Roberta 10 - Pompino Relax
di
Eliseo91
genere
incesti
Suo padre l'aspettava a casa leggermente incazzato. Roberta non aveva dato segni di vita per tutto il pomeriggio, sia sua madre che suo fratello avevano cercato di contattarla ma senza ottenere risposta.
"Dove cazzo sei stata puttana?" - si sentì dire Roberta rientrando in casa verso le 6 del pomeriggio.
"Che cazzo vuoi papà? Ero fuori a rilassarmi, mica devo dirvi dove vado, son adulta"
"Senti un pò puttanella del cazzo, io sono tuo padre e mi rispondi bene, capito? Questa casa non è un'albergo. Se vuoi restare sotto questo tetto devi obbedire alle regole. Se io ti chiamo per sapere dove sei, adulta o non adulta, mi devi rispondere porcoddio!"
Giovanni era visibilmente alterato, qualcosa nella giornata doveva essere andato storto per incazzarsi in quella maniera. Roberta accennò uno "scusa" con la mano e suo padre si calmò.Si sedette sul divano e mise la testa fra le mani, sembrava piangesse.
Roberta iniziava a preoccuparsi, c'era qualcosa che non andava nel comportamento del padre.
"C'è qualcosa che non va papà? Mi sembri troppo incazzato, non può essere solo perchè son rientrata adesso senza rispondervi al telefono..."
Suo padre la guardò e annuì con la testa.
"Hai ragione Roberta, non è colpa tua, son incazzato per i fatti miei e me la sono presa con te... ho esagerato perdonami figlia mia"
"Ma cos'è successo papà, dimmelo. Qualcosa di grave?"
Giovanni si alzò dal divano e iniziò a girare per la stanza.
"Problemi al lavoro Roberta. Mi hanno chiamato dalla banca e rischiamo di perdere tutto, pure la casa, sono nervosissimo..."
"Porco dio papà..." - esclamò Roberta esterefatta. - "Ma che cazzo è successo?"
"Ricordi quello stronzo di Gioele, il fratello alto alto che era uno dei nostri clienti? Beh, quel figlio di puttana non ci ha pagato le forniture dell'ultimo anno e ora siamo nella merda. Tutti i lavori che abbiamo fatto per lui sono stati fatti gratis. La banca non mi aiuterà più e io sono nella merda Roberta, non ho più una lira in tasca... non so nemmeno come dirlo a tua madre che stiamo andando a fanculo"
Roberta era demoralizzata, di punto in bianco la felicità per la fine della pandemia veniva rimpiazzata dall'ansia di finire in mezzo una strada.
"Ma papà, perchè quel figlio di puttana non ti ha pagato? Tu non mi sembri uno sprovveduto dai..."
"Vedi Roberta, Gioele era in crisi e mi ha chiesto di poter dilazionare i pagamenti, io come un pirla gli ho dato fiducia, tanto tra noi testimoni di geova mica pensi di beccarti una fregatura. Sto stronzo invece ha lasciato il paese poco prima del lockdown per scappare con la segretaria da qualche parte, ha mollato la moglie e le attività e solo ora ho scoperto che è irrintracciabile. La banca dopo tanti avvisi mi ha chiamato e mi ha detto che siamo in rosso. Quel figlio di troia si starà facendo succhiare il cazzo su qualche spiaggia tropicale e io son qua a non sapere come gestire i debiti adesso. Ovviamente sua moglie mica mi ha avvisato che quel bastardo era scappato via portandosi via tutto il denaro..."
"Senti papà, stai calmo, in qualche modo riusciremo a cavarcela... senti siediti un attimo che ti tranquillizzo io..."
Giovanni si mise nuovamente sul divano.
Roberta si avvicinò al padre e si inginocchiò.
"Adesso lascia fare a Roberta tua papà, ti tranquillizzerai subito..."
La ragazza cominciò col togliersi la magliettina di dosso. Era nuda, con due belle pere al vento, proprio sotto gli occhi del padre.
"Ti piacciono papi? Vuoi toccarle?"
Giovanni annuì e prese le tette della figlia tra le mani con delicatezza"
"Bravo papi, ora strizzami le tette dai, fammi godere..."
Il padre continuava a palpare le enormi tette della figlia, gli stava venendo duro.
"Ora alzati in piedi, papi..."
Giovanni non se lo fece ripetere, aveva il cazzo in tiro, la figlia lo stava eccitando.
Roberta gli slacciò la cintura dei pantaloni e si trovò a tu per tu con l'enorme cazzo paterno. Dolcemente levò le mutande del padre e con la boccuccia iniziò a prendere il membro paterno tra le labbra.
"Ti piace papi quello che sto facendo?"
Roberta era sempre più maliziosa e intrigante.
"Certo Roberta, mi stai facendo godere cazzo..."
Roberta prese tutto il cazzo del padre in bocca e iniziò la solita succhiatura, così come lo aveva abituato. Con le mani massggiava le palle del padre mentre con la bocca riusciva a prendere tutto il cazzo per intero fino alla gola.
Il padre la lasciava fare, era così bello farsi spompinare dalla figlia.
"Ora papi, io rimango ferma, spingilo tu il cazzo nella mia boccuccia"
Giovanni era rosso dalla libidine. Afferrò la testa della figlia con le manone che aveva e con forza e rabbia sbatteva il cazzo fino nella gola della ragazza. Roberta lasciava fare, voleva che il padre riuscisse a sconfiggere l'ansia, doveva essere solo "un buco da penetrare", quel pompino era la miglior forma di antidepressivo che i medici potessero prescrivere a quel cinquantenne in crisi.
"Brava troia succhia" – gridava Giovanni in estasi, tenendo con forza i capelli della figlia.
"Ora vengo puttanaaaaaa..."
Roberta si trovò la bocca piena di sperma, le usciva da tutte le parti, il padre aveva ficcato il cazzo fino alla sua gola, un misto di sborra e saliva le copriva ora tutta la faccia. Roberta tossiva, era stata in apnea per almeno due minuti. Da come il padre le aveva penetrato la bocca le faceva la mandibola.
"Grazie Roberta, sei riuscita a rilassarmi con questo pompino. Sei davvero una brava figlia, una soddisfazione".
Roberta sorrideva contenta, era riuscita a tirar via l'ansia del padre grazie alle sue abilità pompinatorie.
"Vuoi pure pisciarmi addosso o in bocca papi? Sai che ne ho sempre voglia di queste cose."
Giovanni non se lo fece ripetere due volte, avere una figlia così porca e servizievole non era da tutti e in fondo un pò di piscia gli scappava pure.
"Apri bene la bocca Roberta..."
La ragazza allargò la bocca più di quanto potesse fare, il padre infilò la punta del cazzo sulla lingua della figlia e iniziò a sgorgare una bella pisciata zampillante. Roberta non perse nemmeno una goccia del nettare paterno, bevve tutta la piscia in un sol sorso.
Giovanni era devastato dal piacere.
"Ora vado a farmi una doccia papi, se dopo sei ancora triste e in ansia vengo a rilassarti di nuovo a modo mio..." - disse Roberta con quel musetto ambiguo e malizioso.
Giovanni era al settimo cielo, ci voleva proprio un bel pompino da Roberta per riprendere un pò di buonumore.
Roberta si denudò completamente, voleva far vedere pure il culo e la figa al padre, fece una piroetta e salutò il genitore andando sculettando verso il bagno. Lanciò un bacio con le dita al papà mentre un pò di piscio e sborra le stava colando dal collo alle tette.
Era proprio una figa da paura.
Giovanni si masturbava sul divano pensando alla figlia che stava per lavarsi in doccia.
"Porca puttana che figa mia figlia pensava, trentanni, bionda, due tette al vento e un culo a mandolino... farebbe rinsavire un morto..."
"Dove cazzo sei stata puttana?" - si sentì dire Roberta rientrando in casa verso le 6 del pomeriggio.
"Che cazzo vuoi papà? Ero fuori a rilassarmi, mica devo dirvi dove vado, son adulta"
"Senti un pò puttanella del cazzo, io sono tuo padre e mi rispondi bene, capito? Questa casa non è un'albergo. Se vuoi restare sotto questo tetto devi obbedire alle regole. Se io ti chiamo per sapere dove sei, adulta o non adulta, mi devi rispondere porcoddio!"
Giovanni era visibilmente alterato, qualcosa nella giornata doveva essere andato storto per incazzarsi in quella maniera. Roberta accennò uno "scusa" con la mano e suo padre si calmò.Si sedette sul divano e mise la testa fra le mani, sembrava piangesse.
Roberta iniziava a preoccuparsi, c'era qualcosa che non andava nel comportamento del padre.
"C'è qualcosa che non va papà? Mi sembri troppo incazzato, non può essere solo perchè son rientrata adesso senza rispondervi al telefono..."
Suo padre la guardò e annuì con la testa.
"Hai ragione Roberta, non è colpa tua, son incazzato per i fatti miei e me la sono presa con te... ho esagerato perdonami figlia mia"
"Ma cos'è successo papà, dimmelo. Qualcosa di grave?"
Giovanni si alzò dal divano e iniziò a girare per la stanza.
"Problemi al lavoro Roberta. Mi hanno chiamato dalla banca e rischiamo di perdere tutto, pure la casa, sono nervosissimo..."
"Porco dio papà..." - esclamò Roberta esterefatta. - "Ma che cazzo è successo?"
"Ricordi quello stronzo di Gioele, il fratello alto alto che era uno dei nostri clienti? Beh, quel figlio di puttana non ci ha pagato le forniture dell'ultimo anno e ora siamo nella merda. Tutti i lavori che abbiamo fatto per lui sono stati fatti gratis. La banca non mi aiuterà più e io sono nella merda Roberta, non ho più una lira in tasca... non so nemmeno come dirlo a tua madre che stiamo andando a fanculo"
Roberta era demoralizzata, di punto in bianco la felicità per la fine della pandemia veniva rimpiazzata dall'ansia di finire in mezzo una strada.
"Ma papà, perchè quel figlio di puttana non ti ha pagato? Tu non mi sembri uno sprovveduto dai..."
"Vedi Roberta, Gioele era in crisi e mi ha chiesto di poter dilazionare i pagamenti, io come un pirla gli ho dato fiducia, tanto tra noi testimoni di geova mica pensi di beccarti una fregatura. Sto stronzo invece ha lasciato il paese poco prima del lockdown per scappare con la segretaria da qualche parte, ha mollato la moglie e le attività e solo ora ho scoperto che è irrintracciabile. La banca dopo tanti avvisi mi ha chiamato e mi ha detto che siamo in rosso. Quel figlio di troia si starà facendo succhiare il cazzo su qualche spiaggia tropicale e io son qua a non sapere come gestire i debiti adesso. Ovviamente sua moglie mica mi ha avvisato che quel bastardo era scappato via portandosi via tutto il denaro..."
"Senti papà, stai calmo, in qualche modo riusciremo a cavarcela... senti siediti un attimo che ti tranquillizzo io..."
Giovanni si mise nuovamente sul divano.
Roberta si avvicinò al padre e si inginocchiò.
"Adesso lascia fare a Roberta tua papà, ti tranquillizzerai subito..."
La ragazza cominciò col togliersi la magliettina di dosso. Era nuda, con due belle pere al vento, proprio sotto gli occhi del padre.
"Ti piacciono papi? Vuoi toccarle?"
Giovanni annuì e prese le tette della figlia tra le mani con delicatezza"
"Bravo papi, ora strizzami le tette dai, fammi godere..."
Il padre continuava a palpare le enormi tette della figlia, gli stava venendo duro.
"Ora alzati in piedi, papi..."
Giovanni non se lo fece ripetere, aveva il cazzo in tiro, la figlia lo stava eccitando.
Roberta gli slacciò la cintura dei pantaloni e si trovò a tu per tu con l'enorme cazzo paterno. Dolcemente levò le mutande del padre e con la boccuccia iniziò a prendere il membro paterno tra le labbra.
"Ti piace papi quello che sto facendo?"
Roberta era sempre più maliziosa e intrigante.
"Certo Roberta, mi stai facendo godere cazzo..."
Roberta prese tutto il cazzo del padre in bocca e iniziò la solita succhiatura, così come lo aveva abituato. Con le mani massggiava le palle del padre mentre con la bocca riusciva a prendere tutto il cazzo per intero fino alla gola.
Il padre la lasciava fare, era così bello farsi spompinare dalla figlia.
"Ora papi, io rimango ferma, spingilo tu il cazzo nella mia boccuccia"
Giovanni era rosso dalla libidine. Afferrò la testa della figlia con le manone che aveva e con forza e rabbia sbatteva il cazzo fino nella gola della ragazza. Roberta lasciava fare, voleva che il padre riuscisse a sconfiggere l'ansia, doveva essere solo "un buco da penetrare", quel pompino era la miglior forma di antidepressivo che i medici potessero prescrivere a quel cinquantenne in crisi.
"Brava troia succhia" – gridava Giovanni in estasi, tenendo con forza i capelli della figlia.
"Ora vengo puttanaaaaaa..."
Roberta si trovò la bocca piena di sperma, le usciva da tutte le parti, il padre aveva ficcato il cazzo fino alla sua gola, un misto di sborra e saliva le copriva ora tutta la faccia. Roberta tossiva, era stata in apnea per almeno due minuti. Da come il padre le aveva penetrato la bocca le faceva la mandibola.
"Grazie Roberta, sei riuscita a rilassarmi con questo pompino. Sei davvero una brava figlia, una soddisfazione".
Roberta sorrideva contenta, era riuscita a tirar via l'ansia del padre grazie alle sue abilità pompinatorie.
"Vuoi pure pisciarmi addosso o in bocca papi? Sai che ne ho sempre voglia di queste cose."
Giovanni non se lo fece ripetere due volte, avere una figlia così porca e servizievole non era da tutti e in fondo un pò di piscia gli scappava pure.
"Apri bene la bocca Roberta..."
La ragazza allargò la bocca più di quanto potesse fare, il padre infilò la punta del cazzo sulla lingua della figlia e iniziò a sgorgare una bella pisciata zampillante. Roberta non perse nemmeno una goccia del nettare paterno, bevve tutta la piscia in un sol sorso.
Giovanni era devastato dal piacere.
"Ora vado a farmi una doccia papi, se dopo sei ancora triste e in ansia vengo a rilassarti di nuovo a modo mio..." - disse Roberta con quel musetto ambiguo e malizioso.
Giovanni era al settimo cielo, ci voleva proprio un bel pompino da Roberta per riprendere un pò di buonumore.
Roberta si denudò completamente, voleva far vedere pure il culo e la figa al padre, fece una piroetta e salutò il genitore andando sculettando verso il bagno. Lanciò un bacio con le dita al papà mentre un pò di piscio e sborra le stava colando dal collo alle tette.
Era proprio una figa da paura.
Giovanni si masturbava sul divano pensando alla figlia che stava per lavarsi in doccia.
"Porca puttana che figa mia figlia pensava, trentanni, bionda, due tette al vento e un culo a mandolino... farebbe rinsavire un morto..."
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