Marta. Il fascino della Regina del pompino
di
Eliseo91
genere
etero
Marta è una succhiacazzi eccezionale.
Ogni volta che la incontro mi viene una voglia che è difficile star calmi. Sa benissimo come farmi ballare gli ormoni. È il suo mestiere, la sua vocazione. Chiariamo ogni dubbio, Marta non fa la puttana per mestiere, lo fa per vocazione nel privato, lo fa per arrotondare quando il lavoro non va a gonfie vele. Ci siamo conosciuti per caso, in discoteca. Lei ballava strusciandosi ai cazzi di mezza discoteca. Più di una volta l'avevo vista andar via ubriaca e strafatta. Per i frequentatori della discoteca era una presenza fissa abbastanza gradita, infatti veniva lì a ballare ogni sabato sera con le amiche. Ogni sabato trovava un partner diverso con cui concludere la nottata. La vedevo sempre attorniata da maschietti, le dicerie e i pettegolezzi giravano tra tutti noi quasi come le foto e i video che i ragazzi le facevano nei bagni, quando la invitavano a fare un bel pompino. Pompini a pagamento, mica gratis. Non ha mai fatto nulla gratis quella ragazza. Per 100 euro succhiava il cazzo nei bagni, per 150 ti lasciava entrare anche nella figa e nel culo. Erano dei prezzi tutto sommato onesti, la clientela era ricca, nessun maschietto li aveva problemi di soldi e farsi una scopata con Marta faceva curriculum. Alla ragazza non importava essere ripresa, per lei potevano scambiarsi foto e video delle sue prestazioni, non era un mistero per nessuno la sua zoccolaggine.
Una di quelle sere mi ero fatto avanti, come tutti speravo di raggiungere l'orgasmo con Marta e ricavarci una notte di sesso a casa sua.
L'avvicinai al bancone. Dopo averle offerto un drink avevo messo un bel centone sul banco. Come una monella le erano brillato gli occhi. La banconota sparì subito nella sua borsetta, dieci minuti dopo eravamo avvinghiati, nel bagno, io col cazzo dentro alla sua figa ancora calda e profumata, lei con le sue urla da cagnetta in calore.
I suoi occhi, i suoi occhi ti conquistavano. Avevano un qualcosa di soprannaturale. Quando ti fissavano non potevi distogliere lo sguardo, era come se avessero un potere. Di certo avevano il potere di farti sganciare 100 euro per una scopata frugale nei cessi.
A prima vista non era una bellezza appariscente ma quei due occhi verdi, intriganti la rendevano speciale, per non parlare di quella piccola bocca carnosa, apparentemente così candida e minuta, all'azione invece costringeva un uomo a sborrare in pochi minuti. Era un suo vanto, nessuno poteva e riusciva a resisterle. Il suo corpicino magro, le tette piccoline, il culo a violino. Un corpo fatto apposta per scopare. Marta mi piaceva, era da tempo che volevo una scopata, era da tempo che cercavo il coraggio di darle quei 100 euro per avere in cambio un bel pompino. Marta era veramente la Regina del Pompino. Come succhiava lei quasi nessuna. Le sue capacità superavano le aspettative. Lei non ti prendeva solo il cazzo in bocca, lei ti faceva vivere il pompino con tutte le emozioni e sensazioni che potevano essere collegate a quella situazione. Gli occhi. Gli occhi catalizzavano l'attenzione. Lei non ha mai distolto lo sguardo dal mio mentre si ostinanava a prenderlo tutto in bocca. Più il mio cazzo scendeva tra le sue labbra per appoggiarsi alla gola e più mi faceva vivere sensazioni sul corpo e dentro il corpo. Era il potere di quei due occhi verdi, pungenti, intrisi di erotico mistero. I suoi capelli castani, un po' mossi, davano al contorno sessuale una forza ancora più perversa. A un certo punto pretendeva che l'uomo sopra di lei la prendesse con forza dalla chioma per ficcare il cazzo ancora più in gola. Voleva che l'uomo godesse al massimo delle proprie fantasie erotiche. Io me ne stavo innamorando. Me ne stavo innamorando mentre con delicatezza le stavo leccando la patata. Me ne stavo innamorando infilandole il cazzo nel culo, sentendo i suoi forti gemiti durante la penetrazione. Sentivo il suo culo prendere posizione e fare scudo mentre il mio cazzo sfondava quel bel buco stretto, sentivo la frizione della mia pelle nel suo corpo, sentivo le palle prendermi fuoco. La sua figa bagnata aspettava con ansia il mio entrare furibondo. Voleva lasciarmi ogni via d'entrata libera da inibizioni. Il suo compito era favorire le mie richieste, accontentare ogni mio desiderio sessuale. Nei 100 euro era previsto tutto. Marta però non era una puttana. Era brava a fare la puttana ma aveva una vita normale, una vita da donna impegnata, da gran lavoratrice. Con grandi sforzi e sacrifici mandava avanti il negozio di famiglia ed era molto seria e precisa nel proprio lavoro. Il sesso era un'arte a parte, un modo per evadere da quella vita monotona fatta di scaffali da riempire, scontrini, ordini, tasse.
Ogni pompino era uno schiaffo al sistema, ogni sborrata in gola era un atto di liberazione. Cazzo se sapeva ingoiare Marta. Ingoiava tutto, non lasciava una goccia di sperma venisse sprecata. Voleva farsi vedere mentre Ingoiava, cercava con malizia i miei occhi. Io ero suo in quel momento, possedeva tra le sue labbra, sulla sua lingua, nel suo stomaco quanto di più prezioso avessi. Il mio seme, la mia eredità, la mia progenie. Io la amavo, la amavo già da tempo. La amavo quel giorno che presentandomi in negozio comperai di tutto pur di attirare la sua attenzione. La amavo ogni volta che la vedevo in discoteca con le amiche e sapevo avrebbe passato la notte a spompinare i miei amici. La amavo così tanto da desiderare i video delle sue prestazioni sessuali, chiedevo a chi l'avesse filmata di condividermi i files. Ne avevo bisogno. L'amavo anche se sapevo non esser mia, L'amavo proprio perché la sua bocca era insaziabile e poteva accontentare chiunque.
Prima di entrare nel bagno mi ha detto che potevo farle di tutto, aveva solo voglia di rendermi felice. Potevo chiederle qualunque cosa, l'avrebbe fatta. Mi aveva dato il permesso per scattare delle foto e fare dei video.
"L'importante è che non ci guadagni su quei video" mi aveva detto. Se volevo rivenderli o pubblicarli sul web dovevo darle una percentuale. Il suo motto era "la mia figa si paga".
Stavo per venirle in bocca quando mi passò per la testa di chiederle di stare con me quella notte e anche le notti seguenti.
Non riuscii a chiederlo, mi limitai solo a sborrarle in gola e mi pulii il cazzo sul suo faccino. Aveva degli occhi pazzeschi, uno sguardo incredibile.
Si. Marta è davvero una succhiacazzi eccezionale.
Ogni volta che la incontro mi viene una voglia che è difficile star calmi. Sa benissimo come farmi ballare gli ormoni. È il suo mestiere, la sua vocazione. Chiariamo ogni dubbio, Marta non fa la puttana per mestiere, lo fa per vocazione nel privato, lo fa per arrotondare quando il lavoro non va a gonfie vele. Ci siamo conosciuti per caso, in discoteca. Lei ballava strusciandosi ai cazzi di mezza discoteca. Più di una volta l'avevo vista andar via ubriaca e strafatta. Per i frequentatori della discoteca era una presenza fissa abbastanza gradita, infatti veniva lì a ballare ogni sabato sera con le amiche. Ogni sabato trovava un partner diverso con cui concludere la nottata. La vedevo sempre attorniata da maschietti, le dicerie e i pettegolezzi giravano tra tutti noi quasi come le foto e i video che i ragazzi le facevano nei bagni, quando la invitavano a fare un bel pompino. Pompini a pagamento, mica gratis. Non ha mai fatto nulla gratis quella ragazza. Per 100 euro succhiava il cazzo nei bagni, per 150 ti lasciava entrare anche nella figa e nel culo. Erano dei prezzi tutto sommato onesti, la clientela era ricca, nessun maschietto li aveva problemi di soldi e farsi una scopata con Marta faceva curriculum. Alla ragazza non importava essere ripresa, per lei potevano scambiarsi foto e video delle sue prestazioni, non era un mistero per nessuno la sua zoccolaggine.
Una di quelle sere mi ero fatto avanti, come tutti speravo di raggiungere l'orgasmo con Marta e ricavarci una notte di sesso a casa sua.
L'avvicinai al bancone. Dopo averle offerto un drink avevo messo un bel centone sul banco. Come una monella le erano brillato gli occhi. La banconota sparì subito nella sua borsetta, dieci minuti dopo eravamo avvinghiati, nel bagno, io col cazzo dentro alla sua figa ancora calda e profumata, lei con le sue urla da cagnetta in calore.
I suoi occhi, i suoi occhi ti conquistavano. Avevano un qualcosa di soprannaturale. Quando ti fissavano non potevi distogliere lo sguardo, era come se avessero un potere. Di certo avevano il potere di farti sganciare 100 euro per una scopata frugale nei cessi.
A prima vista non era una bellezza appariscente ma quei due occhi verdi, intriganti la rendevano speciale, per non parlare di quella piccola bocca carnosa, apparentemente così candida e minuta, all'azione invece costringeva un uomo a sborrare in pochi minuti. Era un suo vanto, nessuno poteva e riusciva a resisterle. Il suo corpicino magro, le tette piccoline, il culo a violino. Un corpo fatto apposta per scopare. Marta mi piaceva, era da tempo che volevo una scopata, era da tempo che cercavo il coraggio di darle quei 100 euro per avere in cambio un bel pompino. Marta era veramente la Regina del Pompino. Come succhiava lei quasi nessuna. Le sue capacità superavano le aspettative. Lei non ti prendeva solo il cazzo in bocca, lei ti faceva vivere il pompino con tutte le emozioni e sensazioni che potevano essere collegate a quella situazione. Gli occhi. Gli occhi catalizzavano l'attenzione. Lei non ha mai distolto lo sguardo dal mio mentre si ostinanava a prenderlo tutto in bocca. Più il mio cazzo scendeva tra le sue labbra per appoggiarsi alla gola e più mi faceva vivere sensazioni sul corpo e dentro il corpo. Era il potere di quei due occhi verdi, pungenti, intrisi di erotico mistero. I suoi capelli castani, un po' mossi, davano al contorno sessuale una forza ancora più perversa. A un certo punto pretendeva che l'uomo sopra di lei la prendesse con forza dalla chioma per ficcare il cazzo ancora più in gola. Voleva che l'uomo godesse al massimo delle proprie fantasie erotiche. Io me ne stavo innamorando. Me ne stavo innamorando mentre con delicatezza le stavo leccando la patata. Me ne stavo innamorando infilandole il cazzo nel culo, sentendo i suoi forti gemiti durante la penetrazione. Sentivo il suo culo prendere posizione e fare scudo mentre il mio cazzo sfondava quel bel buco stretto, sentivo la frizione della mia pelle nel suo corpo, sentivo le palle prendermi fuoco. La sua figa bagnata aspettava con ansia il mio entrare furibondo. Voleva lasciarmi ogni via d'entrata libera da inibizioni. Il suo compito era favorire le mie richieste, accontentare ogni mio desiderio sessuale. Nei 100 euro era previsto tutto. Marta però non era una puttana. Era brava a fare la puttana ma aveva una vita normale, una vita da donna impegnata, da gran lavoratrice. Con grandi sforzi e sacrifici mandava avanti il negozio di famiglia ed era molto seria e precisa nel proprio lavoro. Il sesso era un'arte a parte, un modo per evadere da quella vita monotona fatta di scaffali da riempire, scontrini, ordini, tasse.
Ogni pompino era uno schiaffo al sistema, ogni sborrata in gola era un atto di liberazione. Cazzo se sapeva ingoiare Marta. Ingoiava tutto, non lasciava una goccia di sperma venisse sprecata. Voleva farsi vedere mentre Ingoiava, cercava con malizia i miei occhi. Io ero suo in quel momento, possedeva tra le sue labbra, sulla sua lingua, nel suo stomaco quanto di più prezioso avessi. Il mio seme, la mia eredità, la mia progenie. Io la amavo, la amavo già da tempo. La amavo quel giorno che presentandomi in negozio comperai di tutto pur di attirare la sua attenzione. La amavo ogni volta che la vedevo in discoteca con le amiche e sapevo avrebbe passato la notte a spompinare i miei amici. La amavo così tanto da desiderare i video delle sue prestazioni sessuali, chiedevo a chi l'avesse filmata di condividermi i files. Ne avevo bisogno. L'amavo anche se sapevo non esser mia, L'amavo proprio perché la sua bocca era insaziabile e poteva accontentare chiunque.
Prima di entrare nel bagno mi ha detto che potevo farle di tutto, aveva solo voglia di rendermi felice. Potevo chiederle qualunque cosa, l'avrebbe fatta. Mi aveva dato il permesso per scattare delle foto e fare dei video.
"L'importante è che non ci guadagni su quei video" mi aveva detto. Se volevo rivenderli o pubblicarli sul web dovevo darle una percentuale. Il suo motto era "la mia figa si paga".
Stavo per venirle in bocca quando mi passò per la testa di chiederle di stare con me quella notte e anche le notti seguenti.
Non riuscii a chiederlo, mi limitai solo a sborrarle in gola e mi pulii il cazzo sul suo faccino. Aveva degli occhi pazzeschi, uno sguardo incredibile.
Si. Marta è davvero una succhiacazzi eccezionale.
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