La birra rossa
di
Philips
genere
etero
Racconto scritto anni fa , andato perduto e ritrovato nel web sotto altri autori , e il mio primo racconto , lo ripresento in originale senza modificare nulla
La birra rossa
“Dai ragazzi andiamo a Pattinare” disse Maury e cosi fù.
Era da poco che uscivo con questa compagnia di ragazzi ma non assiduamente , tutti più o meno della mia età 18- 24 anni, ragazzi che avevo conosciuto grazie a Maury (Maurizio) un caro amico, con cui condividevo la passione per la Montagna.
Maury all’epoca, era istruttore di Speleologia, disciplina alla quale mi stavo avvicinando anche se preferivo maggiormente le escursioni e le arrampicate in “esterno”, i ragazzi della compagnia, erano praticamente quasi tutti speleologi soci come me del Club Alpino .
Il gruppo era misto, ragazzi e ragazze “singles”, coppie, in tutto una quindicina di persone .
Organizzammo le macchine e partimmo alla volta di Sasso Marconi, vicino a Bologna dove c’era una bella pista di pattinaggio ( a rotelle)
Io preferisco guidare e quindi tendo ad usare sempre la mia auto, ma quella volta salii con Maury, proprietario di un Ducato panorama “il pullman” che usava per lavoro e per la attività sportiva, stracarico di attrezzature i nove posti in origine erano ridotti a sette, quattro doppie poltroncine allineate su di un singolo lato …………… i primi a salire fummo io e Antonella, liberammo un poco di spazio e ci accomodammo sulle ultimi posti non dopo avere “traslocato” corde, caschi, una tenda, sacco a pelo ecc ecc, gli altri , Cristina, il suo ragazzo Marco, davanti a noi, Dedo e la sua ragazza a seguire, Angela davanti di fianco al nostro autista.
Dopo i convenevoli saluti di rito, Antonella non la avevo mai vista prima, partimmo in direzione di Sasso Marconi che raggiungemmo dopo una quarantina di minuti
Durante il tragitto, si parlava del più e del meno, della prossima uscita in montagna, di quella precedente, scambiai alcune parole con Antonella la quale mi disse che non era speleologa , ma amica di Cristina la quale aveva insistito perché quella sera uscisse con lei .
Era metà dicembre e faceva abbastanza freddo, tutti eravamo avvolti in abbigliamenti abbastanza ingombranti, piumini, giacche a vento, cappotti ecc. Antonella aveva un lungo piumino color marrone allacciato solo fino alla vita e nel sedersi, accavallandole, mise in mostra le gambe avvolte in calze di colore nero (solo dopo scoprii che erano collant) , non vedevo altro ma quel poco che avevo potuto osservare, mi sembrava interessante .
Alla reception dove nolleggiavono i pattini ebbi modo di confermare le iniziali impressioni, Antonella era una bella ragazza, non molto alta, lineamenti eleganti trucco non eccessivo anzi quasi nullo, capelli neri lunghi e lisci, maglione nero a collo alto con trama grossa, non troppo stretto, ma sufficientemente da mettere in risalto un profilo ben proporzionato, un seno ben fatto , credo una seconda abbondante, gambe sottili, ben tornite, coperte fino a meta coscia da un kilt con scacchi verdi e blu con spillone e leggero spacco sulla coscia sinistra, scarpe basse, insomma attirava la mia attenzione in modo quasi imbarazzante .
Iniziammo a pattinare o meglio, gli altri pattinavano, io iniziavo in quanto per me era la prima volta, fu dura, ma non caddi, avevo le braccia indolenzite dalla forza con cui mi tenevo stretto alle barriere laterali e con piacere vidi che anche Antonella non ora una “Milly Carlucci”, la raggiunsi scherzammo sulla situazione che ci faceva sentire entrambi goffi e dopo appena un quarto d’ora di “attenti”, “scusate”, “pardon” ecc. reggendoci l’un l’altra decidemmo di appendere i pattini al chiodo e di portarci nella “bouvette” con vista sulla pista, dove potevamo vedere gli altri .
Nella attesa di essere raggiunti dal resto della compagnia, ordinammo da bere, io una birra rossa lei una chiara, Antonella mi chiese come fosse il gusto della birra rossa, perché non l’aveva mai bevuta, io le risposi offrendogli la mia da assaggiare, aveva un modo di fare dolcissimo, bevve la birra e le rimase un poco di schiuma sul naso, sorrisi indicandole il naso con un dito, lei allora, incrocio gli occhi e arriccio il naso per vedere la schiuma assumendo una espressione da vera birba, scoppiammo a ridere entrambi, parlammo di noi, cosa fai, studio, lavoro ecc. lei era di Modena, trasferita con i genitori a Pavia, studiava a Milano e faceva la “stagista” presso una nota casa di moda, era tornata a Modena da qualche giorno per dei documenti universitari ed era ospite di Cristina, amica di sempre .
Più parlavamo e più ero attratto da lei, la guardavo anzi la fissavo, e non nascondo che qualche pensierino mi attraverso la mente, mi intrigava, non volevo farmi scoprire, ma secondo me se ne accorse perché la vidi arrossire, dopo circa una oretta, ci raggiunsero gli altri compagni di viaggio e sistemandoci di nuovo per fare posto, io finii di fianco a lei in un angolo, praticamente a contatto per permettere a tutti e otto di stare nello stesso tavolo .
Quando sono seduto, non riesco a stare fermo, senza pensarci, comincio a muovere una gamba facendo leva sulla punta del piede, ritmicamente, giuro è involontario e ho provato a spiegarlo ad Angela che si era seduta alla mia destra, la quale dopo alcune occhiatacce, mi rivolge in tono seccato un “la vuoi piantare con quella gamba” le chiedo scusa ma è più forte di me, riesco a stare fermo per un poco poi, la gamba, questa volata la sinistra riparte, Angela si gira, io sto per scusarmi quando sento una mano sulla mia coscia che mi blocca il movimento, Antonella mi sorrise e mi disse piano, “fermo o le prendi !!! ” ma con un tono molto dolce .
La serata proseguiva e io ogni tanto, “partivo”, Antonella frenava, tanto che ormai la sua mano era fissa sulla mia coscia .
Il contatto della sua mano, la sensazione di calore che mi trasmetteva , mi stava agitando e cosi anche la “terza gamba” iniziò un lento ma implacabile movimento fino a provare dolore che si trasformo in una leggera smorfia notata da Antonella mi chiese se c’erano problemi, risposi che avevo caldo, “anche io” rispose lei “e si tolse il piumone dalle gambe, incastrandolo tra lei e Maury seduto alla sua sinistra, quindi…. la situazione era….. Antonella solare che parlava con Cristina di fronte a lei, la sua gamba destra a completo contatto con le mia, la sua mano destra ritornata immediatamente sulla mia coscia sinistra, la mia terza gamba dotata di vita propria che cercava di uscire come se fossimo su una arrampicata di quarto grado, il mio braccio sinistro sullo schienale della panca dietro Antonella” il mio sudore che aumentava, fino a quando non parti la gamba destra a quel punto Antonella si allungo per bloccare la destra, con il polso si posò sulla “terza gamba” , per un attimo, mi mancò il sospiro sperando che lei non si accorgesse di niente, Antonella come se niente fosse, si girò verso di me e guardandomi negli occhi mi disse “se muovi l’arto te lo taglio”, Angela sentendo le parole di Antonella, disse “è vero che da fastidio? ? ? , ” “si! si! ” rispose Antonella, ma vedrai che adesso non lo fa più “Vero ? ? ? ” rivolgendosi di nuovo a me sorridendomi, notai una strana complicità nei suoi occhi
Antonella devi credermi ripetei io, non me ne accorgo e cosi la gamba riparti, Antonella allungo di nuovo la mano, mentre io mi giravo verso Maury, la poso direttamente sulla “terza gamba” ormai in arrampicata libera, mi guardò e sentendo la mia eccitazione fece per togliere la mano, la gamba si era fermata, mi disse “allora funziona” e riposo la mano a coppa, avvolgendo il mio sesso sussurrandomi in un orecchio “digli di stare buono”
Io allo stesso modo le chiesi scusa, non volevo sembrare stronzo, ma era impossibile, lei ci piaceva troppo e nelle sue scelte Lui era autonomo, strinse la mano un attimo, mi sorrise e riprese a parlare con Cristina.
Cercavo di non muovermi, per mantenere il piacevole contatto , i miei pensieri volavano
Ordinammo altre birre questa volta Antonella la prese rossa e finendo la mia birra guardandomi mi disse: “mi piace sai ha un buon gusto, mi sembra un poco forte ma gradevole”
Arrivò il cameriere, successe qualcosa, io stavo parlando con Dedo mi girai, vidi che Maury tolse un bicchiere dal vassoio sbilanciandolo i bicchieri rimasti sul vassoio si inclinarono paurosamente verso di noi scontrandosi e versando il loro contenuto in parte sul tavolo, in parte sul kilt di Antonella e in parte sui miei pantaloni, Antonella scattò in piedi, aiutandosi con la mano che aveva tra le mie gambe, facendomi emettere un suono che manifestava chiaramente il mio disappunto misto a dolore, mi chiese scusa scoppiando in una risata, il guaio era fatto, a quel punto decidemmo di terminare la serata e di ritornare a Modena
Lo avevo detto, era metà dicembre quindi …….. stava nevicando, salimmo sul “pullman” stessi posti, un freddo cane, Antonella mi si strinse vicino, urlammo a Maury di accendere il riscaldamento e alla velocità della luce massimo trenta km orari ci avviammo verso il ritorno, dopo dieci minuti, il freddo non calava, il riscaldamento era rotto, funzionava solo al minimo Antonella si lamentava del kilt fradicio, l’odore di birra si era impadronito del mezzo, sembravamo una comitiva appena uscita dalla “Oktoberfest” altri venti minuti, fermi in colonna, Antonella si sdraiò sulla panca dicendomi che aveva i piedi freddi e li pose sulle mie gambe, io li presi le tolsi le scarpe e li misi sotto il maglione, comparve un sorriso sul sui volto, poco dopo i piedi erano caldi, io avevo rischiato una congestione ma per la causa, questo ed altro, passò altro tempo, si viaggiava lentamente non potendo entrare in autostrada, imboccammo la statale, forse per Natale saremmo arrivati a Modena .
Antonella mi ringraziò e mi chiese visto che ero un forno di scaldarle anche le mani
Detto fatto, la feci girare, le infilai i piedi nel sacco a pelo che avevo intravisto all’andata, le presi le mani e le infilai sotto il mio maglione, lei posò la testa sulle mie gambe e la sentii rilassarsi, cosi non era per la terza gamba, che riprese l’arrampicata, Antonella si sistemò meglio e con la testa finì sopra il mio sesso in piena erezione, mi guardò sorrise e poi mi chiese di aiutarla a togliere il Kilt inzuppato che tanto aveva il piumone lungo, girava le spalle agli altri, Maury parlava con Dedo, gli atri sembrava dormissero .
Antonella si sfilò il Kilt, me lo allungo e lo posai dietro, il piumone si apri, cadde all’indietro, vidi le gambe e il profilo delle cosce di Antonella, avvolte in un paio di collant lo afferrai e la coprii di nuovo, tenendo la mano sulla sua coscia facendole i complementi per le gambe, lei si strinse, io non sapevo che fare .. la mano sulla coscia che mi stava gelando, l’erezione incontenibile, a quel punto Antonella si spostò completamente con la testa all’altezza del mio inguine e la mosse per farsi posto, mi toccò la mano, sentì che e fredda, tolse una mano da sotto il maglione, mi prese la mia e la mise tra le sue cosce chiedendomi se andasse meglio, a quel contatto io ero stralunato, cominciai a muovere leggermente la mano piano piano accarezzandola lei si sistemò meglio sempre facendo pressione sul mio inguine e ebbi l’impressione che allargasse leggermente le cosce, si non era una impressione, perché la mia mano passò agevolmente salendo verso il suo inguine, mi fermai con la mano contro la base del collant, sentii il contatto con le mutandine e il morbido del suo sesso, lei si sistemò meglio e mi diede un leggero bacio sotto il maglione le sussurrai che se continuava cosi, non sarei più riuscito a controllarmi, “anche io” mi rispose lei … salii ancora con la mano, la infilai sotto il maglione, incontrai l’orlo del collant, lo allargai, provai ad infilare la mano, toccai le mutandine, superai l’orlo, mi intrufolai su un folto ciuffo di peli, li annodai facendo roteare l’indice, lei portò un mano sulla mia patta e iniziò un lento massaggio come per trovare la forma del mio sesso che sembrava avesse vita propria, risalii verso il seno, lo incontrai, era caldo morbido, i capezzoli erano piccoli ma duri, Maury imprecò perchè la neve aumentava, e chiese se tutto andasse bene, mi accorsi che risposi solo io tutti dormivono tranne Antonella che intanto mi aveva aperto la lampo, continuò il massaggio da sopra gli slip umidi io riportai la mia mano all’interno delle sue mutandine, con il polso cercai di abbassare l’orlo dei collant, ci riuscii , avvolsi completamente il suo sesso con la mano, era caldo, palpitante, morbido, appena provai ad entrare nel solco, vi scivolò dentro, era fradicio di umori, intanto Antonella mi aveva abbassato lo slip e la sensazione della sua mano mi provocò un brivido, cominciò a segarmi lentamente, io riuscii a posizionare la mia mano in modo di solleticarle il/la clitoride, si agitò, scesi ancora , provai ad inserire un dito, lei aprì leggermente le gambe, era bagnatissima, di colpo sentii una sensazione di calore attorno al mio sesso, mi accorsi che lo aveva avvolto con le labbra e che piano piano lo prendeva sempre di più, guardai fuori dal finestrino, intorno silenzio assoluto solo il rumore del motore ed delle ruote sulla neve, appoggiai la testa al vetro ed il freddo che sentii mi fece capire che non stavo sognando .
Antonella aveva in bocca il mio sesso e mi stava facendo godere come non mai, ( avevo avuto poche esperienze e tutte abbastanza negative) Antonella era fantastica, mi stavo sciogliendo, cosi come lei, ormai, avevo tre dita dentro di lei e sentivo che si agitava sempre più, la mia mano continuava un lento movimento sentendola fremere, accelerai, tra me e me sorridevo per la situazione alquanto strana, guardai Maury attraverso lo specchietto retrovisore mi sembrava sorridesse, sentii Antonella contrarsi ed irrigidire le gambe, tremando, prese il mio sesso, lo schiacciò con la mano destra sulla sua guancia e poso la bocca contro il mio inguine per trattenere i gemiti, io non mi fermai fino a che lei non mi prese la mano e se la mise sul suo seno passarono trenta secondi di silenzio assoluto, poi senza dire nulla si rimise il mio sesso in bocca e riprese da dove aveva interrotto, io ormai non resistevo più, con la mano libera le accarezzavo i capelli, per un attimo grazie al bagliore dei fari vidi il mio sesso entrare e uscire dalla sua bocca, non resistetti oltre, leggermente cercai di scostare la testa di Antonella per farle capire che stavo per venire, mi mise una mano sulla bocca credo per non farmi gemere, quando lei sentii che il mio piacere era al culmine, aumentò il ritmo, venni copiosamente nella sua bocca , non so quanto seme le riversai, quando mi calmai, si sfilo il mio sesso e con fare dolcissimo mi guardo, mi pulì un poco con un fazzoletto di carta che prese dal suo piumone, mi rimise il sesso non del tutto disarmato nei pantaloni, riappoggiandosi su di lui .
Arrivammo a Modena e decidemmo di accompagnare tutti alla propria abitazione perché le nostre macchine ferme al punto di partenza erano bloccate dalla neve, Ci fermammo davanti a casa di Cristina, scendemmo dal Pullman le diedi un bacio, salutai Marco il suo ragazzo e poi mi girai verso Antonella , baciai anche lei augurandole una buone notte,
Mi ringraziò per la serata mi diede un bacio sulla guancia e mi disse “mi è piaciuto sai ha un buon gusto, mi sembra un poco forte ma gradevole” io guardai Antonella entrare nel portone e la salutai con la mano, Cristina mi guardò con aria interrogativa e io le dissi “la birra rossa ad Antonella è piaciuta la birra rossa” lei sorrise e chiuse il portone . FINE
La birra rossa
“Dai ragazzi andiamo a Pattinare” disse Maury e cosi fù.
Era da poco che uscivo con questa compagnia di ragazzi ma non assiduamente , tutti più o meno della mia età 18- 24 anni, ragazzi che avevo conosciuto grazie a Maury (Maurizio) un caro amico, con cui condividevo la passione per la Montagna.
Maury all’epoca, era istruttore di Speleologia, disciplina alla quale mi stavo avvicinando anche se preferivo maggiormente le escursioni e le arrampicate in “esterno”, i ragazzi della compagnia, erano praticamente quasi tutti speleologi soci come me del Club Alpino .
Il gruppo era misto, ragazzi e ragazze “singles”, coppie, in tutto una quindicina di persone .
Organizzammo le macchine e partimmo alla volta di Sasso Marconi, vicino a Bologna dove c’era una bella pista di pattinaggio ( a rotelle)
Io preferisco guidare e quindi tendo ad usare sempre la mia auto, ma quella volta salii con Maury, proprietario di un Ducato panorama “il pullman” che usava per lavoro e per la attività sportiva, stracarico di attrezzature i nove posti in origine erano ridotti a sette, quattro doppie poltroncine allineate su di un singolo lato …………… i primi a salire fummo io e Antonella, liberammo un poco di spazio e ci accomodammo sulle ultimi posti non dopo avere “traslocato” corde, caschi, una tenda, sacco a pelo ecc ecc, gli altri , Cristina, il suo ragazzo Marco, davanti a noi, Dedo e la sua ragazza a seguire, Angela davanti di fianco al nostro autista.
Dopo i convenevoli saluti di rito, Antonella non la avevo mai vista prima, partimmo in direzione di Sasso Marconi che raggiungemmo dopo una quarantina di minuti
Durante il tragitto, si parlava del più e del meno, della prossima uscita in montagna, di quella precedente, scambiai alcune parole con Antonella la quale mi disse che non era speleologa , ma amica di Cristina la quale aveva insistito perché quella sera uscisse con lei .
Era metà dicembre e faceva abbastanza freddo, tutti eravamo avvolti in abbigliamenti abbastanza ingombranti, piumini, giacche a vento, cappotti ecc. Antonella aveva un lungo piumino color marrone allacciato solo fino alla vita e nel sedersi, accavallandole, mise in mostra le gambe avvolte in calze di colore nero (solo dopo scoprii che erano collant) , non vedevo altro ma quel poco che avevo potuto osservare, mi sembrava interessante .
Alla reception dove nolleggiavono i pattini ebbi modo di confermare le iniziali impressioni, Antonella era una bella ragazza, non molto alta, lineamenti eleganti trucco non eccessivo anzi quasi nullo, capelli neri lunghi e lisci, maglione nero a collo alto con trama grossa, non troppo stretto, ma sufficientemente da mettere in risalto un profilo ben proporzionato, un seno ben fatto , credo una seconda abbondante, gambe sottili, ben tornite, coperte fino a meta coscia da un kilt con scacchi verdi e blu con spillone e leggero spacco sulla coscia sinistra, scarpe basse, insomma attirava la mia attenzione in modo quasi imbarazzante .
Iniziammo a pattinare o meglio, gli altri pattinavano, io iniziavo in quanto per me era la prima volta, fu dura, ma non caddi, avevo le braccia indolenzite dalla forza con cui mi tenevo stretto alle barriere laterali e con piacere vidi che anche Antonella non ora una “Milly Carlucci”, la raggiunsi scherzammo sulla situazione che ci faceva sentire entrambi goffi e dopo appena un quarto d’ora di “attenti”, “scusate”, “pardon” ecc. reggendoci l’un l’altra decidemmo di appendere i pattini al chiodo e di portarci nella “bouvette” con vista sulla pista, dove potevamo vedere gli altri .
Nella attesa di essere raggiunti dal resto della compagnia, ordinammo da bere, io una birra rossa lei una chiara, Antonella mi chiese come fosse il gusto della birra rossa, perché non l’aveva mai bevuta, io le risposi offrendogli la mia da assaggiare, aveva un modo di fare dolcissimo, bevve la birra e le rimase un poco di schiuma sul naso, sorrisi indicandole il naso con un dito, lei allora, incrocio gli occhi e arriccio il naso per vedere la schiuma assumendo una espressione da vera birba, scoppiammo a ridere entrambi, parlammo di noi, cosa fai, studio, lavoro ecc. lei era di Modena, trasferita con i genitori a Pavia, studiava a Milano e faceva la “stagista” presso una nota casa di moda, era tornata a Modena da qualche giorno per dei documenti universitari ed era ospite di Cristina, amica di sempre .
Più parlavamo e più ero attratto da lei, la guardavo anzi la fissavo, e non nascondo che qualche pensierino mi attraverso la mente, mi intrigava, non volevo farmi scoprire, ma secondo me se ne accorse perché la vidi arrossire, dopo circa una oretta, ci raggiunsero gli altri compagni di viaggio e sistemandoci di nuovo per fare posto, io finii di fianco a lei in un angolo, praticamente a contatto per permettere a tutti e otto di stare nello stesso tavolo .
Quando sono seduto, non riesco a stare fermo, senza pensarci, comincio a muovere una gamba facendo leva sulla punta del piede, ritmicamente, giuro è involontario e ho provato a spiegarlo ad Angela che si era seduta alla mia destra, la quale dopo alcune occhiatacce, mi rivolge in tono seccato un “la vuoi piantare con quella gamba” le chiedo scusa ma è più forte di me, riesco a stare fermo per un poco poi, la gamba, questa volata la sinistra riparte, Angela si gira, io sto per scusarmi quando sento una mano sulla mia coscia che mi blocca il movimento, Antonella mi sorrise e mi disse piano, “fermo o le prendi !!! ” ma con un tono molto dolce .
La serata proseguiva e io ogni tanto, “partivo”, Antonella frenava, tanto che ormai la sua mano era fissa sulla mia coscia .
Il contatto della sua mano, la sensazione di calore che mi trasmetteva , mi stava agitando e cosi anche la “terza gamba” iniziò un lento ma implacabile movimento fino a provare dolore che si trasformo in una leggera smorfia notata da Antonella mi chiese se c’erano problemi, risposi che avevo caldo, “anche io” rispose lei “e si tolse il piumone dalle gambe, incastrandolo tra lei e Maury seduto alla sua sinistra, quindi…. la situazione era….. Antonella solare che parlava con Cristina di fronte a lei, la sua gamba destra a completo contatto con le mia, la sua mano destra ritornata immediatamente sulla mia coscia sinistra, la mia terza gamba dotata di vita propria che cercava di uscire come se fossimo su una arrampicata di quarto grado, il mio braccio sinistro sullo schienale della panca dietro Antonella” il mio sudore che aumentava, fino a quando non parti la gamba destra a quel punto Antonella si allungo per bloccare la destra, con il polso si posò sulla “terza gamba” , per un attimo, mi mancò il sospiro sperando che lei non si accorgesse di niente, Antonella come se niente fosse, si girò verso di me e guardandomi negli occhi mi disse “se muovi l’arto te lo taglio”, Angela sentendo le parole di Antonella, disse “è vero che da fastidio? ? ? , ” “si! si! ” rispose Antonella, ma vedrai che adesso non lo fa più “Vero ? ? ? ” rivolgendosi di nuovo a me sorridendomi, notai una strana complicità nei suoi occhi
Antonella devi credermi ripetei io, non me ne accorgo e cosi la gamba riparti, Antonella allungo di nuovo la mano, mentre io mi giravo verso Maury, la poso direttamente sulla “terza gamba” ormai in arrampicata libera, mi guardò e sentendo la mia eccitazione fece per togliere la mano, la gamba si era fermata, mi disse “allora funziona” e riposo la mano a coppa, avvolgendo il mio sesso sussurrandomi in un orecchio “digli di stare buono”
Io allo stesso modo le chiesi scusa, non volevo sembrare stronzo, ma era impossibile, lei ci piaceva troppo e nelle sue scelte Lui era autonomo, strinse la mano un attimo, mi sorrise e riprese a parlare con Cristina.
Cercavo di non muovermi, per mantenere il piacevole contatto , i miei pensieri volavano
Ordinammo altre birre questa volta Antonella la prese rossa e finendo la mia birra guardandomi mi disse: “mi piace sai ha un buon gusto, mi sembra un poco forte ma gradevole”
Arrivò il cameriere, successe qualcosa, io stavo parlando con Dedo mi girai, vidi che Maury tolse un bicchiere dal vassoio sbilanciandolo i bicchieri rimasti sul vassoio si inclinarono paurosamente verso di noi scontrandosi e versando il loro contenuto in parte sul tavolo, in parte sul kilt di Antonella e in parte sui miei pantaloni, Antonella scattò in piedi, aiutandosi con la mano che aveva tra le mie gambe, facendomi emettere un suono che manifestava chiaramente il mio disappunto misto a dolore, mi chiese scusa scoppiando in una risata, il guaio era fatto, a quel punto decidemmo di terminare la serata e di ritornare a Modena
Lo avevo detto, era metà dicembre quindi …….. stava nevicando, salimmo sul “pullman” stessi posti, un freddo cane, Antonella mi si strinse vicino, urlammo a Maury di accendere il riscaldamento e alla velocità della luce massimo trenta km orari ci avviammo verso il ritorno, dopo dieci minuti, il freddo non calava, il riscaldamento era rotto, funzionava solo al minimo Antonella si lamentava del kilt fradicio, l’odore di birra si era impadronito del mezzo, sembravamo una comitiva appena uscita dalla “Oktoberfest” altri venti minuti, fermi in colonna, Antonella si sdraiò sulla panca dicendomi che aveva i piedi freddi e li pose sulle mie gambe, io li presi le tolsi le scarpe e li misi sotto il maglione, comparve un sorriso sul sui volto, poco dopo i piedi erano caldi, io avevo rischiato una congestione ma per la causa, questo ed altro, passò altro tempo, si viaggiava lentamente non potendo entrare in autostrada, imboccammo la statale, forse per Natale saremmo arrivati a Modena .
Antonella mi ringraziò e mi chiese visto che ero un forno di scaldarle anche le mani
Detto fatto, la feci girare, le infilai i piedi nel sacco a pelo che avevo intravisto all’andata, le presi le mani e le infilai sotto il mio maglione, lei posò la testa sulle mie gambe e la sentii rilassarsi, cosi non era per la terza gamba, che riprese l’arrampicata, Antonella si sistemò meglio e con la testa finì sopra il mio sesso in piena erezione, mi guardò sorrise e poi mi chiese di aiutarla a togliere il Kilt inzuppato che tanto aveva il piumone lungo, girava le spalle agli altri, Maury parlava con Dedo, gli atri sembrava dormissero .
Antonella si sfilò il Kilt, me lo allungo e lo posai dietro, il piumone si apri, cadde all’indietro, vidi le gambe e il profilo delle cosce di Antonella, avvolte in un paio di collant lo afferrai e la coprii di nuovo, tenendo la mano sulla sua coscia facendole i complementi per le gambe, lei si strinse, io non sapevo che fare .. la mano sulla coscia che mi stava gelando, l’erezione incontenibile, a quel punto Antonella si spostò completamente con la testa all’altezza del mio inguine e la mosse per farsi posto, mi toccò la mano, sentì che e fredda, tolse una mano da sotto il maglione, mi prese la mia e la mise tra le sue cosce chiedendomi se andasse meglio, a quel contatto io ero stralunato, cominciai a muovere leggermente la mano piano piano accarezzandola lei si sistemò meglio sempre facendo pressione sul mio inguine e ebbi l’impressione che allargasse leggermente le cosce, si non era una impressione, perché la mia mano passò agevolmente salendo verso il suo inguine, mi fermai con la mano contro la base del collant, sentii il contatto con le mutandine e il morbido del suo sesso, lei si sistemò meglio e mi diede un leggero bacio sotto il maglione le sussurrai che se continuava cosi, non sarei più riuscito a controllarmi, “anche io” mi rispose lei … salii ancora con la mano, la infilai sotto il maglione, incontrai l’orlo del collant, lo allargai, provai ad infilare la mano, toccai le mutandine, superai l’orlo, mi intrufolai su un folto ciuffo di peli, li annodai facendo roteare l’indice, lei portò un mano sulla mia patta e iniziò un lento massaggio come per trovare la forma del mio sesso che sembrava avesse vita propria, risalii verso il seno, lo incontrai, era caldo morbido, i capezzoli erano piccoli ma duri, Maury imprecò perchè la neve aumentava, e chiese se tutto andasse bene, mi accorsi che risposi solo io tutti dormivono tranne Antonella che intanto mi aveva aperto la lampo, continuò il massaggio da sopra gli slip umidi io riportai la mia mano all’interno delle sue mutandine, con il polso cercai di abbassare l’orlo dei collant, ci riuscii , avvolsi completamente il suo sesso con la mano, era caldo, palpitante, morbido, appena provai ad entrare nel solco, vi scivolò dentro, era fradicio di umori, intanto Antonella mi aveva abbassato lo slip e la sensazione della sua mano mi provocò un brivido, cominciò a segarmi lentamente, io riuscii a posizionare la mia mano in modo di solleticarle il/la clitoride, si agitò, scesi ancora , provai ad inserire un dito, lei aprì leggermente le gambe, era bagnatissima, di colpo sentii una sensazione di calore attorno al mio sesso, mi accorsi che lo aveva avvolto con le labbra e che piano piano lo prendeva sempre di più, guardai fuori dal finestrino, intorno silenzio assoluto solo il rumore del motore ed delle ruote sulla neve, appoggiai la testa al vetro ed il freddo che sentii mi fece capire che non stavo sognando .
Antonella aveva in bocca il mio sesso e mi stava facendo godere come non mai, ( avevo avuto poche esperienze e tutte abbastanza negative) Antonella era fantastica, mi stavo sciogliendo, cosi come lei, ormai, avevo tre dita dentro di lei e sentivo che si agitava sempre più, la mia mano continuava un lento movimento sentendola fremere, accelerai, tra me e me sorridevo per la situazione alquanto strana, guardai Maury attraverso lo specchietto retrovisore mi sembrava sorridesse, sentii Antonella contrarsi ed irrigidire le gambe, tremando, prese il mio sesso, lo schiacciò con la mano destra sulla sua guancia e poso la bocca contro il mio inguine per trattenere i gemiti, io non mi fermai fino a che lei non mi prese la mano e se la mise sul suo seno passarono trenta secondi di silenzio assoluto, poi senza dire nulla si rimise il mio sesso in bocca e riprese da dove aveva interrotto, io ormai non resistevo più, con la mano libera le accarezzavo i capelli, per un attimo grazie al bagliore dei fari vidi il mio sesso entrare e uscire dalla sua bocca, non resistetti oltre, leggermente cercai di scostare la testa di Antonella per farle capire che stavo per venire, mi mise una mano sulla bocca credo per non farmi gemere, quando lei sentii che il mio piacere era al culmine, aumentò il ritmo, venni copiosamente nella sua bocca , non so quanto seme le riversai, quando mi calmai, si sfilo il mio sesso e con fare dolcissimo mi guardo, mi pulì un poco con un fazzoletto di carta che prese dal suo piumone, mi rimise il sesso non del tutto disarmato nei pantaloni, riappoggiandosi su di lui .
Arrivammo a Modena e decidemmo di accompagnare tutti alla propria abitazione perché le nostre macchine ferme al punto di partenza erano bloccate dalla neve, Ci fermammo davanti a casa di Cristina, scendemmo dal Pullman le diedi un bacio, salutai Marco il suo ragazzo e poi mi girai verso Antonella , baciai anche lei augurandole una buone notte,
Mi ringraziò per la serata mi diede un bacio sulla guancia e mi disse “mi è piaciuto sai ha un buon gusto, mi sembra un poco forte ma gradevole” io guardai Antonella entrare nel portone e la salutai con la mano, Cristina mi guardò con aria interrogativa e io le dissi “la birra rossa ad Antonella è piaciuta la birra rossa” lei sorrise e chiuse il portone . FINE
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