentarmi con quel vino traditore’, rise in modo sensualissimo, rivelando che il vino cominciava a farle davvero effetto.
‘Sei la mamma più bella del mondo’, le dissi, avvicinandomi.
‘Vieni qui che ti voglio stropicciare tutto’, mi disse.
Mi avvicinai e mi abbandonai al suo abbraccio affettuoso.
Non parlai più di farla bere finché era ai fornelli e alle prese con la roba da cucinare, e lei preparò il capretto sui piatti, poi prese la polenta calda e la mise su dei piatti a parte. Tirò poi fuori il baccalà e lo mise in un angolo, perché era per secondo.
Intanto io mi ero spostato e le avevo appena versato un nuovo bicchiere di vino, un attimo più generoso del precedente, e quindi mi avvicinai alla mia mamma.
‘Adesso che hai finito di cucinare queste leccornie, meriti un altro bicchiere di vino.’
‘Sono sicura che non dovrei, bambino mio, ma ti amo ed ho anche tanta sete. Voglio festeggiarti come si deve.’
Prese e svuotò il bicchiere come l’aranciata che da diciotto anni era sempre sulla nostra tavola.
Mi sembrò che avesse quasi un mancamento, perché chiuse gli occhi e il suo viso avvampò.
Mi affrettai a cingerle i fianchi.
‘Hm, bambino mio mi sembra che il vino cominci a farmi uno strano effetto’, rise, ‘sarà meglio che controlli bene la tua mammina da adesso in poi.’
Mi baciò con un certo vigore all’angolo della bocca.
Era un bacio diverso, più voluttuoso e sentii la mia erezione esplodere nei pantaloni.
La accompagnai alla tavola, ma mi si staccò con un piccolo moto di stizza. Mi chiesi se il vino non avesse l’effetto collaterale di renderla meno affettuosa e più sfrontata, ma era un rischio che potevo accettare.
‘La tua mamma sa reggere benissimo tre bicchieri di vino, che cosa ti credi?’, e comunque rise beatamente, segno che quei tre bicchieri l’avevano comunque resa un attimo più allegra.
Lasciai che si sedette a tavola da sola, anche se la cosa mi generò un impercettibile moto di stizza per il suo imprevisto gesto di allontanamento.
‘Mamma, voglio starti tanto vicino. Posso?’
‘Soltanto se mi versi da bere un bel bicchiere di vino, bambino mio.’
Compresi che si stava cominciando a sciogliere, che il vino aveva già fatto un effetto abbastanza forte, infatti era forse il vino con la gradazione alcolica maggiore in commercio, ed io mi affrettai ad ubbidirle, in fondo era la mia mamma.
Le diedi una generosa razione di vino, rendendo il bicchiere un po’ più pieno delle volte precedenti.
‘Il mio bambino, quanto lo amo’, disse mia mamma e si sporse a baciarmi a lungo sulla guancia. Per fortuna il bicchiere rimase bello dritto. Poi con un gesto sicuro e collaudato si portò il vino alla bocca e svuotò il contenuto del bicchiere rivelando un collo pieno e delicato.
Era il suo quarto bicchiere bevuto, considerai che le sue difese stavano cedendo.
Mi feci più vicino e le dissi di mangiare qualcosa, che il capretto si stava raffreddando.
Lei rise di gusto.
‘Francesco tutto mio, di solito queste cose te le dice la tua mamma’, e rise di gusto. Si preparò la sua razione e cominciò a mangiare con le mani.
Anch’io affondai i miei denti sulla tenera carne di capretto. Era buonissimo, mia mamma l’aveva cucinato con amore ed in fondo avevo anche tanta fame. Inoltre profetizzai che sarebbe stata una notte di gran sesso, e che avremmo tutti e due avuto bisogno di tante energie.
Forse tra poco lei avrebbe attinto direttamente dall’alcol nel corpo, ma io non avevo bevuto praticamente niente di alcolico, e non lo avrei fatto quindi dovevo nutrire il mio corpo.
Vidi mia mamma cercare la bottiglia e versarsi una dose generosa di vino sul bicchiere.
‘La tua mamma si sta ubriacando’, mi disse con voce leggermente impastata.
Quindi trangugiò il vino.
Ruttò con estrema delicatezza, un ruttino femminile e angelico. Il mio cazzo diventò di pietra.
‘Amore mio’, disse mia mamma con voce ancora più alterata, ‘quanto vino mi hai fatto bere?’
Sembrava seria, un altro effetto collaterale.
Pensai che comunque più il vino fosse entrato nel suo bellissimo corpo, più gli effetti collaterali sarebbero stati del tipo più eccitanti.
La legna scoppiettava nel camino acceso, mia mamma stava mangiando e bevendo troppo, si trattava solo di portarla per mano verso una ubriachezza sensuale e non molesta.
‘Forse hai bevuto due bicchieri, mammina, ti ho promesso che non ti farò bere di più e sto mantenendo la mia promessa’, risposi mentendo spudoratamente.
Mia mamma rimase seria per alcuni istanti, poi mi scoppiò a ridere in faccia.
‘Non sono ancora così ubriaca da non saper contare, Francesco’, disse riprendendosi un poco.
‘Ti avevo detto di fare attenzione ed invece ho già bevuto quattro bicchieri di vino.’
Non le dissi che in realtà erano stati cinque.
Addentò una coscia di capretto e non fece caso al sugo che le colò su parte del mento.
Mi diede un innocuo schiaffetto sul viso. Le sue movenze si erano fatte un po’ più goffe.
‘De-devi promettermi che non mi farai più bere ancora molto, guarda che non sto scherzando.’
‘Sì mamma, te lo giuro.’
‘Sei il mio unico amore’, mi disse allora raddolcendosi, e mi stampò un altro bacio fatto di sugo di carne e di saliva.
Le versai io stesso da bere il successivo bicchiere di vino.
Lei mi guardò a lungo. Poi prese il bicchiere e lo svuotò all’istante.
Questa volta ruttò in modo molto più plateale.
Si girò ridendo e mi fece cenno di fare silenzio, cominciava ad essere buffa oltre che terribilmente attraente.
‘Non mi devi più versare altro vino’, disse trattenendo a stento il riso, ‘altrimenti caro il mio bambino adorato devi sapere che”, si fermò come raccogliendo il filo dei suoi pensieri, ‘non risponderò più delle mie azioni da qui in avanti.’
Non sapevo quanto avrebbe retto questo ritmo di bevute, ma volevo che bevesse un po’ tutti i tipi di alcolici che avevo comperato, volevo farla bere il massimo e volevo che si divertisse anche.
Mi alzai.
‘Dove va il mio bambino adorato?’, mi chiese sporgendosi verso di me ed alitandomi in faccia.
Era davvero incantevole, la scollatura mi mostrava i suoi seni generosi ed avevo voglia di affondare le mani sulla sua scollatura. Avevo voglia di leccarle i capezzoli, alla mia mamma ubriaca.
‘Voglio portare dentro qualcos’altro da bere, hai promesso di bere lo champagne e penso che sia venuto il momento giusto.’
‘In effetti la bottiglia è quasi vuota’, disse pensierosa alzando la bottiglia che indubbiamente era quasi stata prosciugata.
‘Doveva esserci una perdita’, disse ridendo sguaiatamente, poi mi assestò uno sculaccione a mo’ di sprone e mi disse di portare dentro la bottiglia di champagne.
Intanto che andai vidi che si versava il resto della bottiglia, praticamente si era scolata da sola un’intera bottiglia di vino in una mezzora.
Le cose andavano davvero bene.
Rientrai e mi avvicinai ancora più con la sedia a quella di mia mamma.
Misi la bottiglia di champagne sulla tavola.
La guardai ed era leggermente instabile sulla sedia. Le sue gote erano in fiamme. Mi chiesi se potevo rischiare di toccarle i seni, se potevo baciarla sulla bocca, se era già cotta abbastanza ma mi dissi che sarebbe stato bello aspettare ancora.
Sembrò rianimarsi d’un tratto e mi abbracciò stretto con una goffaggine dovuta all’ubriacatura.
‘Il mio adorato bambino’, mi disse, ‘non sa che sono ubriaca e vuole farmi bere ancora. E’ una ottima idea.’
Rise, ed io tirai un sospiro di sollievo.
Indubbiamente il suo grado di sbronza attuale doveva essere abbastanza instabile.
Decisi che dovevo portare dentro tutto.
‘Aspetta mamma, ho in serbo una piccola sorpresa per te.’
Presi la bottiglia e feci per andarmene, ma lei mi tirò per la cintura.
‘Hey, dove credi di andare? Lascia qui la mia bottiglia’, disse con una voce alterata ed instabile.
‘Mammina, vado a prendere l’altra roba sulla macchina, voglio farti un bel cocktail.’
‘Che bello che sei, ti amo Francesco’, e mi bacio quasi sulle labbra sporgendosi quasi fino a cadere dalla sedia.
Stava partendo? Era presto per dirlo, sicuramente non potevo ancora farci l’amore, ma pensai che tra un po’ per lei sarei stato un maschio da sesso e non più suo figlio.
Però desideravo che rimanesse anche consapevole, che fosse alla fine la sua volontà insieme alla sua sbronza a farle scegliere di fare sesso con me. Volevo che fosse anche una sua scelta.
Presi la bottiglia perché temevo che lei la tracannasse approfittando della mia assenza, e non volevo che svenisse.
Presi una bottiglia di gin, una di whisky, una di tequila, insomma un po’ di tutto e lo portai dentro.
Erano scese le tenebre e mia mamma era in piedi vicino alla tavola.
Barcollava visibilmente e mi sorrideva.
‘La tua mamma ha voglia di uno stupendo cocktail dal suo figlio adorato’, mi disse strascicando un po’ le parole.
Ma io non sapevo preparare nessun tipo di cocktail, non sapevo nemmeno da dove cominciare.
‘Perché non mi insegni tu invece?’, proposi con un improvviso lampo di genio.
‘Aiutami ad andare verso il lavabo amore’, mi rispose mia mamma.
La cinsi ad un fianco e la aiutai, era leggermente instabile sulle gambe, ma ancora troppo sobria mi ripromisi, troppo sobria per scoparmela sulla tavola o per invitarla a fare uno striptease integrale sopra la tavola.
Cominciò ad aprire la varie bottiglie.
‘Portami i bicchieri amore, ce ne vuole uno per tipo. Hic! Eheheh, la tua mamma sta partendo amore mio. Voglio insegnarti che bisogna bere con il bicchiere giusto, cosa che sarò in grado di fare solo fino ad uno stadio di ubriacatura, poi sarà meglio che mi guidi tu.’
‘Ti amo mamma’
‘Anch’io, Francesco mio.’
Stavolta mi baciò davvero sulle labbra, non con la lingua, non ancora, ma mi baciò voluttuosamente.
Rise.
‘Oddio, credo di stare partendo davvero.’
‘Ubriaca sei ancora più bella.’
‘E’ il mio regalo di compleanno per te’, disse la mia mamma adorata, ‘quando bevo troppo divento davvero tanto affettuosa, affettuosa in un modo che non immagini’, rise con la faccia tutta rossa.
Il modo che intendeva me lo immaginavo benissimo, ma forse l’ubriacatura non la faceva accorgere delle mie intenzioni e del mio rigonfiamento nei pantaloni sempre più pronunciato.
Le portai vari bicchieri, intuii che era meglio portarglieli tutti perché non sapevo davvero mettere insieme i tipi con i vari liquori, anche se per qualcuno potevo intuire.
Su uno piccolo si versò la tequila, e quindi la bevve tutta d’un fiato.
Fece una faccia disgustata un momento, ma poi capii che le piaceva terribilmente. Doveva essere davvero forte.
Mia mamma si stava ubriacando davvero.
udeth.p@gmail.com
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