La scoperta di me 2
di
ElisaDiSera04
genere
tradimenti
CAPITOLO II
Sono passati due giorni da quel maledetto viaggio in autobus, due giorni che ho trascorso in apprensione. Marco è sempre uguale e cosi il caldo di questo afoso luglio.
Il mio sguardo però indugia sempre qualche secondo sul borsone del mare, che giace abbandonato in un angolo della camera. Da qualche parte, nelle sue profondità, quel biglietto.
Dopo essere rimasta sul libro aperto per quasi due ore, rileggendo inutilmente la stessa riga, capisco di essere arrivata al mio limite.
Avvicino con il piede il borsone e apro la tasca esterna. Il bigliettino, spiegazzato ma ancora perfettamente leggibile, è li.
Lo srotolo e lo metto sulla scrivania, guardandolo qualche istante. Deglutisco, mentre sento una canzone di qualche anno fa riempire la stanza entrando dalla finestra spalancata.
Sblocco il mio smartphone e gioco per qualche istante nella mia lista contatti. Infine decido di inserire il suo numero, chiamandolo semplicemente "36", dal numero di autobus.
Per prima cosa apro whatsapp e scorro la lista dei miei contatti fino a raggiungere la sua voce. Spero di trovare una foto profilo, un viso da associare a tutto quello che era successo, ma la sua foto è un unico pallino nero.
Sospiro. Il cuore ha ripreso a battere furiosamente. L'ultima cosa che voglio è che un maiale abbia il mio numero di telefono, ma allo stesso tempo non riesco a togliermi dalla testa quelle assurde sensazioni che ho provato.
Mi mordicchio il labbro, mentre supero quest'ultima barriera d'inibizione e faccio l'irreparabile.
Apro la conversazione whatsapp e prima che il mio cervello possa bloccare le mie dita digito furiosamente sulla tastiera.
Il respiro mi si smorza in gola, mentre sento uno strano calore nella parte bassa del mio corpo
Sono passati due giorni da quel maledetto viaggio in autobus, due giorni che ho trascorso in apprensione. Marco è sempre uguale e cosi il caldo di questo afoso luglio.
Il mio sguardo però indugia sempre qualche secondo sul borsone del mare, che giace abbandonato in un angolo della camera. Da qualche parte, nelle sue profondità, quel biglietto.
Dopo essere rimasta sul libro aperto per quasi due ore, rileggendo inutilmente la stessa riga, capisco di essere arrivata al mio limite.
Avvicino con il piede il borsone e apro la tasca esterna. Il bigliettino, spiegazzato ma ancora perfettamente leggibile, è li.
Lo srotolo e lo metto sulla scrivania, guardandolo qualche istante. Deglutisco, mentre sento una canzone di qualche anno fa riempire la stanza entrando dalla finestra spalancata.
Sblocco il mio smartphone e gioco per qualche istante nella mia lista contatti. Infine decido di inserire il suo numero, chiamandolo semplicemente "36", dal numero di autobus.
Per prima cosa apro whatsapp e scorro la lista dei miei contatti fino a raggiungere la sua voce. Spero di trovare una foto profilo, un viso da associare a tutto quello che era successo, ma la sua foto è un unico pallino nero.
Sospiro. Il cuore ha ripreso a battere furiosamente. L'ultima cosa che voglio è che un maiale abbia il mio numero di telefono, ma allo stesso tempo non riesco a togliermi dalla testa quelle assurde sensazioni che ho provato.
Mi mordicchio il labbro, mentre supero quest'ultima barriera d'inibizione e faccio l'irreparabile.
Apro la conversazione whatsapp e prima che il mio cervello possa bloccare le mie dita digito furiosamente sulla tastiera.
Il respiro mi si smorza in gola, mentre sento uno strano calore nella parte bassa del mio corpo
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