Al cinema (una storia vera)

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Al cinema (una storia vera)
Salve, sono Anna e vivo in Veneto, attualmente in un paesino, simile a tanti altri della pedemontana, ma nella mia adolescenza ho vissuto anche in una grande città (per il momento vorrei essere riservata su questo punto). In queste giornate di forzato riposo mi affiorano alla mente diversi episodi accaduti anni fa, a volte addirittura durante la mia giovinezza. Penso sia comune a molti; ho deciso di scrivere qualcosa, così, di getto, senza alcuna pretesa o velleità di risultato. Il primo accadimento a cui ho pensato, già da diversi giorni, avvenne al terzo anno di Liceo. In classe eravamo 15 ragazze e 7 maschi, di cui solo un paio carini, ma comunque senza alcun fascino ai miei occhi. Ero invece attratta dai ragazzi della classe accanto alla mia che erano all’ultimo anno. In particolare durante la ricreazione mi fermavo a chiacchierare con Filippo e Michele, di loro mi colpiva il modo di parlare oltre ovviamente al fatto che erano grandi, li vedevo come due guerrieri forti ed invincibili. Un sabato mi proposero di andare a vedere con loro un film in centro al pomeriggio. Io accettai senza pensarci troppo su, mi sentivo tranquilla con loro e comunque era un invito al cinema, una cosa senza impegno. Nonostante non fossi innamorata né dell’uno né dell’altro mi preparai con cura per quell’appuntamento, destando perfino la curiosità di mia madre (che spensi sul nascere con una generica uscita “tra femmine”). Avevo, ed ho tuttora, un fisico asciutto, purtroppo senza qual bel seno che osservavo (con malcelata invidia) adornare il petto delle mie compagne, specie di quelle più sicure di loro stesse. In qualche modo riuscivo a compensare con le gambe, che sono ancora il mio punto di forza, insieme al sedere ed agli occhi verdi. Mi presentai dunque davanti alla biglietteria del cinema con una gonnellina plissettata abbastanza corta ed una camicetta, ballerine e capelli sciolti. I ragazzi mi salutarono, contenti che fossi arrivata davvero e ci accomodammo all’interno. La sala era semivuota ed io decisi di sedermi in mezzo a loro. Entrambi gradirono la scelta abbracciandomi amichevolmente (lasciai fare senza problemi, lo trovavo naturale). Quando il film comincio’ vidi con la coda dell’occhio che entrambi i ragazzi cercavano di guardare le mie coscie senza farsi notare. Ricordo che la cosa mi diverti' molto, contribuendo anche a rilassarmi, erano sicuramente due bravi ragazzi. Alla fine del primo tempo Michele si offrì di andare a prendere i pop corn e le bibite. Avevo sia sete che fame, fu una ottima pensata. Mentre Michele uscì dalla fila il suo amico Filippo strinse con più coraggio il braccio attorno alle mie spalle e mi ritrovai con la testa appoggiata al suo collo. Potevo sentire il suo respiro ed anche il suo profumo. Qualcosa mi prese, forse una pazzia strana aveva fatto breccia nella ragazza perfettina che ero, non lo so, ma sta di fatto che mi alza e baciai Filippo sulla guancia, vicinissimo alla bocca. Lui fu sorpreso e si voltò verso di me…chissà, forse ci saremmo potuti baciare più intensamente ma vidi in lontananza ritornare Michele e mi ricomposi. Tornata al centro della sedia mi prese un senso di colpa nei confronti del gentilissimo Michele che ci aveva portato da mangiare e bere e non aveva ricevuto nessun vero ringraziamento. Mi voltai dunque verso di lui.
“Grazie Michi dei pop corn”
Accompagnai la frase con un leggero bacio sulle labbra, oramai stavo volando, mi sembrava tutto semplice, tutto possibile, tutto naturale. Michele mi sorrise, non rispose direttamente al bacio ma trovò il coraggio di mettere una mano sulla mia coscia. Immediatamente anche Filippo allungò la sua mano e così mi ritrovai immersa in un piacevole e leggero massaggio. Ricordo bene la sensazione che provai, un misto di rilassata eccitazione e di tranquillità. I due ragazzi muovevano le mani su tutta la lunghezza di entrambe le coscie, non erano volgari ma oramai sentivo crescere dentro una infinita curiosità. Saltai il fosso, si, letteralmente presi coraggio e feci quello che solo pochi minuti prima per me era proibito. Allungai le mie mani, sino a quel momento incrociate sul mio ventre, e cercai i loro due cazzi. Si, in quel momento nella mia mente di studentessa di liceo classico affioro' proprio quel termine, fino ad allora represso…”cazzo”. Li trovai subito, entrambi sobbalzarono vistosamente quando li raggiunsi nelle loro intimità con le mani. Era una cosa pazzesca, tutti e tre facevamo ogni movimento con calma ma con coordinazione, permettendo agli altri di agire. I due ragazzi salivano ora toccando i miei slip che cominciavano ad esser carichi di liquido. Io oramai avevo afferrato per bene i loro membri, non mi sovvengono ora bene le dimensioni di ognuno, in quel momento ero talmente presa dalle vicende che mi stavano accadendo da non aver completa lucidità. Continuammo a lungo, fino alla fine del film. Nessuno di noi tre sembrava decidersi ad andare oltre, la cosa era allo stesso tempo eccitante e rassicurante. Quando le luci si riaccesero ovviamente tutti e tre ci ricomponemmo. Ridemmo a lungo guardando i pop corn sul pavimento e le bibite, appena toccate durante il secondo tempo.
“Anna, che fai ora?”
Michele e Filippo a quel punto volevano qualcosa in più, ma oramai la prima brezza della sera mi aveva risvegliata dal mio sogno.
“Ragazzi grazie di tutto ma io devo rientrare, lunedì ho greco e non posso fare tutto domani”
Baciai entrambi con un tocco lieve di labbra, trasmisi a quei maschi delusi tutta la mia riconoscenza per non aver insistito oltre. Un ultimo sguardo alle loro erezioni che avevo avuto tra le mie mani poco prima e poi andai a prendere l'autobus, felice, leggera e libera.
scritto il
2020-04-05
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