Laura, Sorpresa

di
genere
dominazione

E' passato un bel po' di tempo da quando sei venuta l'ultima volta. Vero che non vengo più tanto spesso a Padova ma poterti rivedere mi fa tanto piacere. Ti ho inviato un messaggino sul cellulare avvisandoti che ero qui, mi hai risposto “ci vediamo oggi pomeriggio, verso le 15”.
Da quando sei venuta qui l'ultima volta ho cambiato qualche cosa in questa stanza, non c'è più il divano al centro ma l'ho spostato su di un lato per far posto alla pedana che userò per giocare con te.
Sono nervoso, il tempo sembra non passare mai ed ogni tanto mi ritrovo a guadagnare ansioso l'orologio, mi preparo un caffè.
Nella mia mente ritornano nitide immagini delle nostre scorribande, mentre il profumo di caffè si diffonde in cucina sento il rumore delle chiavi nella toppa. “Tlack-tlack”, continuo il mio rito e rimango ad osservare il vapore uscire dal beccuccio della moka.
Rumore di passi nel corridoio, chiavi lasciate cadere su tavolino. Ticchettio di tacchi, sei tu!
Entri in cucina, sono ancora girato di spalle, “ciao, sono venuta”, la tua voce sembra ancora più piacevole alle mie orecchie, non mi giro, non dico nulla, ancora passi, sei dietro di me e mi abbracci, chiudo il gas, il caffè è completamente salito, mi giro, ti guardo negli occhi, “ciao puttanella”, stai per dire qualche cosa ma non ti lascio il tempo. Ti stringo a me e ti bacio, ti lasci andare, le mie labbra scivolano sulla tua pelle, bacio il tuo collo, la lingua inizia a percorrerlo, il tuo sapore, il tuo odore, nuovi piacevoli ricordi.
Ti allontano da me, ti fisso negli occhi, “vai di la e preparati, rimani solo in intimo”.
Titubante rimani per un attimo a fissarmi, mi giro e verso il caffè in una tazzina, “s-si, vado” ti sento pronunciare a bassa voce.
I tuoi passi che si allontanano rimbombano nella mia testa.
Sento che ti fermi per un istante all'ingresso della stanza. “Cosa è successo? Cos'è questa pedana?”
Vedi le catene che penzolano dal soffitto, “Che vuoi farmi, cosa sono queste catene, mica mi vuoi fare del male?”, La tua voce impaurita riecheggia in tutta la casa.
“No, non ti preoccupare, sai che non ti farò mai del male”, chiarisco un po' seccato, “ e poi tu sei mia, sei la mia schiavetta e sei qui perché io lo voglio, chiaro?” aggiungo con un tono di voce stizzito.
Non mi rispondi, silenziosa te ne stai li, ferma sull'uscio della stanza.
“Allora? Ti muovi? O debbo venire io li a spogliarti?”.
“Ok, va bene, mi spoglio” sussurri con la voce quasi rotta dal pianto.
Sorseggio tranquillo il caffè mentre sento che ti spogli. Sento distintamente il suono della zip che scorre e il cadere della tua gonna sul pavimento, poso la tazzina e ti raggiungo, sei girata di spalle, indossi le calze con il reggicalze e un perizoma nero.
Il tuo culo....
è ancora più bello di quanto ricordassi, il tuo culo.
Nella stanza sento il tuo profumo di femmina, mi avvicino a te, non ti giri.
Stai per farlo quando ti ordino “non girarti, rimani così”, mi avvicino e ti sussurro in un orecchio, “sei ancora più bella di quanto ricordassi, adesso ti benderò e ti legherò. Voglio che tutti i tuoi sensi siano super sensibili ad eccezione della tua vista. Perché per te oggi c'è una sorpresa”.
Ti faccio salire sulla pedana, ti prendo le mani e le alzo verso l'alto, legandole alle catene penzolanti.
Guardi silenziosa ciò che faccio, sento il tuo respiro, le tue labbra semiaperte, un impercettibile suono.
Mi chino e ti allargo le gambe, il tuo odore è per me inebriante e la tentazione di prenderti adesso è forte ma resisto. Lego prima una caviglia, poi l'altra.
Ora sei in mio possesso, non puoi fare nulla, mi allungo sul tavolino e prendo il foulard nero, lo piego e ritorno verso di te. Sono davanti a te adesso, mi guardi dritto negli occhi, socchiudi impercettibilmente la bocca, guardo nei profondo dei tuoi occhi e leggo in essi il tuo totale affidarti a me. E' un istante ma sembra un'eternità, ti bacio appassionatamente.
Rispondi con passione a quel bacio, le nostre lingue si intrecciano come i corpi di due amanti in un groviglio di passione. Vorrei non staccarmi da te, e nemmeno tu lo vorresti ma le mie mani già stanno iniziando a coprire quei magnifici occhi, stringo dolcemente il nodo per non farti male. Con non poche difficoltà mi stacco dal tuo bacio tanto da sentire lo schiocco delle nostre labbra che si staccano.
Ora non puoi vedermi. Sono gli altri sensi adesso che devi affinare per cogliere tutte le emozioni che ti offrirò.
Ritorno in cucina per un'altra tazza di caffè, ora sei sola nella stanza, puoi solo ascoltare quello che accade intorno a te, il tuo olfatto inizia a percepire gli odori di legno e pelle degli oggetti che sono presenti nella stanza. La tua mente comincia ad associarli agli oggetti.
Il frustino, la pelle del divano, l'odore di legno della pedana. Anche l'udito si va affinando riconoscendo i vari suoni. Mi senti mentre prendo lo zucchero e lo aggiungo nella tazzina, il versare del caffè e il tintinnio del cucchiaino mentre lo giro nella tazza.
L'avvicinarsi dei miei passi. Mi vedi mentalmente mentre attraverso la stanza e ti passo affianco, senti il mio sprofondare nella poltrona davanti a te.
Ti agiti per un attimo cercando di muoverti, di liberarti da quella posizione che ti obbliga a rimanere completamente indifesa nei miei confronti.
Il tuo respiro si fa più affannoso, vedo la lingua umettare le labbra che si stavano seccando.
Hai i capezzoli ritti che premono nella leggera stoffa del reggiseno.
“Laura”, sussulti al sentire la mia voce, un leggero tremito ti percorre la pelle nuda, i capezzoli si rizzano ancor di più.
“Laura, sei davvero bella lo sai?”, dico calmo, “il tuo Oliver è davvero un uomo fortunato ad avere una simile femmina al proprio fianco”.
Sorseggio il caffè ed aggiungo, non sai se parlare oppure no, alla fine dici timorosa “grazie mio padrone, si, Oliver è davvero fortunato ad avermi accanto, io lo amo da morire”.
Senti che mi alzo, cerchi di capire cosa stia per succedere, ma non riesci, dai suoni, a capire cosa io stia facendo, cosa sto prendendo.
Mi senti armeggiare con qualche cosa, ho preso un grosso foulard a cui ho fatto un nodo al centro, “apri la bocca, dai” ti dico avvicinandomi a te, ubbidiente assecondi i miei ordini, “di più, forza”.
Ora hai la bocca spalancata, ti posiziono il foulard in modo che il nodo riempia in parte la tua bocca e poi lo lego stretto dietro la tua nuca, ora non puoi più chiudere la bocca, tantomeno puoi parlare.
“Ummhhhhffff”, cerchi di dire qualche cosa ma uno schiaffo sul culo ti fa sobbalzare, “ora sei davvero mia, ed io voglio giocare un po' con te, ti voglio mia!”
Un altro schiaffo colpisce l'altra natica, questa volta con più forza, sobbalzi al colpo inaspettato, “Ummhhhhffff-Ummhhhhffff”, ti accarezzo lungo le cosce semiaperte, l'interno delle tue gambe è morbido e vellutato, arrivo fino all'inguine, accarezzo la stoffa che mi separa dal tuo sesso, ti muovi coi fianchi, sei già bagnata, rimango ad accarezzarti per alcuni lunghi, interminabili istanti mentre osservo il tuo inarcare la schiena. Porto le dita al naso e ne assaporo il profumo.
“Sei già un lago tra le cosce, troietta, ti mancavo eh!”
“Ummhhhhffff”, cerchi di rispondere senza riuscirci, mi godo l'inebriante profumo che emani e rimango alcuni secondi a guardarti.
La canna, ecco cosa ci vuole per te, mi senti prendere qualche cosa, non capisci subito cosa. La agito con forza per aria, ne senti il suono e capisci, inizi a muoverti in preda alla paura, quel suono nell'aria ti fa ricordare qualche cosa, ti vedo sempre più agita, muovi la testa come se volessi liberarti della benda che ti copre gli occhi, vuoi vedere cosa sta succedendo.
“Sai, ho ripensato a noi in tutto questo tempo in cui non ci siamo più visti”, inizio a parlarti tranquillo, con la canna sfioro i tuoi seni, ti ritrai, impaurita
“a tutte le cose che abbiamo fatto insieme, alla prima volta che ci siamo incontrati, sei davvero una schiava magnifica, docile e sottomessa”, parlo a ruota libera, mentre giro intorno a te, osservando tutte le tue forme, la rotondità dei tuoi seni ancora costretti nella stoffa leggera del reggiseno, i tuoi fianchi sinuosi, il tuo splendido culo, sodo come quello di una ventenne, il ventre morbido, le gambe tornite, le tue splendide mani, le dita affusolate.
“Peccato non poter guardare i tuoi occhi, ma debbo farti una sorpresa, una sorpresa che non ti aspetti.”
Continuo a girare intorno a te ed a ricordare le nostre avventure,
Ricordi quando ho conosciuto il tuo Oliver, ero seduto al bar e ti ho visto per strada insieme a lui, conservo ancora i tuoi slip sai?”
E la mattina che venni sotto casa tua per la prima volta? La ricordi? Mi sembra ancora di sentire il dolore di quel graffio”, Slap, secco parte il primo colo sul tuo culo.
“Ahhhhhh” il tuo grido è soffocato dalla stoffa che preme sulla tua bocca,
“eppure mi piace quando reagisci così, sembri una gatta indomabile”, slap-slap, nuovi colpi ti raggiungono, ti contorci, strattoni le catene che ti legano ma non puoi nulla,
“certo che poi mi sono preso la rivincita quando siamo andati sui colli, ti ho punita per benino”,
“Ummhhhhffff-Ummhhhhffff- Ummhhhhffff-Ummhhhhffff”, vuoi gridarmi qualche cosa ma non puoi.
Mente giro intorno te il mio sguardo cade sulla tazzina del caffè posata sul tavolino, mi allungo a prenderla, ne verso alcune gocce tra i tuoi seni, rimani immobile, non sai cosa sia questo liquido ma l'odore intenso lo riconosci,
“ricordi?”, lecco avidamente il rivolo lasciato dalla nera sostanza,
“sai, scottava quel caffè che volontariamente mi facesti cadere addosso, questo invece no, non scotta”, pizzico i tuoi capezzoli, sono ritti e duri, sei eccitata.
“ehi, cos'è tutta questa eccitazione, anche per te sono i ricordi?” esclamo anche io eccitato, accarezzo i tuo i fianchi, il tuo ventre morbido, sei davvero calda, ti muovi sinuosa al contatto della mia mano, sento i tuoi gemiti di piacere per quel dolce contatto.
“Mi allontano per un po', preparo la tua sorpresa”, mi abbasso e bacio il tuo ombelico, sei profumatissima.
Esco dalla stanza e prendo il cellulare, compongo il numero, alcuni squilli poi dall'altro capo una voce mi risponde, la voce rotta dall'emozione, “Ok, adesso puoi salire” dico e aggancio.
Passano si e no 5 minuti, forse meno, toc-toc, toc-toc, toc, è il segnale convenuto, percorro il corridoio ed apro la porta, “entra, lei è già di la” dico sottovoce, “mi raccomando non fare rumore e principalmente non parlare” aggiungo.
Il nuovo arrivato mi guarda e annuisce con un gesto, si toglie il giaccone e mi segue silenzioso.
“Rieccomi, puttanella mai, è arrivata la sorpresa per te”, ti inizi ad agitare, cercando di capire cosa ti possa succedere o cosa possa essere la sorpresa che ti ho preparato.
L'ospite rimane fermo, immobile sull'uscio della stanza a guardarti estasiato, non può ancora vedere il tuo viso perché è alle tue spalle, è imbambolato a guardare il tuo corpo, gli faccio cenno con la mano di avvicinarsi, gli tocco le mani, sono calde, forse non noterai la differenza,
Le porto sulla tua schiena e le faccio scorrere lungo il tuo corpo, ti sta accarezzando ma non ti rendi conto che non sono le mie mani, ma sono le mani di un altro.
Istintivamente, ti spingi col culo all'indietro, le mani continuano a scendere lungo la schiena, aspetti che ti accarezzino il culo già segnato dai colpi ricevuti, le mani dell'ospite si soffermano sulle tue morbide rotondità, ne sentono l'intenso calore.
Le faccio risalire, ed automaticamente seguono i miei movimenti, le posiziono all'altezza del tuo reggiseno, “nuda, adesso ti voglio nuda” esclamo facendo cenno a lui di slacciarti il pezzo di sopra, tremante esegue, uno scatto secco e...“Ummhhhhffff”, il tuo seno si libera dall'indumento, “ora stacco le spalline e lo tolgo”, non ti rendi conto ma sono più di due mani che stanno sfiorando il tuo corpo. Il reggiseno è stato tolto, lanciato sul divano.
Mi stacco da te mentre il mio ospite inizia a girare intorno a te per ammirare il tuo corpo, ha preso coraggio, osa sfiorarti, ti accarezza i seni, giochicchia coi tuoi capezzoli, li pizzica con delicatezza, si vede che ci sa fare, che sa come farti eccitare, inizi a gemere.
Appena si stacca da te mi avvicino e, con decisione, strappo il sottile filo di stoffa che cinge i tuoi fianchi. Anche il perizoma è tolto, oramai inservibile perché strappato. Lo passo a lui che con immenso piacere lo porta la naso e o annusa voluttuosamente.
Lo guado mentre fa un gesto particolare, è di fronte a te, ti sta guardando, sei nuda davanti a lui, lecca avidamente gli umori che hanno inumidito il tuo intimo, è eccitato da morire.
Gli prendo di nuovo la mano e la porto tra le tue cosce, “cerca di allargare ancora di più le cosce puttanella” ti ordino in un orecchio, ubbidiente ti lasci andare verso il basso sorreggendoti con le mani alle catene e, piegando le ginocchia cerchi di allargare più che puoi le gambe, ti accarezza il sesso caldo e umido di umori, affonda due dita nella figa, simula in gesto di un amplesso. Gemi portando avanti il bacino per facilitare i movimenti delle dita che ti penetrano.
Ti stai facendo scopare, adesso però sono io che lo fermo e faccio una cosa che non si aspetta, gli faccio sfilare le dita oramai piene dei tuoi umori, e, guardandolo dritto negli occhi, come a sfidarlo, me le porto alla bocca e ne succhio il liquido vischioso che è rimasto appiccicato.
Rimane interdetto per un attimo, non capisce, siamo in due adesso ad averti, sei di tutti e due.
Sei nostra.
Gli lascio la mano e mi siedo sulla poltrona, il silenzio torna nella stanza, solo i tuoi gemiti.
Mosto a lui quello che c'è a disposizione per punirti, tergiversa per qualche secondo, non prende nulla, vuole usare le sue mani.
Sciaff ti arriva il primo schiaffo, forte, deciso, fai quasi un salto, non te lo aspettavi, così improvviso, dopo quei lunghi attimi di piacere non immaginavi che arrivasse il momento della punizione.
Hai subito il colpo, eri ancora rilassata per l'eccitazione della penetrazione e non hai retto, sei crollata rimanendo appesa per le braccia mentre un forte tremito ti piega le gambe.
“Aaaaahhhhhhhh” uno strillo appena soffocato ti fa capire cosa sta per succedere,
“Alzati, muoviti, dritta su quelle gambe ed inarca bene la schiena, il tuo culo deve essere bene in mostra” ti ordino perentorio mentre sono seduto.
Non capisci cosa sta succedendo, un altro schiaffo colpisce il tuo culo.
“DRITTA!” ti urlo, intimorita dall'ordine ti raddrizzi sulla schiena e porgi con maggiore decisione il culo.
Altri colpi partono a mani nude, l'ospite sta iniziando a prenderci gusto, sta iniziando a divertirsi.
Le tue natiche diventano sempre più rosse ad ogni colpo, non posso vedere come sobbalzano ma dal suo sguardo so che deve essere uno spettacolo.
Si ferma per alcuni secondi, ti accarezza le chiappe ormai livide, per te sembra una scossa elettrica che ti percorre la pelle, cerchi di divincolarti inutilmente.
“Ti piace fare la puttanella, vero?” dico dalla poltrona
Non capisci cosa sta succedendo, la mia voce da una parte e subito dopo le mani che toccano il tuo corpo dall'altra.
“Ummhhhhffff-Ummhhhhffff”
“eppure ti dovrebbe piacere tanto, ricordo che quando andammo a quella festa in villa ti sei fatta fare di tutto”
“Ummhhhhffff-Ummhhhhffff”, ti muovi scompostamente,
“fai un cenno col capo, Sei o no la mia schiavetta?”
Quelle mani non ti accarezzano più sono andate ad afferrare qualche cosa, qualcosa di grosso.
“Allora? Sto aspettando la tua risposta, Sei o no la mia schiavetta? Sai che non mi piace aspettare. O vuoi subire una punizione ben più dura?”
Passano alcuni secondi e fai cenno di si con la testa ma è troppo tardi, il battipanni ti colpisce tra le natiche e le gambe, dove fa più male.
“Aaaaahhhhhhhh - “Aaaaahhhhhhhh”, vedo distintamete le smorfie di dolore che compaiono sul tuo volto, compaiono alcune lacrime lungo le tue guance mentre altri colpi infieriscono sul tuo culo oramai provato.
“Basta così, sei stata punita abbastanza per oggi, ora solo coccole” i colpi finiscono, per un po' ti lasciamo sola, legata in mezzo alla stanza.
Ti torno vicino e, da dietro, ti bacio sul collo, salti per la paura di una nuova punizione, punizione che non arriva, senti il calore delle mie labbra che dolcemente sfiorano la tua pelle, lentamente ti tranquillizzi e ti lasci andare a quelle dolci carezze.
Mi sposto davanti e continuo baciarti, “ti tolgo il bavaglio ma devi promettermi che non proferirai parola”, fai cenno di si con la testa.
Lo slaccio, ed un sospiro di sollievo esce dalle tue labbra.
Ti bacio sulla bocca e tu immediatamente ricambi.
Due mani ti accarezzano i seni cingendoti i fianchi, “ma...” spati pronunciando qualche cosa, “ssshhhh, non devi parlare” ammonisco,
“s-si, va bene”,
“shhhhh, zitta”
le mai continuano a carezzarti le mammelle, le accarezzano, le strizzano, fanno scorrere i capezzoli tra le dita.
Hai capito che non sono solo, vorresti non succedesse ma sei troppo stanca ed eccitata, ti lasci accarezzare senza reagire. Quelle mani che giocano con il tuo corpo ci sanno davvero fare, sanno come prenderti, come farti eccitare.
Mentre quelle mani ti accarezzano i seni la mia mano scende sulla tua pancia fin giù a giocherellare per un attimo coi riccioli che coprono il monte di venere, le dita prima giocano coi peli poi si intrufolano tra le pieghe della tua carne cercano qualche cosa, un punto che sanno essere fonte di un tuo piacere, le instradi con movimenti dei fianchi facilitandone la ricerca.
Senti un corpo caldo che si appoggi dietro di te, c'è qualche cosa di duro caldo e pulsante che si posiziona nel solco delle tue chiappe ancora doloranti, la mia mano ti spinge verso quel corpo caldo.
“Aahh”, gemi, le mie labbra si accostano di nuovo alle tue soffocando il suono del tuo gemere, mani sul seno, mano tra le cosce che ti eccitano, un membro caldo e duro dietro di te, la passione e l'eccitazione aumentano, così come il tuo respiro che diventa sempre più affannoso.
Le mani si staccano dal tuo seno, l'altra mia mano ne prende il posto, ti senti allargare il culo, una lingua si intrufola tra le tue cosce e lecca per alcuni secondi la tua figa bagnata, poi si sofferma con interesse sul tuo fiorellino, si intrufola senza troppa difficoltà, ti sta rilassando, le dita della mia mano oramai hanno trovato un varco scivoloso tra le grandi labbra ed affondano nel tuo sesso, sei in nostra balia, ma vuoi che sia così, vuoi essere posseduta.
Uno sputo e la saliva cola sul buco del tuo culo, cappella che si appoggia e spinge dolcemente, ti tengo per non farti andare in avanti, intanto continuo a baciarti con passione.
Lingue intrecciate, culo che si dilata, figa, aperta dalle dita, piacere che parte da ogni angolo del tuo corpo.
Il cazzo si fa subito strada nel tuo culo, senza la minima difficoltà, non è il mio che fatica nell'operazione, stavolta è solo un immenso piacere che ti pervade.
Assecondi i movimenti portando lo stesso ritmo di chi ti sta possedendo, ansimi sempre di più, le mie dita trovano un lago tra le tue cosce, la mia bocca si stacca dalla tua, lamenti di piacere escono sempre più forti dalle tue labbra.
I colpi aumentano di intensità facendoti sbattere ripetutamente addosso a me, sento le contrazioni del tuo sesso, stai venendo, “ooohhhh-ohhhh-ohhhhh, godo, siiiiiiii, siiiiii, SIIIIIII” urli il tuo piacere, gli spasmi del piacere prendono raggiungono anche il membro che con un improvviso eruttare riempie il tuo ventre.
Rimane fermo dentro di te mentre entrambi vi rilassate, le mie dita scivolano pian piano fuori dalla tua vagina, grondanti dei tuoi umori, la fronte madida, in viso contratto da una intensa smorfia di piacere, sei venuta come non mai.
Il membro ancora gonfio pulsa ancora nel tuo corpo, pian piano lo senti uscire.
Ti lasci andare spossata. Una mano accarezza il tuo culo, pochi secondi dopo la stessa mano accarezza anche il tuo volto, l'accarezza con una dolcezza infinita, poi un bacio appena accennato sulle tue labbra.
Riconosci impercettibilmente un odore, un odore che forse a te conosciuto ma non riesci a capire subito a cosa appartenga.
O forse a chi appartenga.
Ritorna il silenzio nella stanza, passi, qualcuno che si allontana, ascolti per capire cosa succeda.
Accompagno il mio ospite che intanto si è ricomposto, riprende il suo giaccone e lo indossa, lo saluto con una stretta di mano.
Rimaniamo così, guardandoci negli occhi, leggo nei suoi una incredibile soddisfazione e lo sguardo di chi ringrazia per il piacere ricevuto.
In silenzio mi saluta, apro la porta e mentre esce ad alta voce lo saluto.

“Ciao Oliver, è stato un piacere poterti avere con me oggi”

Dall'altra stanza senti distintamente quel nome.
Ora sai chi c'era.
scritto il
2020-06-24
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