Come è cambiata la mia vita

di
genere
trans

Certi incontri ti cambiano la vita. Ad un tratto, quando non te l'aspetti, per effetto di qualcosa di casuale tutto si trasforma, dentro di te e fuori di te. Non è vero sorelline trans e travestite? E lo chiedo anche a voi, maschioni sempre arrapati oggetto dei nostri desideri. Vi è capitato? A me si e ve lo racconto.
Passavo tutti i giorni e buona parte delle notti a guardare su internet video porno, soprattutto di ladyboy, e a chattare in chat per adulti. Il mio desiderio di essere femmina e di prendere cazzi era incontenibile. Ma ero timidissima per realizzarlo. Un giorno mi feci coraggio ed entrai in un sex shop. Fui attratta da falli di gomma, vibratori, plug e stimolatori anali vari, oltre naturalmente che dai vestitini sex, calze, perizomini da fare impazzire. Il commesso mi seguiva con lo sguardo, ma me ne accorsi dopo perché ero troppo presa dall'entusiasmo. Al suo sguardo divenni rossa come un peperoncino. Non risposi neanche alla sua domanda, accompagnata da un gentile sorriso: "Che cosa desideri? Posso esserti utile, signorina?" Me ne scappai fuori col cuoricino che pulsava come e avessi commesso chissà quale peccato.
Ma fuori mi aspettava una signora che aveva assistito con interesse alla mia incursione nel sex shop. Aveva poco più di cinquant'anni,era vestita con un abito celeste scollato e molto attillato, abbastanza corto, calze nere, tacchi a spillo.
"Ciao tesoro, ti ho visto sai, oh come eri interessata a guardare tutta quella roba tanto cara a noi femminucce!". Ero molto imbranata, non mi aspettavo quell'approccio così diretto e spontaneo. Non seppi dire nulla. E lei: "Ti vergogni, tesoro? guarda che non c'è nulla di male a guardare certe cose"
"Lo so, lo so" balbettai impaurita.
"Sei davvero dolcissima, tesoro, Come ti chiami?"
"Antonello" risposi sempre più presa dal panico.
"Dai, tesoro, lo so che tu sei Antonella...di certe cose me ne intendo" e cominciò a sorridermi con una certa malizia.
Mi prese la mano e mi disse: "Che bella manina che hai, piccola piccola, sei proprio un gioiellino"
Mi emozionai un po' e la sua simpatia, la dolcezza con cui mi trattava, alla fine mi fece sciogliere.
"Hai paura di me, Antonella? mica ti mangio"
"No, signora, no", e un sorrisino si stampò naturale sul mio volto di ingenuo coniglietto.
Indossavo una camicetta bianca e dei jeans attillati fucsia,ai piedi sneakers sul rosa, i capelli lunghi annodati col codino, pearcing su un orecchio e sul naso.
"Mi scusi, signora, se sono sembrata scorbutica: sono molto timida"
"Dai, Antonella, non essere timida e non chiamarmi signora, sono Vanessa. Diciamoci del tu"
"Sì, Vanessa, io sono Antonella"
"Brava Antonella, così mi piaci, devi essere sincera con me, non nasconderti: sei così femminuccia! Sono sicura che diventeremo amici"
Ci stringemmo la mano. Me la strinse in un modo molto strano (poi avrei capito perché) solleticandomi col dito medio il palmo della mano.
"Quanti anni hai Antonella?"
"Diciotto, Vanessa"
"Sei un incanto di ragazza, mi piaci tantissimo. Domani pomeriggio vuoi venire a casa mia? Prendiamo il tè insieme, ti racconto tante cose e ti faccio vedere quello che guardavi nel sex shop. Ho la casa piena di cosucce carine carine che a te piaceranno un casino".
Il ghiaccio ormai era rotto, Vanessa mi aveva conquistato con la sua simpatia e avevo una voglia matta di conoscerla meglio e di ritrovare quegli oggetti che avevo solo sfiorato con lo sguardo. Fu così che l'indomani mi trovai dinanzi al portone della sua abitazione nel cuore del centro storico di Palermo. Puntualissima, suonai al suo campanello, lei mi rispose con la sua voce dolce e invitante, si percepiva dal tono che era contentissima che avevo mantenuto la promessa di andarla a trovare.
Da quel pomeriggio cominciai a frequentarla con assiduità. Lei mi accoglieva in sottoveste, sempre truccatissima e ci divertivamo tanto a stare insieme.
Ogni pomeriggio Vanessa mi faceva indossare lingerie, scarpe e vestitini sex, mi pettinava, mi truccava e mi accarezzava in tutte le parti del mio corpicino snello e minuto. "Sei una bambolina, Antonella" mi diceva e m'insegnava i segreti del make up. "Quando ti vedo, Antonellina, chissà perché, esce fuori la mia parte maschile, il mio cazzo si fa dritto e duro non appena sento la tua voce al citofono" mi ripeteva sempre gratificandomi. Vanessa non mi ha insegnato solo a mettere il rossetto, a farmi le unghia e le ciglia, a usare l'ombretto, il rimmel, la matita e tutto il resto che occorre per farsi belle. Anche altro: baciare con la lingua,fare pompini, stimolare con grazia e fascino da troia i desideri dei maschietti.
Un pomeriggio Vanessa mi annunciò che tra mezz'ora sarebbe arrivato un uomo, un suo carissimo amico al quale aveva parlato di me. " Vuole conoscerti. Non deludermi Antonella, non deluderlo, mi raccomando sii gentile con lui" mi disse con complicità.
Non tardò a farsi vivo; alle 18 era da lei. Quando arrivò lei lo ricevette nel salottino e mi disse di aspettare in quella stanza piena di peluche che era diventata la mia. Non sentii bene quello che si dissero, captai soltanto qualcosa: "Guarda che è vergine, è una bambola, sii delicato con lei, è dolcissima. Coi guanti naturalmente...sì sì trattala coi guanti" e sentii che ridevano. E ancora (così almeno mi sembrò di sentire): "Pretendo troppo? Ma che dici? Sei il solito tirchione. Dopo, ne sono sicura, non potrai fare a meno di ritornare".
Lui era un tipo assai distinto, un professionista della Palermo bene, giacca e cravatta, Rolex al polso, altezza media, occhi neri profondi, aveva più o meno 50 anni. Entrò nella mia cameretta e subito si presentò con disinvoltura anche se non riuscì a tradire l'emozione vedendomi col completino color ciliegia con le spalle scoperte e lo spacco che metteva in mostra le mie gambine velate da autoreggenti bianche, nere le decolleté con tacco sottilissimo 12 e plateau.
"Sei un amore, Antonellina, io mi chiamo Giorgio"
"Piacere, Giorgio". Gli diedi la mano e lui cominciò a baciarla. Impazziva dal desiderio di toccarmi. Mi accarezzò tutta, dalla testa (Vanessa aveva valorizzato pure i miei capelli: erano sciolti con una piccola treccina dietro le spalle e la frangetta davanti) ai piedini. Poi mi baciò e le nostre lingue s'intrecciarono. Quello che successe dopo lo potete immaginare. Fui bravissima a succhiarglielo come Vanessa, la mia maestra, mi aveva insegnato. Mi inginocchiai, glielo presi in mano, glielo accarezzai, sputai sulla sua cappella e mentre lo masturbavo con la mano lo assaporai in bocca leccandolo lentamente e alzando i miei occhioni scuri per fissarlo (oh come godeva!). "Il cazzo va trattato col garbo che merita e quando fai le pompe stai attenta coi denti", mi aveva raccomandato Vanessa. Poi fu lui a prenderlo in bocca, meravigliato per quanto fosse piccolo e senza alcun pelo attorno.
Quindi il momento topico. Quello che in cuor mio aspettavo da tempo.Fui io stessa a indossargli il preservativo (ero diventata, grazie a Vanessa, un'autentica geisha), mi sdraiai sul letto col cuscino sotto al pancino, allargai le gambe e aspettai che lui mi preparasse il buchino col gel e mi ficcasse un dito dentro. I preliminari furono bellissimi,il cuore mi batteva a mille, soprattutto quando lui fece entrare lentamente il suo cazzo. Che goduria sentirmi penetrata e sentire il suo fiato su di me. Poi assestò due colpi secchi ed ebbi la sensazione che qualcosa avesse fatto crac, si fosse rotto; perciò emisi un gridolino che sicuramente Vanessa sentì, e non solo lei (immagino anche i vicini di casa abituati ad ascoltare quei gemiti). "Non farmi male, ti prego!" gridai trafitta da un dolore misto a piacere. Lui non mi ascoltò e continuò a penetrarmi. Passato quel momento, fui io stessa a incitarlo a continuare nella eccitantissima deflorazione.
Aveva ragione Vanessa: quell'uomo venne a trovarmi più volte. Mi fece anche dei regalini carinissini, persino un'anello che indosso ancora.
Sono passati due anni d'allora. vesto sempre da femmina e a Palermo mi conoscono tutti. Con Vanessa non ci vediamo più da quasi un anno: qualche incomprensione, qualcosa che non abbiamo mai chiarito. Ma io le voglio sempre bene anche se lei stenta a crederci. E' lei che mi ha insegnato tutto. Se oggi sono una escort ricercatissima e assai nota tra i professionisti più facoltosi di Palermo, lo debbo a lei. Se vesto con abiti firmati, indosso le Louboutin con le suole rigorosamente rosse e ricevo in un appartamentino lussuoso con aria condizionata e tutti i confort nel salotto di Palermo, è merito suo. Ti mando tanti, tanti bacini, carissima Vanessa.
scritto il
2020-06-09
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