In piscina - 1
di
Obscurity
genere
tradimenti
Disteso a bordo piscina, lo sguardo coperto da occhiali da sole a specchio, osservo Martina ancheggiare vistosamente. Indossa un bikini nero, in contrasto con la sua pelle chiara, le coppe a triangolo allacciate dietro la nuca esibiscono un seno che dondola ad ogni suo passo, mentre la parte inferiore è coperta da un piccolo perizoma.
Siamo alla villa con piscina di Alberto, il moroso di Martina, quarantenne viziato figlio di papà che sembra avere più interesse verso la noiosa compagnia con cui si intrattiene sotto gli ombrelloni, che non verso la giovane biondina che ha come fidanzata. È stata lei ad invitarmi, e sebbene inizialmente non fossi convinto ad andarci, alla fine eccomi qua.
Martina è uscita dal mio campo visivo, così torno a godermi il sole che picchia sulla mia fronte e le mie spalle. Un paio di mani mi agguantano, cingendomi prima il viso e poi le spalle, con unghie corte, smaltate di viola. Martina si è inginocchiata a bordo piscina alle mie spalle, le sue labbra vicino al mio orecchio.
“hai intenzione di restare in ammollo tutto il giorno?” dice mentre pizzica con i denti il lobo del mio orecchio sinistro.
“rispetto a quel branco di debosciati, molto meglio la solitudine” rispondo piano
“io ho un’idea migliore…” sussurra, leccandomi l’orecchio. Le sue mani scorrono lungo il mio petto, raggiungono il filo dell’acqua e scivolano giù, accarezzandomi entrambi i capezzoli
“sentiamo..” sospiro piacevolmente per le sue attenzioni, mentre con la coda dell’occhio controllo il gruppetto sotto gli ombrelloni.
La lingua di Martina non smette di tormentarmi l’orecchio. “ora andrò da Alberto a dirgli che ho bisogno di riposare un po’, e che non voglio essere disturbata. Tu andrai ad asciugarti e poi salirai al piano di sopra, ti chiuderai in camera con me, e scoperemo finchè ne avrai voglia”
“interessante…” mormoro, mentre il tocco delle sue dita sui capezzoli inizia a dare i suoi effetti, “..ma non pensi che la nostra assenza sarà sospetta?”
“sospetta..?” interrompe il suo contatto della lingua sul mio orecchio, perché a stento riesce a trattenere una risata “..ma se lo sanno tutti che scopo con te”
La cosa non mi sorprende, dato che Martina ha anche pubblicato foto di noi in atteggiamenti che vanno oltre la semplice amicizia, e la cosa non sembra aver destato alcuno scandalo finora, ma così non sarà un tantino esagerato?
“e se al tuo moroso dovesse venire voglia di fare una ripassata con te?”
La sua risatina sommessa diventa quasi più fragorosa
“non avrai mica paura di lui, tesoro. E poi non succederà mai, ha già avuto la sua dose di piacere questa mattina, prima che arrivaste tutti..” spiega, con voce calda e suadente, le labbra che sfiorano il mio orecchio ad ogni parola, “…gliel’ho preso in mano…” le sue dita si serrano con più forza attorno ai miei capezzoli, mentre confessa “…sai, ormai non lo prendo più dentro. Dentro voglio solo te.” Le sue mani lasciano la presa sul mio petto, e lentamente fuoriescono dall’acqua.
“non farmi aspettare troppo..” mi dice con un soffio, e si congeda dandomi un bacio sulla guancia.
Mi godo la vista del suo culo mentre si allontana, prima di farmi una nuotata e dare inizio al piano.
Salite le scale al piano di sopra, da cui si diramano quattro porte, due alla mia destra e due alla mia sinistra.
I suoi giochetti del cazzo, sbuffo tra me e me. Tutte e quattro le porte sono semichiuse
“..Marty..” sussurro, mentre vorrei urlare Dove Cazzo Sei?
Apro piano la porta della prima stanza alla mia sinistra, quanto basta per poterci infilare dentro la testa. Dalle finestre chiuse filtra solo una piccola porzione di luce, ma nonostante la semi-oscurità riesco a riconoscere un letto a baldacchino, con due guanciali per lato, perfettamente intonso.
Sembrerebbe una stanza per gli ospiti.
Non sono più fortunato neppure nella seconda stanza alla mia sinistra.
“..Marty..?” chiamo di nuovo, a fil di voce, mentre entro nella stanza sulla destra, quella più lontana rispetto alle scale.
Qui i cuscini sul letto sono disposti in modo sparso, il lenzuolo in lino parzialmente a terra, e dall’armadio aperto si intravedono delle borse e alcuni vestiti.
Prima che il mio sguardo possa correre all’interno della stanza, la porta si chiude con un tonfo secco dietro di me, e due mani mi agguantano abbracciandomi attorno alla vita
“…ce ne hai messo di tempo…” borbotta Martina, baciandomi in mezzo alle scapole, mentre il suo seno preme contro la mia schiena nuda.
Mi volto, le mie labbra baciano voracemente le sue, mentre le nostre mani vanno ai rispettivi indumenti.
Indossiamo solo i costumi da bagno, e non è difficile per me sciogliere i laccetti di reggiseno e perizoma, così come per lei strattonare giù i boxer.
Pensare che quella porta chiusa oltre la sagoma di Martina potrebbe aprirsi da un momento all’altro mi eccita più del previsto. La bacio con foga, mentre le mie mani solcano ogni centimetro del suo corpo nudo.
Senza staccarci, cammino all’indietro fino ad arrivare a sedermi sul bordo del letto, con Martina a cavalcioni sulle mie cosce.
I suoi seni pieni ondeggiano davanti al mio viso, ha i capezzoli già turgidi, noto.
“mi sono toccata mentre ti aspettavo, volevo essere pronta per te..” sussurra, mentre le mie labbra si serrano attorno al capezzolo, succhiandolo e strappandole un gemito.
Porta una mano dietro la mia nuca, stringendomi al suo petto, mentre l’altra scivola tra le mie gambe, accarezzandomi il cazzo che inizia a prendere vigore.
“l’ho segato in questo letto, stamattina...” sussurra, mentre la mano con cui mi tocca si muove lentamente dalla base alla punta, “…qui dove tu mi scoperai ora” dice con una punta di sadismo nel suo sorriso, mentre stacca il mio volto dal suo seno, e mi spinge a farmi distendere supino di traverso sul letto.
Troneggia a cavalcioni su di me, sfiora i suoi seni contro il mio petto, mentre le sue labbra prima mi baciano fugaci, poi scivolano lungo il collo, seguono la linea della clavicola e scendono giù fino al mio capezzolo.
Da questa posizione posso solo vedere il soffitto, la porta è fuori dal mio campo visivo e dal mio controllo, e questo non fa che accrescere la mia eccitazione.
I suoi denti si stringono attorno all’areola, mentre dentro la sua bocca la lingua puntella veloce il capezzolo.
E poi le sue labbra scivolano giù.
Scende dal letto mentre le sue labbra seguono i solchi degli addominali, e quando raggiunge la base del pene, le basta baciare un paio di volte l’asta, massaggiando i testicoli, e sono già in piena erezione.
Scendo dal letto, facendo stendere lei nella mia precedente posizione, supina di traverso.
Martina sistema un cuscino dietro la sua testa, e apre le gambe, sollevando i talloni sul letto ed esibendomi la sua fica depilata, le grandi labbra già allargate. Mi guarda vogliosa, mordendosi il labbro mentre io in piedi sfrego la punta del cazzo sul suo clitoride, e lungo le grandi labbra.
Ora sono di spalle rispetto alla porta, mi volto per un istante a controllare che sia ancora chiusa
“ehy.. guarda che io sono qui” mi rimbecca Martina, arricciando le labbra, “..non avrai ancora paura che ci veda qualcuno? Se anche fosse.. lascia che si godano lo spettacolo..” dice ondeggiando il bacino, le sue grandi labbra a frizionare la mia asta “o forse…” aggiunge in tono caldo, con una punta di sfida “…speri che qualcuno si aggiunga a noi?”
“perché…” le domando, tornando a dedicare ogni mia attenzione a lei, mentre indirizzo il cazzo tra le sue grandi labbra, “…non ti basto io?” e con un colpo di reni affondo dentro di lei.
“…SI…” geme profondamente, reclinando la testa sul cuscino mentre gode di quel contatto, e le sue mani strizzano il suo prosperoso seno, a beneficio del mio sguardo.
La penetro con spinte lente e profonde, i movimenti del suo bacino amplificano il nostro piacere, finchè non sono così in fondo da sentire il suo bacino contro il mio.
I miei colpi la fanno gemere in modo sempre più evidente e rumoroso, al punto da costringermi ad intimarle un “shhh..”
“che c’è…” dice lei, il fiato pesante, rotto dagli ansiti, mentre torna a guardarmi con quell’aria provocatoria, “…lascia che ci sentano, lascia che sentano quanto GODO..!” non si trattiene e urla, mentre sento il suo bacino tremare vistosamente contro il mio.
Quando realizzo che il suo fidanzato ha diversi anni più di me, diversi centimetri meno di me, diversi chili meno di me, e che da uno come lui non c’è veramente da temere nulla, nemmeno se mi vedesse scopargli la fidanzata nel suo letto, mi lascio trasportare e i movimenti del mio bacino si fanno profondi e veloci, mentre le afferro le cosce.
Martina stringe le mani sul coprimaterasso, i movimenti del suo bacino si fanno più caotici e irregolari, mentre sento i tremiti del suo orgasmo avvolgere il mio cazzo.
“vienimi dentro...” mi dice riaprendo gli occhi, e a sottolineare il suo desiderio avvinghia le sue gambe attorno alla mia schiena, stringendomi in una morsa che mi impedisce di uscire da lei.
Completamente preso da lei, non mi curo più della porta alle mie spalle, e piego il busto in avanti, per arrivare a fare perno con le mani contro il materasso, e poter meglio muovere il bacino e spingere.
La monto con foga, mentre le sue mani abbandonano il materasso e si serrano attorno ai miei capezzoli.
“..vieni tesoro..” mugola affannosamente, mentre spingo alla massima velocità che mi riesce, facendo cigolare il materasso, “..fammelo sentire tutto si, riempimi..” geme ancora, senza smettere di torturarmi i capezzoli.
Sento delle fitte partire dal basso ventre, e mentre le mie spinte rallentano e l’orgasmo mi travolge, non tratteniamo i nostri gemiti di piacere, mentre sento fiotti di sperma fuoriuscire e invadere il suo ventre caldo nel quale mi accolto.
Mi distendo su di lei, che mi avvolge in un abbraccio con mani e piedi.
Quando rientriamo in mezzo agli altri, nessuno sembra aver notato la nostra assenza. O almeno, nessuno lo dimostra apertamente. Ci comportiamo con nonchalance, e per fortuna non ricevo nessun imbarazzante commento o frecciatina.
Quando è ormai sera, oltre a padrone di casa e consorte sono rimasti solo un paio di amici. L’unico motivo per cui non ho ancora levato le tende, è che speravo in un “saluto” intimo da parte di Martina, magari in macchina.
Ma Alberto non sta zitto nemmeno un secondo, e non so da quanto stia parlando, elencando a Martina il programma del loro pre, durante e post serata organizzato meticolosamente durante il pomeriggio.
Io sento solo una valanga di “bla bla bla”, e sto solo desiderando che la smetta quanto prima
“no guarda, non se ne parla…” è la voce di Martina a rompere la catena di parole indefinite e riportarmi in mezzo a loro, “…non ce la posso fare… resterò qui a dormire, non mi sento bene”
“ma come!?” esclama Alberto, “..non posso lasciarti qui da sola, almeno andiamo solo al…” dio ti prego sparagli in fronte.
“non se ne parla, non vengo.” Risponde lei interrompendolo. “…se non vuoi che rimanga da sola, resterà Fra a farmi compagnia” e mi indica con un cenno della testa.
Seh, vabbè, allora digli pure che non ci servono i preservativi, giacchè ci siamo. Ora ti starà in schiena a vita e mi terrà a 100 metri di distanza.
“beh.. se a lui sta bene…” risponde lui.
Cosa cazzo ho appena sentito. Per un attimo ho smesso di respirare. Cosa. Cazzo. Ha. Detto. Se a lui sta bene!?
Mi guardano entrambi aspettandosi una risposta da me, e prima di sembrare un ebete rispondo, con tutta la nonchalance che la mia faccia di bronzo mi consente “perché no, per me non è un problema restar qui”
“ottimo..!” esclama lui, mentre Martina mi guarda come una bambina in un negozio di caramelle. Sarà una lunga, divertente, notte.
Siamo alla villa con piscina di Alberto, il moroso di Martina, quarantenne viziato figlio di papà che sembra avere più interesse verso la noiosa compagnia con cui si intrattiene sotto gli ombrelloni, che non verso la giovane biondina che ha come fidanzata. È stata lei ad invitarmi, e sebbene inizialmente non fossi convinto ad andarci, alla fine eccomi qua.
Martina è uscita dal mio campo visivo, così torno a godermi il sole che picchia sulla mia fronte e le mie spalle. Un paio di mani mi agguantano, cingendomi prima il viso e poi le spalle, con unghie corte, smaltate di viola. Martina si è inginocchiata a bordo piscina alle mie spalle, le sue labbra vicino al mio orecchio.
“hai intenzione di restare in ammollo tutto il giorno?” dice mentre pizzica con i denti il lobo del mio orecchio sinistro.
“rispetto a quel branco di debosciati, molto meglio la solitudine” rispondo piano
“io ho un’idea migliore…” sussurra, leccandomi l’orecchio. Le sue mani scorrono lungo il mio petto, raggiungono il filo dell’acqua e scivolano giù, accarezzandomi entrambi i capezzoli
“sentiamo..” sospiro piacevolmente per le sue attenzioni, mentre con la coda dell’occhio controllo il gruppetto sotto gli ombrelloni.
La lingua di Martina non smette di tormentarmi l’orecchio. “ora andrò da Alberto a dirgli che ho bisogno di riposare un po’, e che non voglio essere disturbata. Tu andrai ad asciugarti e poi salirai al piano di sopra, ti chiuderai in camera con me, e scoperemo finchè ne avrai voglia”
“interessante…” mormoro, mentre il tocco delle sue dita sui capezzoli inizia a dare i suoi effetti, “..ma non pensi che la nostra assenza sarà sospetta?”
“sospetta..?” interrompe il suo contatto della lingua sul mio orecchio, perché a stento riesce a trattenere una risata “..ma se lo sanno tutti che scopo con te”
La cosa non mi sorprende, dato che Martina ha anche pubblicato foto di noi in atteggiamenti che vanno oltre la semplice amicizia, e la cosa non sembra aver destato alcuno scandalo finora, ma così non sarà un tantino esagerato?
“e se al tuo moroso dovesse venire voglia di fare una ripassata con te?”
La sua risatina sommessa diventa quasi più fragorosa
“non avrai mica paura di lui, tesoro. E poi non succederà mai, ha già avuto la sua dose di piacere questa mattina, prima che arrivaste tutti..” spiega, con voce calda e suadente, le labbra che sfiorano il mio orecchio ad ogni parola, “…gliel’ho preso in mano…” le sue dita si serrano con più forza attorno ai miei capezzoli, mentre confessa “…sai, ormai non lo prendo più dentro. Dentro voglio solo te.” Le sue mani lasciano la presa sul mio petto, e lentamente fuoriescono dall’acqua.
“non farmi aspettare troppo..” mi dice con un soffio, e si congeda dandomi un bacio sulla guancia.
Mi godo la vista del suo culo mentre si allontana, prima di farmi una nuotata e dare inizio al piano.
Salite le scale al piano di sopra, da cui si diramano quattro porte, due alla mia destra e due alla mia sinistra.
I suoi giochetti del cazzo, sbuffo tra me e me. Tutte e quattro le porte sono semichiuse
“..Marty..” sussurro, mentre vorrei urlare Dove Cazzo Sei?
Apro piano la porta della prima stanza alla mia sinistra, quanto basta per poterci infilare dentro la testa. Dalle finestre chiuse filtra solo una piccola porzione di luce, ma nonostante la semi-oscurità riesco a riconoscere un letto a baldacchino, con due guanciali per lato, perfettamente intonso.
Sembrerebbe una stanza per gli ospiti.
Non sono più fortunato neppure nella seconda stanza alla mia sinistra.
“..Marty..?” chiamo di nuovo, a fil di voce, mentre entro nella stanza sulla destra, quella più lontana rispetto alle scale.
Qui i cuscini sul letto sono disposti in modo sparso, il lenzuolo in lino parzialmente a terra, e dall’armadio aperto si intravedono delle borse e alcuni vestiti.
Prima che il mio sguardo possa correre all’interno della stanza, la porta si chiude con un tonfo secco dietro di me, e due mani mi agguantano abbracciandomi attorno alla vita
“…ce ne hai messo di tempo…” borbotta Martina, baciandomi in mezzo alle scapole, mentre il suo seno preme contro la mia schiena nuda.
Mi volto, le mie labbra baciano voracemente le sue, mentre le nostre mani vanno ai rispettivi indumenti.
Indossiamo solo i costumi da bagno, e non è difficile per me sciogliere i laccetti di reggiseno e perizoma, così come per lei strattonare giù i boxer.
Pensare che quella porta chiusa oltre la sagoma di Martina potrebbe aprirsi da un momento all’altro mi eccita più del previsto. La bacio con foga, mentre le mie mani solcano ogni centimetro del suo corpo nudo.
Senza staccarci, cammino all’indietro fino ad arrivare a sedermi sul bordo del letto, con Martina a cavalcioni sulle mie cosce.
I suoi seni pieni ondeggiano davanti al mio viso, ha i capezzoli già turgidi, noto.
“mi sono toccata mentre ti aspettavo, volevo essere pronta per te..” sussurra, mentre le mie labbra si serrano attorno al capezzolo, succhiandolo e strappandole un gemito.
Porta una mano dietro la mia nuca, stringendomi al suo petto, mentre l’altra scivola tra le mie gambe, accarezzandomi il cazzo che inizia a prendere vigore.
“l’ho segato in questo letto, stamattina...” sussurra, mentre la mano con cui mi tocca si muove lentamente dalla base alla punta, “…qui dove tu mi scoperai ora” dice con una punta di sadismo nel suo sorriso, mentre stacca il mio volto dal suo seno, e mi spinge a farmi distendere supino di traverso sul letto.
Troneggia a cavalcioni su di me, sfiora i suoi seni contro il mio petto, mentre le sue labbra prima mi baciano fugaci, poi scivolano lungo il collo, seguono la linea della clavicola e scendono giù fino al mio capezzolo.
Da questa posizione posso solo vedere il soffitto, la porta è fuori dal mio campo visivo e dal mio controllo, e questo non fa che accrescere la mia eccitazione.
I suoi denti si stringono attorno all’areola, mentre dentro la sua bocca la lingua puntella veloce il capezzolo.
E poi le sue labbra scivolano giù.
Scende dal letto mentre le sue labbra seguono i solchi degli addominali, e quando raggiunge la base del pene, le basta baciare un paio di volte l’asta, massaggiando i testicoli, e sono già in piena erezione.
Scendo dal letto, facendo stendere lei nella mia precedente posizione, supina di traverso.
Martina sistema un cuscino dietro la sua testa, e apre le gambe, sollevando i talloni sul letto ed esibendomi la sua fica depilata, le grandi labbra già allargate. Mi guarda vogliosa, mordendosi il labbro mentre io in piedi sfrego la punta del cazzo sul suo clitoride, e lungo le grandi labbra.
Ora sono di spalle rispetto alla porta, mi volto per un istante a controllare che sia ancora chiusa
“ehy.. guarda che io sono qui” mi rimbecca Martina, arricciando le labbra, “..non avrai ancora paura che ci veda qualcuno? Se anche fosse.. lascia che si godano lo spettacolo..” dice ondeggiando il bacino, le sue grandi labbra a frizionare la mia asta “o forse…” aggiunge in tono caldo, con una punta di sfida “…speri che qualcuno si aggiunga a noi?”
“perché…” le domando, tornando a dedicare ogni mia attenzione a lei, mentre indirizzo il cazzo tra le sue grandi labbra, “…non ti basto io?” e con un colpo di reni affondo dentro di lei.
“…SI…” geme profondamente, reclinando la testa sul cuscino mentre gode di quel contatto, e le sue mani strizzano il suo prosperoso seno, a beneficio del mio sguardo.
La penetro con spinte lente e profonde, i movimenti del suo bacino amplificano il nostro piacere, finchè non sono così in fondo da sentire il suo bacino contro il mio.
I miei colpi la fanno gemere in modo sempre più evidente e rumoroso, al punto da costringermi ad intimarle un “shhh..”
“che c’è…” dice lei, il fiato pesante, rotto dagli ansiti, mentre torna a guardarmi con quell’aria provocatoria, “…lascia che ci sentano, lascia che sentano quanto GODO..!” non si trattiene e urla, mentre sento il suo bacino tremare vistosamente contro il mio.
Quando realizzo che il suo fidanzato ha diversi anni più di me, diversi centimetri meno di me, diversi chili meno di me, e che da uno come lui non c’è veramente da temere nulla, nemmeno se mi vedesse scopargli la fidanzata nel suo letto, mi lascio trasportare e i movimenti del mio bacino si fanno profondi e veloci, mentre le afferro le cosce.
Martina stringe le mani sul coprimaterasso, i movimenti del suo bacino si fanno più caotici e irregolari, mentre sento i tremiti del suo orgasmo avvolgere il mio cazzo.
“vienimi dentro...” mi dice riaprendo gli occhi, e a sottolineare il suo desiderio avvinghia le sue gambe attorno alla mia schiena, stringendomi in una morsa che mi impedisce di uscire da lei.
Completamente preso da lei, non mi curo più della porta alle mie spalle, e piego il busto in avanti, per arrivare a fare perno con le mani contro il materasso, e poter meglio muovere il bacino e spingere.
La monto con foga, mentre le sue mani abbandonano il materasso e si serrano attorno ai miei capezzoli.
“..vieni tesoro..” mugola affannosamente, mentre spingo alla massima velocità che mi riesce, facendo cigolare il materasso, “..fammelo sentire tutto si, riempimi..” geme ancora, senza smettere di torturarmi i capezzoli.
Sento delle fitte partire dal basso ventre, e mentre le mie spinte rallentano e l’orgasmo mi travolge, non tratteniamo i nostri gemiti di piacere, mentre sento fiotti di sperma fuoriuscire e invadere il suo ventre caldo nel quale mi accolto.
Mi distendo su di lei, che mi avvolge in un abbraccio con mani e piedi.
Quando rientriamo in mezzo agli altri, nessuno sembra aver notato la nostra assenza. O almeno, nessuno lo dimostra apertamente. Ci comportiamo con nonchalance, e per fortuna non ricevo nessun imbarazzante commento o frecciatina.
Quando è ormai sera, oltre a padrone di casa e consorte sono rimasti solo un paio di amici. L’unico motivo per cui non ho ancora levato le tende, è che speravo in un “saluto” intimo da parte di Martina, magari in macchina.
Ma Alberto non sta zitto nemmeno un secondo, e non so da quanto stia parlando, elencando a Martina il programma del loro pre, durante e post serata organizzato meticolosamente durante il pomeriggio.
Io sento solo una valanga di “bla bla bla”, e sto solo desiderando che la smetta quanto prima
“no guarda, non se ne parla…” è la voce di Martina a rompere la catena di parole indefinite e riportarmi in mezzo a loro, “…non ce la posso fare… resterò qui a dormire, non mi sento bene”
“ma come!?” esclama Alberto, “..non posso lasciarti qui da sola, almeno andiamo solo al…” dio ti prego sparagli in fronte.
“non se ne parla, non vengo.” Risponde lei interrompendolo. “…se non vuoi che rimanga da sola, resterà Fra a farmi compagnia” e mi indica con un cenno della testa.
Seh, vabbè, allora digli pure che non ci servono i preservativi, giacchè ci siamo. Ora ti starà in schiena a vita e mi terrà a 100 metri di distanza.
“beh.. se a lui sta bene…” risponde lui.
Cosa cazzo ho appena sentito. Per un attimo ho smesso di respirare. Cosa. Cazzo. Ha. Detto. Se a lui sta bene!?
Mi guardano entrambi aspettandosi una risposta da me, e prima di sembrare un ebete rispondo, con tutta la nonchalance che la mia faccia di bronzo mi consente “perché no, per me non è un problema restar qui”
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